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Risultati da 1 a 10 di 284
  1. #1
    Orazio Coclite
    Ospite

    Predefinito Io sto con l'Iran tradizionale! Viva lo Shah di Persia, viva sua maestà Reza Pahlavi!

    Io sto con l'Iran tradizionale: viva la Persia eterna, viva lo shah!!!




    Onore sempiterno a sua maestà
    MOHAMMAD REZA PAHLAVI
    Shah di Persia




    http://www.rezapahlavi.org/

  2. #2
    Orazio Coclite
    Ospite

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  3. #3
    Orazio Coclite
    Ospite

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  4. #4
    Orazio Coclite
    Ospite

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  5. #5
    Orazio Coclite
    Ospite

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  6. #6
    Registered User
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    18 Aug 2006
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  7. #7
    L'ultimo Zar
    Ospite

    Predefinito

    Ti sei bevuto il cervello o è una delle tue provocazioni ?

    Lo Shah non aveva nulla di "tradizionale" era solo un dittatore servo dell'occidente che navigava nel lusso, aveva promosso varie riforme volte a portare il paese verso la modernizzazione e l'occidentalizzazione... e lui stesso aveva anche aderito alla setta religiosa modernista Baha'i, alla faccia dell'Iran tradizione!

  8. #8
    L'ultimo Zar
    Ospite

    Predefinito

    ...Tra l'altro quei pochi iraniani che vogliono la caduta della Repubblica Islamica per tornare alla monarchia sono tutti filoamericani e filoisraeliani, la maggioranza di loro ha trovato rifugio proprio negli USA.

  9. #9
    IsorokuYamamoto
    Ospite

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    penso che orazio coclite stia scherzando, altrimenti gli porgo le mie condoglianze

