Nucleare: dividere Ue e Usa, l'obiettivo di Ahmadinejad
di Il Legno Storto
di Giampiero de Andreis (Velino)
"Il problema riguardante il pacifico programma nucleare dell'Iran potra' essere risolto se i paesi europei prenderanno una posizione indipendente dagli Stati Uniti". È il commento rilasciato all'agenzia Irna dal presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad dopo l'incontro di ieri con Romano Prodi, un colloquio che il presidente del Consiglio ha definito "interlocutorio". Sembrano dunque fondate le preoccupazioni americane sulla volonta' iraniana di dividere la comunita' internazionale per ritardare, se non scongiurare del tutto, l'imposizione di sanzioni economiche da parte del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. E appare altrettanto verosimile la possibilita' che Teheran punti anche su Roma, che ha rilevanti interessi in Iran, per rompere l'unita' dell'Occidente. Non possono dunque essere casuali le parole pronunciate ieri da Prodi prima dell'incontro con Ahmadinejad, quando il Professore aveva parlato esplicitamente dell'eventualita' delle sanzioni. Per l'Italia, che ambisce a entrare ufficialmente nella squadra negoziale, e' infatti necessario rassicurare i paesi del P5+1 (i membri permanenti del Consiglio piu' la Germania) sul fatto che non costituira' l'anello debole della catena.
Che l'Iran stesse cercando di dividere la comunita' internazionale per guadagnare tempo era noto da tempo. Ma se prima l'attenzione era rivolta soprattutto verso la Russia e la Cina, dopo l'accordo tra i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza l'obiettivo della leadership di Teheran e' diventata l'Europa, nota per le sue perenni divisioni interne. Non a caso l'agenzia di stampa del regime ultimamente ha moltiplicato lo spazio dedicato al Vecchio continente: ieri, per esempio, sul sito internet dell'Irna campeggiava uno stralcio del discorso pronunciato dal presidente francese Jacques Chirac all'Assemblea generale dell'Onu in cui veniva enfatizzata la volonta' europea di proseguire con il dialogo. L'Ue, proprio per evitare di farsi trovare per l'ennesima volta divisa su un'importante questione di politica estera, ha rinnovato la propria fiducia all'Alto commissario Javier Solana, nonostante il tempo concesso all'Iran per fermare l'arricchimento dell'uranio sia scaduto circa un mese fa. Mister Pesc incontrera' il negoziatore iraniano Ali Larijani la prossima settimana a Vienna e presumibilmente mettera' sul tavolo le proposte di Frank-Walter Steinmeier e di Mohammed El Baradei sulla creazione di un mercato del combustibile nucleare prodotto in paesi terzi sotto il controllo dell'Aiea. Proposte che tuttavia, secondo gli osservatori piu' accreditati, il regime di Teheran non accettera', in nome dell'indipendenza del paese e della legittimita' del programma "ricerca e sviluppo" secondo le regole del Trattato di non proliferazione.
Qualora questo fosse l'esito della trattativa, secondo gli accordi di febbraio all'Onu che hanno rimandato la questione al Consiglio di Sicurezza, la strada verso le sanzioni dovrebbe notevolmente accorciarsi. È proprio per guadagnare tempo che Larijani avrebbe rinviato il suo incontro con Solana, previsto questa settimana a New York. Gli osservatori non escludono neanche l'ipotesi di ulteriori rinvii. Ma la tattica dilatoria del regime degli ayatollah potra' funzionare solo se uno o piu' attori tra Unione europea, Russia e Cina si sfilera' dalla linea intransigente portata avanti dagli Stati Uniti. Un obiettivo che Teheran continuera' a perseguire con ogni mezzo: dal ricatto petrolifero alle blandizie economiche. Argomenti che - la dirigenza iraniana ne e' perfettamente cosciente - sono molto sensibili per l'Italia, che con la Repubblica islamica ha un interscambio vicino ai cinquemila miliardi di euro.