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Discussione: È il mio orgoglio.

  1. #11
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    Maurizio, quali sono oltre a ON e Terza posizione i movimenti europei che meglio rappresentano queste idee? Recentemente ho avuto dei contatti con la Novelle droit francese e ne sono rimasto deluso, tu che ne pensi?

  2. #12
    alberico
    Ospite

    Predefinito idee e persone

    Grazie Alberico. La cosa ti fa particolarmente onore. Ciò significa che sai distinguere bene tra idee e persona, visto che in altro 3d non mi avevi risparmiato la tua avversione

    Non ho mai nutrito avversione "ideologica" o "personale" nei tuoi confronti anche perchè non ne ho mai avuto motivo. Nell'altro 3d simpatizzavo con la povera Annak perseguitata dall'esercito degli askari. E mi ripeto tro profonda stima per l'operato della seb e devozione verso molti dei titoli pubblicati

  3. #13
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    " (...) hanno incorporato istanze sociali e 'rivoluzionarie' proprie della Sinistra, istanze contro le quali gli uomini della vera Destra avrebbero preso certamente posizione (...) "........ipse dixit ; e chi quelle istanze sociali e 'rivoluzionarie' , le considera ineludibile dovere ? La difesa poi dell' Ancien Regime è insostenibile ; innanzitutto perchè era un qualcosa di già collassato e poi perchè il continuare a puntellarlo sarebbe significato difendere anche intollerabili e offensivi privilegi . E con questo ultimo punto, forse tocchiamo una nota dolente.

  4. #14
    M. Murelli
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    Citazione Originariamente Scritto da LEONIDA Visualizza Messaggio
    " (...) hanno incorporato istanze sociali e 'rivoluzionarie' proprie della Sinistra, istanze contro le quali gli uomini della vera Destra avrebbero preso certamente posizione (...) "........ipse dixit ; e chi quelle istanze sociali e 'rivoluzionarie' , le considera ineludibile dovere ? La difesa poi dell' Ancien Regime è insostenibile ; innanzitutto perchè era un qualcosa di già collassato e poi perchè il continuare a puntellarlo sarebbe significato difendere anche intollerabili e offensivi privilegi . E con questo ultimo punto, forse tocchiamo una nota dolente.
    Ho già più volte detto altrove, e forse avrei dovuto ripeterlo qui, che Evola è discutibile e rettificabile. Vi è una parte di Evola che attesta "i fondamentali". Lì c'è poco da rettificare, nel caso da sviluppare. E c'è chi lo sta facendo magistralmente. Poi c'è un Evola, quello se così vogliamo dire "politico", un Evola che traduce in prassi valori e pricipi, un Evola che legge la storia (non la "metastoria") che deve essere criticato e aggiornato. C'è chi lo sta facendo magistralmente, per esempio Sandro Consolato (col quale non è necessario essere d'accordo). Io non sono evolomane, né evoliano di stretta osservanza. Qui ho richiamato un suo passo - probabilmente più avanti richiamerò altri autori - ove è possibile vedere come si può assumere il concetto di "destra". Non è necessario "bersi" tutto quel che dice Evola, che è pur sempre un uomo del suo tempo e non un dio in terra.

  5. #15
    leghista nero
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    grande!

