NUOVI NON ALLINEATI IL SUDAMERICANO SEGUE LE ORME DELL’ALLEATO DI TEHERAN RIVENDICANDO I DIRITTI DEGLI «OPPRESSI» DEL TERZO MONDO
Chavez insulta Bush: sei il diavolo
Il presidente venezuelano alle Nazioni Unite: «Quando c’è lui si sente puzza di zolfo»
21/9/2006
di Maurizio Molinari</SPAN>
George BushNEW YORK. Hugo Chavez segue le orme di Mahmud Ahmadinejad e dal podio del Palazzo di Vetro lancia una raffica di insulti contro gli Usa e di accuse contro l’Onu. Il presidente venezuelano ha portato l’affondo contro la persona di George W. Bush definendolo «il diavolo»: «Quando si allontana si sente uno strano odore di zolfo». «Ieri su questo podio è venuto il diavolo - ha detto Chavez all’Assemblea, facendosi il segno della croce - ed ha parlato come se fosse il padrone del mondo». E subito dopo, mostrando una copia del libro del linguista Noam Chomsky «Hegemony or Survival», ha accusato la Casa Bianca di «dominazione, sfruttamento e bombardamento dei popoli».
Facendo il verso a Bush, che il giorno prima si era rivolto ai popoli di Iran e Siria, Chavez si è indirizzato al «popolo americano» chiedendo di «porre termine alla minaccia» costituita dal presidente perché «è come una spada sulla testa». Per Chavez il carattere «diabolico» di Bush è l’altra faccia della delegittimizzazione dell’Onu, il cui Consiglio di Sicurezza è «paralizzato da un immorale diritto di veto nelle mani degli Usa». La richiesta del leader venezuelano all’Assemblea Generale è dunque di portare a termine una riforma dell’Onu che modifichi radicalmente la struttura del Consiglio di Sicurezza e privi Washinton «del diritto di veto che ha consentito a Israele di aggredire il popolo libanese».
Termini e contenuti dell’arroventato discorso di Chavez hanno ripreso l’intervento che era stato pronunciato martedì notte dall’iraniano Mahmud Ahmadinejad, che da un lato aveva accusato gli Usa di voler «dominare il mondo» e dall’altro aveva imputato all’istituto del diritto di veto «nelle mani di Usa e Gran Bretagna» la carenza di legittimità morale dell’Onu. Se le similitudini fra Chavez ed Amadinejad confermano l’intesa nel voler creare un nuovo fronte internazionale in contrapposizione a Washington ed all’Occidente, alcuni dei passaggi pronunciati dal presidente iraniano lasciano trapelare l’intenzione di assegnare a Teheran un ruolo di guida dei non allineati. «Il comportamento immorale di Stati Uniti e Gran Bretagna è la più grande sfida ad un Consiglio di Sicurezza che non risponde più ai bisogni dell’umanità e degli oppressi», ha detto Ahmadinejad, invocando una riforma che da subito assegni «un seggio permanente con diritto di veto al movimento dei non-allineati, all’Unione africana ed all’Organizzazione della conferenza islamica» perché «i cittadini di Asia, Africa Europa ed America sono tutti uguali».
L’estrema prova della delegittimazione dell’Onu per Ahmadinejad è nel fatto che fu il Palazzo di Vetro nel 1947 a votare la nascita di Israele: «Con il pretesto di proteggere alcuni dei sopravvissuti alla Seconda Guerra Mondiale la terra di Palestina venne occupata ed i suoi abitanti cacciati, ponendola sotto il controllo di alcuni di questi sopravvissuti e di un gruppo ancora più grande giunto da altre nazioni dando vita ad una tragedia senza precedenti nella Storia». Con un estremo segno di disprezzo nei confronti di Israele, Ahmadinejad non ha mai pronunciato nè il nome dello Stato nè il termine «ebrei» per definire gli scampati alla Shoah.
Ad unirsi all’offensiva anti-Usa dal podio dell’Onu è stato il presidente boliviano, Evo Morales, sventolando di fronte all’Assemblea Generale una foglia verde di coca per rivendicare il diritto a coltivarla liberamente - in contrasto con le richieste di Washington - e definendola «meno pericolosa» delle bevande della Coca-Cola.
La reazione dell’amministrazione Bush agli attacchi ricevuti non è tardata. Alla volta di Ahmadinejad il portavoce Tony Snow ha ribattuto: «Aspettiamo che accettino di sospendere l’arricchimento dell’uranio».
Come dire: Teheran tenta di sviare l’attenzione dal dossier nucleare. Mentre è stato l’ambasciatore all’Onu, John Bolton, a replicare a Chavez: «Ha il diritto di esprimere la sua opinione, purtroppo è il popolo del Venezuela a non possederlo».