La politica clericale e la democrazia. (71)
di Romolo Murri
Un altro fatto notevole. Il cattolicismo ha perduto, forse per parecchie generazioni, le masse popolari; ma esso ha, in questo momento, grandi simpatie nelle classi colte e negli ambienti universitari. Il cammino fatto in questo senso nell’ultimo decennio è veramente notevole. Ora, una cosa che colpisce molto gli osservatori intelligenti, in Francia, è questa; che tutti i cattolici i quali hanno voluto fare opera serena di studiosi e di critici e che si sono guadagnati la stima e la simpatia negli ambienti intellettuali hanno avuto subito contro di sé i cattolici ed i loro rappresentanti. Proprio di questi giorni, per non citare che fatti recentissimi e non ancora noti, si annuncia che Loisy è in nuove difficoltà con l’autorità ecclesiastica: che la “Quinzaine”, diretta dal Fonsegrive, pericola, che “demani”, il nuovo settimanale di Lione, perde la collaborazione di ottimi scrittori, aventi una posizione ufficiale nell’insegnamento superiore cattolico, pel pericolo che essi corrono di compromettersi scrivendo nella rivista lionese; che all’ordine del giorno dell’ultima assemblea dei vescovi c’era una lista di periodici cattolici da condannare; e fu per mancanza di tempo che la questione non venne trattata.
Non è quindi difficile concludere. Il cattolicismo in Francia, come altrove, perde via via l’affezione e la stima del popolo, respinge il concorso dell’intelligenza e della simpatia che dalle classi colte si rivolgerebbero verso di esso, diffida delle proprie sue risorse. Le sue prospettive remote non sono più felici ed incoraggianti delle prospettive d’un avvenire vicino. Esso non ha per sé né il popolo, né l’ingegno, né la legge: quest’ultima può anche accettarla da un momento all’altro – e sembra ora disposto ad accettarla – ma quando 600 milioni di beni sono già irremissibilmente perduti e quando il rifiuto ha prodotto nell’opinione pubblica tutti i suoi effetti dannosi. E intanto, come abbiamo già visto, ai danni ed ai pericoli della separazione e della resistenza alla legge si aggiungono, inosservati ora, ma tali che appariranno molto gravi fra poco, i danni ed i pericoli – in qualche senso anche maggiori, poiché intaccano i capitoli di energie viventi – di una crisi intellettuale e discordia profonda di tendenze nel seno stesso del cattolicismo. Il pessimismo del quale io parlavo precedentemente sembra quindi, anche sotto questo aspetto, giustificato.
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