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Discussione: Bananas a chi???

  1. #11
    MazingaZ
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    Citazione Originariamente Scritto da stuart mill Visualizza Messaggio
    vedi che il tipico citrullo che ama il comunismo? quella quindi è una bandiera nazista?


  2. #12
    Vittima del kali yuga
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    Il desiderio, è come un fuoco insaziabile. Grazie alla barca della conoscenza certamente varcherai tutto l'oceano del male (b. gità)
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    Citazione Originariamente Scritto da MazingaZ Visualizza Messaggio
    cavolo, se quel tizio rappresenta l'elettorato medio della sinistra, siamo messi veramente male.
    Fra un pò diranno pure che non bisogna bere birra, perchè hitler teneva comizi nelle birrerie

  3. #13
    MazingaZ
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    Citazione Originariamente Scritto da il buttero Visualizza Messaggio
    Genio? Psicanalista? Capperi! Ci vuole un corso universitario per capire quello che ogni lettore ha capito al volo, a parte tu e pochi altri?
    No, bastano un minimo di conoscenze dell'italico verbo e altrettanto minime sentimenta umane per cogliere appieno l'involuzione psichica della Fallaci, evidentissima nell'anima dei suoi ultimi scritti.
    La rabbia non sarebbe di una Fallaci lucida e presente, bravissima ad analizzare sempre il capello, dura quanto ti pare, ma mai maligna o malvagia.
    Non si tratta di condividere o meno certe sue idee, che possono contrastare con le mie. Si tratta di vedere, oltre a quanto di irrazionale e cattivo contengono, come vengono dette. Con la bava alla bocca non è ammesso in una che scrive e prima di scrivere deve e può meditare su quanto scrive.
    Riguardo alla particella di polvere filo-americana...ci potremmo costruire un altro Sahara, con quei granelli che hanno condizionato la sua mente.
    La Fallaci ti ha già risposto:

    Che c'è? Si sente male di nuovo?

    No, no. Solo un po'. Forse è un'altra botta di stanchezza.
    Forse è l'Alieno che si difende dai miei anticorpi.
    E forse è anche la vecchiaia che ormai
    avanza. Però mi piace, la vecchiaia, mi diverte. Sono
    sciocchi quelli che la rifiutano e che per rifiutarla
    si fanno il lifting, si vestono da ventenni, barano
    sull'età. Sciocchi ed ingrati. Lo dissi anche ai due
    amici che dopo l'uscita de La Rabbia e l'Orgoglio
    vennero a New York per intervistarmi. L'intervista
    non gliela detti, no. Però li invitai a cena, e a un certo
    punto gli dissi che la vecchiaia è una bellissima
    età. L'età d'oro della Vita. Non tanto perché l'alternativa
    è morire senza conoscere il lusso di quel privilegio,
    quanto perché è la stagione della libertà.
    Da giovane credevo d'essere libera, aggiunsi. Ma
    non lo ero. NE preoccupavo del futuro, mi lasciavo
    influenzare da un mucchio di cose o persone, e in
    pratica non facevo che ubbidire. Ai genitori, ai professori,
    ai direttori dei giornali dove lavoravo già a diciott'anni... Da adulta credevo d'essere libera.
    Ma non lo ero. Mi preoccupavo ancora del futuro,
    mi lasciavo condizionare dai giudizi malevoli, temevo
    le conseguenze delle mie scelte... Oggi non le
    temo più. I giudizi malevoli non mi condizionano
    più, il futuro non mi preoccupa più. Perché dovrebbe?
    È arrivato, ormai. E sgombra di inutili desideri,
    di superflue ambizioni, di errate chimere, mi
    sento libera come non lo sono mai stata. Libera
    d'una libertà completa, assoluta. Inoltre la vecchiaia
    è bellissima perché da vecchi si capisce ciò
    che da giovani e perfino da adulti non s'era capito.
    Perché con le esperienze, le informazioni, i ragionamenti
    che abbiamo accumulato, tutto s'è fatto
    chiaro. O molto più chiaro. Alcuni chiamano questo
    saggezza, e se sono saggia io non lo so. Spesso
    lo escludo. Però so che grazie a quelle esperienze,
    quelle informazioni, quei ragionamenti, il mio cervello
    è migliorato come un buon vino rosso. Ha intensificato
    il suo sapore, ha assorbito le energie che
    il resto del corpo ha perduto. Non che sia scandalosamente
    vecchia, intendiamoci. Sulla faccenda ci
    gioco un po'. È la mia civetteria. Ma l'Alieno mi
    consuma, a volte non mi reggo in piedi. E, come ho
    detto all'inizio della nostra chiacchierata, quando
    non mi reggo in piedi penso meglio. Studio meglio,
    lavoro meglio. È come se la forza delle mie gambe,
    delle mie braccia, dei miei polmoni si fosse trasferi-
    ta nella mia testa. Mi sento più intelligente, insomma.
    E questo mi riempie di tale felicità che non mi
    dico mai «Vorrei-tornare-indietro, ricominciaredaccapo
    ». Tutt'al più, sapendo che non durerò
    molto, esclamo: «Proprio ora! Dio, che spreco. La
    morte è uno spreco».


