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    Predefinito La storia della plastica

    PLASTICA, COS'È

    La plastica é una sostanza organica, come il legno, la carta, la lana. Nasce da risorse naturali: prevalentemente carbone, sale comune, gas e, soprattutto, petrolio - di cui la produzione mondiale di materie plastiche assorbe circa il 4% annuo.

    Il processo industriale di trattamento del petrolio per ottenerne derivati è detto cracking. Con tale processo si ottiene la rottura delle catene lunghe delle molecole di idrocarburi, da cui si ottengono prodotti come la frazione della Virgin Nafta, utilizzata per la produzione di monomeri quali etilene e propilene.

    Per produrre la plastica si utilizzano essenzialmente due processi: il processo di polimerizzazione e il processo di policondensazione, entrambi i processi avvengono in presenza di specifici catalizzatori. Nella polimerizzazione i monomeri (quali l'etilene e il propilene) vengono riaccorpati e legati in lunghe catene. Si ottengono così i polimeri, ciascuno dei quali ha proprietà, struttura e dimensione diverse in funzione dei differenti tipi di monomeri di base.

    Per formare le catene di polimeri, e quindi dare vita alle materie plastiche vere e proprie, si utilizzano vari metodi. Altro processo di largo impiego è quello della policondensazione che ad esempio serve per produrre il PET (polietilentereftalato): l’unione dei monomeri è favorita eliminando le molecole che si formano nella reazione, quali acqua e metanolo.

    Per realizzare i prodotti finali pronti per il loro utilizzo, alle materie plastiche si uniscono additivi, cioè sostanze che ne esaltano o ne attenuano le proprietà, quali


    coloranti;

    agenti con caratteristiche particolari, come gli antifiamma, gli antiossidanti, gli antistatici, i plastificanti;

    cariche naturali o artificiali, per aumentare la rigidità e migliorare le proprietà meccaniche;

    espandenti, per ottenere un prodotto più leggero, come ad esempio nel caso del polistirolo espanso.

    I polimeri più utilizzati derivano prevalentemente da quattro prodotti chimici di base, a loro volta derivati dal petrolio: l'etilene, il propilene, il butadiene e lo stirene.


    PLASTICA, LA STORIA

    1835
    H. Regnault ottiene la prima sostanza basata sul principio della polimerizzazione, il PVC

    1846
    Lo svizzero Frederick Schoenbein isola il primo polimero artificiale, il nitrato di cellulosa, un composto chimico che imita l’ambra

    1862
    Due industriali americani mettono in palio 10.000 dollari per chi avesse trovato un sostituto dell’avorio nella fabbricazione delle palle da bigliardo, allora molto costose e non sempre perfettamente sferiche. Li vince Alexander Parkes che sintetizza la nitrocellulosa (nitrato di cellulosa più canfora), simile all'avorio, a cui da il nome di Parkesina

    1869
    Un tipografo di New York, John W. Hyatt, mescolando insieme la Parkesina e la canfora, inventa la Celluloide

    1889
    George Eastman riesce ad utilizzare la Celluloide per fare pellicole fotografiche

    1909
    Leo H. Baekeland, utilizzando prodotti sintetici (fenolo e formaldeide) ricavati dalla distillazione del carbone, crea la Bachelite: è la prima vera plastica

    anni '20
    Nasce la Fòrmica, laminato plastico a base di urea, fenolo, formaldeide (e carta kraft), utilizzata nell’arredamento

    anni '30
    Si utilizzano 16 materie plastiche differenti, fra cui il polistirolo e i poliuretani

    1935
    Gibson e Fawcett mettono a punto il Polietilene

    1938
    Wallace Hume Carothers produce il Nylon, la più importante fibra tessile artificiale che si ottiene per condensazione dell'acido adipico da solo (Nylon 6) o con esametilen-diammina (Nylon 6.6)
    1948
    I tecnici dell’areonautica americani mettono a punto il Plexiglass

    1954
    Giulio Natta scopre il Polipropilene isotattico, con caratteristiche migliori del polietilene precedente. A lui viene conferito nel 1963 il Premio Nobel per la Chimica



    PLASTICA, LE FAMIGLIE E I MATERIALI

    Le materie plastiche si dividono in due grandi famiglie: Termoplastiche e Termoindurenti.


