Risultati da 1 a 6 di 6
  1. #1
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    Predefinito Picchiare su Ratzinger si può

    Tratto dal quotidiano "Libero" del 20 Agosto 2006

    Prendiamo un musulmano arabo perfettamente integrato nel nostro Paese. Uno rispettato, che col suo lavoro ha raggiunto posizioni di eccellenza. Una persona ammodo, di quelle che farebbe piacere avere come vicino di casa. Uno - per chi ha presente il modello - tipo lo studioso Khaled Fouad Allam, sociologo eletto da poco deputato. Reso l’idea del personaggio? Speriamo di sì. Ora immaginiamo che su un qualunque giornale, o in bocca al leghista di turno, appaia - buttata lì con aria ammiccante - una battuta che lo dipinge in questo modo: «Ogni volta che lo vedo, con quella faccia da arabo, ho l’impressione che stia per tirare fuori il coltello e sgozzarmi davanti alle telecamere». Frase razzista, vero? Ci indigneremmo anche da queste parti, e figuriamoci gli strilli che partirebbero dalle vestali del politicamente corretto: un personaggio esemplare bollato come assassino solo per via della sua pelle e della sua religione. Bene. Adesso prendiamo il Corriere della Sera di ieri. Pagina 23, rubrica di Maria Laura Rodotà. Titolo: “Padre Georg, sex symbol consapevole”. Padre Georg, per chi non lo sapesse, è il segretario personale di papa Ratzinger. La Rodotà, che conosce l’arte dell’ironia intelligente, avendola appresa nei salottini di sinistra, lo presenta così: «Quando vedo il bellissimo tedesco con l’aria più da tenente colonnello che da prete mi viene subito l’ansia di venire smistata su un vagone per Treblinka».

    Ora, a parte il tentativo, infelice nei modi e nel risultato, di strappare un sorriso al lettore ironizzando sull’Olocausto e sui nazisti (dalle parti di chi scrive l’ultima battuta scema sugli ebrei nei campi di concentramento è stata sentita in terza elementare, e la fece il più stupido della classe. Da allora, fino a ieri, più niente). A parte questo, si diceva, la rubrichina della Rodotà stabilisce un precedente importante: non è vero che ormai è vietato ironizzare sulla razza delle persone, sulla loro religione, sul loro aspetto. In certi casi si può. Ad esempio, sappiamo che se è Roberto Calderoli a chiamare «bingo bongo» un generico immigrato di colore, o a definire «signora abbronzata» una giornalista palestinese, se è Mirko Tremaglia a chiamare «culattoni» gli omosessuali, se è Silvio Berlusconi a dare del «kapò» a un eurodeputato tedesco dai modi discutibili, siamo davanti a una vera emergenza democratica, che impone di chiamare a raccolta le forze migliori del Paese. Se è un vignettista danese che disegna Maometto con la bomba avvolta nel turbante siamo davanti a un incosciente che rischia di scatenare la rivolta delle masse arabe: non si gioca così con la sensibilità religiosa altrui, specie con quella dei musulmani, incazzosi come sono. Se invece è una giornalista progressista dotata di cotanto cognome che giocherellando affianca il segretario di Benedetto XVI a un boia nazista solo per via della sua nazionalità, dei suoi lineamenti e chissà, forse anche a causa della vicinanza con un Papa che a sinistra proprio non riescono a digerire (il «papa in nero» che ci descrivono le cronache del Manifesto), allora si può fare, nessuno sente il bisogno di alzare il sopracciglio.

    A conti fatti, dunque, la vicenda è istruttiva, perché introduce un emendamento importante alle regole che il giornalista politicamente corretto è tenuto a rispettare. Sotto la norma che recita: «È assolutamente vietato qualsiasi tipo di ironia basato su stereotipi razzisti riferiti al colore della pelle e alla religione delle persone», ieri è stato aggiunto un nuovo paragrafo: «È fatto salvo il diritto dei giornalisti di sinistra di usare ogni tipo di stereotipo, compreso quello più abusato, nei confronti dei personaggi bianchi di fede cattolica, specie se sacerdoti». La buona stampa democratica è pregata di tenerne conto.
    Fausto Carioti
    © Libero

  2. #2
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    Predefinito

    ma che c'entra il titolo di questo post?

    va bene le licenze poetiche, ma alora domani intitolo un topic "Marte è stato colonizzato dai rumeni", e poi parlo di politica estera lussemburghese.

  3. #3
    motan
    Ospite

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    Citazione Originariamente Scritto da lucaromano
    A conti fatti, dunque, la vicenda è istruttiva, perché introduce un emendamento importante alle regole che il giornalista politicamente corretto è tenuto a rispettare. Sotto la norma che recita: «È assolutamente vietato qualsiasi tipo di ironia basato su stereotipi razzisti riferiti al colore della pelle e alla religione delle persone», ieri è stato aggiunto un nuovo paragrafo: «È fatto salvo il diritto dei giornalisti di sinistra di usare ogni tipo di stereotipo, compreso quello più abusato, nei confronti dei personaggi bianchi di fede cattolica, specie se sacerdoti». La buona stampa democratica è pregata di tenerne conto.
    Fausto Carioti
    © Libero
    Peccato che Carioti crei lui stesso uno stereotipo del giornalista di sinistra, partendo da un articolo di una singola persona.. come dire che se la Rodotà scrive un'idiozia, allora tutti sono autorizzati a scrivere idiozie, in quanto di sinistra.. ma dove?

    A parte questo, non mi risulta che le sparate calderoliane, berlusconiane e destrorse siano state oggetto di applicazione delle norme sul razzismo. Se dovessero essere prese alla lettera le leggi, dovremmo censurare anche chi parla di rifiuto di una società interculturale.. e ce ne sarebbe di materiale..

