Pagina 1 di 9 12 ... UltimaUltima
Risultati da 1 a 10 di 84
  1. #1
    Enclave MUSSOLINISTA
    Data Registrazione
    30 Mar 2002
    Località
    Sono un uomo che ama il suo Popolo. "Chi fa del male al mio Popolo e' un mio nemico" "Regnum Italicum".
    Messaggi
    4,818
     Likes dati
    0
     Like avuti
    1
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito A proposito di anni 70: per non dimenticare il loro sacrificio…….

    “Signora Mambro, il colore (degli anni 70’) è grigio oppure è un altro?”
    “Io posso ricordare il colore degli occhi della prima persona che mi è morta vicino: azzurri, molto belli, che però si sarebbero chiusi”.
    “E chi era?”
    “Era Stefano Recchioni, che è morto nella manifestazione di via Acca Larentia, dopo gli scontri coi carabinieri”.

    Dall’intervista di Francesca Mambro rilasciata per la trasmissione Mixer.



    Si fa oggi un gran parlare di “anni settanta”. In particolare, dopo la pubblicazione del saggio “Cuori Neri”, è stato possibile vedere nei giornali o in tv continue e spesso antitetiche interpretazioni di quel fenomeno che posiamo definire anche “nazional-rivoluzionario” che ha visto tragedie, lutti, pagine oscure e collimanti con la infamia vera e propria, ma anche pagine di grande dignità, coerenza, vorremo anche dire: eroismo, legionarismo….

    E visto che noi poniamo la spiritualità e la moralità legionaria, che è amore e donazione, non violenza e sopraffazione, al vertice ed al centro della nostra visione, ci sentiamo in dovere di evocare dalle zone più remote dell’anima (quelle arazionali, quelle da cui origina la vera forza interiore) come esempio ai più giovani di oggi il sacrificio di una ridotta minoranza di giovanissimi che ha fatto scudo, proprio fino al sacrificio estremo delle forze, per la salvezza, la dignità, l’onore di una visione del mondo.

    E’ chiaro che ci riferiamo ai Nar, il movimento senza dubbio più contrastato e “diffamato” dell’intero dopoguerra italiano.

    Basterebbe pensare alla colossale menzogna della strage di Bologna ai Nar attribuita proprio in ostentata diffamazione dell’etica combattentistica ed anti-stragista che ha sempre contraddistinto la loro azione. Quando i veri Nar erano un nucleo combattente composto da malapena una decina di persone prive di appoggi consistenti, mai e poi mai in grado di organizzare un simile eccidio!

    Va infatti precisato che questi giovani ribelli furono anzitutto animati dall’impulso di agire distinguendosi dalle forze della destra radicale o destra estrema che loro concepivano e consideravano collusa operativamente con i segreti servizi di uno stato che era invece volontà principale dei Nar combattere. Oltremodo significativa la testimonianza di Francesca Mambro:

    “La mia storia è tutta sui verbali di polizia: ho fatto solo politica, mi sono espressa solo con azioni evidenti, ho parlato solo sui volantini. Il gruppo si allarga ed ha forza sufficiente per porsi in contrapposizione netta con tutti i gruppi di vecchio stampo. I sopravvissuti di Ordine nuovo e di Avanguardia Nazionale (con i loro lifting Costruiamo l’Azione e Terza Posizione) ci chiamano in segno di disprezzo “spontaneisti” (….) ma mai tanto disprezzo fu voluto e tenacemente mantenuto…Se c’è qualcosa da colpire sono i simboli del sistema, si può dar voce al disagio, alla rabbia di una generazione che è convinta di non avere futuro, uscendo una volta per tutte dalla guerra degli opposti estremismi….Ormai siamo tutti dei latitanti con la prospettiva, nel migliore dei casi, di una vita in carcere….Il 2 agosto del 1980 alla stazione di Bologna esplode una bomba. Provocherà 85 morti e 200 feriti. Dalla sera stessa dell’attentato i telegiornali diranno che si tratta di una strage fascista e si parla di una rivendicazione a nome dei NAR. Il nostro gruppo. Solo io insisto perché ci si renda promotori di un’azione dimostrativa di smentita. Ai miei occhi è palese il tentativo di mettere definitivamente fuori gioco i gruppi più giovani che, proprio attraverso la violenza della lotta armata a volto scoperto, hanno bloccato l’antica strumentalizzazione dell’estremismo di destra nella strategia della tensione. Purtroppo il resto del gruppo sottovaluta il mio allarme”.

