Infatti è così.
La tradizione, i valori e le aspirazioni della Persia sono finite in un tombino!
2010:
génos non ha proprio il significato di stirpe, ma è un termine legato la verbo nascere, quindi allogeno è ciò o chi è nato altrove.
I mussulmani non sono un popolo o una razza, ma gli appartenenti ad una religione, quindi dire che c'erano mussumani visigoti non vuol dire che fossero originari della Spagna, visto che l'Islam arrivava dall'Arabia.
Ciò comunque non cambia il significato del discorso: i mussulmani hanno occupato militarmente la Spagna e per secoli la poolazione latina ha lottato per cacciarli e riprendersi la propria terra.
Inoltre i presunti apporti della civiltà islamica a quella europea sono limitati all'aver diffuso in occidente le opere di filosofi greci, o le scoperte indiane o cinesi (vedi il concetto di zero), quindi direi che il reale apporto islamico alla cultura europea è veramente minimo.
E invece i significati di génos (proprio perché connesso a gìgnomai, "nascere")sono tutti connessi al concetto di nascita, stirpe, famiglia ecc. Le accezioni di génos riportate dal Vocabolario della lingua greca di Montanari sono, nell'ordine: nascita, origine, discendenza, razza, stirpe, famiglia, discendenza, prole e così via.
Per cui "allogeno",secondo il Dizionario della lingua italiana di Devoto-Oli, significa "di altra stirpe o nazione". Definizione, questa, che non si attaglia ai musulmani spagnoli, proprio perché erano per lo più autoctoni, di génos visigoto e latino.
Per smontare i luoghi comuni contenuti nella seconda parte del messaggio, mi ci vorrebbe troppo tempo. Mi limito perciò a indicare qualche buon libro sulla Spagna musulmana, come ad esempio quello di Claudio Sanchez-Albornoz. E, per quanto concerne l'apporto islamico alla civiltà europea, il libro di Sigrid Hunke.
Decisione dei comitati che organizzano le «Fiestas de moros y cristianos»
Paura dell'Islam, Maometto non brucia più«Non vogliamo offendere i musulmani».
In alcune città dell'Andalusia l'effigie del profeta veniva distrutta con petardi
MADRID (Spagna) - Celebrare le vittorie cristiane contro gli invasori arabi ma senza offendere l'islam e il profeta Maometto. E' questa la nuova preoccupazione degli organizzatori delle Fiestas de Moros y Cristianos, celebrazioni tipiche di varie regioni della Spagna, che risalgono al tempo della Reconquista, ovvero la cacciata dei mori dalla penisola iberica, cominciata nel 700 e culminata nel 1492. Nel corso di queste manifestazioni, durante le quali vengono rievocate le antiche battaglie con parate e sfilate in costume, la parte dei «cattivi» la fanno appunto le armate moresche che per secoli avevano spadroneggiato in Spagna e Portogallo. Le recenti polemiche sulle vignette satiriche contro Maometto e lo scontro diplomatico-religioso scatenato dalle parole di papa Benedetto XVI a Ratisbona hanno però suggerito di adottare toni più soft nella descrizione degli eserciti arabi.
CELEBRAZIONI «LIGHT» - Diversi comuni della regione di Valencia hanno optato per una celebrazione «light», che non offendesse la sensibilità della comunità islamica, pur nel rispetto della tradizione. Come riferisce il quotidiano spagnolo El Mundo, i comuni di Bocairent, Beneixama, Banyeres de Mariola e Alcoi hanno deciso di eliminare l’ultima parte della festa in costume, nella quale - ultimata la Reconquista - l’effigie del Profeta veniva bruciata o gettata dalle mura della rocca (o, nel caso di Bocairent, entrambi). Alcoi, che celebrava il 750esimo anniversario della sua fondazione, è andata oltre, ricorrendo alla mimetizzazione floreale per rendere meno bellicosa la statua di San Giorgio, patrono della città, che viene raffigurato nella scultura portata in solenne processione mentre fa strage di mori. Il comitato organizzatore ha deciso di ricoprire la parte inferiore della scultura con dei fiori, in modo da nascondere il più possibile i corpi insanguinati dei nemici uccisi dal Santo, raffigurato a cavallo e armato di arco e frecce di cui fa libero quanto laico uso. A Beneixama si è preferito invece soprassedere sulla distruzione al fuoco di petardi della testa di Maometto riprodotto con una sagoma.
RISPETTO PER MAOMETTO - La paura del radicalismo islamico e il timore di offendere le comunità musulmane che vivono in Spagna hanno certo avuto un ruolo nelle decisioni più recenti. Ma è stato già a partire dal Concilio Vaticano II, che ha lanciato l'ecumenismo e il dialogo tra le religioni, che in diverse città si è incominciato a rinunciare all'uso dell'immagine di Maometto e, comunque, all'atto finale della sua distruzione. Le ultime tensioni hanno convinto al passo indietro anche quelle città che ancora mantenevano in vita il vecchio «copione». «Così come stanno le cose, conviene andare con i piedi di piombo» ha commentato Agustin Belda, ex presidente della giunta delle feste di Bocairent. E il sindaco di Beneixama, Antonio Valdes, ha ammesso che la distruzione della testa di Maometto «non era una parte essenziale» dei festeggiamenti ed è stata eliminata «per non ferire la sensibilità di alcune persone».02 ottobre 2006
finiscono le tradizioni europee.
il mondiali$mo I$lami$ta avanza inesorabile