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Discussione: Liga contro Lega

  1. #1
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    Predefinito Liga contro Lega

    Corriere della Sera
    07 settembre 2006

    BOSSI IN VENETO

    Liga contro Lega Lo Strappo Serenissimo
    Malumore verso lo strapotere dei «lumbard». Ma i rivoltosi non hanno un capo

    Viva la Serenissima, abbasso i turchi e i lombardi. Oddio: non che i prepotenti cugini padani vengano messi sul piano degli ottomani, verso i quali c'è una ostilità ancorata nei secoli che spinge ancora oggi «Bragadin69» a ricordare sul forum di «Raixe venete» (radici venete) che «se Santo Marco d'Aviano non svejava fora la zente, desso gavaressimo tuti el turbante in testa!». Ma l'insofferenza verso Milano sta facendo sbuffare sul serio i leghisti veneti. Al punto che Bossi, e si sa quanta fatica gli costi ogni spostamento, ha promesso che sabato sarà nella roccaforte di Treviso. Per spiegare, spiegare, spiegare. Che i «lighisti», rivendicando orgogliosamente la storia della «Liga» nata assai prima della sorella lombarda, possano fare lo strappo e metter su un partito per giocare in proprio sullo scacchiere regionale e perfino nazionale, sono pochi a crederlo.

    Anzi: lo scetticismo è diffuso. Non uno, dei tentativi fatti fino ad oggi di contrastare lo strapotere del Senatùr e della sua corte varesotta e bergamasca è mai andato in porto.
    Non ci riuscì Franco Rocchetta, che era il presidente federale e come pioniere della Liga si considerava «il padre della madre di tutte le leghe» e fu buttato fuori avendo solo il tempo di lanciare contro l'Umberto («Ormai è come Hitler nel bunker con Erminio Boso al posto di Eva Braun») l'ultima invettiva. Non ci riuscì Fabrizio Comencini, il segretario veneto reo di avere anticipato nel '98 (quando il Senatùr era secessionista e barriva: «Berlusconi è un mafioso, lo dichiaro ufficialmente») la necessità che la Lega arrivasse a un accordo con la destra: preveggenza pagata con l'espulsione, insieme a sette su nove dei consiglieri regionali leghisti più due deputati e due senatori. Non ci è riuscito in tempi più recenti Giorgio Panto, il «re degli infissi» e delle tv private che col Progetto Nordest sperava di incunearsi tra i dubbi dei delusi ma non è mai riuscito a sfondare.

    Certo, tutti e tre rifiutano di dar la battaglia per persa. Rocchetta spiega che «la congiuntura adesso è molto diversa. Sia perché la Lega non ha più l'immagine di una volta dato che vivono tutti per diventare consiglieri dell'ente parco o di un'azienda municipalizzata, sia perché Bossi è ferito. Quindi uno strappo potrebbe riuscire». Comencini ha lanciato sul «Corriere del Veneto» un appello a convocare «gli Stati Generali del Veneto, coinvolgendo il mondo dell'impresa e della cultura». E Panto ha assunto la postura del Cristo Redentore: «Spalanco le braccia per accogliere come fratelli questi militanti che vogliono la vera autonomia del Veneto. Hanno capito come la Lega abbia tradito le aspettative della sua gente e la spinta rivoluzionaria dell'inizio. Ormai il Carroccio è diventato un grande partito statalista, attento più a prebende e poltrone che a cambiare le cose».
    Mosse obbligate. Tanto più dopo l'auto-chiusura di 6 sezioni su 13 del comprensorio di Camposampiero e la plateale rottura di un gruppo di leghisti che, in rotta con Bossi dopo la scomunica della secessione e le aperture sul reinserimento degli ex-detenuti, hanno sbattuto la porta e proposto, per bocca del capopopolo Antonio Zanchin, un macellatore che era consigliere comunale e segretario della sede locale della Lega, di rompere col Carroccio per dare vita coi Serenissimi e mille gruppetti sparsi a un partito unico veneto: «Bossi ha dimostrato i suoi limiti, non è più quello di un tempo. La Padania poteva anche non passare, ma almeno la devolution... Invece non abbiamo portato a casa niente».

    La prima convocazione degli ammutinati era fissata per il prossimo sabato ma pare saltata. Tanto più che ai ribelli, che imputano al Senatùr d'esser diventato «buonista» ma sono drammaticamente privi di una leadership alternativa con uno straccio di carisma, è venuto a mancare un possibile alleato: il pro-sindaco di Treviso Giancarlo Gentilini. Il quale ha subito chiarito che lui, assai critico a suo tempo sulla secessione, sta col segretario: «I dissidenti lo hanno solo frainteso». Verrà a Treviso, ha concluso, e «si spiegherà». Fine.