    TERMOPLASTICHE


    ACRILONITRILE-BUTADIENE-STIRENE – ABS

    POLIACETALI - POM

    POLIAMMIDI - PA

    POLIBUTILENTEREFTALATO - PBT

    POLICARBONATO – PC

    POLIFENILEOSSIDO - PPO

    POLIETILENE o POLITENE – PE

    POLIFENILSOLFURO - PPS

    POLIETILENTEREFTALATO – PET

    POLIISOBUTILENE – PIB

    POLIVINILIDENCLORURO - PVDC

    POLIMETILMETACRILATO – PMMA

    POLIVINILIDENCLORURO CLORURATO - CPVDC

    POLIPROPILENE – PP

    POLIVINILIDENFLUORURO - PVDF

    POLISOLFONE - PSU

    POLISTIRENE o POLISTIROLO - PS

    POLISTIRENE ESPANSO - EPS

    TERPOLIMERO ACRILONITRILE – STIRENE – ESTERE ACRILICO - ASA

    POLIVINILACETATI – PVA

    TERPOLIMERO: METILMETACRILATO BUTADIENE STIRENE - MBS

    POLIVINILCLORURO – PVC

    POLIURETANI – PU

    ACETATO DI CELLULOSA – CA

    COPOLIMERO STIRENE – ACRILONITRILE – SAN

    ETILENVINIL ACETATO – EVA


    TERMOINDURENTI


    POLIESTERI INSATURI - UP

    POLIURETANI – PU

    RESINE ALCHIDICHE

    RESINE ALLILICHE - DAP

    RESINE EPOSSIDICHE - EP

    RESINE FENOLICHE - FENOPLASTI - PF

    RESINE FURANICHE

    RESINA MELAMINICA - MF

    RESINA UREICA - UR

    POLITETRAFLUOROETILENE – PTFE (Teflon)


    I PROCESSI DI TRASFORMAZIONE

    I polimeri possono essere in polvere, granuli, liquidi o in soluzioni.

    I principali procedimenti che li trasformano in prodotti finali, utilizzando pressione e calore, sono:


    CALANDRATURA
    Consiste nel distendere e comprimere con una macchina, costituita da cilindri riscaldati, il polimero riscaldato e reso plastico, ottenendo fogli di spessore desiderato.


    ESTRUSIONE
    Consiste nella trasformazione in continuo di materiale plastico riscaldato e spinto da una vite senza fine, attraverso un ugello che dà al materiale la sagoma richiesta e che per raffreddamento assume la sua forma stabile. E’ il procedimento più diffuso nella lavorazione delle materie plastiche.


    SOFFIAGGIO
    Il polimero fuso viene sottoposto a soffiaggio con aria o vapore, in modo da assumere la forma dello stampo in cui è alimentato.


    STAMPAGGIO
    Tecnica che vede il polimero fuso alimentare uno stampo di cui, per compressione e raffreddamento, assume la forma desiderata. Lo stampaggio può essere di quattro tipi:



    a compressione, per ottenere manufatti con caratteristiche meccaniche migliori e omogenee (come per oggetti di forma complessa, quali prese e spine elettriche);

    per stratificazione, per realizzare prodotti anche di grandi dimensioni, come gli scafi da barca;

    a iniezione, per fare ad esempio contenitori, calzature, ruote dentate;

    rotazionale, che viene usato per manufatti come serbatoi, fusti, contenitori larghi e cavi.

    Nel processo di trasformazione, le materie plastiche possono essere integrate da fibre arammidiche, di carbonio o di vetro, per consentire prestazioni particolari: nascono così i compositi, utilizzati per imbarcazioni, caschi, auto, ecc.

