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    Predefinito CINA & TURBOtotalitarismo

    Wei Jingsheng: Cina e Vietnam, giganti economici sull’orlo del cambiamento o del collasso
    di Wei Jingsheng

    Il grande dissidente cinese mette a confronto le due tigri dello sviluppo asiatico e lancia l’allarme: aumenta l’opposizione interna, ed è sempre più determinata. Anche l’occidente è disilluso: la sua politica tollerante verso le violazioni ai diritti umani, non ha portato a nulla, nemmeno a maggiori utili economici


    Los Angeles (AsiaNews) – Wei Jingsheng, il “padre della democrazia” cinese, attacca duramente chi pensa che si possa ottenere uno sviluppo economico senza diritti dell’uomo. E, in un discorso al Simposio sui diritti umani e lo sviluppo della democrazia in Cina e Vietnam, traccia un interessante parallelo fra le due nazioni. Dominate da un regime a partito unico, sono entrambe in pieno sviluppo; ma l’assenza di voci contrastanti le porta inesorabilmente verso una rivoluzione sociale. Allo stesso tempo, il mondo capitalista, che ha cercato di assorbire entrambi nella catena della produzione, chiudendo gli occhi sui diritti umani violati, si trova nella presente crisi economica. Riportiamo di seguito il testo completo dell’intervento, pronunciato a Los Angeles la settimana scorsa.

    Se vogliamo parlare del futuro sviluppo democratico di Cina e Vietnam dobbiamo fare un’analisi di entrambe le nazioni, così come dobbiamo capire lo sviluppo internazionale di entrambe. E quindi dobbiamo accettare e capire le condizioni dei due Paesi, che siano a noi favorevoli o sfavorevoli, per guidare le nostre azioni. La principale caratteristica sociale che accomuna Cina e Vietnam è che, nonostante entrambe si siano trasformati in Stati capitalisti con monopolio burocratico, sono in qualche modo diverse dalla Russia e dai Paesi dell’Europa orientale.

    La differenza maggiore è che entrambe le nazioni asiatiche sono ancora sotto il dominio di una dittatura comunista a partito unico. Senza la competizione di un sistema multi-partitico, a entrambi i Paesi manca quello sviluppo più rilassato che permette discorsi e pubblicazioni libere; cosa che invece esiste in Russia e nei Paesi dell’est Europa. In Cina e Vietnam è molto difficile per l’opposizione sopravvivere all’interno dei Paesi, e quell’opposizione che invece se n’è andata trova molto complicato partecipare alla politica interna. Di conseguenza, questa situazione rappresenta un grande ostacolo per noi.

    Le agenzie speciali del Partito comunista sono divenute molto efficienti. Separando [l’opposizione] interno ed esterno, piazzano i loro agenti, manipolano le nostre direttive, fomentano scontri e riescono perfino a far cadere l’opposizione nelle trappole che hanno piazzato. Questo rende molto difficile una trasformazione, o una rivoluzione, perché manca un’ opposizione unita, ben organizzata e ben pianificata. Nel momento attuale, la forma principale di opposizione viene dalla popolazione, che si muove in maniera autonoma, con azione de-centralizzate contro la tirannia e contro l’iper-sfruttamento economico.

    Gli strumenti di informazione di massa sono il principale strumento con cui mobilitare la popolazione. Le tradizionali organizzazioni sotterranee hanno infatti un raggio d’azione molto limitato, su scala ridotta. Una mobilitazione massiccia della popolazione può dipendere soltanto dagli strumenti di informazione di massa. Questo è il motivo per cui il regime comunista del Partito cinese presta così tanta attenzione a questi strumenti, e si impegna così tanto per bloccare le informazioni che arrivano sia dai mezzi di informazione che da internet.

    Dall’altro lato, data la mancanza dei diritti umani di base, gli sforzi combinati del governo e dell’economia tesi a rinforzare la soppressione dei mezzi di informazione non fa altro che rafforzare l’opposizione. Per questo le forze di trasformazione di nazioni come Cina, Vietnam e Corea del Nord provengono per la maggior parte dalle classi sociali più basse e medie.

