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Discussione: Nessun nemico a destra

  1. #1
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    Predefinito Nessun nemico a destra

    Nessun nemico a destra
    Esistono delle ragioni per combattere insieme la sinistra?



    Cari amici,

    in questi giorni di frenetica attività elettorale per la comunità di POL, ho potuto constatare come ancora una volta la destra, in mancanza di una forte leadership unificante, è costretta a disperdersi in mille rivoli litigiosi e a coltivare il proprio “particolare”, mentre al contrario le sinistre, a prescindere da chi le guidi e malgrado le diversità programmatiche, riconoscono molto più facilmente le motivazioni del loro stare insieme.

    Sembra che sul piano “antropologico” l’essere “di sinistra” abbia una consistenza maggiore dell’essere “di destra”. Ad affermarlo non sono solo io, ma vari libri che sono stati spesi sull’argomento. Guarda caso, la volontà di andare “oltre” una divisione che alcuni considerano “obsoleta” se non “manichea” è venuta finora soltanto da destra, mai da sinistra. A destra c’è divergenza non solo sugli obiettivi da raggiungere, ma anche sulla natura stessa della propria genealogia. Alcuni intellettuali “di destra” hanno persino messo in discussione l’esistenza stessa di tale categoria.

    E’ un dato di fatto che nel “nostro” campo si è portati a litigare molto più frequentemente che in quello avverso. Forse perché, a differenza di quanto storicamente avvenuto a sinistra, la destra non si è mai identificata in un partito-Stato e raramente ha potuto contare sul cosiddetto “intellettuale organico”. Tra noi, a dispetto di ciò che comunemente si crede, c’è maggiore indipendenza di giudizio e anche una naturale predisposizione all’individualismo. Non a caso l’intellettuale “di destra”, quando può, non manca di riservare le sue stilettate più pungenti a chi gli è politicamente più vicino, rispetto a chi, invece, è teoricamente più lontano.

    Anche noi, su POL, non ci siamo fatti mancare le nostre belle polemiche, culminate pochi mesi fa in una sorta di tragedia greca che ha lasciato morti e feriti disseminati sul campo. Come sempre accade in casi come questi le ragioni di un insuccesso sono molteplici e nessuno può ritenersi immune da colpe. Facendo una personale autocritica sono giunto a ritenere che l’operazione tentata fosse giusta di per sé, ma che sia naufragata per due motivi specifici:

    1) non eravamo preparati culturalmente a condividere lo stesso spazio e non erano ben chiari i motivi del nostro incontro;

    2) il luogo stesso dove ci si proponeva di dibattere non era (come sarebbe dovuto essere) “neutro”, ma apparteneva ad una certa area della destra, orgogliosa della propria specificità non meno delle altre.

    La nostra incapacità ad interagire ha posto ancora una volta di più il problema su ciò che, con grande approssimazione, tutti noi intendiamo col termine “destra”. E questo problema mi piacerebbe affrontarlo con voi (e con chiunque altro vorrà intervenire) senza pregiudizi di alcuna natura.

    Per prima cosa vorrei sapere se ognuno di noi intende la “sinistra” come il proprio obiettivo polemico. In secondo luogo, se si considera legittimo, sul piano storico e su quello politico, utilizzare il termine onnicomprensivo “destra” in opposizione a ciò che con minore approssimazione si usa ancora chiamare “sinistra”. In terzo luogo chiedo quale potrebbe essere in definitiva il “minimo comun denominatore” che permetterebbe alle varie “destre” di riconoscersi come appartenenti alla stessa famiglia. Quarto ed ultimo punto, quali le ragioni attuali per una militanza ideale, politica e partitica “a destra”.

    Penso infatti che se non superiamo questo ostacolo iniziale che interessa le ragioni stesse di un comune impegno a destra, ogni tentativo di confronto sarà vanificato dalla singolarità dei singoli approcci.

    Apro questo thread con l’intenzione, perciò, di provare a fare chiarezza sulle ragioni stesse del nostro impegno politico.

    Se l’intento avrà un buon fine, allora potrà rappresentare un punto d’inizio per un eventuale percorso futuro portato avanti su una base, una consapevolezza e un luogo diversi che non in passato. Viceversa, avremmo constatato che una base culturale e politica di una destra non esiste, oppure che non tutto ciò che passa all’attenzione come “destra” è da ritenersi tale. In ogni caso, penso che un dibattito del genere ad ognuno di noi certo male non farà. E ci permetterà se non altro di superare i recenti dissapori non per mezzo di una sterile riappacificazione “formale”, ma sulla base di un dibattito a viso aperto che ci metta tutti in discussione, affrontato senza la pretesa di dover difendere alcunché di ideologico ma dando per scontata la diversità delle posizioni di ciascuno di noi.

