Originariamente Scritto da
Florian
Io penso, da conservatore quale sono, che la questione della libertà (in questo caso di discriminare) sia consequenziale ad una precisa posizione:
LIBERTA' NON E' LICENZA!
Un conservatore è a favore della libertà individuale sempre che questa non si tramuti in licenza, ovvero che calpesti in virtù di presunti diritti individuali le leggi e i costumi che una società si è data. E nel caso di una società cristiana, le leggi e i costumi che si attengono alla legge morale come richiesto da Nostro Signore.
Chi infrange suddette leggi e suddetti costumi si auto-discrimina, si pone lui stesso fuori della comunità in cui vive e per questo deve essere pronto a pagarne le conseguenze.
Il problema, per noi cattolici, è che le nazioni occidentali non si riconoscono più da tempo come "cristiane", e se lo fanno è la loro un'affermazione ipocrita che non trova più fondamento nell'agire pratico. Oggi si ritiene che la morale risieda nella coscienza di ciascun individuo e che, in quanto tale, non possa essere sottoposta a legge da parte dello Stato. Ciò per un cristiano è inaccettabile, come inaccettabile sottostare alle leggi dello Stato laicista, perchè solo quel potere che discende direttamente da Dio è da considerarsi legittimo.