    I mezzi con cui si intende ottenere questa trasformazione, però, non sono limitati soltanto a forme pacifiche. L’opposizione violenta diviene sempre più spesso il modo principale con cui le società vengono costrette al cambiamento. Infatti, data anche l’intima connessione fra rappresentanti del governo e del mondo economico, il governo ha perso la sua posizione di giudice sulle dispute economiche. Le lotte all’interno dei governi sono divenute sempre più violente, molto più che in ogni altro tempo o circostanza. Emerge sempre di più una connessione (quasi di routine) fra la criminalità e i militari, che rende la società sempre meno stabile e ancora più complicata.

    Negli ultimi decenni, l’ambiente internazionale è stata sempre poco favorevole alle forze di opposizione di nazioni come Cina e Vietnam. Il “modello Cina” inventato da Deng Xiaoping è stato in grado di attrarre gli investimenti e i capitalisti occidentali grazie a una forza lavoro a basso costo, e in questo modo Pechino è riuscita a controllare la politica e il mondo accademico occidentale. Tramite l’economia, infatti, la Cina ha costretto il mainstream occidentale ad arrendersi agli interessi del Partito comunista, svendendo il proprio sistema di valori. Come risultato, l’Occidente ha continuato a trasfondere sangue nelle nazioni comuniste, scegliendo una politica tollerante e indulgente verso i nuovi capitalisti-burocrati dei Partiti. Questa politica ha raggiunto il picco nel corso dei 16 anni di presidenza divisi fra Bill Clinton e George W. Bush. La relazione esistente fra le democrazie dell’Ovest e le dittature dell’Est si è trasformata nel tempo da un carattere di confronto a uno tollerante, di aperta cooperazione. Le forze di opposizione che vivono all’estero sono divenute delle travi negli occhi di queste nazioni democratiche. Per usare le parole di un notissimo ideologo della sinistra americana, “questi attivisti democratici e anti-comunisti non si sposano con l’ideologia primaria dell’America”.

    Ad ogni modo, ora la situazione sta cambiando. Anche se la politica di distensione occupa ancora il pensiero primario, l’economia occidentale è in recessione proprio a causa delle sue “trasfusioni” nelle nazioni comuniste, durate più di un decennio.

    La cosiddetta teoria dell’economia “di libero mercato” ha perso la propria battaglia contro l’economia “non libera” di mercato. Mentre gli industriali di Oriente e Occidente hanno fatto super-profitti, gli stipendiati dei due mondi non hanno ottenuto alcun beneficio dallo sviluppo economico. Invece di espandersi il mercato si è contratto, e questo è alla base della recessione. Così, le nazioni occidentali iniziano a capire questo errore storico e cominciano a prendere le misure atte a correggerlo. Dovrebbero abbandonare la politica di distensione con le nazioni comuniste e ricominciare a confrontarsi con esse, proprio a partire dal protezionismo del mercato.
    Tale cambiamento di rotta è la condizione esterna che potrebbe forzare il nuovo sistema capitalista e burocratico dei Partiti comunisti a riformarsi, o collassare.

    L’opposizione all’estero ha un nuovo compito, oltre a continuare a usare i media per mobilitare in maniera positiva la spinta verso la democrazia e la libertà. Questo nuovo scopo – cooperando con la politica di protezione del mercato da parte delle nazioni democratiche - si opporrà all’ondata di nazionalismo che con certezza il Partito comunista mobiliterà.
    Utilizzando il potere della società internazionale, potremmo spingere per le riforme del sistema di redistribuzione della ricchezza e per una rivoluzione politica nelle nostre nazioni. Questa battaglia commerciale non andrà a beneficio del capitalismo burocratico; andrà invece a fare del bene a quei lavoratori a stipendio e al capitale privato, gli strumenti migliori per evitare insurrezioni disordinate e promulgare una rivoluzione democratica.

