In attesa del cda che esaminerà la maxi-riorganizzazione, la Cgil scende in campo e chiede l'apertura di un tavolo a Palazzo Chigi per il caso Telecom.
Per Emilio Miceli, segretario generale Slc-Cgil, intervistato da Affari, "in tutti questi anni Tronchetti Provera ci ha prospettato un altro piano industriale, parlandoci di convergenza fra fisso e mobile. Con questo terremoto, ora cambia totalmente. Ci ha fregato. Prodi deve fermare Telecom".
"Scenderemo in piazza e faremo un'opposizione molto dura - tuona ancora Miceli. Tronchetti non può pensare di fare un colpaccio e risolvere i suoi problemi finanziari, vendendo gli asset più importanti del gruppo, come Tim o la rete. Illudendosi, poi, che la media company avrà successo. Finirà soltanto per indebolire l'azienda, svilendone il futuro. Fra pochi anni, in tutto il mondo, ci saranno solo 10 grandi gestori di tlc e Telecom, se Tronchetti andrà a vanti così, non sarà fra quelli. Vogliamo sapere cos'ha intenzione di fare e quale sarà il futuro dei lavoratori del gruppo. Chiediamo urgentemente, quindi, l'apertura di un tavolo a Palazzo Chigi con Prodi".
Insomma, i sindacati sono allarmati. Per Nicoletta Rocchi, responsabile reti della Cgil, "Tronchetti Provera non ce la fa più. L'elevato indebitamento del gruppo ne sta condizionando giocoforza le sorti. Non riesce a fronteggiare l'uscita in massa di Hopa, Unicredit e Intesa. Noi l'abbiamo sempre detto che il debito era troppo rispetto a quello degli altri grandi gruppi di tlc".
Oltre ai sindacati anche i mercati sembrano non gradire il piano di Tronchetti. L'agenzia internazionale Standard & Poor's annuncia di essere pronta a tagliare il rating di Telecom Italia ('BBB+' a lungo termine e 'A-2' a breve termine) a causa della possibile riorganizzazione del gruppo riguardante le sue attività a rete fissa e mobile.
S&P tuttavia non specifica l'entità del taglio del rating, nè entra nel merito sui tempi della possibile decisione. "Una riorganizzazione delle attività di rete fissa e mobile del gruppo - spiega in un comunicato l'analista Guy Deslondes - porterebbe molto probabilmente a un cambiamento sostanziale della struttura del gruppo".
"Ad un primo esame - prosegue la nota - la riorganizzazione sembra in contraddizione con le precedenti iniziative strategiche del management che puntavano ad una piena integrazione dei due network".