    Anime pure, dunque, i Nar sono costretti alla violenza per motivazioni di sopravvivenza esistenziale, ben prima che politica. Andrebbe inoltre analizzato a freddo – oggi, ad anni di distanza – il tenore morale di una azione certamente violenta, a volte tragicamente violenta, ma maturata in un clima nel quale come è noto di fronte ai corpi straziati dei fratelli Mattei o di Sergio Ramelli, o di Stefano Recchioni, uccisi i primi dai “rossi”, l’ultimo dai carabinieri, si respira nell’aria stessa la dogmatica di regime espressa in poche parole: “uccidere un fascista non è reato”.

    Noi, come QM, abbiamo sempre detto che miriamo alla formazione morale e culturale dei giovani, più che a quella politica. Dunque noi non esalteremo mai la violenza, non spingeremo mai i giovani alla lotta armata. Ma, proprio per questo, oggi, ad anni di distanza, non possiamo dimenticare chi ha improntato la propria esistenza tutta sull’etica del sacrificio, prima che di ogni altro sentimento.

    Ove ci siano state delle violenze gratuite dei Nar, noi le condanniamo, chiaramente. Ma sarebbe fin troppo facile condannarle oggi, seduti comodamente in poltrona, quando proprio ora abbiamo detto che il clima che si respirava allora nelle nostre sezioni era quello di un assedio senza speranza e senza luce alcuna.

    Per noi legionarismo è dunque amore e sacrificio. Ed i Nar, dettero senza dubbio esempio di amore e sacrificio. In un contesto di violenza, di calcoli psichici eccessivamente paranoici, di frenetico e irrazionale attivismo, questo è vero. Tutti elementi, questi, che noi non vorremmo mai riprendere. Ma loro, tra errori anche gravi, si donarono principalmente in un eroico impulso sacrificale…. La maggior parte di loro, infatti, morirà di morte violenta (Alibrandi e Vale sono uccisi dalle forze armate di polizia, il primo in uno scontro a fuoco, il secondo in circostanze mai chiarite). Franco Anselmi, invece, fu il primo a cadere nel corso di una rapina.

    Francesca Mambro e Valerio Fioravanti sconteranno anni ed anni di galera prima di assaporare un po’ di semilibertà. Uno di loro, purtroppo, si pentirà….L’ultimo del vero nucleo, quello originario dei Nar, è ancora detenuto (Gilberto Cavallini, l’unico milanese del gruppo). Tutto si può dire dei Nar ma non si può negare loro la coerenza.

    Al punto che se oggi si volesse individuare un’immagine per caratterizzare il gruppo non si potrebbe non pensare al fiore rosso ben eretto sopra una tomba anonima di un cimitero metropolitano o alle grate di un supercarcere. Per questo, quando sui muri di Roma, nel quartiere di Monteverde, vediamo la scritta: “Anselmi eroe, chi cade combattendo non muore…”, osservandola un brivido di commozione ci invade la schiena…..Per questo la nostra immagine degli anni settanta sarà per sempre la stessa di Francesca Mambro: il colore azzurro degli occhi di un giovane volato via, o il corpo di un bambino che brucia nell’estema periferia romana tra la gioia gelida di tanti…. Per questo, infine, noi i Nar non li possiamo dimenticare… o meglio, non li dimenticheremo mai……mai……..

