MILANO - Si annuncia una dura battaglia al Congresso americano dopo la decisione dell'amministrazione Obama, già anticipata nei giorni scorsi da alcuni media, di cancellare di fatto il programma di ritorno sulla luna, uno dei punti qualificanti del piano spaziale portato avanti da George W. Bush. Nella richiesta di budget per il 2011 che il capo della Casa Bianca presenterà nella giornata di lunedì - un piano da 3.800 miliardi di dollari - è previsto il taglio di alcuni capitoli di spesa e tra questi, appunto, anche quello relativo al progetto di ritorno sulla luna. La conferma arriva da fonti bene informate riportate nelle loro edizioni domenicali sia dal New York Times sia dal Washington Post.
TAGLI E INVESTIMENTI - La Nasa risulterebbe fortemente penalizzata dalla nuova proposta di bilancio di Obama che avrebbe in mente tra l'altro di destinare 25 miliardi di dollari per gli Stati in difficoltà e di fornire fondi aggiuntivi per i programmi del Dipartimento dell'energia, il National Institutes of Health, la National Science Foundation e il Census Bureau. Un funzionario dell'amministrazione ha poi confermato a Reuters che il budget prevedrà un aumento del 6% dei fondi per la ricerca civile. Previsti anche fondi in più per i programmi militari. Il presidente ha già fatto sapere che proporrà un piano triennale di tagli della spesa pubblica per alcuni programmi nazionali, che dovrebbero portare a risparmi di 250 miliardi di dollari entro il 2020.
LUNA SVUOTATA - E a farne le spese dovrebbe esserci appunto anche il programma Constellation che prevedeva anche una nuova missione lunare da realizzare proprio entro il 2020. Anche il progetto per il razzo Ares 1, destinato a rimpiazzare gli Shuttle, sarebbe fortemente a rischio. Resta però da vedere se il Congresso avallerà il piano di Obama. Secondo il Washington Post, i lobbisti dell'industria spaziale sembrano pronti ad «una battaglia all'ultimo sangue» a Capitol Hill. Le prime rivelazioni della stampa - la notizia è trapelata dai quotidiani della Florida, direttamente interessati a eventuali ridimensionamenti dell'attività della Nasa ospitando sul territorio il centro spaziale di Cape Canaveral - hanno già provocato le proteste dei congressisti eletti nei distretti che sarebbero più interessati dal taglio delle commesse. Il primo a scagliarsi contro la decisione di Obama è Michael Griffin, l'ex capo della Nasa, che era stato il padre del Costellation program: «Vuol dire essenzialmente che gli Stati Uniti hanno deciso di non essere protagonisti importanti nell'esplorazione umana nello spazio nel prossimo futuro».
Tagli ai fondi Nasa, è scontro negli Usa - Corriere della Sera