    Eppure era stato proprio «SuperG », come lo chiamano i leghisti, a dire dopo le europee del 2004 le parole più pesanti contro le «sopraffazioni» lombarde. L'Umberto aveva assicurato che, nel caso (scontato) in cui fosse stato eletto sia in Lombardia sia in Veneto, avrebbe optato per la prima, consentendo d'andare a Strasburgo a Gianpaolo Gobbo, il rotondo segretario della Liga, sindaco di Treviso perché il predecessore aveva già fatto due mandati. I guai di salute gli impedirono di rispettare il patto e in Europa finì l'ennesimo lombardo, Matteo Salvini. La reazione di Gentilini fu micidiale: «La Lega trevigiana e veneta è forte, forse troppo, e può darsi che questa forza e questo consenso popolare abbiano messo sul chi va là qualche esponente romano della Lega». Di più: questi vili leghisti «romani» (insulto peggiore non poteva venirgli in mente, visto il contesto) erano sempre pronti «a piantarti un coltello nella schiena non appena volti le spalle».

    Un attacco salutato, tra i «venetisti», con entusiasmo. Tanto più che, dopo anni di progressiva emarginazione di tutti i veneti che avrebbero potuto un giorno dare fastidio al Capo, la Liga non aveva allora un solo uomo ai vertici delle istituzioni né poteva contare su un solo ministro nel governo amico berlusconiano: ma come, nove lombardi e nessun veneto? Né le cose son cambiate dopo le ultime elezioni: lombardo è il segretario Bossi, lombardo il «vice» al Senato Calderoli, lombardo il capo-gruppo alla camera Maroni, lombardo il capo-gruppo al Senato Castelli, lombardo il direttore della Padania, lombardo il direttore di Tele- padania...

    «Assurdo», attacca Ettore Beggiato, uno dei nomi più noti della diaspora leghista veneta: «Ovvio che cresca l'insofferenza. Tanto più oggi. Un conto è dire signorsì a Bossi, un altro a Calderoli». E tanto monta, questa insofferenza, che anche un leghista moderato e tranquillo come Bepi Covre, già deputato e sindaco di Oderzo e certo lontano dai venetisti più accesi, si è sentito obbligato a dire chiaro e tondo: «Restiamo gandhiani, ma non possiamo più essere leninisti. Basta a congressi del partito come happening solo per celebrare il capo e dire che siamo uniti dietro di lui. E stop alle decisioni importanti prese solo in Lombardia: vanno condivise con noi veneti».

    Gian Antonio Stella

  2. #2
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    Prendere a riferimento il Corriere per quanto riguarda
    tematiche legate alla Lega è tutt'altro che veritiero..
    un solo esempio...al presidio della lega a bs dopo gli omicidi
    avvenuti in città cerano +di 200 persone e il Corriere
    le ha bollate non +di 20!!!!

  3. #3
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    a me, persone che erano a brescia, mi hanno detto che ci saranno stati 80/90 manifestanti (tra l´altro molto, molto piatti) cmq...

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da Ilovepadania Visualizza Messaggio
    Prendere a riferimento il Corriere per quanto riguarda
    tematiche legate alla Lega è tutt'altro che veritiero..
    un solo esempio...al presidio della lega a bs dopo gli omicidi
    avvenuti in città cerano +di 200 persone e il Corriere
    le ha bollate non +di 20!!!!
    si sarà dimenticato uno zero (Calderoli?)
    Valtrumplino sicuramente

    Lombardo forse

    Padano..per quel che resta

    Italiano MAI!

  5. #5
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    Comunque i contatti per un neo coordinamento Rocchetta, Comencini & c. sono confermati

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da Ilovepadania Visualizza Messaggio
    Prendere a riferimento il Corriere per quanto riguarda
    tematiche legate alla Lega è tutt'altro che veritiero..
    un solo esempio...al presidio della lega a bs dopo gli omicidi
    avvenuti in città cerano +di 200 persone e il Corriere
    le ha bollate non +di 20!!!!
    L'Eco di Bergamo, che è sicuramente più addentro alle tematiche leghiste del Corriere, pubblica, sull'edizione odierna, un articolo che riporta pari, pari le tematiche trattate da Stella.

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da Furlan Visualizza Messaggio
    Comunque i contatti per un neo coordinamento Rocchetta, Comencini & c. sono confermati
    Ma come e' possibile che il Veneto non riesca a "partorire" personaggi piu' presentabili di questi due rottami dell'estrema destra rautiana....

  8. #8
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    Spero e auguro che ci sia di meglio, ma intanto qualcosa si muove

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da Ilovepadania Visualizza Messaggio
    un solo esempio...al presidio della lega a bs dopo gli omicidi
    avvenuti in città cerano +di 200 persone
    Ehm ehm dividere pure tale numero per 3 se non 4, grazie
    salucc

  10. #10
    alex79
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    il corriere ha citato anche beggiato!!!
    ma il sig. beggiato prima di fare il politico che lavoro faceva???
    produceva PIL???
    non vorrei fosse come quei personaggi che sono sin dalla nascita un peso per la collettività perchè si sono dimenticati di andare a lavorare!!!

 

 
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