Tre fermi per la morte di Angelo Cottarelli, del figlio e della convivente
Gli indagati sono due imprenditori legati alla mafia e un allevatore del trapanese
Brescia, una maxitruffa del vino dietro la strage in villa di agosto
L'imprenditore non voleva più emettere fatture false per ottenere fondi illegalmente
BRESCIA - Svolta nelle indagini sulla strage avvenuta alla periferia di Brescia il 28 agosto scorso quando in una villa di Urago Mella un imprenditore di 56 anni, Angelo Cottarelli, fu ucciso insieme alla sua convivente e al figlio.
Oggi tre persone sono state fermate al termine di una serie di lunghi interrogatori notturni della polizia e del magistrato inquirente Paolo Savio. Si tratta di due cugini imprenditori vitivinicoli, Vito e Salvatore Marino, legati da vincoli di parentela con l'omonimo clan mafioso del trapanese, e di un allevatore di cui non è stato reso noto il nome. I cugini Marino sono rispettivamente figlio e nipote di Girolamo, detto "Mommu 'u nanu, il capomafia di Paceco (Trapani) assassinato nel novembre 1986.
Alla base della strage di agosto, secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, ci sarebbero dei vecchi litigi tra la vittima e i fermati che sarebbero stati complici in una serie di truffe ai danni dello Stato per diversi milioni di euro.
Cottarelli, hanno accertato gli inquirenti, avrebbe preparato delle fatture false per gonfiare il giro d'affari di alcune cantine, in modo da far ottenere fondi dallo Stato e dalla Regione siciliana. Una pratica illecita alla quale Cottarelli a un certo momento ha deciso di sottrarsi, scatendao l'ira omicida dei suoi ex complici.
Nella villetta furono uccisi a colpi di pistola e sgozzati Angelo Cottarelli, imprenditore immobiliare, suo figlio Luca di 17 anni e la convivente dell'uomo, Marzenne Topor, di origine polacca. Le tre vittime erano state aggredite in casa, legate con delle fascette da elettricista e sul corpo presentavano, oltre alle coltellate, anche colpi d'arma da fuoco.
Subito le indagini della polizia, che con gli esperti della scientifica della Dac (Direzione centrale anticrimine), aveva esaminato per due giorni interi la scena della strage, si erano concentrate nel mondo della malavita organizzata. Cottarelli, infatti, in passato era rimasto coinvolto in una traffico di ragazze dell'est e aveva avuto problemi per vicende finanziarie.
A inchiodare le tre persone fermate oggi sarebbero anche le tracce di polvere da sparo trovate su un'auto che i cugini Vito e Salvatore Marino sono hanno noleggiato a Milano una volta arrivati in volo dalla Sicilia. Decisivo sarebbe stato in questo senso il contributo delle ricerche svolte dalla polizia scientifica e in particolare dagli uomini della Ert (Esperti ricerca tracce), il reparto che dipende direttamente dalla Direzione centrale anticrimine guidata dal prefetto Nicola Cavaliere.