  6. #16
    M. Murelli
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    Citazione Originariamente Scritto da ANSUZ Visualizza Messaggio
    Maurizio, quali sono oltre a ON e Terza posizione i movimenti europei che meglio rappresentano queste idee? Recentemente ho avuto dei contatti con la Novelle droit francese e ne sono rimasto deluso, tu che ne pensi?
    Ultimamente non mi sto tenendo aggiornato sui movimenti di destra europei o eurasiatisti. Fino a qualche anno fa, quando seguivo di più le cose estere, notavo che in ogni paese c'erano movimenti di destra radicale che si agganciavano o al nazionalismo o, nei casi più felici, alla tradizione, il loro operato. Ce n'erano nei paesi scandinavi, in Polonia... In Italia una delle cause della sofferenza della destra radicale lo si deve allo sviluppo della Lega che in modo distorto ha puntato sulla questione identitaria profonda facendo grandi pasticci ma catturando un sacco di consensi che avrebbero potuto essere catturati dalla destra radicale. Oggi la Lega è allo sbando ma l'operazione di recupero è difficile. Per due ragioni fondamentali. Le due organizzazioni esistenti sulla piazza si tirano dietro impostazioni invalidanti. Per come la penso io: Forza Nuova ha messo al centro del suo manifesto la dottrina sociale della Chiesa. Questo automaticamente è alienante per i non credenti. Fiamma Tricolore ha un marchio d'origine fatto carico di molte contraddizioni (la Fiamma, intendo, che richiama la non limpida storia del MSI). La "destra radicale" ha bisogno di un restauro profondo e di recuperare una dimensione persa. Se ce ne sarà occasione sarò più specifico. Ribadisco però che queste sono idee mie in parte condivise da altri siongoli soggetti e, non essendo io impegnato direttamente sulla piazza, ho meno autorità di chi si sta spendendo di persona.

  7. #17
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    Citazione Originariamente Scritto da M. Murelli Visualizza Messaggio
    C'era un tempo in cui definirsi fascisti costava caro. Il tempo, per me, era quello degli anni '69-'73. Poi quello del processo. Poi ancora quello della carcerazione. A quel tempo io mi definivo tale: fascista. Oggi usa molto definirsi fascisti, nel tempo in cui non desta più stupore neppure "Ferlandia" (saluto caramente Ferrini). Crescendo ho conosciuto meglio la storia del fascismo e dei fascisti. Mi sono sentito inadeguato e fuori tempo. Non basta più neppure il pudore. Oggi pare essere un rottame chi si definisce di destra, poichè tutti son fascisti. E ci si domanda cosa sia la destra e perché. Ogni tanto lo dico con le parole mie. Ma poi c'è chi dice che mi gonfio il petto nel farlo e sono traditore. Lo faccio dire ad un altro signore cosa s'intende esser di destra. Unsignore che pare esser caduto in disgrazia, un signore di cui si sente spesso parlar con disprezzo. Segno dei tempi, direbbe lui.