  10. #10
    IsorokuYamamoto
    Ospite

    Wink Nel dubbio, io sto con Lui



    Il figlio del fabbro

    Dando uno schiaffo sonoro e in pieno volto a quanti volevano un Iran dimesso e oramai lontano dai principî ispiratori della Rivoluzione Khomeynista, il Popolo iraniano [questo sì un Popolo che merita la “P” maiuscola...], attraverso una legittima competizione elettorale, ha mostrato di essere saldamente radicato nei canoni del Puro Islâm e nella trincea ideale e combattentistica del Fronte Unitario Antimondialista.
    L’Islâm Tradizionale e Rivoluzionario esemplarmente incarnato dalla Repubblica Islamica antistatunitense e antisionista ha rimandato battuti tutti quanti volevano - e la lista sarebbe lunga -, sciacallamente e voracemente, impossessarsi di un’area geostrategicamente di primo piano, per soddisfare i propri interessi multinazionali ed abbattere quello che è il referente unico geopolitico e spirituale nella battaglia antimondialista, di tutti gli antimondialisti. Una repubblica che ha sconfitto i corrotti ed i nemici del popolo con l’appoggio dei poveri e dei pii, una repubblica che guarda con orgoglio e tenacia alla integrità ed alla propria sovranità nazionale, respingendo con fermezza ogni attacco esterno ed ogni provocazione portata consapevolmente avanti da parte della oligarchia giudaico-statunitense, grazie alla lealtà ed alla saldezza spirituale e comportamentale delle sue milizie rivoluzionarie.
    Con la elezione a presidente della Repubblica Islamica di Mahmud Ahmedinejad il grande satana giudaico-statunitense è stato ancora una volta sonoramente sconfitto.
    Ritorna così, dopo circa un trentennio, la grande epopea della cacciata dall’Iran dell’oppressore nord-americano e del suo vassallo, ritorna l’epopea dell’azione rivoluzionaria giovanile e studentesca la quale, con l’occupazione dell’ambasciata statunitense, mostrò di non avere alcun timore dell’oppressore mondiale superarmato ed ipertecnologicizzato, catturando in quei locali una moltitudine di spie al servizio dell’Occidente giudaico-mondialista.
    La volontà divina per l’ennesima volta ha lasciato il segno per affermare che il mondo non può essere tutto soggiogato dalla volontà luciferina di quanti spezzano, in nome del più esasperato economicismo, ogni armonia ed equilibrio, ogni peculiarità del creato, così come quando in pieno deserto venne sbaragliata e distrutta un’azione dei marines americani diretta alla liberazione dei prigionieri all’interno dei locali dell’ambasciata.Lo ha fatto attraverso il voto popolare a sostegno di Ahmadinejad ed ha scolpito indelebilmente a grandi lettere negli annali storiografici che ancor oggi l’Iran rimane il caposaldo e l’unico referente mondiale per quanti vogliono combattere i despoti del regime mondialista, i corrotti, che celandosi dietro il paravento della democrazia liberalcapitalistica vogliono assemblare e ridurre il pianeta Terra e tutti i suoi popoli a un’unica poltiglia omogeneizzata e utile alla logica modernista e consumista del compra-consuma-crepa. Ciò avviene attraverso l’ausilio delle strutture di sfruttamento sinergiche alla globalizzazione, dall’alta finanza usurocratica alle banche, dalle multinazionali distruttrici e profittatrici d’ogni equilibrio uomo-natura agli eserciti mercenari, che all’unisono concorrono all’opera disgregatrice verso l’Iran, ricalcando uniformemente il piano di egemonia mondiale tracciato dall’oligarchia messianico-mercantile dell’asse Washington-Tel Aviv.
    Infatti, oltre al piano degli interessi geoeconomici e di egemonia statunitensi, anche l’internazionale ebraica, attraverso la propria essenza complottistica e di dominio del grande israele in Medio Oriente, dovrà fare i conti con l’espressione popolare della Repubblica Islamica dell’Iran, così come anche la partita per Gerusalemme-Al Quds non è chiusa. Lo stesso avverrà per l’Asia Centrale, l’area caspica, il Nord Africa, che non potranno essere solo riserve energetiche e di ‘caccia’ utili alla quotidianeità consumistica americana e dell’intero Occidente ed agli interessi destabilizzatrici dell’alleanza Israele-Stati Uniti.
    In politica serve chiarezza.
    Il neopresidente iraniano lo è stato.
    La Repubblica Islamica dell’Iran non ha bisogno dei regolamenti antipopolari ed antinazionali, che divergono dai principî dell’Islam, utili al profitto multinazionali e degli USA, dell’Organizzazione mondiale del Commercio [Wto]; la Repubblica Islamica dell’Iran non ha bisogno alcuno di rapporti di qualsiasi genere con gli Stati Uniti d’America, nè accetta alcuna ingerenza negli affari interni dello Stato. La Repubblica Islamica dell’Iran non è intenzionata per nessun motivo a subìre i dettami mondialisti. I centri dell’usurocrazia finanziaria hanno reagito male ed hanno mal digerito la vittoria delle forze nazionali ed anticapitalistiche rappresentate da Ahmedinejad. Lo stesso neopresidente ha espressamente dichiarato in un comizio che avrebbe chiuso la Borsa di Teheran, perchè non gli era chiaro se la ‘Borsa’ - centro di autentica oppressione antipopolare - fosse o no qualcosa di corretto dal punto di vista islamico, affermando: “Giocare in borsa è praticamente un gioco d’azzardo, e perciò dev’essere abolito”.