    Ciò mi aiuta a porre l'ultima domanda. Una domanda
    molto difficile. Brutale e difficile.

    Dica.

    Le fa paura la morte?

    Non è una domanda brutale, non è una domanda
    difficile. Io l'ho posta tante volte agli altri. Per
    esempio ad Hailé Selassié, l'imperatore d'Etiopia,
    quando lo intervistai nella sua reggia di Addis
    Abeba. Povero Hailé Selassié. Era vecchissimo,
    ormai. Sicché s'arrabbiò come una belva. «Quelle
    mort, che morte, quelle mort?» strillava. E a udirlo
    strillare i suoi cagnolini, tre chihuahua che teneva
    sulle ginocchia, mi saltarono addosso. Saltarono
    addosso anche al fotografo. A lui morsero addirittura
    un polpaccio. Poi, urlando «Partez-fuoripartez
    », Sua Maestà ci cacciò via. Ci fece scaraventare
    dalle sue guardie nel parco attiguo alla sala del
    trono, e Gesù. C'era un leone, nel parco. Il leone

    Le fa paura la morte?

    Non è una domanda brutale, non è una domanda
    difficile. Io l'ho posta tante volte agli altri. Per
    esempio ad Hailé Selassié, l'imperatore d'Etiopia,
    quando lo intervistai nella sua reggia di Addis
    Abeba. Povero Hailé Selassié. Era vecchissimo,
    ormai. Sicché s'arrabbiò come una belva. «Quelle
    mort, che morte, quelle mort?» strillava. E a udirlo
    strillare i suoi cagnolini, tre chihuahua che teneva
    sulle ginocchia, mi saltarono addosso. Saltarono
    addosso anche al fotografo. A lui morsero addirittura
    un polpaccio. Poi, urlando «Partez-fuoripartez
    », Sua Maestà ci cacciò via. Ci fece scaraventare
    dalle sue guardie nel parco attiguo alla sala del
    trono, e Gesù. C'era un leone, nel parco. Il leone più grosso che avessi mai visto. E ruggiva. Bè, loscoprimmo l'indomani che era un leone mansueto.
    Che passava le giornate a nutrirsi di bistecche,
    che la gente non la mangiava. In quel momento
    non lo sapevamo e tremavamo come foglie al vento.
    «Ora che si fa, dove si va?» balbettava il fotografo.
    «Vagli incontro, prova a fargli una carezza
    sul muso» rispondevo io con voce strozzata. «Vacci
    tu, fagliela tu la carezza sul muso» replicava lui
    inviperito. E a un certo punto mi spinse in avanti
    perché gliela facessi davvero. Allora il leone smise
    di ruggire, s'accucciò, sbadigliò con l'aria di borbottare
    siete-due-cretini, e piano piano raggiungemmo
    il cancello. Ce ne andammo pensando che
    per trattarci così Sua Maestà doveva avere una
    gran paura della morte. Io no. Non ce l'ho. La conosco
    troppo bene. La conosco fin da bambina,
    quando correvo sotto le bombe della Seconda
    Guerra Mondiale e scavalcavo i corpi della gente
    che non aveva corso abbastanza. La conosco perché
    l'ho frequentata molto, ahimè. In troppi luoghi
    e in troppe maniere. Al Messico, per esempio,
    quando mi trovai dentro la strage di Plaza Tlatelolco,
    e bucata dalle pallottole finii tra i cadaveri
    della morgue. In Vietnam, in Cambogia, in Bangladesh,
    in Giordania, in Libano, quando facevo il
    corrispondente di guerra e mi trovavo sempre in
    qualche combattimento o in altre situazioni terro-
    rizzanti. Nel mio cuore, soprattutto, quando ammazzarono
    Alekos Panagulis e quando il cancro si
    portò via mia madre e mio padre e mia sorella
    Neèra e lo zio Bruno. Infine ora, attraverso quel
    maledetto e i figli di Allah cui piacerebbe tanto uccidermi
    prima di lui sicché devo sempre guardarmi
    alle spalle e... Voglio dire: a forza di frequentarla,
    guardarla in faccia, sentirmela attorno e addosso,
    con lei ho maturato una strana dimestichezza.
    Così l'idea di morire non mi fa paura.