    La temperatura di impiego delle materie plastiche, per la produzione di manufatti, varia in funzione della materia prima utilizzata: è fra 150° e 170° C per i termoplastici più usati (PE, PET, PP, PS, PVC); temperature superiori a 220° C sono necessarie per la lavorazione di alcuni polimeri speciali.





    L'ALBERO DEI MATERIALI PLASTICI

  2. #2
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    Predefinito

    Sono 2 principalmente le tecniche di stampaggio della plastica:


    STAMPAGGIO ROTAZIONALE

    Lo Stampaggio Rotazionale è una tecnica di stampaggio che consente di ottenere:

    pezzi a corpo cavo senza saldature
    articoli di grosse dimensioni con contorni estremamente complessi
    pezzi con differenti finiture superficiali (finta pelle, goffrature, ecc.)
    pezzi con diversi tipi di inserti costampati (es. metallici)
    pareti completamente chiuse o con aperture
    pareti a spessore uniforme
    pezzi privi di tensioni interne

    Processo Tecnologico
    Carico della materia prima nello stampo, chiusura dello stampo.
    Rotazione planetaria dello stampo in un forno, alla temperatura adatta alla materia prima impiegata.
    Durante la rotazione nel forno avviene la fusione della materia prima e - di conseguenza - la sua distribuzione uniforme sulla parete interna dello stampo.
    Raffreddamento dello stampo con aria e acqua.
    Apertura dello stampo per estrarre il pezzo stampato.



    Applicazioni Produttive
    Gli impianti a stampaggio rotazionale sono adatti allo stampaggio di articoli a corpo cavo quali:
    Bambole, giocattoli in genere.
    Articoli stradali, parabordi per natanti, boe.
    Articoli tecnici per auto (es. serbatoi)
    Articoli igenico sanitari, igiene urbana, etc.
    Articoli per arredamento, fioriere, vasi, sedie etc.
    Contenitori in genere
    La versatilità intrinseca del processo e la sempre maggior diffusione della sua conoscenza da parte dei produttori hanno enormente esteso le sue applicazioni: è ragionevole prevedere, inoltre, una significativa ulteriore crescita nei prossimi anni.



    Vantaggi
    Agevole produzione pezzi a corpo cavo senza saldature, di grosse dimensioni con contorni molto complicati e differenti finiture superficiali
    Possibilità di ottenere pareti di spessore uniforme, senza tensioni, completamente chiuse o con aperture, con diversi tipi di inserti costampati
    Costi di investimento in attrezzature significativamente ridotti rispetto ad altre tecnologie

    Materiali utilizzati
    PVC - PLASTISOL - ABS - POLISTIROLO - POLIPROPILENE - POLIETILENE A VARIE DENSITA - NYLON - ETC.



    STAMPAGGIO A INIEZIONE

    Lo stampaggio a iniezione dei materiali termoplastici è la tecnologia più diffusa nella trasformazione delle materie plastiche. Si producono, in modo discontinuo, pezzi di forma e dimensioni diverse e dal peso variabile da pochi grammi a svariati chili.

    I principali vantaggi di questa tecnologia sono:

    la possibilità di produrre pezzi con geometrie complesse;
    elevata produttività;
    i bassi costi di produzione;
    l'elevata automazione dei processi;
    la possibilità di produrre pezzi di dimensioni molto piccole;
    stampi e presse possono essere utilizzati con materiali plastici diversi;
    la possibilità di stampare in accoppiamento con inserti metallici;
    produzione di manufatti con diversi colori e materiali.
    I principali svantaggi sono:
    l'elevato costo degli stampi e delle presse;
    la scarsa conoscenza delle relazioni tra processo e proprietà;
    l'impossibilità di determinare, immediatamente, la qualità del particolare stampato;
    l'elevata competitività;

    Il materiale plastico da trasformare è il componente fondamentale che, dopo un eventuale pretrattamento di essiccazione o deumidificazione, viene aspirato attraverso un sistema di alimentazione all'interno del cilindro di plastificazione. All'interno del cilindro è situata una vite che, ruotando e traslando per mezzo di pistoni idraulici, crea un attrito che, combinato al contributo termico generato dalle resistenze elettriche situate sul cilindro di plastificazione, provocano la fusione del materiale.