    In conclusione permettetemi di essere chiaro: se si ha uno sviluppo economico su base capitalista, ma non si hanno diritti di parola e di informazione, la cosiddetta “rivoluzione colorata pacifica e razionale” è soltanto un miraggio. Nella migliore delle ipotesi, è una fantasia bella ma irrealizzabile.


    CINA - VIETNAM Wei Jingsheng: Cina e Vietnam, giganti economici sull?orlo del cambiamento o del collasso - Asia News
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  2. #2
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    Predefinito Rif: CINA & TURBOtotalitarismo

    Se lo dice lui allora e' sicuramente falso.

  3. #3
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    Predefinito Rif: CINA & TURBOtotalitarismo

    Chi è il diversamente abile che ha scritto sta cagata colossale??Ahhhhh ma è Asia News, i vaticani :gluglu:
    L'unico sito che riesce a mettere d'accordo il pretame con i radiculi hefico:

  4. #4
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    Predefinito Rif: CINA & TURBOtotalitarismo

    il turbototalitarismo vincerà perchè mette insieme il meglio (sul piano dell'efficienza) e il peggio (sul piano della morale invalsa) di entrambi i sistemi

  5. #5
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    Predefinito Rif: CINA & TURBOtotalitarismo

    Citazione Originariamente Scritto da Pompeo Visualizza Messaggio
    il turbototalitarismo vincerà perchè mette insieme il meglio (sul piano dell'efficienza) e il peggio (sul piano della morale invalsa) di entrambi i sistemi
    vorrei far notare che il termine turbototalitarismo è un neologismo creato da me , domani passo dalla SIAE a fermarne i diritti !
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  6. #6
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    Predefinito «La Cina spinge l'economia mondiale fuori dalla recessione»

    «La Cina spinge l'economia mondiale
    fuori dalla recessione»

    La Cina, grazie ai massicci stimoli governativi, sta portando l'economia mondiale fuori dalla recessione e nei prossimi cinque-sette anni potrebbe diventare la prima potenza industriale del mondo surclassando gli Stati Uniti. Lo afferma l'ultimo rapporto Ocse sulla Cina. L'importante è che Pechino non riduca la spesa pubblica, ma che, anzi, aumenti le risorse per attuare le necessarie riforme sociali nei campi dell'educazione, del welfare, delle pensioni e della sanità. La spesa extra può essere sostenuta grazie alla solidità delle finanze pubbliche. Nel 2008 il debito pubblico cinese era pari al 21% del Pil e salirà solo del 3% nel 2010, contro il 100% e oltre previsto per i paesi Ocse.

    «La rapidità del governi cinese e il vigoroso intervento di sostegno all'economia nazionale hanno permesso di contenere l'impatto della recessione globale», ha detto il capo economista dell'Ocse, Pier Carlo Padoan, alla presentazioni ufficiale del rapporto sulla Cina. «Gli interventi a sostegno della domanda interna hanno favorito anche il resto del mondo. Un ulteriore aumento della spesa pubblica sarebbe importante sia per il rafforzamento della coesione sociale, sia per migliorare gli squilibri esterni». L'Ocse ha confermato le previsioni di crescita del Pil del 10,2% nel 2010 (+8,7% del 2009) indicate nel rapporto di novembre, ma ha alzato a (+1,8% da +0,1%) la stima di crescita dei prezzi al consumo.
    L'Ocse sostiene, inoltre, che «il cambio reale dello yuan dovrà apprezzarsi, come accade normalmente ad un paese in rapido sviluppo dove l'aumento del potere d'acquisto delle famiglie alimenta la domanda di beni e servizi».
    2 FEBBRAIO 2010


    «La Cina spinge l'economia mondiale fuori dalla recessione» - Il Sole 24 ORE
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  7. #7
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    Predefinito Rif: «La Cina spinge l'economia mondiale fuori dalla recessione»

    la CINA ha portato alla DEINDUSTRIALIZZAZIONE dell'Occidente

    e la sua crescita spenge solo ed esclusivamente la sua economia

  8. #8
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    Predefinito Rif: CINA & TURBOtotalitarismo

    Citazione Originariamente Scritto da marocchesi Visualizza Messaggio
    Wei Jingsheng: Cina e Vietnam, giganti economici sull’orlo del cambiamento o del collasso
    di Wei Jingsheng