    (tratto da: "I testi di Totalità, il Borghese, la Destra", di Julius Evola, edizioni di Ar.
    La Destra e la Tradizione
    L'idea della Destra sta oggi destando un interesse in ambienti abbastanza ampi e vari. Dato il marasma politico e culturale dell'Italia attuale, ciò è certamente un sintomo positivo. Però quando un'idea trova un maggiore suolo di risuonanza accade quasi sempre che essa perda la sua determinatezza, e valga più la formula che non un contenuto preciso. Ciò può dirsi anche per l'idea della Destra, specie quando essa viene riferita ad un piano che non è solamente quello origi*nario, ossia il piano politico, ma viene considerato un atteggiamento generale.
    In questo contesto un problema che può rivestire un interesse speciale è quello dei rapporti fra il concetto di Destra e il concetto di Tradizione. Su di esso è necessario portare l'attenzione se alla Destra si vuol dare un contenuto positivo e non soltanto polemico o oppositivo.
    Il contenuto soltanto polemico della Destra fu implicito nelle origini. Infatti si sa che la Destra fu così chiamata in relazione al posto che nel Parlamento an*darono ad occupare i rappresentanti schieratisi contro gli elementi rivoluzionari i quali per ciò stesso si trovarono ad essere caratterizzati come la «Sinistra». Riferendosi alle assemblee degli antichi regimi, questa opposizione non era però fra elementi equiparabili. Infatti in genere si trattava di regimi monarchici, e la De*stra non agiva per una causa propria ma assumeva la difesa dei superiori princìpi di autorità e di ordine insediati eminentemente al vertice stesso dello Stato. Peraltro, in origine, anche la cosiddetta «opposizione» ebbe un carattere funzionale perché nei rappresentanti di essa era presupposto un lealismo e un cooperativismo — idea, questa, caratteristicamente espressa dalla formula inglese: His Majesty's most loyal opposition. Solo all'apparire di ideologie e movimenti rivoluzionari si venne alla definizione di Destra e Sinistra come schieramenti interamente contrapposti. In questa situazione, alla Destra fu naturalmente proprio l'assu*mere un orientamento conservatore.
    Con ciò si delineano già dei concetti essenziali per la problematica complessiva che qui intendiamo considerare. Col tramonto dell'«antico regime», in parte è anche venuto meno, o si è fatto incerto un superiore principio positivo di riferimento. Già sul piano politico è più facile dire ciò che la Destra non vuole e combatte, che ciò che essa vuole e vuol difendere, a tale riguardo potendosi perfino verificare divergenze di contenuto di non poco momento.
    Anche quando, per estensione, si parla di un orientamento culturale e di una visione di Destra della vita, la definizione in termini soltanto negativi è la più agevole, ma essa è evidentemente incompleta. È necessaria l'introduzione di princìpi positivi, per dar forza ad una vera antitesi: princìpi, i quali in ultima istanza non possono che avere un carattere «tradizionale». Solo che è d'uopo precisare come occorra allora rifarsi ad un concetto della tradizione, particolare ed eminente, in relazione al quale non è per un mero risalto retorico che è divenuto abbastanza d'uso, col delinearsi di una corrispondente corrente di pensiero, scrivere la parola con la maiuscola.
    Infatti, un tradizionalismo generico a carattere empirico o soltanto storico non basta. Ma spesso non è di altro che si tratta, nelle Destre politiche. Abbiamo accennato esser naturale che queste siano «conservatrici», e come tali sono anche «tradizionali», rifacentisi, cioè, ad un sistema dato di principi e di istituzioni che si vuole mantenere o tutelare. A questo livello si resta evidentemente nel campo della fattualità, ed anche della relatività, il riferimento essendo caso per caso a quel che si è avuto semplicemente in retaggio ed a cui solamente in quanto tale si attribuisce un valore, la qualità di cosa da conservare e da preservare.
    Però è possibile una concezione più ampia ed elevata prendendo come riferimento valori costanti di natura universale. Sono tali valori a poter fornire un contenuto positivo ad una vera Destra. In tale accezione il concetto di Tradizione si applica ad un sistema in cui «tutte le attività sono ordinate, in via di principio, dall'alto e verso l'alto».
    Di conseguenza, per una Destra «tradizionale» il presupposto naturale e fondamentale appare essere l'ammissione della realtà di un ordine superiore avente an*che un carattere deontologico, ossia normativo. Anticamente, si poté parlare di un sovramondo opposto al mondo del divenire e della contingenza. In seguito, la base poté essere la religione. In questo caso si presenta, però, l'eventualità di condi*zionamenti limitatori, quando esista una religione positiva istituzionalizzata, una Chiesa, col pericolo pratico che essa allora si monopolizzi l'autorità spirituale (è l'orientamento che storicamente provocò la «contestazione» ghibellina). Così è preferibile tenersi ad un piano più neutro, far valere solo subordinatamente riferimenti di un carattere strettamente religioso e usare piuttosto il concetto di una «trascendenza». Una trascendenza, rispetto a tutto ciò che è semplicemente uma*no, fisico, naturalistico e materialistico, ma non per questo equivalente a qualcosa di distaccato e di astratto, tanto che, quasi paradossalmente, si potrebbe parlar di una «trascendenza immanente», perché ci si deve riferire anche ad una forza reale formatrice, energizzatrice e organizzatrice appunto «dall'alto» e verso l'alto. In ciò si potrebbe indicare il punto di riferimento ultimo dell'orientamento tradizionale, di là da ogni sua espressione e concretizzazione particolare.
    Conseguentemente, lo sfondo per una Destra avente anche un contenuto «tradizionale», e per ogni corrispondente visione del mondo e della vita, do*vrebbe avere un analogo carattere: dovrebbe essere uno sfondo spirituale. Comunque, solo tenendosi a questo piano, si può dare un fondamento ed una legittimazione superiori ad ogni particolare posizione di una Destra tradizionale. Questa non potrà essere che gerarchica e aristocratica, non potrà non porre ben differenziate gerarchie di valori e non affermare il principio dell'autorità, non potrà non opporsi al mondo della quantità, della massa, della democrazia, dell'economia sovrana, non potrà non dare risalto a ciò per cui vale veramente im*pegnarsi e subordinare assolutamente il proprio interesse particolare per avere una virtù anagogica, ossia indirizzante verso l'alto (il «verso l'alto» come controparte del «dall'alto»): appunto in base ad un ancoramento nell'«alto», in quella realtà sovraordinata. E stato giustamente osservato che la personalità in senso eminente non esiste quando essa non sia aperta al sovrapersonale, e proprio que*sto corrisponde allo spirito e al clima della Tradizione.
    Certo, per la formazione di una Destra che abbia tali valenze, che dunque non si esaurisca in mere posizioni politico-sociali, perché queste dovrebbero definirsi e valere solo in via consequenziale, sarebbe richiesto un grande lavoro di demolizione e occorrerebbero vocazioni e qualificazioni oggi non facili da trovare. È anche necessario del coraggio, in alcuni casi non soltanto intellettuale. A tale stregua potrà verificarsi perfino una convergenza paradossale, la convergenza di tradizionalità e rivoluzione. Del resto, «rivoluzione conservatrice» non è un termine nuovo; questa è stata anche la designazione di una interessante corrente politico-culturale della Germania pre-nazista, la conservazione qui non essendo stata riferita a nulla di fattuale bensì a idee di base aventi una perenne attualità (Möller van den Bruck). Rispetto a ciò che oggi esiste come civilizzazione e società moderne, si può effettivamente dire che nulla abbia un carattere rivoluzio*nario quanto la Tradizione, a tale riguardo trattandosi, propriamente ed hegelianamente, di una «negazione della negazione», la seconda essendo quella che, grazie al «progresso», dissacrando tutto, sovvertendo ogni ordine normale, ci ha condotti dove oggi ci troviamo. Questa negazione è da negare. Così per la De*stra tradizionale potrebbe anche valere una ulteriore parola d'ordine: «rivoluzione dall'alto» — è l'opposto di tutte le velleità contestatarie anarcoidi di oggi le quali si risolvono in un'agitazione vana o insana perché manca una controparte positiva, che i loro esponenti sono incapaci perfino di concepire, quand'anche non si trovino, apertamente o inconsciamente, nell'orbita delle ideologie di sinistra o dalla sinistra non vengano strumentalizzati.