    Si tratta, in parole povere, di valutare se – a dispetto della consapevolezza comune che affratella ancora liberali riformisti, laburisti, radicali, socialisti, ecologisti e persino veterocomunisti – sia legittimo o meno, da parte nostra, tracciare i contorni di un’ipotetica “famiglia” che includa le varie "destre", ovvero i conservatori liberali, i controrivoluzionari, i reazionari, i radicali di destra e i neofascisti.

    In pratica, verificare se l’ipotesi, più volte lanciata e mai realmente perseguita, di “nessun nemico a destra” abbia davvero, almeno nel nostro caso, una reale possibilità.

    Grazie dell’attenzione.


    Florian




    Questo scritto è stato pubblicato anche sul forum "Rivoluzione Conservatrice" e si ritiene indirizzato a tutte le varie "destre" presenti su Politica in Rete.
    Ultima modifica di Florian; 01-02-10 alle 19:24

  2. #2
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    Predefinito Rif: Nessun nemico a destra

    analisi condivisibile anche se aggiungerei che in quel forum di triste memoria esistevano posizioni che erano veramente inconciliabili, pur proclamandosi ognuno dei partecipanti di destra.
    La destra non segue una regola e una disciplina come la sinistra che è spesso disciplinata e indottrinata, lo si vede anche nel gioco delle elezioni dove la sinistra riesce a esprimere un solo candidato presidente mentre la destra, se calcoliamo anche il PCF presenta ben 4 liste, 5 se aggiungiamo BNP che di sinistra non è

    Un dato di fatto su cui riflettere, fa piacere sentire Florian dire nessun nemico a destra, lui che sembrava vedere nemici anche quando forse erano solo persone che si esprimevano in modo "colorato" ma non nemici, una riflessione interessante che forse potrebbe essere ripetuta con piu' maturità e cercando di filtrare che veramente è incompatibile perchè non accetta la democrazia

    Le federazioni su POL/PIR sono sempre state felici e hanno sempre portato molti partecipanti, l'importante è fare federazioni paritarie dove 3-4 diverse posizioni siano viste alla pari a prescindere dal numero dei partecipanti
    Ultima modifica di FrancoAntonio; 01-02-10 alle 18:59

  3. #3
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    Predefinito Rif: Nessun nemico a destra

    Come spesso accade, bisogna saper distinguere la teoria dalla pratica politica. A livello ideale, infatti, continuo a ritenere possibile non solo una intesa tattica, ma una alleanza strategica fra tutte le forze della destra, in nome della lotta al comune nemico - il progressismo, il laicismo, l'ateismo, il materialismo, il comunismo, il disordine - e soprattutto dei valori e delle sensibilità che, a dispetto delle apparenze, accomunano chi sta dalla parte dell'ordine, della reazione, della conservazione: l'amore per la tradizione, il rispetto dell'identità cristiana, l'anti-egualitarismo, ed altro ancora.
    Purtoppo, però, bisogna fare i conti con la realtà concreta, con i caratteri dei protagonisti, dei leaders politici, spesso contraddistinti dall'egoismo, dall'asprezza d'animo, dall'incomunicabilità.
    Il problema della destra non è tanto la ricerca di un nucleo di valori comuni di sottofondo, di una storia insomma da apprezzare e difendere, bensì la grande incapacità dei suoi esponenti nell'attrarre le forze vicine e a costruire progetti organici.
    Possiamo toccare con mano questa incapacità anche in un piccolo spazio virtuale come PIR: gelosie, veleni, sospetti, vendette sbriciolano il campo della destra. Coloro che desiderano l'unità vengono isolati od irrisi.
    E' forse troppo pretendere una "fusione" delle destre, la creazione di un'unica area che si vorrebbe omogenea. E' impossibile associare ed integrare ai livelli più bassi gruppi che comunque si distinguono per idee, valori e programmi peculiari e specifici.
    Tuttavia, io sono il primo a non capacitarmi di questa incapacità a trovare qualche forma di collaborazione, un punto d'incontro insomma, in grado di favorire il dialogo, lo scambio, l'arricchimento politico e culturale reciproco, nonchè, naturalmente, una alleanza in funzione della vittoria nell'eterno scontro fra conservazione e progressismo, fra ordine e caos.
    La sinistra, alla fine, riesce a trovare una sintesi, mentre la destra resta unita solo se, per mero accidente, si trova un capo, all'apparenza forte ma pur sempre temporaneo. Lo vediamo nella realtà politica italiana: le varie anime della destra, appena passata l'era berlusconiana, sono pronte a scannarsi, a polverizzarsi. E questo, ahimè, a tutto vantaggio delle forze avversarie.
    Anche qui su PIR assistiamo ad uno scannamento reciproco, ch porterà solo ad una disfatta globale. Riusciremo a ricostruire un progetto serio, degno di questo nome, sulle macerie della destra?
    E' il mio obbiettivo, il mio sogno non segreto, che a tempo debito, ma non lontano, anzi, cercherò di portare a termine.
    Ma posso già affermare con una certa sicurezza che non mancheranno polemiche, recriminazioni, distinguo, sfilacciamenti, rifiuti, tradimenti.
    Tutto questo è un pò triste, ma non vale davvero la pena di rinunciare, perchè dall'altra parte il Nemico ascolta e guarda soddisfatto, preparandosi ad un inaccettabile trionfo. E io, e noi, non possiamo permetterlo. Mai!