    Sul serio?

    Sul serio. Non dico bugie. Sono troppo orgogliosa
    per dire bugie. E poi che ci sarebbe di indegno, di
    degradante, ad ammettere che la Morte mi spaventa
    come spaventava Hailé Selassié? Glielo confesso
    con serenità: al posto della paura io sento
    una specie di malinconia, una specie di dispiacere
    che offusca perfino il mio senso dell'umorismo.
    Mi dispiace morire, sì. E non dimentico mai ciò
    che Anna Magnani mi disse tanti anni fa. «Oriana
    mia! Non è giusto morire, visto che siamo nati!».
    Non dimentico nemmeno che quella ingiustizia è
    toccata a miliardi e miliardi di esseri umani prima
    che a me, che toccherà a miliardi e miliardi di esseri
    umani dopo di me. Però mi dispiace lo stesso.
    Amo troppo la Vita, mi spiego? Sono troppo con-
    vinta che la Vita sia bella anche quando è brutta,
    che nascere sia il miracolo dei miracoli, vivere il
    regalo dei regali. Anche se si tratta d'un regalo
    molto difficile, molto faticoso. A volte, doloroso.
    E con la stessa passione odio la Morte. La odio più
    d'una persona da odiare, e verso chi ne ha il culto
    provo un profondo disprezzo. Anche per questo
    ce l'ho tanto coi nostri nemici. Coi tagliatori di teste,
    coi kamikaze, coi loro estimatori, coi loro parenti.
    «Mamma, Said s'è immolato! E diventato
    un martire! Sei contenta, mamma?». «Contentissima,
    fegato mio. Contentissima! Ringraziamo
    Allah». Il fatto è che pur conoscendola bene, la
    Morte io non la capisco. Capisco soltanto che fa
    parte della Vita e che senza lo spreco che chiamo
    Morte non ci sarebbe la Vita.

  4. #14
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    Citazione Originariamente Scritto da MazingaZ Visualizza Messaggio
    Però li invitai a cena, e a un certo
    punto gli dissi che la vecchiaia è una bellissima
    età. L'età d'oro della Vita. Non tanto perché l'alternativa
    è morire senza conoscere il lusso di quel privilegio,
    quanto perché è la stagione della libertà.
    Da giovane credevo d'essere libera, aggiunsi. Ma
    non lo ero. NE preoccupavo del futuro, mi lasciavo
    influenzare da un mucchio di cose o persone, e in
    pratica non facevo che ubbidire. Ai genitori, ai professori,
    ai direttori dei giornali dove lavoravo già a diciott'anni... Da adulta credevo d'essere libera.
    Ma non lo ero. Mi preoccupavo ancora del futuro,
    mi lasciavo condizionare dai giudizi malevoli, temevo
    le conseguenze delle mie scelte... Oggi non le
    temo più. I giudizi malevoli non mi condizionano
    più, il futuro non mi preoccupa più. Perché dovrebbe?
    È arrivato, ormai. E sgombra di inutili desideri,
    di superflue ambizioni, di errate chimere, mi
    sento libera come non lo sono mai stata. Libera
    d'una libertà completa, assoluta. Inoltre la vecchiaia
    è bellissima perché da vecchi si capisce ciò
    che da giovani e perfino da adulti non s'era capito.
    Perché con le esperienze, le informazioni, i ragionamenti
    che abbiamo accumulato, tutto s'è fatto
    chiaro. O molto più chiaro. Alcuni chiamano questo
    saggezza, e se sono saggia io non lo so. Spesso
    lo escludo. Però so che grazie a quelle esperienze,
    quelle informazioni, quei ragionamenti, il mio cervello
    è migliorato come un buon vino rosso. Ha intensificato
    il suo sapore, ha assorbito le energie che
    il resto del corpo ha perduto. Non che sia scandalosamente
    vecchia, intendiamoci. Sulla faccenda ci
    gioco un po'. È la mia civetteria. Ma l'Alieno mi
    consuma, a volte non mi reggo in piedi. E, come ho
    detto all'inizio della nostra chiacchierata, quando
    non mi reggo in piedi penso meglio. Studio meglio,
    lavoro meglio. È come se la forza delle mie gambe,
    delle mie braccia, dei miei polmoni si fosse trasferi-
    ta nella mia testa. Mi sento più intelligente, insomma.
    E questo mi riempie di tale felicità che non mi
    dico mai «Vorrei-tornare-indietro, ricominciaredaccapo
    ». Tutt'al più, sapendo che non durerò
    molto, esclamo: «Proprio ora! Dio, che spreco. La
    morte è uno spreco».


