Ordine contro anarchia
Léon Degrelle
Da molto tempo la difesa dell'ordine ha coperto ogni vigliaccheria.
E rifugiandosi dietro l'ordine che i conservatori spauriti hanno voluto proteggere il loro benessere politico.
Per loro, 1'ordine consiste nel prolungare, costi quel che costi, un regime politico tarlato.
L'ordine, per loro, è il conformismo dei partiti, è il mantenimento della proporzionale delle prebende, è la ripartizione disinvolta e defilata degli utili del potere, è la paura di tutto quanto potrebbe modificare, anche salvando il paese, uno stato di fatto che conviene loro, mentre il nuovo comporterebbe sempre una parte di rischio.
Parlare di ordine riferendosi a queste forme di egoismo è il massimo dell' ipocrisia. Non vi è ordine - ma disordine profondo, essenziale - quando il potere esecutivo è in balia dei clan dell'Alta Finanza, quando non gode di alcuna stabilità e non è tenuto a freno da alcuna responsabilità, quando le leggi sono partorite in fretta da un Parlamento incompetente, imbroglione e parolaio, quando 1'amministrazione è soltanto un'immensa macchina polverosa, senza vita e senza rendimento.
Il regime politico che subiamo da dieci anni non è ordine, ma anarchia: incoerenza dei partiti, contraddizione dei governi, farragine degli ingranaggi amministrativi, incapacità di correggersi, di ringiovanirsi, di modernizzarsi. L'ordine non ha niente a che vedere con queste anticaglie politiche.
Coloro che difendono queste anticaglie in nome dell'ordine, sono dei timidi o dei paurosi che preferiscono la mediocrità o l'ingiustizia alla vita di una nazione e ad ogni sforzo creativo.
Hanno una paura tremenda del cambiamento.
Il regime, con tutti i suoi vicoli ciechi, le sue viuzze oscure e i suoi gineprai, deve piacergli per forza.
Net loro conservatorismo interessato, sono sostenuti da tutti coloro che temono il polverone dei costruttori e gli preferiscono la lenta decomposizione di un paese...
Difendere l'ordine, per certi conservatori, significa: organizzare la protezione dell'egoismo sociale ed opporsi ad uno sviluppo sano, vigoroso, e sempre più completo, delle masse lavoratrici.
Si vuole, sotto la copertura dell'ordine, tornare all'immobilismo sociale? Rifiutarsi di considerate 1'elemento umano del problema operaio? Mettere il bastone fra le ruote a tutte le iniziative - salari, case, sport, svaghi? Cercare di sfuggire alla creazione di uno statuto sociale efficace: magistratura del lavoro, ordine del lavoro? Ignorare la dignità e la grandezza del lavoro, la nobiltà della famiglia operaia, i suoi bisogni, le sue angosce e la felicita cui essa ha diritto?
Questo disprezzo del popolo e del suo lavoro, questo disconoscimento della sua anima, questo abbandono dei focolari soffocati dai tuguri e dal1'aria malsana, questa assenza totale di politica sanitaria, costituivano il più abominevole dei disordini. Ci hanno condotto alla soglia di autentici abissi sociali. Prolungare questo disordine in nome dell'ordine? Mai!
Gli uomini d'ordine, per noi, sono quelli che oseranno riformare lo Stato, invece di stabilizzarlo nel caos attuale; dare al Potere Esecutivo 1'autorità, la durata, la competenza; alle Corporazioni,1'elaborazione delle leggi economiche e sociali; all'amministrazione, vita, intelligenza, responsabilità.
Gli uomini d'ordine, per noi, sono quelli che oseranno liberare il paese, la sua vita economica e politica, dalla dittatura del supercapitalismo. Gli uomini d'ordine, per noi, sono quelli che ricercheranno instancabilmente il miglioramento - materiale e morale - dei destini del popolo, che edificheranno la giustizia sociale e riavvicineranno, infine, le classi nel benessere, la lealtà e il rispetto.
Gli uomini d'ordine, per noi, sono quelli che stimoleranno tutte le forze intellettuali e spirituali che possono pacificare ed ordinare le anime, col contatto della verità e della bellezza.
L'ordine è per noi progresso, giustizia ed armonia.
Non è stagnazione, ma creazione. Sforzo ogni giorno.
Ordine? Si! Ma l'ordine nuovo, per la salvezza del paese e del popolo.
Lèon Degrelle. 7 maggio 1937
Dal sito di thule-italia