  4. #4
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    Predefinito Rif: Nessun nemico a destra

    Per prima cosa vorrei sapere se ognuno di noi intende la “sinistra” come il proprio obiettivo polemico.
    Per quanto mi riguarda, certamente sì. Non uso la maggior parte del mio tempo per criticare o peggio denigrare la Reazione, che guardo comunque con un certo apprezzamento in alcuni dei suoi aspetti. Neppure posso elevare a mio nemico il liberalismo moderato e conservatore: nel XXI secolo, a democrazia affermata e compiuta, questa forza rappresenterà piuttosto un alleato da non consegnare alla sinistra.
    Il mio obiettivo politico è e rimarrà sempre la sinistra, definita come il campo del progressismo becero e deteriore, del caos detestabile, del materialismo privo di valori, dell'ateismo arido e sterile.



    In secondo luogo, se si considera legittimo, sul piano storico e su quello politico, utilizzare il termine onnicomprensivo “destra” in opposizione a ciò che con minore approssimazione si usa ancora chiamare “sinistra”.
    Uhm, qui ho qualche dubbio in più, perchè nel corso degli ultimi due secoli, a partire dalla nascita della dicotomia destra/sinistra (che possiamo individuare in embrione nell'Assemblea Nazionale Francese), in realtà i due campi si sono divisi al loro interno. Nel secondo dopoguerra le ali estreme si sono via via ridotte, e sono rimaste le forze più moderate (anche se non è sempre vero: cosa possiamo trovare di più feroce del programma "socialista" di Zapatero?).
    Possiamo generalizzare - e lo facciamo spesso, talora anche a fini polemici - e denominare sbrigativamente questi campi come "destra" e "sinistra", ma prevalgono forse le differenziazioni interne. Comunque, non c'è difficoltà alcuna ad usare il termine "destra" come sinonimo e sintesi di uno spirito particolare, amante dell'ordine, della tradizione, dei valori religiosi, dell'identità del popoli, dell'onore, del merito, della responsabilità, dell'autorità, della gerarchia, in opposizione allo spirito progressista, "sinistro".



    quali le ragioni attuali per una militanza ideale, politica e partitica “a destra”.
    Contrastare la deriva progressista, materialista e laicista, onde preservare il buono che c'è nell'esistente, ed attuare le riforme necessarie per il bene comune. Non c'è battaglia più onorevole di questa.

  5. #5
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    Predefinito Rif: Nessun nemico a destra

    Accolgo un' obiezione di Candido circa l'identificazione della destra con la democrazia per aggiungere una sorta di postilla al precedente ragionamento.

    Noi dobbiamo intendere la destra come un qualcosa di alternativo alla sinistra, un'eterna reazione alle posizioni prese da questa dal 1789 ad oggi, oppure scollegare la destra dalla sinistra e tracciarne dei valori assoluti? Ovvero: la destra è l'opposto speculare della sinistra oppure il contrario di essa?