    Il grande dissidente cinese mette a confronto le due tigri dello sviluppo asiatico e lancia l’allarme: aumenta l’opposizione interna, ed è sempre più determinata. Anche l’occidente è disilluso: la sua politica tollerante verso le violazioni ai diritti umani, non ha portato a nulla, nemmeno a maggiori utili economici


    Los Angeles (AsiaNews) – Wei Jingsheng, il “padre della democrazia” cinese, attacca duramente chi pensa che si possa ottenere uno sviluppo economico senza diritti dell’uomo. E, in un discorso al Simposio sui diritti umani e lo sviluppo della democrazia in Cina e Vietnam, traccia un interessante parallelo fra le due nazioni. Dominate da un regime a partito unico, sono entrambe in pieno sviluppo; ma l’assenza di voci contrastanti le porta inesorabilmente verso una rivoluzione sociale.
    che turbocazzata!
    a portare verso la rivolta sociale è il potere gestito stupidamente, non "l'assenza di opinioni contrastanti"!
    se il potere, autoritario o totalitario, sa prendere scelte sostanzialmente giuste e adeguate non si ha alcuna rivolta! ANZI! il regime rimane solido come la roccia.
    poi bisogna anche specificare quali sarebbero questi fantomatici "diritti umani" richiesti: sarà mica come la merdata dominante qua in Occidente che considera diritto umano essere frocio, avere i matrimoni froci, fare orge e via discorrendo legittimare ogni idiozia che passa per la mente purché non sia fascista?
    Citazione Originariamente Scritto da marocchesi Visualizza Messaggio
    Allo stesso tempo, il mondo capitalista, che ha cercato di assorbire entrambi nella catena della produzione, chiudendo gli occhi sui diritti umani violati, si trova nella presente crisi economica. Riportiamo di seguito il testo completo dell’intervento, pronunciato a Los Angeles la settimana scorsa.

    Se vogliamo parlare del futuro sviluppo democratico di Cina e Vietnam dobbiamo fare un’analisi di entrambe le nazioni, così come dobbiamo capire lo sviluppo internazionale di entrambe. E quindi dobbiamo accettare e capire le condizioni dei due Paesi, che siano a noi favorevoli o sfavorevoli, per guidare le nostre azioni. La principale caratteristica sociale che accomuna Cina e Vietnam è che, nonostante entrambe si siano trasformati in Stati capitalisti con monopolio burocratico, sono in qualche modo diverse dalla Russia e dai Paesi dell’Europa orientale.

    La differenza maggiore è che entrambe le nazioni asiatiche sono ancora sotto il dominio di una dittatura comunista a partito unico. Senza la competizione di un sistema multi-partitico, a entrambi i Paesi manca quello sviluppo più rilassato che permette discorsi e pubblicazioni libere; .
    ESTICAZZI!
    Citazione Originariamente Scritto da marocchesi Visualizza Messaggio
    cosa che invece esiste in Russia e nei Paesi dell’est Europa. In Cina e Vietnam è molto difficile per l’opposizione sopravvivere all’interno dei Paesi, e quell’opposizione che invece se n’è andata trova molto complicato partecipare alla politica interna. Di conseguenza, questa situazione rappresenta un grande ostacolo per noi..
    esatto! per chi è all'opposizione è un grande ostacolo, non per il regime.
    ciò non toglie che nello Stato non deve esserci un vago diritto che consente a tutti di proporre ogni lordura che gli viene in mente ma piuttosto lo Stato deve fare riferimento a un campo ideologico ben ristretto, e il dibattito deve avvenire solo all'interno di quel campo, tutti gli altri silenzio.
    poi va bene siamo d'accordo che il regime cinese è uno schifo antiumano e va abbattuto. O meglio: trasformato.
    Citazione Originariamente Scritto da marocchesi Visualizza Messaggio
    Le agenzie speciali del Partito comunista sono divenute molto efficienti. Separando [l’opposizione] interno ed esterno, piazzano i loro agenti, manipolano le nostre direttive, fomentano scontri e riescono perfino a far cadere l’opposizione nelle trappole che hanno piazzato. Questo rende molto difficile una trasformazione, o una rivoluzione, perché manca un’ opposizione unita, ben organizzata e ben pianificata. .
    o magari voi all'opposizione siete semplicemente un branco di coglioni? se un gruppo ha le idee giuste non si capisce in quale trappole dovrebbe cadere.
    Citazione Originariamente Scritto da marocchesi Visualizza Messaggio
    Nel momento attuale, la forma principale di opposizione viene dalla popolazione, che si muove in maniera autonoma, con azione de-centralizzate contro la tirannia e contro l’iper-sfruttamento economico.