  2. #2
    Forumista
    Data Registrazione
    29 Mar 2006
    Messaggi
    830
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da natoW Visualizza Messaggio
    Ove ci siano state delle violenze gratuite dei Nar, noi le condanniamo, chiaramente. Ma sarebbe fin troppo facile condannarle oggi, seduti comodamente in poltrona, quando proprio ora abbiamo detto che il clima che si respirava allora nelle nostre sezioni era quello di un assedio senza speranza e senza luce alcuna.
    Diciamo che alle volte certi demeriti vanno al di là di tutti i meriti acquisiti, perchè in questo mondo non siamo giudicati per tutte le volte che abbiamo fatto bene, ma per quell'unica volta che abbiamo sbagliato...
    Per il resto condivido in pieno il tuo punto di vista che ovviamente è anche il mio

    Ho un solo rimpianto di quei tempi, quello di non aver fatto in tempo a far parte della combricola

  3. #3
    Enclave fascista
    Data Registrazione
    17 Feb 2006
    Località
    Enclave fascista
    Messaggi
    5,774
     Likes dati
    0
     Like avuti
    1
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Onore a quei Camerato che hanno lottato soli contro tutti....giusto: non dovrebbero mai essere dimenticati...

  4. #4
    Enclave MUSSOLINISTA
    Data Registrazione
    30 Mar 2002
    Località
    Sono un uomo che ama il suo Popolo. "Chi fa del male al mio Popolo e' un mio nemico" "Regnum Italicum".
    Messaggi
    4,818
     Likes dati
    0
     Like avuti
    1
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da ZioBenny Visualizza Messaggio

    Ho un solo rimpianto di quei tempi, quello di non aver fatto in tempo a far parte della combricola


    Non è mai troppo tardi...

  5. #5
    Volksgemeinschaft
    Data Registrazione
    24 Mar 2004
    Località
    Firenze
    Messaggi
    1,625
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da natoW Visualizza Messaggio
    [B*
    Per noi legionarismo è dunque amore e sacrificio. Ed i Nar, dettero senza dubbio esempio di amore e sacrificio. In un contesto di violenza, di calcoli psichici eccessivamente paranoici, di frenetico e irrazionale attivismo, questo è vero. Tutti elementi, questi, che noi non vorremmo mai riprendere. Ma loro, tra errori anche gravi, si donarono principalmente in un eroico impulso sacrificale…. La maggior parte di loro, infatti, morirà di morte violenta (Alibrandi e Vale sono uccisi dalle forze armate di polizia, il primo in uno scontro a fuoco, il secondo in circostanze mai chiarite). Franco Anselmi, invece, fu il primo a cadere nel corso di una rapina.

    Francesca Mambro e Valerio Fioravanti sconteranno anni ed anni di galera prima di assaporare un po’ di semilibertà. Uno di loro, purtroppo, si pentirà….L’ultimo del vero nucleo, quello originario dei Nar, è ancora detenuto (Gilberto Cavallini, l’unico milanese del gruppo). Tutto si può dire dei Nar ma non si può negare loro la coerenza.

    Al punto che se oggi si volesse individuare un’immagine per caratterizzare il gruppo non si potrebbe non pensare al fiore rosso ben eretto sopra una tomba anonima di un cimitero metropolitano o alle grate di un supercarcere. Per questo, quando sui muri di Roma, nel quartiere di Monteverde, vediamo la scritta: “Anselmi eroe, chi cade combattendo non muore…”, osservandola un brivido di commozione ci invade la schiena…..Per questo la nostra immagine degli anni settanta sarà per sempre la stessa di Francesca Mambro: il colore azzurro degli occhi di un giovane volato via, o il corpo di un bambino che brucia nell’estema periferia romana tra la gioia gelida di tanti…. Per questo, infine, noi i Nar non li possiamo dimenticare… o meglio, non li dimenticheremo mai……mai……..
    ...e Mangiameli??

    troppi lati oscuri per Mambro e Fioravanti...
    per gli altri il discorso può essere diverso...

  6. #6
    Enclave MUSSOLINISTA
    Data Registrazione
    30 Mar 2002
    Località
    Sono un uomo che ama il suo Popolo. "Chi fa del male al mio Popolo e' un mio nemico" "Regnum Italicum".
    Messaggi
    4,818
     Likes dati
    0
     Like avuti
    1
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da Wandervogel Visualizza Messaggio
    ...e Mangiameli??

    troppi lati oscuri per Mambro e Fioravanti...
    per gli altri il discorso può essere diverso...