    Dopo che il materiale ha raggiunto la viscosità necessaria, viene iniettato ad una certa velocità all'interno dello stampo (fase di iniezione o riempimento), passando attraverso opportuni canali e riempiendo la cavità che rappresenta in negativo il pezzo. Riempita la cavità inizia la fase di mantenimento durante la quale il polimero viene tenuto sotto pressione allo scopo di compensare con altro materiale l'aumento della densità connesso con la diminuzione di temperatura e la solidificazione che avvengono durante il raffreddamento del pezzo.

    Il polimero fuso entra nella cavità attraverso il punto di iniezione o gate; la solidificazione del polimero al gate determina la fine della fase di mantenimento. Una volta che il gate si è solidificato, non può entrare più polimero in cavità qualunque sia la pressione che esercita la vite e inizia la fase di raffreddamento durante la quale il manufatto continua la solidificazione.



    IL SETTORE IN ITALIA

    2002: UN ANNO DA DIMENTICARE
    Il forte aumento delle vendite verificatosi per la maggior parte dei polimeri nel primo semestre 2002 è stato in gran parte dovuto alla ricostituzione delle scorte. E' poi seguita una inversione di tendenza che ha dato luogo a un processo di svuotamento dei magazzini. La crescita complessiva della domanda di materie plastiche è rimasta al di sotto dei livelli raggiunti negli anni precedenti, con un modesto +1,4% per i polimeri vergini. L'utilizzo di materiali rigenerati è stato limitato dalla mancanza di materia prima nel primo semestre e dai bassi prezzi dei materiali vergini negli ultimi mesi. I dati più recenti relativi al mercato italiano delle materie plastiche sono riportati nell'ultima edizione del "Plastic trend Synthesis 2002"(1)

    Tabella 1 - Le materie plastiche in Italia (^) - Kton
    Consuntivo Stima
    2000 2001 2002
    Offerta* 3.875 3.840 3.840
    Import 4.455 4.630 4.780
    Export 1.490 1.525 1.500
    Consumo Reale* 6.815 6.940 7.040
    Incremento sull'anno precedente in % 2,9 1,8 1,4
    Fonte: Plastic Consult S.r.l.

    (^) Tutte le resine termoplastiche, espresse come polimero vergine (esclusi rigenerati, cariche, plastificanti, ecc.), più le resine termoindurenti destinate ad usi plastici.
    * L'offerta è la produzione a meno delle variazioni di stock dei produttori, il consumo reale sono gli acquisti meno le variazioni di stock dei trasformatori.

    Tabella 2 - Le materie termoplastiche in Italia - Kton
    Consuntivo Stima
    2000 2001 2002
    Offerta* 3.440 3.420 3.500
    Import 4.140 4.310 4.425
    Export 1.310 1.355 1.370
    Consumo Reale* 6.245 6.370 6.475
    Incremento sull'anno precedente in % 2.7 2.0 1.6
    Tipi principali
    LDPE/LLDPE 1.375 1.425 1.445
    HDPE 770 780 800
    PP 1.525 1.575 1.620
    PVC 945 960 965
    PS/EPS 620 630 645
    Fonte: Plastic Consult S.r.l.

    * L'offerta è la produzione a meno delle variazioni di stock dei produttori, il consumo reale sono gli acquisti meno le variazioni di stock dei trasformatori.

    Tabella 3 - Le materie termoindurenti per usi plastici (^) in Italia - Kton
    Consuntivo Stima
    2000 2001 2002
    Offerta* 435 420 340
    Import 315 320 355
    Export 180 170 130
    Consumo Reale* 570 570 565
    Incremento sull'anno precedente in % 4.6 0.0 -0.9
    Fonte: Plastic Consult S.r.l.

    (^) Masse da stampaggio, resine poliestere insature ed epossidiche per usi plastici, isocianati e polioli per poliuretani
    * L'offerta è la produzione a meno delle variazioni di stock dei produttori, il consumo reale sono gli acquisti meno le variazioni di stock dei trasformatori.


    L'ANDAMENTO DEL MERCATO
    L'economia italiana ha subito un ulteriore deterioramento nel 2002, con tutti i principali indicatori ben al di sotto delle aspettative. La crescita del PIL è stata di circa +0,4%, più di un punto al di sotto dei livelli del 2001 e largamente inferiore alla media europea. La produzione industriale ha avuto una netta flessione (-2,3%), dopo un 2001 alquanto deludente (-0,6%).
    Il tasso d'inflazione (+2,5%) è stato superiore sia rispetto al programma di Governo che alla media europea (2,2%) e la spesa delle famiglie ha mostrato un andamento piatto.
    Anche gli investimenti fissi lordi presentano un segno meno, principalmente a causa del drastico calo degli investimenti nei macchinari e mezzi di trasporto, solo parzialmente compensato dalla crescita degli investimenti nel settore delle costruzioni.
    Il consumo di materie plastiche ha messo a segno il peggior risultato dal 1993 (+1,4%) registrando una crescita perfino inferiore a quella non certo brillante del 2001. Va notato che questo aumento si riferisce ai soli polimeri vergini. La produzione e l'esportazione di materie plastiche sono rimaste sostanzialmente ai livelli del 2001, mentre l'importazione ha avuto un ulteriore aumento.

    I PRINCIPALI POLIMERI
    Le termoplastiche di base (PP, LDPE, LLDPE, HDPE, PVC, PS/EPS) rappresentano circa il 78% del consumo totale di materie plastiche e quasi l'85% della domanda di termoplastiche.

    Polietileni
    La domanda di LDPE/LLDPE è cresciuta soltanto del +1,4% (rispetto al +3,6% nel 2001) con l'LLDPE che ha mostrato ancora una volta lo sviluppo più consistente.
    L' applicazione del LDPE che ha fatto registrare l'andamento più brillante è stata quella del film per imballaggio automatico. Il film retraibile è cresciuto in misura marginale, mentre gli shoppers hanno avuto un calo e film agricolo e sacchi industriali hanno proseguito nel loro andamento recessivo.
    La crescita del polietilene lineare è stata trainata ancora una volta dal film estensibile.
    Lo sviluppo della domanda di HDPE nel 2002 si è attestato sul +2,6%, con il contributo determinante dei tubi, e in minor misura, del film.

    Polipropilene
    La crescita del consumo di polipropilene nel 2002 è stata di gran lunga superiore alla media, sebbene inferiore alle aspettative, a causa del deludente andamento del settore delle fibre. D'altra parte, le applicazioni plastiche hanno mostrato un andamento soddisfacente, soprattutto nel comparto dell'estrusione dove si è registrata ancora una volta un'ottima crescita della produzione di film biorientato.
    PVC
    Il PVC ha avuto nel 2002 una crescita modesta (+0,5%) con il rigido in consistente aumento, grazie soprattutto allo sviluppo delle esportazioni di compounds. Il PVC plastificato ha avuto invece un andamento negativo, in gran parte attribuibile alla flessione del mercato dei cavi e delle esportazioni di compounds.

    Polistirene
    La domanda ha avuto un incremento soddisfacente sull' anno precedente (+3%), in linea con le previsioni. Il settore dell'estrusione è quello che ha mostrato l'andamento più favorevole (le areee di maggior crescita sono risultate gli articoli monouso e le lastre di polistirolo espanso per isolamento termico).
    Anche la domanda di EPS ha registrato una crescita piuttosto consistente (+2,3%) con edilizia e isolamento termico a trainare lo sviluppo.


    I PRINCIPALI SETTORI DI APPLICAZIONE
    L'imballaggio è di gran lunga lo sbocco più importante per le materie plastiche. Nonostante la modesta crescita complessiva, l'imballaggio ha avuto nel 2002 una buona evoluzione, con un incremento medio superiore al +3%. L'imballaggio flessibile è quello che ha conosciuto lo sviluppo più consistente (+3,7%), ma anche il rigido ha fatto registrare incrementi di un certo peso (+2,5%).
    A guidare lo sviluppo del mercato dell'imballaggio flessibile è stato soprattutto il settore dei film per imballaggio automatico (+5,7%), con il BOPP e gli altri film biorientati in crescita superiore alla media. Film retraibile e film estensibile hanno avuto una buona progressione, mentre gli shoppers e le altre applicazioni hanno mostrato una stagnazione.
    Nell'imballaggio rigido solo la foglia per termoformatura ha avuto un'ottima crescita (+5,5%), mentre il mercato delle bottiglie, penalizzato dal maltempo, ha conosciuto uno sviluppo addirittura inferiore alla media.
    La domanda di materie plastiche nel settore delle costruzioni ha registrato una crescita del 2,5% nel 2002, in linea con lo sviluppo dell'attività edilizia.
    La domanda di tubi ha risentito del rallentamento dei lavori pubblici (acquedottistica, fognature, distribuzione gas). Il consumo di PVC è rimasto praticamente stazionario, mentre HDPE e PP hanno messo a segno soltanto una modesta crescita.
    Il mercato dell'isolamento termico si è sviluppato bene, con le lastre di polistirolo espanso estruso ed i pannelli poliuretanici con rivestimento rigido a trainare la crescita. Crescita zero, invece, per i profilati per finestre che continuano ad essere penalizzati dalla crisi dei mercati esteri a cui è destinato il grosso delle vendite.

    Mobile e arredo è il terzo settore applicativo in ordine di importanza, con il 5,5% della domanda totale di materie plastiche. Il mobile imbottito (inclusa la letteria), che è fra i più importanti sbocchi degli espansi poliuretanici, ha risentito del rallentamento dell'economia. Grosse difficoltà nei mercati d'esportazione sono state riscontrate nel 2002 dai produttori italiani di mobili da giardino. La domanda di materie plastiche ha registrato nel complesso solo una piccola crescita (+0,5%).

    Il consumo totale di materie plastiche vergini nel settore dei trasporti è sceso del 9-10% nel 2002, più o meno in linea con il calo della produzione di autovetture, nonostante il maggiore consumo per autovettura e l'aumento dell'esportazione di componentistica da parte dei fornitori italiani. La causa prima è il ricorso massiccio a materiali rigenerati.

    La produzione di elettrodomestici ha mostrato una certa crescita nel 2002, nonostante il graduale peggioramento dell'economia. La domanda di materie plastiche è cresciuta in conseguenza.

    Il 2002 è stato un altro anno sfavorevole per l'agricoltura, anche a causa della pesante concorrenza degli altri paesi. La domanda di materie plastiche vergini è ancora diminuita nel 2002 (-1,5% circa), con il film per copertura serre a far registrare l'andamento più negativo.
    Fra le altre applicazioni delle materie plastiche, il comparto più importante è quello delle calzature. La domanda internazionale in questo settore è stata decisamente debole nel 2002 e l'esportazione, che copre più dell'80% della produzione italiana, ha subito una forte flessione. Inoltre, la domanda interna è stata soddisfatta in misura crescente dalle importazioni dal Far East.
    Nella maggior parte degli altri sbocchi (cioè elettronica, abbigliamento, pelletteria, articoli di cancelleria ecc.) la penetrazione delle materie plastiche appare plafonata e segue da vicino l'andamento degli usi finali che, a loro volta, si muovono in linea con la non brillante evoluzione generale dell'economia.