    Portando lo sguardo su ciò che riceve o che ha ricevuto la designazione di Destra, in base a quanto si è detto appaiono necessarie alcune messe a punto. Si è potuto parlare di una Destra nei termini di uno schieramento economico più o meno associato al capitalismo, il che ha servito da comodo bersaglio al marxismo e ad altre forze della sovversione. È evidente, a questo riguardo, una deprecabile caduta di livello, anche se si deve riconoscere che in questo stesso dominio materiale esistono delle strutture da conservare e da difendere. Più in generale, vi è una Destra definita prevalentemente dall'orientamento conservatore di una classe media bor*ghese, del che è stato particolarmente il caso in Italia. Invece, in altre nazioni, i punti di riferimento riconducono, in parte, al più alto livello dianzi accennato. La Destra tradizionale francese è stata essenzialmente cattolica e monarchica, sebbene vi siano state delle riserve nei riguardi di certo cattolicesimo, sul genere di quello di un Charles Maurras, quando ci si è riferiti a tale religione per quel che riguarda lo sfondo non soltanto politico della Destra.
    Una specie di mistica della monarchia è implicita nella Destra dei Paesi anglosassoni, nel qual caso risultando inoltre la non necessità di riferirsi al solo cat*tolicesimo; il protestantesimo ha potuto parimenti valere come punto di riferimento. Il protestante Bismarck fu un esponente precipuo della vera Destra non meno del cattolico Metternich e dei cattolici de Maistre e Donoso Cortés. Sulla linea del prussianesimo devesi però rilevare una certa involuzione secolare, nel senso che il riferimento a qualcosa di trascendente è velato; qui, in primo piano, si trova una specie di etica autonoma, una tradizionale, congenita formazione caratteriale avente in apparenza una forza propria, ma che in fondo — nel risalto dato a ciò che è superpersonale — non saprebbe davvero giustificarsi se non fosse, per così dire, un derivato di un precedente orientamento non privo di uno sfondo spirituale (si può ricordare che il prussianesimo con la sua etica è nato come una secolarizzazione dell'Ordine dei Cavalieri Teutonici).
    Di Destra, talvolta, si parla anche riferendosi a sistemi politici di tipo «fascista». Però a tale riguardo si debbono formulare delle riserve. Giustamente in un gruppo di saggi dedicati alle Destre europee (The European Right, a cura di H. Rogger e E. Weber, University of California Press, 1966) è stato rilevato che questi sistemi non possono venir chiamati di Destra nel senso antico e tradizionale del termine, che essi sono piuttosto caratterizzati da una mescolanza della Destra con la Sinistra perché, se da un lato hanno difeso il principio dell'autorità, dall'altro si sono basati su partiti di massa ed hanno incorporato istanze «sociali» e rivoluzionarie proprie alla Sinistra, istanze contro le quali gli uomini di una vera Destra avrebbero preso certamente posizione. Più in generale, è una distorsione attribuire il carattere di una Destra a una dittatura, una dittatura come tale non avendo una tradizione, essendo una costellazione informe della potenza in una data individualità (qui si ha in vista la dittatura come tipo di costituzione, non già come qualcosa di transitorio imposto da situazioni di crisi o di emergenza). Il Principe di Machiavelli non incarna nulla che si possa dire di Destra, in lui avendosi anzi una inversione dei rapporti perché se il capo machiavellico può anche rifarsi a valori spirituali o religiosi, egli lo fa unicamente assumendoli come semplici mezzi utili al suo governo, senza nessun intrinseco riconoscimento. Cosi il discorso potrebbe estendersi a quei princìpi, eventualmente d'ordine superiore, che nel quadro dei totalitarismi dittatoriali possono tuttavia venire usati sotto le specie di semplici «miti», ossia avendo esclusivamente in vista formulazioni che li rendano atti a suscitare o canalizzare le forze irrazionali delle masse. Che Destra e democrazia siano inconciliabili, ciò non occorre sottolinearlo.
    Tutte queste osservazioni confermano l'importanza della connessione, in pre*cedenza indicata, fra la vera Destra e la Tradizione.

