La torre di lancio è pronta, ma probabilmente non verrà mai utilizzata. Una strana coincidenza ha voluto che proprio mentre al centro spaziale di Cape Canaveral in Florida veniva installata l'ultima delle dieci sezioni metalliche che compongono la rampa per il razzo vettore di nuova generazione Ares, da Washington arrivassero le anticipazioni sul budget di rifinanziamento dell'Agenzia spaziali degli Stati Uniti.

Addio a Constellation - 6 miliardi di dollari per i prossimi 5 anni e la rinuncia al progetto Constellation, di cui Ares è il primo stadio. Esplorazione al risparmio e partecipazioni diretta dei privati nei voli in orbita bassa. E' questo in estrema sintesi il messaggio che il presidente degli Stati Uniti rivolgerà lunedì prossimo al Congresso in occasione del dibattito sul rifinanziamento dell'attività spaziale. Obama chiede di estendere al 2020 le operazioni che riguardano la Stazione Spaziale Internazionale (Ssi) e lascia cadere il progetto-bandiera della presidenza Bush. La proposta di Obama porta a 100 miliardi per in 5 anni il budget fino al 2015 ma – in assenza di un lanciatore proprio – lo orienta implicitamente verso i privati che potranno assicurare l'avvicendamento degli equipaggi alla Stazione.

Battaglia in Congresso - Tra quanti anni e come dovrà proseguire l'avventura umana nello spazio targata Usa? Che ne sarà dell'industria aerospaziale nei cosiddetti Space State guidati da Florida e Texas? E' un vero e proprio addio alla Luna? Nient'affatto ribattono a Washington: ''tagliare Constellation non significa escludere che gli equipaggi umani facciano ritorno sulla luna''. In Congresso si prevede comunque battaglia: il senatore democratico Bill Nelson, rappresentante della Florida, ha chiesto immediatamente un programma più robusto e si è fatto carico di una preoccupazione diffusa non solo nella Space Coast. "Se non manteniamo la capacità di portare gli astronauti nello spazio – ha detto Nelson - perdiamo la leadership nella scienza e rinunciamo alle ricadute tecnologiche". Insomma, proprio come 50 anni fa, non si va nello spazio solo per lo spazio ma anche - soprattutto - per mandare messaggi qui sulla terra.

Yes we can, nonostante tutto - Aspettando il dibattito, gli uomini del presidente preparano la difesa del piano e sottolineano che il budget complessivo non farà che crescere.
L'amministrazione lega piuttosto il ritiro annunciato da Constellation all'inadeguatezza del progetto e ai problemi – anche di sicurezza – legati alla sua complessità. Constellation è infatti un sistema progettato per portare gli equipaggi nello spazio con l'utilizzo combinato dei missili Ares I e Ares V e dei veicoli spaziali Orion e Altair. Insomma, taglio ai missili Ares ma non ai sogni spaziali che per l'americano medio hanno senz'altro l'aurea della proiezione di potenza, ma anche la consistenza rassicurante di migliaia di posti di lavoro.

Spazio ai privati - L'amministrazione Obama sembra inoltre decisa a battere con determinazione la strada dello spazio privato. L'esperienza di Space Ship One e Two del miliardario britannico "Virgin" Branson, che ora stacca biglietti per voli suborbitali a 200mila euro l'uno, indica chiaramente i progressi compiuti dai tempi di Gagarin. D'altra parte sembra indispensabile per Washington dotarsi di un mezzo proprio che gli permetta di affrontare l'imminente pensionamento degli shuttle. Un progetto pronto all'uso c'è già: si tratta di Direct, un ibrido composto dalla capsula Orion già sviluppata, accoppiata ad un altro razzo derivato direttamente dai serbatoi di carburante dello shuttle accoppiati ai motori dello stesso. Questo progetto permetterebbe mantenere in volo la bandiera e di raggiungere facilmente gli obbiettivi di budget dettati dal nuovo presidente.
Obama taglia i fondi alla Nasa per tornare sulla Luna - Il Sole 24 ORE
gli americani per dare una mossa di nuovo al loo programma spaziale, vogliono aspettare che i cinesi arrivino sulla luna?