    Un esempio chiaro.

    Non spetta a noi sentenziare, ma a chi prese la decisione.

  7. #7
    legione muti
    Ospite

    Predefinito Franco Anselmi...

    Per questo, quando sui muri di Roma, nel quartiere di Monteverde, vediamo la scritta: “Anselmi eroe, chi cade combattendo non muore…”, osservandola un brivido di commozione ci invade la schiena

    Gli hanno sparato poco dopo le due del pomeriggio, all'ospedale è arrivato già in coma, il suo cuore ha battuto ancora qualche ora, poi s'è fermato. Alle 18.45 del 28 febbraio 1975, Mikis Mantakas è passato dalla sala operatoria alla camera mortuaria. Aveva 22 anni, veniva dalla Grecia e frequentava l'Università di Roma. Era un dirigente del FUAN, anticomunista convinto. Dal momento della sua morte, per i fascisti romani piazza Risorgimento è diventata "piazza Mantakas", come ricordano le scritte sui muri con le croci celtiche che ricompaiono ad ogni avversario: "Gli esempi non possono morire, nel tuo sangue un germoglio di libertà, nel tuo nome avanza la Rivoluzione. Onore al camerata Mantakas".

    Accanto allo studente greco, nel momento fatale degli scontri, c'è un altro giovane missino, Franco Anselmi, uscito come gli altri dalla sezione-covo di via Ottaviano per rispondere con spranghe e pistole all'assalto dei "compagni". Indossa un passamontagna di lana, per coprirsi il volto. Quando il proiettile calibro 38 fa esplodere la testa di Mantakas, il sangue e la materia cerebrale schizzano da tutte le parti: sul muro, sul marciapede e sul suo passamontagna. Appena se ne accorge, Anselmi decide che quella vita spezzata va vendicata. Torna a casa e ripone il passamontagna sporco di sangue, d'ora in poi lo conserverà come una reliquia.

  8. #8
    legione muti
    Ospite

    Predefinito Franco Anselmi: la vera guida spirituale dei NAR

    Franco è più grande dei suoi camerati, pensa sempre a Mantakas, ma ha anche un'altra vendetta, stavolta personale, da compiere. Non si accontenta di andare in giro a picchiare quelli che incontra con "Lotta continua" in tasca, vuole ritrovare chi lo aggredì in passato riducendolo in fin di vita: tre mesi di coma e un abbassamento della vista tale che lo rende quasi cieco. Gli tesero un agguato fuori dal liceo che frequentava prima, per le conseguenze di quell'aggressione ha perso 2 anni di scuola. Nel tentativo di recuperarli s'è iscritto al Tozzi dove ha incontrato Giusva che ora, coi suoi amici, ha promesso di aiutarlo nella sua vendetta.




    Dall'interrogatorio di Valerio Fioravanti alla seconda Corte d'assise d'appello di Bologna:

    "Mi legai a Franco in maniera molto particolare, perchè era un ragazzo che a me piaceva moltissimo. In termini romantici direi sicuramente che era uno dei migliori, uno dei ragazzi più generosi. Non c'era niente di spirituale, nè d'intellettuale; era semplicemente un ragazzo dal cuore d'oro, uno di quelli che appena c'era un problema ti dava una mano. Era la classica persona che pur avendo pagato già molto, quando c'era da ripartire ripartiva; che pur avendo già avuto conseguenze gravissime per il suo impegno politico non era rifluito nel privato, non aveva paura. E' questo che ti colpisce.
    Il punto di svolta fu proprio questo rapporto con Franco, perchè da lì nacque il desiderio di aiutarlo nella sua vendetta privata. Lui era stato aggredito, fra gli altri, dal figlio di un alto funzionario statale democristiano, che fu denunciato dalla gente che aveva assistito all'aggressione. Ma tutte le volte che c'erano le udienze del processo, questo ragazzo non si presentava e otteneva nelle maniere più strane il rinvio del processo. Ogni volta Franco ci diceva: "mo' andiamo lì, becchiamo lui e i suoi amici e gliele ridiamo", ma questo non riuscì mai a portarlo a compimento perchè questo ragazzo era protettissimo: dalle amicizie del padre, dal denaro, insomma le classiche cose che succedevano a quei tempi. E il desiderio di Franco...era continuamente frustrato.
    Da qui, l'odio che prima era semplicemente verso questo ragazzo comunista, divenne odio per tutto un sistema che evidentemente lo proteggeva. Da qui l'esigenza di "elevare il livello dello scontro", secondo il linguaggio delle Br, e di organizzarci meglio"