    Mentre rivolto all’entità sionista Ahmedinejad ha affermato che un paese, così come fa Israele, che occupa territori altrui e butta giù le case di famiglie già di per sè alle prese con una esistenza radicata nella sofferenza e nella povertà non ha diritto di dare giudizi sulle altre nazioni. L’entità sionista denominata israele rimane, quindi, il nemico autentico dell’Islam e direttamente della Repubblica Islamica.
    L’Occidente capitalista è rimasto di stucco a causa della elevata partecipazione popolare al voto e dello slancio col quale Mahmud Ahmedinejad ha vinto le elezioni. Gli oppressi dalla tirannia e dal male della corruzione hanno trovato nei canoni dottrinari e spirituali dell’Islam e della Rivoluzione khomeynista il più concreto e saldo riferimento. Ciò è avvenuto malgrado le continue falsità e le forzate notizie sulla presunta divaricazione degli strati popolari sparse dalla stampa e dalla televisione asservite ed al servizio del regime giudeo-plutocratico.
    Anche taluni commentatori del tubo catodico italiota dovrebbero vergognarsi nell’affermare una latitanza degli iraniani al voto. Se ciò fosse vero che dovremmo allora dire delle elezioni che si tengono nelle democrazie occidentali, specie quelle che si servono del sistema maggioritario di stampo anglosassone? Le istituzioni politiche statunitensi, quindi l’amministrazione Bush, quelle britanniche, così come quelle italiane non avrebbero fondamento alcuno.
    Ad esempio, nelle elezioni suppletive per la camera dei deputati dello scorso 26 giugno a Roma ed in Calabria ha votato rispettivamente il 16,4 ed il 21% degli aventi diritto! Molto basse rimangono anche le percentuali dei votanti nei ballottaggi per le elezioni di sindaci e presidenti di provincie ... una democrazia senza mandato: è l’Occidente giudeo-plutocratico, servo degli interessi antinazionali ed antipopolari dettati dai centri di potere oligarchici, gli stessi che vorrebbero mettere mano negli affari, nelle ricchezze e negli interessi della Repubblica Islamica dell’Iran!
    Le organizzazioni rivoluzionarie iraniane, dalle donne alla gioventù, dai Pasdaran alle milizie volontarie dei Basji – i ‘senza scarpe’, gli eroi che più hanno sublimato la rivoluzione, immolandosi senza tentennamento nelle trincee nei duri anni della Guerra Imposta - hanno dimostrato ancora una volta che l’Iran è uno ed uno soltanto, indefessamente ed algidamente proiettato contro il maleficio mondiale rappresentato dalla sovversione mondialista omologatrice d’ogni realtà esistente nell’universo.
    Persino la stampa liberalprogressista ha dovuto ammettere la chiara vittoria ottenuta dai principî teologici della ’Velayat al faqih’ – il Consiglio degli esperti o del ‘Giurisperito’, la ‘summa teologica’ d’impronta platonica che riemerge per l’ennesima volta... -, sanciti dall’Imâm Khomeyni. “Una vittoria che fa emergere il volto dell’altro Iran, quello che in questi anni l’Occidente non ha saputo o voluto vedere ...”.Così commentava “la Repubblica” del 26 giugno 2005, per poi così continuare: “ ...i contadini delle campagne, gli operai sottopagati delle grandi città, le migliaia di disoccupati.La parte più povera del paese, quella che due giorni fa è accorsa in massa a votare Ahmedinejad ... il paladino dei poveri”.
    Una serie di leggi - affermò l’Ayatollâh Khomeyni – non è sufficiente a riformare una società. Affinchè una legge sia un elemento di riforma e di felicità per il popolo, è necessaria un’autorità esecutiva. Questa è la ragione per cui Dio, sia lode a Lui, creò sulla terra, in aggiunta alle leggi, un governo ed un’organizzazione amministrativa ed esecutiva.Il grande Profeta, che Dio lo benedica e lo salvi, era a capo di tutte le organizzazioni esecutive che gestivano la società musulmana.Oltre al compito di rendere note, spiegare ed esporre minuziosamente le leggi e le regole, egli ebbe cura di renderle effettive fino a che non diede vita allo Stato islamico [...] ... In verità, le leggi ed i regolamenti sociali hanno bisogno di un esecutore.In tutti i paesi del mondo, la sola legislazione non è sufficiente e non può garantire la felicità del popolo.L’autorità legislativa deve essere accompagnata da un’autorità esecutiva, la quale è la sola che possa distribuire al popolo i frutti di una legislazione giusta.Per questo l’Islam decise di istituire un’autorità esecutiva a fianco di quella legislativa e nominò una persona con l’incarico di rendere effettive le leggi, oltre a insegnarle, diffonderle e spiegarle”.
    La Repubblica Islamica dell’Iran, attraverso la figura rivoluzionaria e spirituale dell’Ayatollah Khomeyni, incarnava così la volontà divina nel mondo degli uomini, col compito di traghettarli verso il bene e la giustizia, nel sovrumano, oltre la mera esperienza terrena. “Se un esperto della Legge intelligente e giusto si assume il compito di formare un governo - prosegue l’Imâm Khomeyni -, amministrerà allora gli affari sociali che il Profeta era solito amministrare e sarà compito del popolo ascoltarlo ed obbedirgli.
