dal quotidiano LIBERO di oggi

"Se critica Prodi l'Europa diventa un nemico

di GIULIANO ZULIN

Bruxelles chiede rigore, Epifani sbotta: non sopporto i tecnocrati della Bce. Quando c'era Silvio li osannava


La Commissione Ue, la Bce, insomma l'Europa va bene solo se critica il centrodestra. Guai invece a dare dei consigli all'Unione, al governo Prodi. «Non sopporto più questa Banca europa», attacca Guglielmo Epifani. Basta con «questi tecnocrati che parlano solo pensando ai numeri. Non si può non capire che c'è scissione tra i numeri e quello che c'è dietro», rincara la dose il leader della Cgil. Giusto. Peccato che proprio un anno fa Beniamino Lapadula, responsabile economico del sindacato di Epifani, la pensasse all'opposto. Addirittura faceva il tifo per i «tecnocrati» di Francoforte che chiedevano al governo Berlusconi «misure credibili di risanamento». Sì, perché - sosteneva sempre Lapadula - la Casa delle Libertà «tarocca i dati». Forza Bce, un anno fa. Ma adesso non si permetta di pretendere dall'Italia «importanti azioni di risanamento al fine di rispettare gli impegni presi e ridurre il disavanzo al di sotto del 3% del Pil nel 2007 e al più tardi nel 2008». E non si permetta più di commentare la politica economica nemmeno la Commissione Ue. Il responsabile a Bruxelles degli affari monetari Joaquin Almunia ha sottolineato come Palazzo Chigi dovrà conseguire «obiettivi più ambiziosi» di consolidamento del deficit strutturale. Almunia ha criticato l'alleggerimento della Finanziaria, ipotizzato dall'Unione. Non l'avesse mai detto. «Fustigatore», l'ha definito lo stesso Epifani. «Sgradevole il tono dei richiami», ha aggiunto Massimo D'Alema. In particolare - ha commentato il leader Cgil - «non riesco a capire per quale motivo si deve creare allarme e insicurezza tra le persone e non si discute della parte positiva che può essere legata agli investimenti. Vorrei rigore, ma dal volto umano». Nell'ultimo anno però la sinistra ha sempre sostenuto il contrario. Si comincia da settembre 2005. Marigia Maulucci, vice di Epifani: «Serve una Finanziaria rigorosa, con coperture certe ed esigibili, che rispetti gli impegni Ue». Ma a Bruxelles non sono «un po' fustigatori»? No, perché per colpa di Berlusconi e Tremonti «siamo considerati lo zimbello d'Europa. I conti non tornano - sosteneva Marco Rizzo del Pdci - l'Italia è alla gogna nell'Unione Europea». È inutile girarci intorno: «Ogni giorno c'è un'azienda che chiude sottolineava il segretario Uil Luigi Angeletti - e milioni di persone si stanno impoverendo». Tutte profezie e allarmi smentiti. Perché la Commissione Ue ha promosso la Finanziaria di Tremonti. Una manovra che ha generato entrate boom per le casse dello Stato. «Entrate permanenti», ha precisato ieri il viceministro Vincenzo Visco: 5 miliardi all'anno che permetteranno a Prodi di costruire una Finanziaria meno pesante. E pensare che il premier, il 2 ottobre 2005, giudicò «infame» la manovra di Tremonti. "

Saluti liberali