Vergognoso commento del Manifesto al ricordo di Anna Falchi che raccontava come era riuscita ad evitare una aggressione difendendosi con una scarpa.
Questa la prosa (da schifo in verità): "A colpi di tacchi a spillo".
Sotto riporto l'articolo scritto "naturalmente" da una donna (?!):
Dire che sono schifata è dir poco!
Se c'è stupro e stupro, anche qui "dipende" se sono tre fascisti a compierlo su franca Rame (alla quale ovviamente va tutta la mia solidarietà) è un conto, se il tentativo lo fa un extracomunitario è tutta un altra cosa! Prendano nota le donne e chiedano le opinioni politiche di chi "sta operando" su di loro. nel secondo caso è meglio non denuncino rischiano di essere ridicoleggiate dal "colto" Il manifesto che, per quanto mi riguarda, farebbe bene a chiudere quanto prima!
A colpi di tacchi a spillo
Stefania Giorgi
Mentre Brescia sembra improvvisamente diventata luogo di un kinghiano Male Assoluto (sette morti in meno di un mese nella città lombarda); mentre sembrano a una svolta cruciale le indagini sul misterioso Unambomber che da dodici anni semina trappole esplosive e terrore nell'opulento e «secessionista» Nord Est (con l'indiziato numero uno che sembrerebbe essere un ingegnere, italiano da svariate generazioni), alla lista di «stranieri» e «clandestini» colpevoli veri o presunti di fatti di cronaca nera, si aggiunge il ricordo-denuncia di un'attrice.
Alcuni anni fa lo aveva già fatto con dovizia di particolari, la nazional-popolare Maria Teresa Ruta, replica oggi la italo-finlandese Anna Falchi.
Ospite d'onore al «PesarHorrorfestival», la signora Falchi (in Ricucci) ha aperto il suo cuore ai giornalisti, rivelando paure ricorrenti (come quella dell'ascensore) e traumi giovanili (uno stupro sventato) avvenuti casualmente nella stessa città: Torino. Nella capitale sabauda, ritenuta da molti città «nera» e magica per eccellenza, un giorno, ascendendo sulla Mole Antonelliana, le tremaron le gambe, racconta.
Un'altra volta, quando aveva diciotto anni, camminando per strada di sera, subì l'aggressione e il tentativo di violenza da parte di un extracomunitario. Ma Anna Falchi è una tipa tosta. Come avrebbe fatto, altrimenti, a sopravvivere alle riprese del film horror di Michele Soavi «Dellamorte Dellamore» ispirato a Dylan Dog («set duro, quattro mesi girati di notte nei cimiteri veri e sconsacrati», mica bazzecole), al matrimonio con Stefano Ricucci, alla separazione forzata e all'onta della di lui carcerazione, mica quisquilie.
«L'uomo che mi ha fatto passare tutte le paure», all'epoca non era lì a proteggerla dal bruto senza cittadinanza italiana. Così si è dovuta arrangiare da sola, con una autodifesa che sembra un promo per il suo nuovo ruolo in una fiction su Sky (indosserà la calzamaglia della bionda e atletica Eva Kant) e una dedica a Pedro Almodovar.
Si è sfilata una scarpa e ha messo in fuga l'aggressore. A colpi di tacchi a spillo.