La vendetta del pachiderma
Silurato il generale che aveva denunciato l’elefantiaca burocrazia dell’Onu
Il generale Fabrizio Castagnetti, che il ministro della Difesa aveva indicato a fine agosto come responsabile della Cellula strategica dell’Onu per la missione in Libano, è stato silurato dal segretario generale Kofi Annan, che ha preteso una terna di proposte dal governo italiano, nella quale ha scelto il generale Giovanni Ridinò. Naturalmente Annan non sa nulla delle qualità professionali dei militari italiani, ma non gli erano sfuggite le interviste di Castagnetti, nelle quali si chiedeva di razionalizzare la catena di comando, sottraendola alla “elefantiaca burocrazia delle Nazioni Unite” che aveva già portato al fallimento altre missioni militari dei Caschi blu.
Le osservazioni di Castagnetti, purtroppo, erano e restano assai motivate. Assumono anzi una maggiore pertinenza nel caso del Libano, dove l’azione cosiddetta di peacekeeping, in realtà non ha alcun trattato di pace da far rispettare e deve muoversi in un ambiente ostile con un mandato politicamente impreciso. Questa condizione rende particolarmente elevate le responsabilità del comando strategico di New York e di quello operativo sul terreno, ai quali spetta in definitiva di adottare nei fatti le opzioni che non sono state definite sulla carta. Per questo il problema di una forte ed efficace catena di comando, sollevato per tempo da Castagnetti, è fondamentale per garantire la sicurezza delle truppe impegnate. Il governo italiano, che ha la responsabilità di 2.500 uomini, avrebbe dovuto comprendere il rilievo di questo obiettivo e battersi in ogni modo per realizzarlo. Va detto che Arturo Parisi ha cercato di fare, in questo senso, il possibile, ma alla fine ha dovuto accettare l’arrendevolezza di Massimo D’Alema nei confronti dei vertici del Palazzo di vetro. Così alla burocrazia onusiana è stato consentito di vendicarsi su un militare che aveva anteposto l’esigenza di sicurezza delle truppe alla compiacenza diplomatica che gli avrebbe agevolato la carriera. E’ il primo caduto, per fortuna solo metaforico, della missione libanese, abbattuto da fuoco “amico”.
Parisi pare non conti un cazzo.
E' Annan a dirigere il Ministero della Difesa.