    Dopo quanto si è detto, se si dovesse concepire una «cultura di Destra» essa dovrebbe riconoscere come uno dei suoi compiti precipui il mettere in evidenza i valori della Tradizione, prendendo distanza, nel contempo, da ogni orientamento soltanto «tradizionalistico», cioè, in fondo, conformistico. Il campo della cultura di Destra sarebbe assai ampio. La storiografia e la morfologia delle civiltà dovrebbero avervi una parte importante, perché, respinta ogni storiografia a tendenza liberale, marxista e progressista, si tratterebbe di evidenziare sistematicamente tutto ciò che in precedenti periodi ha incarnato princìpi tradizionali e, a dir vero, così che ne risulti in prima linea il carattere paradigmatico. In questo senso contributi validi sono stati già forniti soprattutto dalla corrente facente capo a René Guénon, vero maestro dei tempi moderni. Nei limiti delle nostre possibilità noi stessi ci siamo dedicati a un non diverso compito, in quanto nella prima parte della nostra opera Rivolta contro il mondo moderno (1934; 3a ed. 1969) abbiamo abbozzato, in base a una ricerca comparativa, una specie di «dottrina delle categorie» del «Mondo della Tradizione».
    Una volta fissati saldi punti di riferimento assiologici, il compito di una cultura di Destra sarebbe anche lo studiarne possibili applicazioni con riferimento allo stato attuale delle cose. Il pericolo di un conservatorismo sclerotico dovrebbe essere superato con l'adottare il principio dell'omologia. Omologia non significa identità ma corrispondenza, non riproduzione puntuale ma trasposizione e riaffermazione di stessi princìpi formali da un livello ad un altro, da un complesso situazionale ad un altro — a voler usare una immagine, come in una corrente, obbedendo ad una stessa legge, un vortice sparito ad un dato punto di essa torna a formarsi in un altro punto: uguale e nel contempo diverso, appunto perché è in qualcosa che fluisce — come il tempo, come la storia — che questi vortici prendono forma.
    Questa indicazione metodologica generale può venire concretizzata nella considerazione dei diversi campi dei problemi che una cultura di Destra dovrebbe affrontare, in modo da costruire un insieme di schemi validi anche per la prassi. Uimportante, qui, è mantenere la linea, senza cedere alla tentazione di posizioni accomodanti, come tali atte ad assicurare un più ampio, ma meno selezionato, suolo di risuonanza — ricordando che non si lavora solo per l'oggi ma anche e soprattutto per il domani, qui potendocisi riferire allo stesso detto di Hegel: « L'Idea non ha fretta».

