(in risposta ad un qualche articolo di Ferrara che "criticava" Berlusconi dopo una sconfitta elettorale)
LETTERE AL DIRETTORE
Il Foglio, 16.9.2003
Signor direttore, lei rischia un vizio che non le si addice: il moralismo. La qualità della sua vita è stata quella di un trasgressore di linguaggi stabiliti, oggi lei sta diventando la figura opposta del trasgressore, cioè un censore di Berlusconi e del centrodestra. Tanto che regna intorno a lei un certo conformismo, non credo che Belpietro potrebbe recensire il giornale cognato con la sua supponenza. Lei ha scelto di essere il politically correct del centrodestra. Se facessi l’analisi del suo linguaggio, direi che il fiume è tornato alle sorgenti. Il mio principio è un altro e lo dirò sfidando il suo linguaggio e parafrasando Quintiliano: maxime debetur Berlusconi reverentia, perché è l’uomo che ha salvato l’Italia e la democrazia dal Comunismo. In tempi gravi come questi non occorre fare sfoggio di intelligenza (sa che me lo potrei permettere) ma di fedeltà. Soprattutto da chi a Berlusconi deve di poter dimostrare quanto è intelligente. La rubrica non me lo consente ma vorrei chiudere dicendo in verità "con stima e vivo affetto".
Don Gianni Baget Bozzo