    Gli strumenti di informazione di massa sono il principale strumento con cui mobilitare la popolazione. Le tradizionali organizzazioni sotterranee hanno infatti un raggio d’azione molto limitato, su scala ridotta. Una mobilitazione massiccia della popolazione può dipendere soltanto dagli strumenti di informazione di massa. Questo è il motivo per cui il regime comunista del Partito cinese presta così tanta attenzione a questi strumenti, e si impegna così tanto per bloccare le informazioni che arrivano sia dai mezzi di informazione che da internet..

    Dall’altro lato, data la mancanza dei diritti umani di base, gli sforzi combinati del governo e dell’economia tesi a rinforzare la soppressione dei mezzi di informazione non fa altro che rafforzare l’opposizione..
    esatto è per la manzanza di alcuni diritti umani di base che probabilmente il regime incontrerà rivolte, non certo perché manca la libertà di espressione.
    Citazione Originariamente Scritto da marocchesi Visualizza Messaggio
    Per questo le forze di trasformazione di nazioni come Cina, Vietnam e Corea del Nord provengono per la maggior parte dalle classi sociali più basse e medie..
    non ci vuole un genio per capire che quelli che stanno peggio sono quelli più portati alla rivolta violenta.
    Citazione Originariamente Scritto da marocchesi Visualizza Messaggio

    I mezzi con cui si intende ottenere questa trasformazione, però, non sono limitati soltanto a forme pacifiche. L’opposizione violenta diviene sempre più spesso il modo principale con cui le società vengono costrette al cambiamento. Infatti, data anche l’intima connessione fra rappresentanti del governo e del mondo economico, il governo ha perso la sua posizione di giudice sulle dispute economiche. Le lotte all’interno dei governi sono divenute sempre più violente, molto più che in ogni altro tempo o circostanza. Emerge sempre di più una connessione (quasi di routine) fra la criminalità e i militari, che rende la società sempre meno stabile e ancora più complicata.

    Negli ultimi decenni, l’ambiente internazionale è stata sempre poco favorevole alle forze di opposizione di nazioni come Cina e Vietnam. Il “modello Cina” inventato da Deng Xiaoping è stato in grado di attrarre gli investimenti e i capitalisti occidentali grazie a una forza lavoro a basso costo, e in questo modo Pechino è riuscita a controllare la politica e il mondo accademico occidentale. Tramite l’economia, infatti, la Cina ha costretto il mainstream occidentale ad arrendersi agli interessi del Partito comunista, svendendo il proprio sistema di valori. Come risultato, l’Occidente ha continuato a trasfondere sangue nelle nazioni comuniste, scegliendo una politica tollerante e indulgente verso i nuovi capitalisti-burocrati dei Partiti. Questa politica ha raggiunto il picco nel corso dei 16 anni di presidenza divisi fra Bill Clinton e George W. Bush. La relazione esistente fra le democrazie dell’Ovest e le dittature dell’Est si è trasformata nel tempo da un carattere di confronto a uno tollerante, di aperta cooperazione. Le forze di opposizione che vivono all’estero sono divenute delle travi negli occhi di queste nazioni democratiche. Per usare le parole di un notissimo ideologo della sinistra americana, “questi attivisti democratici e anti-comunisti non si sposano con l’ideologia primaria dell’America”.