    L189/02 (Bossi-Fini)
    Art. 43
    . Ai fini del presente capo, costituisce discriminazione ogni comportamento che, direttamente o indirettamente, comporti una distinzione, esclusione, restrizione o preferenza basata sulla razza, il colore, l'ascendenza o l'origine nazionale o etnica, le convinzioni e le pratiche religiose, e che abbia lo scopo o l'effetto di distruggere o di compromettere il riconoscimento, il godimento o l'esercizio, in condizioni di parità, dei diritti umani e delle libertà fondamentali in campo politico economico, sociale e culturale e in ogni altro settore della vita pubblica.

    2. In ogni caso compie un atto di discriminazione:
    a) il pubblico ufficiale o la persona incaricata di pubblico servizio o la persona esercente un servizio di pubblica necessità che nell'esercizio delle sue funzioni compia od ometta atti nei riguardi di un cittadino straniero che, soltanto a causa della sua condizione di straniero o di appartenente ad una determinata razza, religione, etnia o nazionalità, lo discriminino ingiustamente;

    b) chiunque imponga condizioni più svantaggiose o si rifiuti di fornire beni o servizi offerti al pubblico ad uno straniero soltanto a causa della sua condizione di straniero o di appartenente ad una determinata razza, religione, etnia o nazionalità;



    Art. 38
    3. La comunità scolastica accoglie le differenze linguistiche e culturali come valore da porre a fondamento del rispetto reciproco, dello scambio tra le culture e della tolleranza; a tale fine promuove e favorisce iniziative volte alla accoglienza, alla tutela della cultura e della lingua d'origine e alla realizzazione di attività interculturali comuni.
    Art. 42
    1. Lo Stato, le regioni, le province e i comuni, nell'ambito delle proprie competenze, anche in collaborazione con le associazioni di stranieri e con le organizzazioni stabilmente operanti in loro favore, nonchè in collaborazione con le autorità o con enti pubblici e privati dei Paesi di origine, favoriscono:
    a) le attività intraprese in favore degli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia, anche al fine di effettuare corsi della lingua e della cultura di origine, dalle scuole e dalle istituzioni culturali straniere legalmente funzionanti nella Repubblica ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 18 aprile 1994, n. 389, e successive modificazioni ed integrazioni;
    b) la diffusione di ogni informazione utile al positivo inserimento degli stranieri nella società italiana in particolare riguardante i loro diritti e i loro doveri, le diverse opportunità di integrazione e crescita personale e comunitaria offerte dalle amministrazioni pubbliche e dall'associazionismo, nonchè alle possibilità di un positivo reinserimento nel Paese di origine;
    c) la conoscenza e la valorizzazione delle espressioni culturali, ricreative, sociali, economiche e religiose degli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia e ogni iniziativa di informazione sulle cause dell'immigrazione e di prevenzione delle discriminazioni razziali o della xenofobia, anche attraverso la raccolta presso le biblioteche scolastiche e universitarie, di libri, periodici e materiale audiovisivo prodotti nella lingua originale dei Paesi di origine degli stranieri residenti in Italia o provenienti da essi;



    Carioti vuole essere coerente fino in fondo?
    Faccia denunce a raffica ogni volta che qualcuno viola queste norme (di cui ho fatto solo una sintesi) che sia di destra, centro o sinistra. Altrimenti mi sembra che voglia guardare la pagliuzza, quando la parte politica che difende ha una trave nell'occhio su questi temi..




  4. #4
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    Che dire... di idioti è pieno il mondo.

    L'ultima che ricordo è quando l'Italia ha vinto i mondiali, l'illuminato Calderoli esclamare: "Abbiamo battuto una squadra di musulmani, negri e comunisti". Che intelligenza, che esempio, che leader!

    Quello che non andrebbe fatto è la distinzione tra destra/sinistra, laico/cattolico e cose simili. I cretini rimangono pur sempre cretini.

  5. #5
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    Io credo invece che non avete capito un cippa lippa (una mazza....) dell'articolo.........

    Peccato che Carioti crei lui stesso uno stereotipo del giornalista di sinistra, partendo da un articolo di una singola persona.. come dire che se la Rodotà scrive un'idiozia, allora tutti sono autorizzati a scrivere idiozie, in quanto di sinistra.. ma dove?
    Non ha inventato niente esiste già il giornalista di parte e a seconda delle esigenze politicalmente correnti si regola di conseguenza......, sennò, al contrario, daremmo l'impressione di una razza di italiani "inteliggenti".

  6. #6
    motan
    Ospite

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    Citazione Originariamente Scritto da niocat55
    Io credo invece che non avete capito un cippa lippa (una mazza....) dell'articolo.........
    Non ha inventato niente esiste già il giornalista di parte e a seconda delle esigenze politicalmente correnti si regola di conseguenza......, sennò, al contrario, daremmo l'impressione di una razza di italiani "inteliggenti".
    A me pare che sia tu a non aver capito il senso del mio intervento. I giornalisti di parte mi sembra perfino ovvio dire che esistono. Qui si parlava del fatto che una abbia utilizzato uno stereotipo.. da cui Carioti ne fa discendere un altro, dicendo per estensione che tutti i giornalisti di sinistra saranno autorizzati a fare i "razzisti" in determinati ambiti.
    Carioti ha creato una categoria (sua) mentale su come potranno parlare i giornalisti di un certo orientamento politico e sul fatto che non verranno messi in discussione. E facendolo sulla base di un articolo della Rodotà.. Francamente mi sembra un tantino azzardato, e molto di parte..

 

 

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