Originariamente Scritto da
Bisentium
10 febbraio 2010
Mercoledì 10 febbraio, alle ore 18,00, si svolgerà un corteo silenzioso, con partenza da piazza della Repubblica e arrivo a Palazzo di Giustizia. Il corteo è organizzato dal Comitato 10 febbraio, pertanto non è previsto nessun simbolo di partito. Il Comitato 10 febbraio nasce per far conoscere, attraverso diverse iniziative, la vicenda di migliaia di persone (la cifra oscilla intorno alle 20.000), colpevoli soltanto di essere italiane, che tra il 1943 e il 1947 furono ingoiate dalla terra e dall’odio delle truppe del maresciallo Tito, capo del regime Iugoslavo. Il Comitato nasce anche per ricordare i fatti che condussero all’esodo di 350.000 nostri connazionali, per anni disconosciuto, come il dolore e l’oltraggio vissuto da chi una volta giunto in Italia venne accolto da traditore o da fascista. Come quegli esuli in transito che vennero ricevuti dallo sciopero e dagli insulti dei ferrovieri della stazione di Bologna. Per anni fu oscurata l’assurda condizione in cui si trovarono coloro che dopo aver lasciato la loro casa e i loro averi, furono costretti da vigliacche logiche politiche ad affrontare in silenzio la loro tragedia. E il silenzio a volte fa più male di qualsiasi urlo indignato, di qualunque dichiarazione, di qualunque verità. Il silenzio sulla tragedia delle Foibe, le cavità carsiche nelle quali furono scaraventati, spesso ancora vive, dai partigiani del Maresciallo Tito, decine di migliaia di italiani. Il silenzio sull’esodo dei nostri connazionali di Istria, Fiume e Dalmazia, costretti a fuggire dalla ferocia e dalla pulizia etnica. Pagine tristi della nostra storia, mai scritte, mai completamente fatte proprie da uno Stato, quello italiano, che ha preferito dimenticare, almeno sino a qualche anno fa. Legge 30 marzo 2004, n. 921, art. 1: “La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale «Giorno del ricordo» al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”. (Movimento Sociale Fiamma Tricolore - Federazione Provinciale di Cagliari)