    Questo governante avrà tanta autorità sulla gestione dell’amministrazione, del bene comune e della politica popolare quanta ne ebbero il Profeta e l’emiro dei credenti, malgrado le particolari virtù di questi ultimi ed i caratteri che li distinguevano.Le loro virtù non concedevano loro il diritto di contraddire gli insegnamenti della Sharî’a o di dominare il popolo ignorando gli ordini divini”.
    Ancor oggi la Repubblica Islamica dell’Iran assolve a tale compito, nell’osservanza dei principî del mondo della Tradizione, nella sua componente e nella sua forma islamica e sciita.
    Semplici, chiare e determinare, sono state le parole e le affermazioni di Ahmedinejav durante la campagna elettorale e l’indomani della vittoria. D’altro canto il neopresidente non avrebbe avuto molto altro da aggiungere dato che il cammino politico-spirituale e socio-economico dell’Iran è stato impresso dalle stimmate rivoluzionarie degli anni Ottanta dello scorso secolo.
    Noi siamo aperti ai rapporti internazionali. Con l’Africa, con l’Europa, con tutti i continenti.Ma non abdichiamo alla difesa dei diritti del popolo iraniano [...] La libertà era fin dall’inizio alla base della rivoluzione islamica. Ma per noi la libertà è un concetto più ampio che per voi.Voi dite che la libertà deve essere a 360 gradi e poi ne prendete in considerazione solo un paio. Vivere liberamente significa vivere nel quadro della legge, che è il confine della libertà altrui”.Questo il stralcio di un’intervista rilasciata a un quotidiano italiano, ove Mahmud Ahmedinejad ha affrontato anche altre argomentazioni, quali il progetto nucleare ed i rapporti con gli USA. Chiare e senza fronzoli sono state le dichiarazioni della Guida Suprema della Rivoluzione, l’Ayatollah Alì Khamenei, il quale ha tenuto a ribadire che “La grande affluenza alle urne segna la sconfitta dei complotti del nemico, il criminale di Abu Ghraib e di Guantanamo”4. Con la saggia partecipazione al voto il popolo iraniano ha dimostrato la ferma volontà di difendere l’integrità dei valori islamici, il ‘benessere’ nei valori dell’Islam, la peculiarità della rivoluzione iraniana, oltre a combattere il grande cancro della corruzione suffragata dalle strutture occidentaliste e filostatunitensi. Tale volontà non può non essere presa in considerazione, soprattutto da quanti dirigono i destini dei popoli. Il popolo iraniano, soprattutto l’elettorato più povero “ ...ha bocciato il capitalista, per difendere piccoli benefici o magari in odio a quella nomenklatura furba che già si preparava al business [...] È entrato nella campagna elettorale, contro Rafsanjani, per ribadire in ogni modo che gli Stati Uniti sono il nemico eterno”5.
    Infliggeremo all’America una sconfitta severa”: in questa maniera è stato vergato con l’inchiostro il muro dell’ex ambasciata USA di Teheran! Ed attraverso questo slogan, inequivocabile, è passata ancora per una volta la vittoria dei duri e dei puri nel cuore, nell’animo e nello spirito; virtù proprie d’un popolo e d’una schiera di rivoluzionari.
    E sono stati proprio gli Stati Uniti, il rapace Bush, i profittatori del petrolio, i ricchi capitalisti, gli interessi delle multinazionali dell’energia ad essere stati profondamenti sconfitti.Non sono serviti i milioni di dollari spesi attraverso televisioni e giornali con una campagna mediatica più che diffamatoria, attraverso l’uso e il finanziamento di gruppi terroristici ed azioni di guerriglia ai confini dell’Iran, condotti di prima mano dai servizi USA, oltre all’accerchiamento geostrategico dell’area perimetrale centrasiatica a far abbassare la guardia all’Iran ed al suo popolo. Ancora una volta il figlio d’un fabbro ha condotto il popolo alla rivoluzione; è accaduto a Predappio, oggi a Teheran: identici i tricolori, identici i richiami alla identità, all’unità ed all’orgoglio, al retaggio atemporale, arazionale e sovrarazionale, metastorico e mitico d’un Popolo.
    La Comunità Politica di Avanguardia, d’altro lato, ribadisce che la Repubblica Islamica dell’Iran rappresenta il massimo ‘polo’ di attrazione per l’Islâm tradizionale e rivoluzionario. Geopoliticamente assolve la sua funzione per le nazioni della “Terra di Mezzo”, Pakistan ed Afghanistan, per Stati e movimenti popolari africani e mediorientali e per le repubbliche islamiche dell’ex Unione sovietica. Lo è anche per le autentiche avanguardie nazionalrivoluzionarie presenti all’interno dell’appendice occidentale dell’Eurasia, consapevolmente predisposte alla battaglia contro il Sistema mondialista. L’Iran, quindi, per la militia antimondialista rappresenta il primario referente spirituale, politico, strategico e militare dello spazio imperiale euroasiatico delle genti Indoeuropee.La Repubblica Islamica dell’Iran è l’identità politica, mentre l’Eurasia è lo spazio geografico. Tertium non datur!

    Leonardo Fonte

    www.avanguardia.tv

 

 
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