  9. #9
    legione muti
    Ospite

    Predefinito Franco Anselmi e la strage di Acca Larentia

    Tra i giovani fascisti che si radunano in via Acca Larentia, la sera del 7 gennaio, ci sono pure Valerio Fioravanti....e Franco Anselmi. Arrivano insieme. I pensieri di Valerio sono per quei ragazzi uccisi "a casaccio", senza che avessero fatto nulla, come i fratelli Mattei o Mario Zicchieri. Morire in uno scontro armato va bene, vai per ammazzare e può anche capitare che ti ammazzano, ma essere presi solo perchè passi davanti a una sezione no, è un'infamità, la sua "etica dello scontro" non può tollerarlo.
    Ignorato dalla folla, Franco Anselmi sta compiendo una piccola cerimonia privata, fatta di simboli e rituali che solo lui può capire. Ha portato il passamontagna sporco del sangue di Mantakas, si avvicina al punto in cui è caduto Bigonzetti, si bagna il dito col sangue che è ancora sull'asfalto, lo passa sul cappello di lana e a mezza bocca giura a se stesso che vendicherà quei due "camerati". Valerio lo guarda colpito, lui non si sarebbe mai sognato di fare una cosa del genere, ma quella liturgia lo turba una volta di più. I pensieri gli si accavvallano, prende contatto con la morte che lascia il segno sulle persone che sopravvivvono, non ci si era mai soffermato prima d'ora, nella sua mente l'aveva sempre esorcizzata, credendo di non temerla ed evitando di parlarne.
    Bisognerebbe muoversi, i "camerati" si stanno radunando, organizzando la prima reazione, cominciano a fronteggiarsi coi carabinieri. Ma Valerio non ce la fa. Rimane lì, appoggiato a un muro, a guardare le mosse degli altri, senza riuscire a capire il senso di quello che sta succedendo. Arriva lo scontro a fuoco, Recchioni che cade a terra. E quando c'è da raccogliere le firme per denunciare l'operato del capitano dell'Arma Edoardo Sivori - considerato dai fascisti il responsabile della morte del loro "camerata" - tutti si tirano indietro, a cominciare dai pezzi grossi del partito che erano lì e hanno visto ogni cosa. Tutti tranne quella ragazza, Francesca, Francesca Mambro, che era vicino al suo amico colpito alla fronte dalla pallottola sparata dal capitano. Valerio rimane impressionato dalla scena di lei che, in mezzo a 100 testimoni oculari, sembra l'unica ad aver conservato il dono della vista.

  10. #10
    Forumista
    Data Registrazione
    29 Mar 2006
    Messaggi
    830
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da natoW Visualizza Messaggio
    Non è mai troppo tardi...

    Non ci sono più i presupposti e manca totalmente la spregiudicatezza di quegli anni almeno da parte mia, oggi - forse - mi farei uno scrupolo di troppo all'epoca non me ne facevo.


    Però non voglio precludermi niente, ti rispondo con un vedremo..

 

 
Pagina 1 di 9 12 ... UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. Risposte: 2
    Ultimo Messaggio: 10-12-09, 13:11
  2. Risposte: 7
    Ultimo Messaggio: 07-01-08, 23:12
  3. Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 27-12-07, 00:53
  4. Per non dimenticare LORO
    Di Vir! nel forum Storia
    Risposte: 12
    Ultimo Messaggio: 23-04-07, 23:46
  5. Non dobbiamo dimenticare, sarebbe una loro vittoria...
    Di aleida88 (POL) nel forum Politica Estera
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 21-11-06, 12:03

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito