QUESTA volta bisogna proprio fare i complimenti a Romano Prodi.
Ci sa fare il Professore. È inutile negarlo. È diventato Presidente del Consiglio senza un partito e con i voti degli altri. Però, fuori dal Parlamento e fuori dal fastidioso meccanismo delle elezioni, di appoggi ne ha tanti e importanti. Ieri, alcuni tra i suoi migliori amici, hanno festeggiato. Con la fusione annunciata di Banca Intesa e San Paolo è stato il meglio dell’ulivismo di osservanza prodiana a segnare un punto decisivo. I nomi da tenere a mente sono quelli di Giovanni Bazoli, Corrado Passera e Giuseppe Guzzetti per Intesa e di Angelo Salza e Piero Modiano per San Paolo. Sono i capi e i rappresentanti della proprietà delle due banche. Hanno chiuso un accordo che li porta a guidare la prima banca in Italia, titolo che si dividono con l’Unicredit di Enrico Profumo (già ulivista, comunque).
Scusate se la buttiamo in politica, sappiamo che sono tutti bravi banchieri e che l’operazione, benedetta dalla Banca d’Italia, è coraggiosa e va nel verso voluto dal mercato e dalla Borsa (anche se c’è il rischio che dopo la fusione le fondazioni bancarie, enti sostanzialmente pubblici, diventino i veri padroni della mega banca). Ma sono anche tutti, in un modo o nell’altro (cioè più da sinistra come Modiano o più dal centro ex democristiano come Guzzetti o dal centro liberale come Salza), legati da un rapporto molto stretto con il Presidente del Consiglio. E in questi giorni, anche con una serie di interviste al Corriere della Sera (il giornale che ha tra i suoi editori il più alto numero di banchieri al mondo) sono stati loro a buttarla allegramente in politica.
Sappiamo che in questi mesi si gioca il futuro del centrosinistra, si deve capire che sarà controllato dal partito democratico e come peseranno i rapporti tra i democratici di sinistra e la Margherita e le varie componenti di entrambi. La vicenda delle nomine pubbliche, proposte da alcuni e stoppate da altri del centrosinistra, ha mostrato come le battaglie di potere siano le più accese per definire i rapporti di forza nella coalizione. Questo round l’ha vinto Prodi.
E la memoria non può non andare ad un altro tentativo, molto recente, di aggregazione e rafforzamento, che avrebbe coinvolto la Banca nazionale del lavoro e l’Unipol. Quelli però erano amici di Massimo D’Alema e di Piero Fassino e sono finiti male.
Complimenti Professore.
da Il Tempo