    .
    Bellissimo!
    Ma cambia qualcosa?
    E' semplicemente una sua autoanalisi, ma questo non significa che Lei fosse davvero migliorata invecchiando. Se lo dice da sè.
    Permettimi di non condividere questa valutazione...geriatrica.

  5. #15
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    Tornando in tema.
    Il perché del bananas è stato spiegato.
    Inoltre, preesistente all'ingresso in politica del Capo, era già presente il modo di dire "sei un banana", ovvero sei un gonzo, un allocco... insomma, sei uno che ha il cervello di un bambino di seconda media neanche tanto sveglio...
    Quindi, oltre ai comunisti inveterati, anche il Capo ha dato del banana ai suoi elettori... siine contento, silvissimo...

  6. #16
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    Citazione Originariamente Scritto da stuart mill Visualizza Messaggio
    bananas è un epiteto che deriva da repubblica delle banane, cioè quelle repubbliche tali solo sulla carta, caratterizzate da forte corruzione, intrallazzi, e politici con la fedina penale sporca. Cioè quello che sognava berlusconi, l'italia. Pertanto, chi si appogghia a tale persona, viene definita bananas...
    Esattamente.
    Comunque, qualcuno mi sà dire da dove è spuntato fuori questo nome? Io sò che Travaglio aveva una rubrica con un nome simile sull'Unità, è stato lui a dare l'idea?

  7. #17
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    Citazione Originariamente Scritto da azerty Visualizza Messaggio
    Tornando in tema.
    Il perché del bananas è stato spiegato.
    Inoltre, preesistente all'ingresso in politica del Capo, era già presente il modo di dire "sei un banana", ovvero sei un gonzo, un allocco... insomma, sei uno che ha il cervello di un bambino di seconda media neanche tanto sveglio...

    Quindi, oltre ai comunisti inveterati, anche il Capo ha dato del banana ai suoi elettori... siine contento, silvissimo...
    Non l'ho mai sentito dire, di dov'è questo detto?

  8. #18
    Maestrina Lisergica
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    Citazione Originariamente Scritto da Ilùvatar85 Visualizza Messaggio
    Non l'ho mai sentito dire, di dov'è questo detto?
    "Sei un banana"?
    Vulgata politically correct (invero caduta in disuso) presente quantomeno in Emilia...

  9. #19
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    'Sto Silivissimo l'è un bell' "aggeggio",ha dato però una visione "riduttiva" del conflitto di interessi di Berlusconi e di FI,che non si ferma alle Tv.

  10. #20
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    Citazione Originariamente Scritto da Silvissimo Visualizza Messaggio
    Non capisco il fatto che a chi vota cdl chiamate bananas... Noi siamo banane perche votiamo Berlusconi che si fa i cazzi delle sue aziende??? E allora i DS e la sx in genere non si fanno i cazzi di LegaCoop e di altre lobbies??? Dov'è la differenza??? Io ho l'onestà intellettuale di ammettere che il Cav. si fa i cazzi suoi, ma votandolo mi faccio anche e soprattutto i miei e penso come me molti. I veri banana non ve l'accorgete ma siete proprio voi che pensate che noi della cdl siamo stupidi perche favoriamo gli affari di Mediaset non sapendolo, ma non vi accorgete che la sinistra fa la stessa merda elevata al cubo, ma in maniera molto + organizzata e discreta tramite lobby e cooperative meno in vista di Mediaset e voi pensate che sono tutti santi e operano "per il bene del paese..." ma per favore!!! Vi siete chiesti come mai indagano e arrestano soprattutto politici ed amministratori della CdL??? Le toghe rosse sono solo il 10% del problema, il vero motivo è l'organizzazione che la sx ha, le cose le fanno a modo, hanno una rete organizzativa tremenda che la cdl se la sogna, invece gli amministratori e politici ladri della cdl sono sgamati perche lavorano non collegialmente, e spesso senza furbizia.
    In sostanza i veri bananas siete voi miei cari amici dell'unione che pensate di essere moralmete superiori che, come dice il detto, pensate al fuscello nel nostro occhio e non vedete la trave nel vostro...
    Spero che in seguito la banana si considerata un frutto, non una persona che vota la CdL... Siete sempre così offensivi a cazzo e coi paraocchi... Conosco molti di sinistra, non tutti grazie a Dio, che quando dico di essere un elettore di FI mi guardano come se avessi votato Satana... E' assurdo, io uno che vota rif. com. lo considero una persona normale con determinate idee, validissime da suo punto di vista, che io pero' non approvo. Parlate tanto di tolleranza ma i razzisti siete voi...
    ORGOGLIOSO DI AVER VOTATO SILVIO BERLUSCONI
    Sei il classico elettore di silvio per questo sei un bananas, scrivi cazzate.

 

 
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