    Queste considerazioni non sono superflue perché una certa voga che, come rilevammo al principio, oggi sembra avere l'idea della Destra, ha spesso portato ad etichettare come di Destra atteggiamenti assai diversi e perfino spuri, in ogni caso attestanti assai poco una linea rigorosa e coerente di pensiero; linea, che è necessaria quando non si tratta di improvvisazioni e nemmeno ci si limita a po*sizioni politiche ma si vuol definire anche un orientamento esistenziale e culturale generale.
    Tutto, come al solito nel caso di Evola, estremamente suggestivo. Un grande affresco, ma come tutti gli affreschi per sua natura "statico".
    Voglio dire: questo concetto condivisibile di Destra come può trovare una sua verosimile attuazione politica senza irrimediabilmente ed ineluttabilmente sporcarsi per via di una naturale legge di gravità verso il basso, verso la quantità, verso la massa, verso l'economia?
    O resta solo un atteggiamento spirituale dell'uomo aristocratico nei confronti delle vicende e dei fatti umani? Cioè il buon senso nobile di tutti coloro che si comportano sempre e comunque da "signori" e questo in qualsiasi situazione politica: possiamo avere l'aristocratico "forzaitaliano", di AN, dei DS, di Rifondazione, della Rosa nel Pugno....
    Enrico Berlinguer (sono passati ormai tanti anni...) era un "signore": ergo, non proveniva dall'alto della sua aristocrazia intellettuale ed addirittura di sangue la sua azione politica diretta nvece verso la plebe?
    Insomma, forse sbaglio, ma a me sembra che non ci sia via d'uscita nel politico, per politico intendendo il popolo, purtroppo la massa..
    O forse siamo nella psicologia, più che nella politica.

  8. #18
    M. Murelli
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    Citazione Originariamente Scritto da Gaio Mario Visualizza Messaggio
    Tutto, come al solito nel caso di Evola, estremamente suggestivo. Un grande affresco, ma come tutti gli affreschi per sua natura "statico".
    Voglio dire: questo concetto condivisibile di Destra come può trovare una sua verosimile attuazione politica senza irrimediabilmente ed ineluttabilmente sporcarsi per via di una naturale legge di gravità verso il basso, verso la quantità, verso la massa, verso l'economia?
    O resta solo un atteggiamento spirituale dell'uomo aristocratico nei confronti delle vicende e dei fatti umani? Cioè il buon senso nobile di tutti coloro che si comportano sempre e comunque da "signori" e questo in qualsiasi situazione politica: possiamo avere l'aristocratico "forzaitaliano", di AN, dei DS, di Rifondazione, della Rosa nel Pugno....
    Enrico Berlinguer (sono passati ormai tanti anni...) era un "signore": ergo, non proveniva dall'alto della sua aristocrazia intellettuale ed addirittura di sangue la sua azione politica diretta nvece verso la plebe?
    Insomma, forse sbaglio, ma a me sembra che non ci sia via d'uscita nel politico, per politico intendendo il popolo, purtroppo la massa..
    O forse siamo nella psicologia, più che nella politica.
    Certo che anche tu, quando ti ci metti! È del tuto evidente che ho richiamato Evola in opposizione all'idea che ogni tanto si materializza. Idea secondo la quale è lecito definirsi al concetto di destra solo se si accetta l'attuale sistema. Quindi destra starebbe per liberismo, capitalismo e quant'altro. Sinistra starebbe per materialismo, esaltazione delle classi etc. fascismo sarebbe sintesi o un andare oltre. Allora, come esempio, ho citato Evola che tira in ballo "destra" in relazione ai principi. Come detto poi, questo non significa genuflettersi a Evola nelle sue esposizioni in campo "politico". Nel contesto per il quale l'ho chiamato in causa il senso primo era: attenzione, c'è chi della destra ha un idea non precisamente collimante con chi la butta solo sul classimo e l'economico.
    Si discuta sulle esternazioni evoliane fin che si vuole e si veda, alla luce dei tempi, cosa funziona oppure no del suo argomentare. Più di così!

  9. #19
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    Citazione Originariamente Scritto da M. Murelli Visualizza Messaggio
    Certo che anche tu, quando ti ci metti! È del tuto evidente che ho richiamato Evola in opposizione all'idea che ogni tanto si materializza. Idea secondo la quale è lecito definirsi al concetto di destra solo se si accetta l'attuale sistema. Quindi destra starebbe per liberismo, capitalismo e quant'altro. Sinistra starebbe per materialismo, esaltazione delle classi etc. fascismo sarebbe sintesi o un andare oltre. Allora, come esempio, ho citato Evola che tira in ballo "destra" in relazione ai principi. Come detto poi, questo non significa genuflettersi a Evola nelle sue esposizioni in campo "politico". Nel contesto per il quale l'ho chiamato in causa il senso primo era: attenzione, c'è chi della destra ha un idea non precisamente collimante con chi la butta solo sul classimo e l'economico.
    Si discuta sulle esternazioni evoliane fin che si vuole e si veda, alla luce dei tempi, cosa funziona oppure no del suo argomentare. Più di così!
    Perdonami, ma mi ci metto perché voglio capire.
    Forse e probabilmente banalizzo: a me piace la storia come susseguirsi di fatti.
    A questo punto mi sembra che quell'Idea di Destra di Evola non riesca politicamente ad inverarsi se non in soggetti singolarmente ispirati da quello spirito nobile ed aristocratico cui lui fa cenno, a prescindere quasi dal colore politico del loro "partito". Di qui il riferimento, che sembra assurdo ma a parer mio non lo è, ad Enrico Berlinguer...
    Diversamente non riesco a rintracciare nella storia dell'uomo dall'età dell'oro in poi un'unica fase dove quella Destra ha preso il sopravvento (ma non è tanto questo l'importante...) o comunque si è inverata.
    Giulio Cesare organizzava banchetti plebei per farsi votare...era lui a dominare quella plebe, oppure qualcosa doveva pur riconoscere a quei plebei? Era l'alto che andava verso il basso, sporcandosi comunque inevitabilmente, o era il basso che andava verso l'alto, determinandolo e condizionandolo e quindi nuovamente insozzandolo?
    Lo spirito nobile o addirittura divino raramente può entrare in un politico tale da renderlo sempre fuglido...soprattutto in tempi come quelli attuali.
    Poi ci sono gli eroi: ma quelli muoiono tutti "giovani e belli".
    E' come una scultura della Grecia classica: un'idea di suprema bellezza ed armonia. Ma la realta?
    Evola è davvero "sopra", forse più che di Destra.
    Ovvero: temo che quella Destra, che pur esiste e che non è sicuramente quella descritta dalla sinistra (per carità lasciamo stare liberismo, capitalismo, ed anche autoritarismo, reazione ecc.) sia un qualcosa di spirituale e non di, per così dire, umano.
    Poi magari non ho capito. O forse rinuncio a capire.
    Io sono un epicureo sotto sotto: dove ci stanno gli dei, non ci stanno gli uomini...

