La democrazia richiede verità e rispetto della persona, avverte Benedetto XVI
Analizzando la situazione del Canada
CASTEL GANDOLFO, venerdì, 8 settembre 2006 (ZENIT.org).- Perché la democrazia abbia successo, deve basarsi sulla verità e sul rispetto della persona, ha affermato Benedetto XVI.

Il Papa ha affrontato la questione insieme ai Vescovi dell’Ontario (Canada), ricevuti nella residenza pontificia di Castel Gandolfo al termine della loro visita “ad limina apostolorum”.

“In nome della ‘tolleranza’, il vostro Paese ha dovuto subire la follia della ridefinizione del coniuge, e in nome della ‘libertà di scelta’ affronta la quotidiana eliminazione dei bambini non nati”, ha constatato il Papa.

“Quando il piano divino del Creatore viene ignorato – ha aggiunto –, si perde la verità della natura umana”.

Il Vescovo di Roma ha riconosciuto che “false dicotomie non sono sconosciute all’interno della stessa comunità cristiana”.

“Sono particolarmente dannose quando i leader civili cristiani sacrificano l’unità di fede e sanzionano la disgregazione della ragione e dei principi dell’etica naturale cedendo ad effimeri trend sociali e alle fuorvianti richieste dei sondaggi d’opinione”.

“La democrazia ha successo solo finché è basata sulla verità e su una corretta comprensione della persona umana”, ha avvertito.

“Il coinvolgimento cattolico nella vita politica non può transigere su questo principio; in caso contrario, la testimonianza cristiana dello splendore della verità nella sfera pubblica verrebbe messo a tacere e si proclamerebbe l’autonomia dalla moralità”, ha affermato citando la Nota Dottrinale sulla partecipazione dei cattolici alla vita politica pubblicata nel 2002, quando l’attuale Pontefice era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.