Intercettazioni/ Maroni (Lega) ad Affari: Tronchetti Provera non poteva non sapere. E se Prodi tace...
Venerdí 22.09.2006 14:22
"E' una vicenda inquietante, di cui dovrà parlare il presidente del Consiglio giovedì prossimo alla Camera, quando verrà a riferire sul caso Telecom. C'è un'inchiesta giudiziaria in corso, è vero, ma giovedì Prodi sarà in Aula per parlare di Telecom, non della Fiat. E visto che le intercettazioni vengono da lì e che si è preso una settimana, utilizzi questo tempo per raccogliere le informazioni e venga a riferire in Parlamento senza essere elusivo e evasivo come di solito fa". Parola del capogruppo della Lega alla Camera, Roberto Maroni, intervistato da Affari sullo scandalo delle intercettazioni.
Quindi Prodi non deve parlare solo dell'industria delle telecomunicazioni, come dice qualcuno del Centrosinistra...
"Non c'entra l'industria telefonica in Italia, altrimenti sarebbe venuto il ministro Gentiloni. Qui si tratta dell'affaire Telecom e dei suoi rapporti con Palazzo Chigi. E visto che l'affaire Telecom riguarda tutto quello che è successo, a partire dal suicidio di Bove, da quell'episodio in poi Prodi ci racconti che cosa sa il governo di queste vicende. E poi ci spieghi anche perché ha tentato di interferire sugli assetti e sui piani industriali. Non è possibile separare nettamente i due aspetti".
Sono legati...
"Esatto. Quindi, quale migliore occasione per il governo dell'audizione che ci sarà giovedì prossimo? Prodi ha la possibilità di dire non solo al Parlamento ma a tutto il Paese se possiamo stare tranquilli, se dobbiamo cambiare gestore telefonico, come minimo, o se anche questo non è sufficiente e quindi dobbiamo smettere di parlare al telefono".
Tutti si chiedono, chi è il mandante di questa centrale di spionaggio?
"Bisognerà capire, se Prodi ha qualche informazione verrà a comunicarcela. Il teorema 'non poteva non sapere' è stato teorizzato dalla Procura di Milano per Berlusconi, per cui tutto quello che facevano i suoi manager lui non poteva non saperlo. Applicando paro paro lo stesso teorema, Tronchetti Provera non poteva non sapere. E anche gli altri vertici di Telecom in questi anni, quindi forse perfino Colaninno".
E la politica?
"Visto lo stretto legame tra Telecom e la sinistra, prima D'Alema poi Palazzo Chigi, per la proprietà transitiva dell'uguaglianza se non poteva non sapere il presidente di Telecom, probabilmente, qualche cosa la sapevano anche i protettori politici dei vertici del gruppo telefonico in questi anni. Il dubbio c'è e la migliore occasione che il governo ha per cancellare questi dubbi è l'audizione che Prodi farà giovedì. Saremo tutti molto attenti a quello che dirà, ma non può pensare di venire ed essere reticente e dire non so. Palazzo Chigi ha cercato di condizionare persino il piano industriale di Telecom".
Che cosa deve fare ore il governo?
"Raccogliere tutte le informazioni, anche presso la magistratura. Il ministro dell'Interno può farlo anche sulle indagini in corso, perché è il responsabile unico nazionale per la sicurezza e questo è un problema di ordine sociale oltre che di sicurezza. Il fatto è così grave da indurre il governo a raccogliere queste informazioni e a venire a riferirle in Parlamento. Qui non è solo una questione di intercettazioni a luci rosse, ma si sta delineando un sistema che rischia di minare le basi stesse della democrazia".
Qualcuno l'ha paragonato alla P2...
"Infatti, pensavo proprio a quello. Allora tremarono le fondamenta della democrazia italiana e si fece una commissione di inchiesta guidata da Tina Anselmi con un'iniziativa molto forte. Ora non so se siamo nella stessa situazione; però, di fatto, la vicenda è molto grave. Prodi acquisisca tutte le informazioni, anche dalla magistratura, e venga giovedì senza reticenze, senza non so e senza zone d'ombre. Perché altrimenti vorrebbe dire che i sospetti di qualche strana liaison tra la politica e questo mondo torbido sarebbero confermate".