    L'INDUSTRIA TRASFORMATRICE
    La produzione complessiva di manufatti in materia plastica ha mostrato un andamento deludente nel 2002, a seguito della stasi economica e della contrazione della produzione industriale. Le esportazioni dei trasformatori italiani, influenzate negativamente dal deludente andamento dell'economia europea, hanno registrato un andamento sfavorevole. L'aumento del saldo commerciale è stimato solo attorno al 2% in volume nel 2002.


    Tabella 4 - La trasformazione delle materie plastiche in Italia
    Stima Previsione
    2000 2001 2002 % 2002/01
    Società (numero) 5.400 5.400 5.400 0.0
    Stabilimenti (numero) 7.100 7.100 7.100 0.0
    Addetti (numero) 134.000 136.000 137.000 0.7
    Fatturato (milioni Euro) 16.800 16.200 15.700 - 3.1
    Valore aggiunto* (milioni Euro) 8.250 8.250 8.400 1.8
    % V.A./ Fatturaro 49.2 50.9 53.5 5.1
    Fatturato per addetto (milioni Euro) 125.4 119.1 114.6 - 3.8
    V.A.per addetto (milioni Euro) 61.6
    60.7 61.3 1.0
    Fonte: Plastic Consult S.r.l.

    * Il valore aggiunto è stato calcolato come differenza tra prezzo di vendita e costo materie prime

    Per quanto riguarda la produzione per tecnologia, l'estrusione, che rappresenta più della metà del totale della produzione di manufatti in plastica, ha ancora registrato la maggior crescita.
    La produzione di film è aumentata in misura contenuta (+2,5%), poiché al brillante sviluppo del film estensibile e del film BOPP si è contrapposto il deludente andamento di shoppers, film agricolo e film retraibile.
    Un'ottima crescita (oltre il +5%), si è invece registrata nella produzione di foglia e lastra, con la lastra espansa e la foglia di PP, PET e BOPS per termoformatura in considerevole sviluppo. Il settore dei tubi, penalizzato dalla flessione degli investimenti nei lavori pubblici, ha registrato un incremento soltanto di poco superiore alla media.
    La produzione di manufatti stampati a iniezione è stata di poco al di sopra dei volumi decisamente insoddisfacenti del 2001.
    Il soffiaggio ha perso slancio a causa della fase di maturità ormai raggiunta nei mercati dell'acqua minerale e delle bibite. La produzione è rimasta stazionaria.

    Tabella 5 - Produzione per tecnologia (%)
    2002
    Estrusione - Film 30.3
    - Foglia, lastra 7.9
    - Tubi 8.6
    - Profilati 3.0
    - Altri 1.7
    Subtotale estrusione 51.5
    Stampaggio a iniezione 26.5
    Soffiaggio 8.0
    Calandratura e spalmatura 5.2
    Altri * 8.8
    Totale manufatti plastici 100.0
    Fonte: Plastic Consult S.r.l.

    * espansi, poliestere insature, stampaggio rotazionale, colata, slush e dip moulding, sinterizzazione, stampaggio termoindurenti


    Fonte:
    Plastic Consult S.r.l.
    Via Savona 97
    Tel. +39 02 47711169
    Fax +39 02 47711188
    20144 - Milano - Italy
    E-mail: plastic.consult@katamail.com
    plastic.consult@iol.it


    Tratto da:

    www.plastica.it
    www.tuttostampi.com
    www.polimerieuropa.com

    Altri siti interessanti sull'argomento:
    www.assocomaplast.com/index_ita.asp (associazione nazionale costruttori di macchine e stampi per materie plastiche e gomma)
    www.unionplast.org/cgi-bin/unip_index.pl (unione nazionale industrie trasformatrici materie plastiche)
    www.apme.org/ (associazione europea di manufatti plastici)
    www.solvayplastics.com (azienda privata)
    www.cdcmp.it/macrogalleria.html (alla scoperta dei polimeri)
    www.machinepoint.com/ (per comprare o vendere macchinari usati per la produzione di articoli plastici)

  3. #3
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    Lo stampaggio a Compressione viene utilizzato per materiali termoindurenti.
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