Eccone un esempio.
«Volevano rimandarci in casa mio padre aguzzino»
INDULTO / Una donna di Marostica (Vi) racconta il dramma suo e della madre dopo anni di violenze e terrore
mirco maggi
Marostica (Vi) - Che l’indulto abbia fatto più danni che benefici è risaputo; che sia stato un provvedimento sbagliato è sotto gli occhi di tutti; che non abbia fatto altro che riempire le strade di delinquenti a fatica arrestati è tristemente noto, ma a volte qualcuno si dimentica che l’indulto ha fatto anche piangere, e ha fatto male a tante persone a cui questo assurdo provveddimento ha riaperto ferite non ancora rimarginate.
Grazie all’indulto Antonio Azzolin, 70 anni, un padre padrone che aveva violentato la figlia a nove anni e che aveva costretto la moglie a prostituirsi, da tempo in prigione per numerosi reati, è tornato bellamente libero e si è presentato al suo ex capezzale, come se nulla fosse, pretendendo di rientrare in possesso del suo ruolo di padre violentatore e di marito aguzzino.E’ l’allucinante caso raccontato poprio dalla figlia, Illeana Azzolin, 53 anni, di Marostica, che grazie all’indulto si è ritrovata di nuovo scaraventata in quell’incubo che stava cercando di dimenticare.
La sua è una storia difficile addirittura da raccontare, fatta di violenze e di soprusi quotidiani, di una adolescenza rubata e di una esistenza bruciata tra pianti, botte e umiliazioni.
Illeana a nove anni ha subito le violenze dal padre: un uomo che picchiava la moglie e che la obbligava a prostituirsi. Un padre padrone in piena regola che dopo un lungo periodo di indisturbata violenza è finito in carcere per istigazione alla prostituzione e per traffico di armi. Un uomo che ha sempre dettato legge, con le cattive, e che dopo anni e anni di soprusi, era stato messo finalmente in carcere.La mamma di Illeana, una intera esistenza passata nel terrore e nelle privazioni, aveva finalmente trovato il coraggio, grazie alla forza della figlia ormai diventata donna, di allontanare da casa quell’uomo che aveva imposto quella sua legge della violenza e del terrore, tra le mura del loro cascinale alla periferia di Marostica.
E già fin qui la storia ha dell’incredibile, ma quello che più lascia perplessi, oltre al demenziale indulto in se, è che i Carabinieri di Marostica, la mattina in cui è stato scarcerato Antonio Azzolin, si sono presentati a casa della ex moglie e della figlia: «I carabinieri mi hanno informata che mio padre era stato scarcerato e che stava ritornando a casa nostra. Mi hanno invitato a dargli asilo - racconta sgomenta Illeana - E questo è assurdo, mi sembra che la beffa sia duplice: prima lo scarcerano e poi mi chiedono di riprenderlo in casa. Credo che in Italia si sia raggiunto il massimo dell’incoerenza e dell’incomprensione totale».
«E’ dal 1999 che eravamo riuscite a liberarci, con tanto di separazione firmata dopo mille peripezie dal giudice, di mio padre. Già a quell’epoca doveva scontare numerose sentenze - continua Illeana nel suo racconto - inflittegli proprio a causa del suo comportamento in famiglia, ed è poi stato arrestato per reati inerenti al possesso di armi e a quel punto ha dovuto scontare anche le pene pregresse».
Illeana e la madre quel giorno hanno esultato, per un bel pezzo non avrebbero più sentito parlare di quell’uomo, e in questi anni hanno cercato di dimenticare tutto il loro passato tentando di rifarsi una vita decente, visto che parlare di una vita normale non era possibile. Hanno cercato anche di riacquistare tutti i loro beni che l’uomo aveva venduto illegalmente obbligando la moglie a firmare documenti senza il suo consenso, e dopo anni di sacrifici ora potevano quasi dire che ce l’avevano fatta. Ma non avevano però fatto i conti con il Ministro Mastella: l’indulto e una serie di circostanze incredibili hanno interrotto di colpo il loro lento recupero verso una vita almeno accettabile.
«Quando i carabinieri ci hanno detto di riprenderlo in casa non volevamo credere che anche solo una proposta del genere potesse esserci formulata dopo tutto quello che abbiamo sofferto e passato proprio a causa di quell’uomo. Abbiamo immediatamente chiamto i nostri legali - racconta ancora Illeana - che hanno impedito che questo avvenisse. Mia madre è separata dal 1999 e non si capisce perchè, dopo tutto quello che ci è capitato , la legge possa anche solo pensare di rimettere in casa chi ci ha fatto così tanto male».
Illeana adesso vive nella paura che da un momento all’altro il padre tornato libero grazie all’indulto, possa ripiombare nella sua esistenza, sconvolgendo di nuovo la sua vita e quella della mamma che spera finalmente di poter ottenere una giustizia vera.
[Data pubblicazione: 24/09/2006]
La Padania Online.
Con l'Indulto si sono tutelati i delinquenti che stavano "scomodi" in galera,si sono tolti un peso i nostri deputati che in 12 anni non sono riusciti a costruire carceri(ma a chiuderne due gli è riuscito bene),ma i cittadini onesti,le povere vittime chi le tutela?Pro-Indulto vi dovete vergognare.
Che vergogna,e poi c'è gente che si lamenta se gli elettori si astengano.Ovunque ti giri ti viene il vomito.