Originariamente Scritto da
Canon
De Gregorio divorzia da Di Pietro
Il senatore mira a un nuovo progetto
"Una separazione consensuale”. Così, il senatore e presidente della commissione Difesa a Palazzo Madama, Sergio De Gregorio, definisce la fine del sodalizio con Antonio Di Pietro. Una scelta indolore, comunque, determinata dalle sopraggiunte distanze ideologiche con Italia dei Valori.
Senatore, che cosa ha determinato lo strappo con Di Pietro?
“Per la prima volta ho deciso con i miei delegati di rafforzare il movimento di Italiani nel mondo, con il quale eravamo federati insieme con Italia dei Valori. Avremmo anche presentato liste condivise se solo la legge elettorale ce lo avesse consentito. Solo che poi, sono venute fuori esigenze differenti, ma è stata una separazione consensuale, senza strappi".
Dall’Unione, Vannino Chiti, la invita a dimettersi...
“Mica mi ha eletto Chiti. Il suo invito è fuori luogo perché non rappresenta né la volontà popolare, che mi ha eletto senatore, né quella del Parlamento dove (con i voti della Cdl, ndr) sono diventato presidente della commissione Difesa".
Ha detto che non andrà con Berlusconi. Quindi che farà?
“Quindi miro alla costruzione e al rafforzamento di un grande progetto, quello di Italiani nel mondo".
Intanto dall’altra sponda, Marco Follini ha posto un chiaro aut aut all’Udc, ritenendo che debba concludersi l’esperienza con la Cdl, per avviare un discorso sul grande centro. Potrebbe nascere qualcosa anche con lei?
“Tutto è possibile. L’esistenza di una grande spazio al centro, del resto, è evidente. L’importante, comunque, è cercare intese che mirino a valorizzare la presenza moderata nel Paese, i valori cattolici, il dialogo, senza la costruzione di blocchi ideologici contrapposti".
Vista la maggioranza risicata al Senato, con la sua scelta l’Unione è in subbuglio. Come intende regolarsi quando dovrà votare?
Voterò secondo quello che ritengo importante, in base ai miei principi. Quindi, voterò no al conflitto d’interessi, che francamente, adesso, mi sembra una questione marginale rispetto ad altre urgenze; così come voterò no ai Pacs, sono in contrasto con i miei valori”.
E sulla Finanziaria?
E’ fuori discussione che sulle grandi questioni serva una volontà condivisa. La mia è anche una provocazione per far riflettere sull’esigenza di portare alla luce nuovi schieramenti, che scavalchino la contrapposizione forzata che stiamo vivendo”.
tgcom sez politica