    Ad ogni modo, ora la situazione sta cambiando. Anche se la politica di distensione occupa ancora il pensiero primario, l’economia occidentale è in recessione proprio a causa delle sue “trasfusioni” nelle nazioni comuniste, durate più di un decennio.

    La cosiddetta teoria dell’economia “di libero mercato” ha perso la propria battaglia contro l’economia “non libera” di mercato. .
    esatto, perché un sistema autoritario compentente è sicuramente più efficace di un caotico sistema democretino.
    Citazione Originariamente Scritto da marocchesi Visualizza Messaggio
    Mentre gli industriali di Oriente e Occidente hanno fatto super-profitti, gli stipendiati dei due mondi non hanno ottenuto alcun beneficio dallo sviluppo economico. Invece di espandersi il mercato si è contratto, e questo è alla base della recessione. Così, le nazioni occidentali iniziano a capire questo errore storico e cominciano a prendere le misure atte a correggerlo. Dovrebbero abbandonare la politica di distensione con le nazioni comuniste e ricominciare a confrontarsi con esse, proprio a partire dal protezionismo del mercato.
    Tale cambiamento di rotta è la condizione esterna che potrebbe forzare il nuovo sistema capitalista e burocratico dei Partiti comunisti a riformarsi, o collassare..
    sono d'accordo
    Citazione Originariamente Scritto da marocchesi Visualizza Messaggio
    L’opposizione all’estero ha un nuovo compito, oltre a continuare a usare i media per mobilitare in maniera positiva la spinta verso la democrazia e la libertà. .
    ma va a cagher! la democrazia e la libertà miglioreranno di un pochissimo la situazione economica dei lavoratori (ma tanto anche qui si sopravvive e non si vive) ma anzi peggioreranno di molto la situazione umana-sociale servirà solo ad avere una dittatura ateista-consumista in stile Occidentale.
    piuttosto costruite un bel regime cattofascista che promuova i veri valori morali, compresi i diritti base dei lavoratori.
    il regime autoritario gia ce l'avete basta solo fare qualche cambiamento nella politica....

    Citazione Originariamente Scritto da marocchesi Visualizza Messaggio
    Questo nuovo scopo – cooperando con la politica di protezione del mercato da parte delle nazioni democratiche - si opporrà all’ondata di nazionalismo che con certezza il Partito comunista mobiliterà.
    Utilizzando il potere della società internazionale, potremmo spingere per le riforme del sistema di redistribuzione della ricchezza e per una rivoluzione politica nelle nostre nazioni. Questa battaglia commerciale non andrà a beneficio del capitalismo burocratico; andrà invece a fare del bene a quei lavoratori a stipendio e al capitale privato, gli strumenti migliori per evitare insurrezioni disordinate e promulgare una rivoluzione democratica.

    In conclusione permettetemi di essere chiaro: se si ha uno sviluppo economico su base capitalista, ma non si hanno diritti di parola e di informazione, la cosiddetta “rivoluzione colorata pacifica e razionale” è soltanto un miraggio. Nella migliore delle ipotesi, è una fantasia bella ma irrealizzabile.
    .
    macché bella è una fogna. in realtà la democrazia non esiste, ci sono solo dittature di maggioranze più o meno tolleranti, e di vario genere politico.
    il fatto poi che in democrazia "c'è informazione" fa sbellicare dalle risate: c'è allo stesso modo un potere mediatico ben sottomesso al regime che da l'illusione di "una corretta informazione".

  9. #9
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    Predefinito Rif: «La Cina spinge l'economia mondiale fuori dalla recessione»

