Mi è stato fatto giustamente notare come sia incredibile che a scendere in piazza e protestare siano oggi professionisti e benestanti. Si potrebbe trarre la ovvia conclusione che metalmeccanici, precari ed extracomunitari poiché stanno benissimo non hanno alcun motivo per scendere in piazza e protestare.
Non lo fanno più manco i movimenti ed i girotondari ed oggi ben si comprende perché. la loro era protesta puramente in chiave antiberlusconiana e affinché si ristabilisse la rete spezzata di certi interessi. Mandato via lui. Non c'è più motivo per farlo.
Mi ricordo un ingegnere a Rieti che illustrò gli eccellenti motivi "ideali" che l'avevano spinto a guidare la lista dipietrista: al Comune ormai (sindaco di AN) non puoi più lavorare. Eccellente ragione (e lo dico sul serio) ma perché non dirlo che in un sistema di clentele, di spartizione della cosa pubblica, di qualsiasi assenza di gara aperta a tutti e di concorso, quando la cosa pubblica diventa cosa propria, della propria fazione, del proprio partito, la gente si manda a spasso indifferentemente da chi governa in quel momento (perché tutti aspplicano lo stesso sistema) per il semplice fatto che non è schierato al momento dalla parte giusta?
In una recente assemblea sindacale a protestare animatissimamente mica era quello in categoria b, no, era un quadro! E tanto gli sembrava per principio inaccettabile quanto accade negli uffici (e cioè che per identica funzione, c'è quello in fascia B e quello in fascia A superiore ed ha accumulato 4 categorie in pochi mesi) che protestava accanitamente dicendo giustamente: lo dico per loro perché a me potrebbe pure non fregare nulla visto che so diventato quadro lavorando.
E allora mi vien da pensare che protestano i LIBERI professionisti per un dato ESSENZIALE: non hanno il sindacato che calmiera, attutisce tutto, secondo il suo unico, reale scopo, e cioè proprio quello di CALMIERARE le istanze sociali pro-domo chi governa (chiunque sia: infatti i sindacatio sostanzialmente non li tocca nessuno. Manco berlusconi ha fatto una sola legge che potesse dar fastidio ai loro interessi ed alla loro azione) e quindi, pro domo propria.
Perché solo con questa sostanziale azione ci ricava quella che brutalmente Marco Travaglio chiamò "stecca" e che riteneva frutto assai più moralmente deprecabile di quanto poteva esserlo una azione penalmente perseguibile come rubare una mela.
Fa scuola, allora, davvero quanto è successo in Francia dove certo sindacalismo affaristico/consociativo probabilmente NON C'E' e quindi lì la protesta probabilmente è stata guidata anche da loro, solo per aver tentato di introdurre un minimo di flessibilità quando qui è stato fatto digerire persino il "monstrum" della Legge Biagi e un ministro che pur venendo da quel sindacato che da sempre è stato quello più "ribelle" della FIOM/CGIL che si dichiara disposto solo a qualche "ritocco" della legge, ben si comprende IN CHE MANI SIAMO!
Assisteremo alle proteste di chi, emancipato, ha associazioni di categoria che i propri diritti (anche se talvolta anacronistici) li fa valere a frontedi chi, per sua sventura, a "TUTELARLI" si ritrova dei sindacati almeno corruttibili.
La cosa comica poi, sarà, a breve che faranno credere che "TUTTI GLI ALTRI" che in piazza non ci scendono perché con un governo particolarmente amico col quale concordare tanti begli affari sindacati i lavoratori in piazza NON CE LI PORTANO, che tutto va bene, che a star meglio son proprio i precari, figli della legge Biagi e della precedente Treu, di trenta, quaranta, cinquant'anni che si ritrovano (se va bene) 700 euro al mese in busta paga!
Dalle mie parti si dice "Cornuti e Mazziati"!