    Per chiarire la questione farò due velocissimi esempi.

    1) La sinistra odia Berlusconi. La destra non odia nessun leader di sinistra perchè si ritiene, a differenza di essa, "liberale".

    2) La sinistra ha sempre mostrato comprensione e talvolta ha persino inseguito le sue componenti più estremiste. Il silenzio decennale su Stalin e Robespierre, il mito di Castro e Che Guevara, e l'attuale simpatia per Chavez, mostrano come per la sinistra la lotta contro il totalitarismo e il populismo autoritario hanno valore sono quando questi sono impersonati dalla destra.
    Viceversa, a destra prima di ogni impegno anticomunista e antisocialista si richiede la fedeltà all'antifascismo (magari nell'ambito dell'antitotalitarismo) e alla democrazia liberale.

    Questo è ciò che generalmente accade in Italia come altrove. Ciò che la sinistra si "concede", la destra si nega "per principio" o per soggiacenza al politically correct.

    La mia domanda, al riguardo, è la seguente: è politicamente giusto accettare di porsi su di un piano diverso rispetto a quanto fa l'avversario?
    Ultima modifica di Florian; 01-02-10 alle 19:47

  6. #6
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    Predefinito Rif: Nessun nemico a destra

    Per chi sta a sinistra è molto più facile fare squadra in quanto abituati a vivere intruppati, irregimentati e cementati nei propri falsi ideali. Dall'altra parte, invece, lo spirito "anarchico"(passatemi il termine, vi prego) dell'uomo libero che si colloca a "destra" lo porta inevitabilmente a battibeccare con chiunque e ovunque. Non basta dire " guarda che anch'io la penso come te", perchè se dici una stronzata l'uomo di "destra" -scusate il virgolettato ma io continuo a navigare oltre, non te le manda a dire. L'uomo libero non sta a sinistra, luogo triste, terra di falso moralismo e becero giustizialismo ma oltre, ben oltre. Se poi, per semplificare, vogliamo dargli una collocazione antica a "destra", non mi taglio le vene per questo. Per anni ho dichiarato il mio essere di Destra, anche quando qualche rischio lo si correva, e non sarò certo io a rinnegare ciò. Credo che il non avere "nessun nemico a destra" possa essere un buon inizio se supportato dalla buona volontà e dalla consapevolezza che a sinistra c'è tutto quel mondo con il naso delicato che ha sempre creduto di essere in modo presuntuoso dalla parte giusta. Una parte che ha monopolizzato la cultura,la storia,la musica il cinema e l'arte in generale; quella parte sinistra che ha sempre disprezzato la propria terra salvo rivalutarla quando riusciva a crearsi le proprie sacche di potere.Nessun nemico a destra perchè il nemico è dall'altra parte.
    NON VOTO NEL REALE,NON VOTO NEL VIRTUALE....GRAZIE!

  7. #7
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    Predefinito Rif: Nessun nemico a destra

    Citazione Originariamente Scritto da SMB Visualizza Messaggio
    Per chi sta a sinistra è molto più facile fare squadra in quanto abituati a vivere intruppati, irregimentati e cementati nei propri falsi ideali. Dall'altra parte, invece, lo spirito "anarchico"(passatemi il termine, vi prego) dell'uomo libero che si colloca a "destra" lo porta inevitabilmente a battibeccare con chiunque e ovunque. Non basta dire " guarda che anch'io la penso come te", perchè se dici una stronzata l'uomo di "destra" -scusate il virgolettato ma io continuo a navigare oltre, non te le manda a dire. L'uomo libero non sta a sinistra, luogo triste, terra di falso moralismo e becero giustizialismo ma oltre, ben oltre. Se poi, per semplificare, vogliamo dargli una collocazione antica a "destra", non mi taglio le vene per questo. Per anni ho dichiarato il mio essere di Destra, anche quando qualche rischio lo si correva, e non sarò certo io a rinnegare ciò. Credo che il non avere "nessun nemico a destra" possa essere un buon inizio se supportato dalla buona volontà e dalla consapevolezza che a sinistra c'è tutto quel mondo con il naso delicato che ha sempre creduto di essere in modo presuntuoso dalla parte giusta. Una parte che ha monopolizzato la cultura,la storia,la musica il cinema e l'arte in generale; quella parte sinistra che ha sempre disprezzato la propria terra salvo rivalutarla quando riusciva a crearsi le proprie sacche di potere.Nessun nemico a destra perchè il nemico è dall'altra parte.
    Poichè il tuo intervento è oltremodo interessante, in quanto esemplificativo di un atteggiamento molto diffuso in quella destra che non si vuole conservatrice e che accetta di malavoglia pure l'appellativo "di destra", consentimi di incitarti a specificare ancor meglio il tuo pensiero.