    Citazione Originariamente Scritto da EURIDICE Visualizza Messaggio
    la CINA ha portato alla DEINDUSTRIALIZZAZIONE dell'Occidente
    No. La Cina ha approfittato semplicemente della destrutturazione dell'economia reale occidentale.
    Abbiamo preferito delocalizzare in tutto il sistema solare perchè abbiamo ritenuto più vantaggiosa un economia basata sui servizi e pensare di approfittare in eterno del libero mercato globale senza dazi o forme di protezionismo alcuno?
    Allora se abbiamo creato un buco, nel sistema totale produttivo , era OVVIO che , come nei vasi comunicanti, questo buco venisse riempito da qualcuno

    e la sua crescita spenge solo ed esclusivamente la sua economia
    In parte è vero. In parte no. Se "el parun" si arricchisce , i cortigiani riescono sempre a prendere qualche briciola. E , Deo Gratias, la Cina non si sente in alcun modo "paladina" dell'occidente con qualche sacra e democratica missione da compiere come la merdica negli ultimi sessant'anni.
    Il che implica che cerca accordi politici solo quando subalterni all'economia, senza voler esportare alcuna visione del mondo in particolare.
    A differenza della merdica, cioè.

    In ogni caso ringrazia Washington, Londra, e Jew York
    Disse il Supremo : "Sono di estrema destra A MODO MIO" ....

  10. #10
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    Predefinito Rif: «La Cina spinge l'economia mondiale fuori dalla recessione»

    SHANGHAI – Eni, Enel e Generali. Il China International Corporation (Cic) conclude il suo viaggio in Italia sparando alto, anzi altissimo, con le sue richieste verso Roma. Sulle prime due, dicono gli indiscreti, potrebbe essere accontentato; sulla terza, nonostante i buoni rapporti stabiliti da tempo tra il fondo sovrano cinese e Generali, i tempi per un'intesa sembrano ancora prematuri.

    D'altronde, con in tasca 300 miliardi di dollari da spendere, più altri 200 miliardi che dovrebbero arrivare in cassa entro breve, è del tutto normale cullare obiettivi ambiziosi. Se nella rete del Cic sono già caduti colossi della finanza globale del calibro di Blackstone, Morgan Stanley e Visa, nonché decine di ricchi giacimenti petroliferi e minerari sparsi in mezzo mondo, perché mai i grandi nomi dell'economia italiana dovrebbero dire di no alle suadenti proposte di Pechino? Soprattutto se sono accompagnate da un bel gruzzolo di moneta sonante?

    Già perché nonostante l'alone di mistero che circonda il fondo sovrano cinese, dopo tre anni di frenetico shopping a livello planetario, un fatto ormai è certo: quando il Cic inquadra nel suo mirino una preda, non bada a spese pur di portarsela a casa. Gli sciagurati, strapagati investimenti realizzati in Blackstone e Morgan Stanley, sui quali Pechino ha accusato perdite di portafoglio pesantissime, sono a lì a dimostrarlo.

    Lasciata l'Italia, Gao Xiqing, il vulcanico direttore generale del Cic (nella foto), e la sua squadra composta in gran parte dai migliori Mba cinesi di ritorno in patria dalle università americane, faranno rotta verso altri lidi. Africa, Sud America, Repubbliche Centro Asiatiche, Nord Europa, Sudest Asiatico, vale a dire su ogni pista che odora di gas, petrolio e minerali.

    Dopo lo sventurato debutto nei salotti buoni dell'alta finanza americana, infatti, il Cic ha cambiato le sue strategie. Il Governo lo aveva costituito con lo scopo di allocare parte delle riserve valutarie cinesi in investimenti alternativi e più profittevoli rispetto ai titoli del Tesoro americani. Frattanto, però, la domanda di energia e di materie prime cinese è letteralmente esplosa. Così il Cic è diventato anche uno strumento per l'approvvigionamento di risorse naturali nel mondo. E dopo la terribile crisi finanziaria del 2008, il suo ruolo in questo ambito si è ulteriormente rafforzato.

    Saperne di più sull'attività del braccio finanziario internazionale del Dragone è una missione impossibile. Il Cic è il fondo sovrano più giovane del pianeta, ma è anche il più ermetico sul piano della trasparenza e della comunicazione. Non è un caso che, dopo un lungo e serrato dibattito interno alla nomenklatura finanziaria cinese, sia stato costituito scegliendo come modello il Government of Singapore Investment Corporation (Gic), il fondo da 330 miliardi di dollari dell'ex colonia britannica che mantiene la massima segretezza sui propri investimenti.
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