Ahmadinejad sta ripetutamente cercando di far riflettere i tedeschi sul c.d. "Olocausto".

Le ragioni scientifiche le ha tutte: basterebbe un solo dibattito faccia a faccia tra revisionisti e sterminazionisti per far sparire il 90% delle argomentazioni sulla "Shoah".

Usa anche gli argomenti adatti: i tedeschi sono stati occupati e tenuti sotto prigionia in regime di semi-libertà proprio grazie al ricatto olocaustico.

Il momento parrebbe propizio: l'arroganza americana e sionista non è mai stata tanto evidente, e il notorio senso dell'onore germanico e concretezza tedesca potrebbe non chiedere di meglio per togliersi da davanti agli occhi il cucchiaio dell'ipnotista.

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Eppure ... Eppure qualcosa mi dice che i generosi tentativi di Ahmadinejad (perché è chiaro che la sua posizione esplicita sull'"Olocausto" gli costerà la vita) non scalfiranno l'ipnosi olocaustica dei tedeschi di un graffio, e l'impalcatura culturale dell'occupazione reggerà benissimo.

Perché?

Perché i tedeschi vogliono obliterarsi in quanto tedeschi. Il momento storico è uno di svolta, e i tedeschi vogliono buttarsi completamente alle spalle il proprio passato. Perciò, l'occasione olocaustica è un'occasione d'oro per farlo. "Siamo stati il Male Assoluto, e se rinneghiamo ciò che abbiamo (presuntamente) fatto, possiamo rientrare nel novero dei buoni".