(ho dimenticato di postarlo a dibattito sul Libano in corso)

Si è entusiasmato. Gli occhi gli sono finiti nella ciccia da statista porchettaro qual è. E’ diventato rosso-bresaola per la contentezza. Se non fosse che la bresaola è troppo magra per trasformarti la faccia in una caricatura vivente. Meglio, sospirante.
Tant’è: ce l’abbiamo come premier questo pasionario dell’insaccato e ce lo dobbiamo tenere. Si spera, almeno, che lo schiodino dalla seggiola il prima possibile.

Si diceva dell’entusiasmo del porchettaro. Gli è squillato il telefono. Dall’altra parte c’era Olmert, il primo ministro israeliano, che gli ha chiesto di comandare la missione nel sud del Libano. Poi è risquillato, ed era Siniora, il premier col contratto a tempo del Paese dei cedri. E pure lui gli ha chiesto di guidare la brigata. Immaginate la soddisfazione: un utile idiota messo lì per la sua brillante disponibilità al passivismo che si trova, d’un tratto, capo supremo della missione più rischiosa sulla faccia della Terra.
Facile, a questo punto, capire il perché di tanta letizia. Lui che in omaggio alla progressista coerenza si è sempre detto contrario a guerre, armi e missioni militari (solo perché non le decideva lui allora), adesso si è rimangiato la paccottiglia pacifista pur di controllare la tavola del risiko. Peccato che sia troppo occupato a giocare coi soldatini per capire in che pasticcio stia ficcando noi cittadini-contribuenti e i nostri ragazzi in divisa. Non gli viene il minimo sospetto al prode romano se nessuno dei Paesi non bananas non invia manco un fante zoppo. Non un americano, non un inglese, non un tedesco. Ma ci sono i francesi, giusto loro, e tanto bastava all’utile idiota per sbandierare che “l’Italia non è sola”. Poi c’è la Finlandia, il Bangladesh e la Malesia: vuoi mettere?

Il danno ormai è fatto: un disastro internazionale partorito dall’incoscienza di questo imbecille e, ancor peggio, dal delirio filoarabo di un ministro degli esteri con un debole per i terroristi. Che però sono anche parlamentari e questo a baffetto è sufficiente per passeggiarci insieme e magari condividerci qualche romantico tramonto. Che poi gli Onorevoli terroristi rapiscano pure un paio di soldati e lancino qualche migliaio di razzi sui civili israeliani, beh questa è la solita propaganda sionista.
Andiamo in Libano dunque, con buona pace dei professionisti della Pace, quelli che hanno fatto i milioni con la retorica della “pace che è meglio della guerra” (vedi che cervelli acuti…) e degli “ebrei nazisti”. Tanto lorsignori i figli non ce li devono mettere su due autobus diversi perché almeno uno torni a casa. Ma a scrivere queste cose si viene rimproverati di tacere della famosa “sproporzione” della reazione israeliana. Dicono: qualche razzo libanese contro i bombardamenti di Gerusalemme. Che ovviamente hanno prodotto caterve di vittime innocenti (bambini, soprattutto bambini: fissate la parola magica che questa è sporca retorica antisemita). Quelle che poi si rialzano e si scrollano la polvere di dosso dopo essere state fotografate dal compiacente fotografo con il terzomondismo nella testa e la kefiah nel cuore.

Certo è “sproporzione” quella dell’unica democrazia dell’area, assediata dalle infami satrapìe che le stanno attorno. Da quei pietosi fantocci statali privi di uno straccio di esercito regolare ma con sfavillanti milizie terroristiche. E’ “sproporzione” perché un razzo non è mica paragonabile a un bombardamento, vero? E’ “sproporzione” perché Israele dovrebbe esserci abituato: perché innervosirsi a tal punto per quattro missili sui civili? Ma è “sproporzione” soprattutto perché di mezzo c’è la solita, “indegna entità sionista”, solo per questo. Razzismo puro, ma di classe non c’è dubbio. Fosse stata la Siria non avrebbero fatto mezza marcetta. E aggiungiamoci pure che è “sproporzione” visto che quei katyusha sono finiti sulle solite città israeliane, mica sul Colosseo o sul Duomo di Milano. I nostri pacifisti d’accatto possono stare tranquilli tanto a crepare continueranno a pensarci gli ebrei. E ad aiutarli a togliersi di mezzo ci saranno sempre gli amici loro e di baffetto.

In Libano non ci sarebbe dovuto andare neanche un elmetto straniero. Tantomeno i puffi di Annan coperti dalle classiche – vergognose per la loro inutilità – risoluzioni di fumo. Solo Israele ha il diritto di gestire la sua sicurezza. E come meglio crede se è vero che i soldati di Tsahal non hanno l’abitudine di lanciare razzi sui vicini o di rapirne i soldati. Stavolta avrebbe dovuto premere l’acceleratore fino in fondo lo Stato ebraico, lanciando una vasta campagna di terra e stanando gli Hezbollah casa per casa. Olmert avrebbe dovuto portare agli israeliani la testa di Nasrallah su un vassoio d’argento. Ma Olmert non è Sharon, che continuiamo a piangere, e, soprattutto, Olmert è quello che dovrebbe scegliersi gli amici con più cura: meglio i Veri Statisti dei soldatini porchettari.

Italianhawk