Certamente tutti sarete a conoscenza dello scandalo che ha coinvolto l'ingegnere pordenonese che, sospettato di essere il famigerato "bombarolo" del Nordest, è stato spiato per oltre 2 anni dalla polizia. Gli hanno applicato in casa delle cimici e radioline di ogni genere, nascoste, di cui l'interessato ha scoperto la presenza solo pochi giorni fa. Ovviamente, per prima si è mossa la trasmittente locale (TelePordenone) denunciando lo scandalo.
E io mi domando: non sembra di essere in Unione Sovietica? Io giustifico senz'altro l'uso di metodi di spionaggio, ma solo se i sospetti sull'imputato sono validi e tangibili. La polizia friulana, invece, non ha fatto altro che agire in modo non meditato e non conforme alle norme costituzionali. Si và a contraddire addirittura la Costituzione, pensate!
Fatti simili avvenivano in un altro solo Paese, una dittatura: l'URSS. Questa federazione, infatti, usava tali metodi per pedinare e cercare informazioni su presunti avversari o delinquenti, che magari si rivelavano innocenti, ma attraverso intercettazioni false venivano cmq mandati in Siberia. A quel tempo la cosa non faceva molto scandalo. Più che altro era risaputa in Unione Sovietica e sconosciuta (o quasi) nel resto del mondo, Europa compresa. Insomma, era la routine per affrontare i problemi dello Stato, era il modo di agire del Ministero della Difesa, e, ovviamente, il metodo più semplice per incontrare molte persone.
Ad ogni modo, l'URSS è caduta. E' crollata. Si è smembrata. Senza discutere molto sull'ideologia comunista, passiamo allora a quello che voglio far intendere. E' un paragone. Molto semplice, molto sintetico:
Italia oggi = URSS ieri
Credo di aver espresso bene il concetto.Un concetto che secondo me è pericoloso.
Ora, posso capire l'emergenza del terrorismo integralista islamico, e sicuramente comprendo il disagio delle forze politiche e militari davanti a situazioni come quelle di Unabomber, che da quasi un decennio colpisce indisturbato, ma chiedo di ragionare. Ragionale, dialogare con il sospetto, inomma. Compredno che l'ingegnere pordenonese era ed è tutt'ora il maggior sospettato per gli atti terroristici cha anche l'anno scorso sono avvenuti in Friuli e Veneto,ma spiare un individuo (peraltro installando cimici in ambienti intimi come bagno e camera da letto) non mi pare la soluzione ideale.
Come Italia, siamo nati con un'idea ben precisa: la democrazia. E la libertà.
Due idee senz'altro ugualmente importanti anche nella vita comune. Due principi che anche la "dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo e del cittadino" sancisce come inalienabili. Due principi che vanno osservati. In ogni situazione, anche se il panico prevale. Bisogna cercare di tenerli sempre ben presenti.
Ma quello che i poliziotti friulani hanno fatto, non è stato osservare i diritti di questa persona. Hanno sbagliato. Hanno commesso un'infrazione forse anche più grave di un controllo senza mandato. Io sono friulano, e provengo da una città molto vicina a Pordenone. E francamente, sono un po' amareggiato (prima di tutto come persona, ma anche come cittadino italiano) nel vedere tali azioni da parte di coloro che dovrebbero difenderci.
Non so voi, ma un tale episodio mi riporta appunto alla mente l'Unione Sovietica. Molti affermano che quello che la polizia ha fatto è solo il suo dovere. Credono per l'appunto che spiare sia un dovere, per incastrare un assassino, o un ladro. Io non penso sia così. Prima di tutto perchè lo sancisce Costituzione e legge penale, che sono due testi molto autorevoli (direi) nel campo giuridico e legale. In secondo luogo perchè i sospetti che i poliziotti avevano verso quest'uomo erano praticamente nulli, come ha affermato un magistrato veneziano. E' dunque chiaro che hanno agito d'impulso e con l'intento non di provare l'innocenza, ma la colpevolezza del sospettato. Ripeto, come avveniva in Urss. Siamo in quelle condizioni. In queste condizioni. Siamo un Paese che per scovare i delinquenti non rinforza la sicurezza nazionale, ma interviene con metodi quasi totalitari, da regime. Io spero veramente che a provincia e la regione prendano provvedimenti a favore del danneggiato e contro una polizia che non rispetta più i diritti della persona.
Mi auguro che questo sia il primo e ultimo episodio di "spionaggio", perchè per il bene del Paese, a libertà individuale non dev'essere toccata. Nemmeno quella morale