  10. #20
    M. Murelli
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    Citazione Originariamente Scritto da Gaio Mario Visualizza Messaggio
    Perdonami, ma mi ci metto perché voglio capire.
    Forse e probabilmente banalizzo: a me piace la storia come susseguirsi di fatti.
    A questo punto mi sembra che quell'Idea di Destra di Evola non riesca politicamente ad inverarsi se non in soggetti singolarmente ispirati da quello spirito nobile ed aristocratico cui lui fa cenno, a prescindere quasi dal colore politico del loro "partito". Di qui il riferimento, che sembra assurdo ma a parer mio non lo è, ad Enrico Berlinguer...
    Diversamente non riesco a rintracciare nella storia dell'uomo dall'età dell'oro in poi un'unica fase dove quella Destra ha preso il sopravvento (ma non è tanto questo l'importante...) o comunque si è inverata.
    Giulio Cesare organizzava banchetti plebei per farsi votare...era lui a dominare quella plebe, oppure qualcosa doveva pur riconoscere a quei plebei? Era l'alto che andava verso il basso, sporcandosi comunque inevitabilmente, o era il basso che andava verso l'alto, determinandolo e condizionandolo e quindi nuovamente insozzandolo?
    Lo spirito nobile o addirittura divino raramente può entrare in un politico tale da renderlo sempre fuglido...soprattutto in tempi come quelli attuali.
    Poi ci sono gli eroi: ma quelli muoiono tutti "giovani e belli".
    E' come una scultura della Grecia classica: un'idea di suprema bellezza ed armonia. Ma la realta?
    Evola è davvero "sopra", forse più che di Destra.
    Ovvero: temo che quella Destra, che pur esiste e che non è sicuramente quella descritta dalla sinistra (per carità lasciamo stare liberismo, capitalismo, ed anche autoritarismo, reazione ecc.) sia un qualcosa di spirituale e non di, per così dire, umano.
    Poi magari non ho capito. O forse rinuncio a capire.
    Io sono un epicureo sotto sotto: dove ci stanno gli dei, non ci stanno gli uomini...
    Vediamo se semplificando ulteriormente riesco a spiegarmi. Prendi tutto quel che pensa Evola sulla destra e buttalo al macero perché non attuale e non autentico. Va bene? Ma RESTA IL FATTO CHE QUELL'UOMO HA ESPRESSO UN'IDEA DI DESTRA CHE NULLA HA A CHE VEDERE CON QUANTO SI SOSTIENE OGGI, E CIOÈ CHE DESTRA/SINISTRA SONO CATEGORIE DEL SISTEMA A-FASCISTA O ANTIFASCISTA. Non sto entrando nel merito delle idee di Evola sulla destra. Lo posso fare e con il metodo di Evola posso svolgere il tema anche confutando Evola. NON È QUESTO IL PUNTO DELLA DISUSSIONE! IL PUNTO È SE IO POSSO USARE IL TERMINE "DESTRA" (AGGIUNGENDOCI RADICALE) SENZA POI SENTIRMI DIRE CHE DAL MOMENTO CHE DESTRA È PARTE DEL SISTEMA, SONO DENTRO IL SISTEMA E CHE PER STARE FUORI MI DEVO DEFINIRE FASCISTA.
    Per il resto, ti pare questo il luogo ove rettificare Evola? Ho già detto che (a parer mio) è rettificabile.
    Poi, se tu vuoi metter in discussione il fatto che un uomo non possa oggi vivere sencondo certi principi ed avere una visione del mondo e aderendo a quei principi e aquella visione, comportarsi di conseguenza, INDIPENDENTEMENTE DAL FATTO CHE SI CONSEGUANO RISULTATI, questa è ancora un'altra discussione. Dimmi solo: tu pensi che si debba usare il concetto di "destra" solo in senso dispregiativo e siccome lo usa Fini o Berlusconoi e prima ancora Malagodi o Cavour non si possa più usare con altra accezione non necessariamente evoliana? PUNTO.

 

 
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