    Ad esempio, tu parli di una collocazione "a destra" ("antica" - 1789? 1945?) a cui non ti sottrai (come al dichiararti di "Destra"), ma che non ritieni fondamentale. Allo stesso tempo, dichiari tutta la tua contrarietà a quell'altra parte che si dichiara di sinistra (intendi l'intero portato della sinistra internazionale o una specifica fase di essa: giacobina, radicale, comunista, italiana..?)

    Ultima annotazione: da quanto ho capito la ragione della tua militanza a destra (se non proprio della tua identificazione con la Destra) sta nel fatto che consideri questo ambito più libero e meno "irregimentato". E' così?
    Ultima modifica di Florian; 01-02-10 alle 20:20

  8. #8
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    Predefinito Rif: Nessun nemico a destra

    http://forum.politicainrete.net/rivo...tml#post871617

    Per non ripetermi, questo è il link del mio intervento allo stesso thread su RC.

  9. #9
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    Predefinito Rif: Nessun nemico a destra

    Citazione Originariamente Scritto da SMB Visualizza Messaggio
    Per chi sta a sinistra è molto più facile fare squadra in quanto abituati a vivere intruppati, irregimentati e cementati nei propri falsi ideali. Dall'altra parte, invece, lo spirito "anarchico"(passatemi il termine, vi prego) dell'uomo libero che si colloca a "destra" lo porta inevitabilmente a battibeccare con chiunque e ovunque. Non basta dire " guarda che anch'io la penso come te", perchè se dici una stronzata l'uomo di "destra" -scusate il virgolettato ma io continuo a navigare oltre, non te le manda a dire. L'uomo libero non sta a sinistra, luogo triste, terra di falso moralismo e becero giustizialismo ma oltre, ben oltre. Se poi, per semplificare, vogliamo dargli una collocazione antica a "destra", non mi taglio le vene per questo. Per anni ho dichiarato il mio essere di Destra, anche quando qualche rischio lo si correva, e non sarò certo io a rinnegare ciò. Credo che il non avere "nessun nemico a destra" possa essere un buon inizio se supportato dalla buona volontà e dalla consapevolezza che a sinistra c'è tutto quel mondo con il naso delicato che ha sempre creduto di essere in modo presuntuoso dalla parte giusta. Una parte che ha monopolizzato la cultura,la storia,la musica il cinema e l'arte in generale; quella parte sinistra che ha sempre disprezzato la propria terra salvo rivalutarla quando riusciva a crearsi le proprie sacche di potere.Nessun nemico a destra perchè il nemico è dall'altra parte.
    Mah, non credo che i moralizzatori siano solo a sinistra né l'uomo libero (che poi è il classico libero pensatore quindi più un sinistro che un destro a mio modo di vedere) solo a destra.

  10. #10
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    Predefinito Rif: Nessun nemico a destra

    Citazione Originariamente Scritto da Florian Visualizza Messaggio
    1) La sinistra odia Berlusconi. La destra non odia nessun leader di sinistra perchè si ritiene, a differenza di essa, "liberale".
    Io trovo che al giorno d'oggi il liberalismo sia trasversale, la differenza la fanno altre cose. Se poi andiamo ad analizzare i fatti piuttosto che le parole si può dire senza remore che la destra berlusconiana ha ben poco di liberale.

    2)Viceversa, a destra prima di ogni impegno anticomunista e antisocialista si richiede la fedeltà all'antifascismo (magari nell'ambito dell'antitotalitarismo) e alla democrazia liberale.
    Io credo che a parte le dichiarazioni necessarie in un'epoca democratica, la destra sia stata ben poco antifascista (al massimo a-fascista) in Italia.
    Per quanto riguarda i totalitarismi diciamo che ognuno difende i suoi, e ognuno tira acqua al suo mulino, ma i sinistri sono sempre quelli più intransigenti. Tanto è vero che ormai vi sono più ammiratori di un Chavez a destra che non a sinistra.
    Ultima modifica di José Frasquelo; 02-02-10 alle 11:15

 

 
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