
Originariamente Scritto da
Stalinator
Craxi, la coscienza sporca di una parte d`Italia
di: Uriel Wolfstep
Craxi rappresenta la coscienza sporca di una parte del Paese.
Di una parte variegata dell’Italia del dopoguerra.
E non ci riferiamo ai socialisti.
Affermare come fa Di Pietro che Craxi fosse “un condannato e basta” significa dare alle sentenze ordinarie di un tribunale il valore di giudice storico e politico”. Indubbiamente a Di Pietro sarebbe piaciuto perseguitarlo di più, ma la verità è che “Craxi fu uno dei politici più importanti del dopoguerra, di cose per il Paese ne ha fatte, e pretendere che una sentenza del questurino di turno le cancelli è impossibile, sarebbe come dire “Mah, alla fine Churchill era un alcolizzato perduto”, o che “Patton fosse uno sciroccato new age convinto di essere la reincarnazione di un ufficiale cartaginese morto per difendere Tunisi”: entrambe le cose sono vere, ma Churchill oltre che alcolizzato era uno statista, e Patton oltre che un vanaglorioso idiota e un probabile criminale di guerra era anche un ottimo generale. Così, Craxi fu sicuramente un condannato per tangenti, ma fu anche uno dei più grandi statisti del dopoguerra”.
Quella di Craxi fu l’unica politica internazionale che non nascesse dai dossier di Washington, e lo dimostrò con la vicenda di Sigonella, con la vicenda di Tripoli, e con la progressiva espansione dell’area di interesse politico e commerciale italiana nel mediterraneo, mediante una politica di distensione filoaraba.
L’Italia pre-Craxi era un Paese di patetici mandolinisti. Un’inflazione a due cifre divorava le imprese, che licenziavano a più non posso: se lo stipendio dei lavoratori aumentava con la scala mobile, questo non succedeva alla loro liquidità, che veniva erosa rapidamente. Le banche, per non rimetterci nell’inflazione, prestavano denaro a condizioni impossibili, ed era praticamente inutile risparmiare soldi perché venivano erosi in pochissimo tempo.
Cosa dobbiamo a Craxi?
Lo scontrino fiscale e il registratore di cassa. Prima, i negozi evadevano quanto volevano. Semplicemente. Curioso particolare, per chi lo accusa di essere il patrono degli evasori. Indovinate chi scese in piazza contro?
L’inflazione scese dal 16% al 4%, grazie al fatto che si mise contro la Cgil e il Pci, e riuscì a fermare il meccanismo della scala mobile, che persino gli elettori capivano essere deleterio, tant’è vero che la battaglia fu vinta con un referendum.
Rese facoltativo l’insegnamento della religione nelle scuole, colpo durissimo per la chiesa, mettendoseli contro un bel pochino. Indovinate con quale governo ha smesso di esserlo?
L’Italia avanzò dal tredicesimo posto sino al quinto posto tra i paesi a PIL più alto del mondo.
Senza la sua politica nei confronti dei Paesi mediterranei, non sarebbe stata possibile la metanizzazione dell’Italia, e oggi saremmo a bruciare gasolio per scaldarci, o carbone. Esattamente come si faceva all’epoca.
Naturalmente questo non significa che le sentenze siano nulle. Significa soltanto qualcosa che Di Pietro non può capire: che la vita di una persona, e di un politico, non si esauriscono con la fedina penale.
Di Pietro, certo, è incensurato: ma può dire di aver fatto altrettanto per il paese? Di essersi opposto alla Chiesa Cattolica al punto da rendere facoltativa l’ora di religione. Da aver ridotto all’estremo uno dei fenomeni di evasione fiscale più radicati del paese introducendo il registratore di cassa? Può dire di aver sollevato il paese sino a farlo entrare nel G8 e poi nel G7? No.
Ed è qui il problema: finché paragoniamo le fedine penali, Di Pietro vince su Craxi. Il problema viene quando ci chiediamo quanto abbiano dato al paese. Qui Di Pietro non ha grandi imprese da raccontare.
Oggi ci si lamenta per una posizione prona rispetto alla Chiesa. Beh, vista la performance dei governi di Prodi (I e II) , D’Alema e Amato, c’è da dire che Craxi l’unico capo di stato italiano che si sia messo di fronte a loro e a ridurre i loro privilegi. La religione cattolica finì di essere ufficialmente “religione di stato”, l’ora di religione divenne facoltativa, venne abolita la congrua, cioè il fatto che all’epoca era lo stato a pagare lo stipendio a preti dal bilancio del ministero della giustizia.
Ci si lamenta dei condoni? Beh, nel provvedimento di Nicolazzi,veniva istituito l’obbligo dei piani regolatori e la responsabilità penale dei comuni quali organi di controllo. La speculazione edilizia riprese quando si cambiarono le leggi a riguardo.
Adesso ci si lamenta delle banche ? Bene, Cuccia fu costretto alle dimissioni proprio da Craxi, che se lo mise contro un bel pochino. Con Confindustria andò d’accordo finché all’ennesima richiesta industriale di soldi di Stato li accusò di “voler lucrare senza pagare”, cosa che iniziò un certo “gelo”. Non che coi sindacati andasse più d’accordo, visto che si scontrò con Cgil sia sulla scala mobile che sulla redistribuzione dei redditi.
Insomma di politici capaci di opporsi a banche e chiesa, di opporsi a Cgil e a Confindustria, non ce ne sono stati, nemmeno nei due famosi governi di centrosinistra.
L’Italia che abbiamo oggi ha componenti moderne e forti componenti di arretratezza. Beh, quelle moderne le dovete tutte a Craxi, che traghettò il paese da miserabile branco di straccioni provinciali dei primi anni ‘70 ad economia del G7.
E dopo Craxi, molte di queste cose sono morte. Prodi ha legiferato sulle scuole private dando soldi ai preti: tutt’altra musica rispetto ad uno che rese facoltativa la religione cattolica. Prodi creò quelle mostruosità fuori controllo che sono le fondazioni bancarie, cui i governi sono a tutt’oggi chini. Craxi avvisò Gheddafi dei bombardamenti americani e negò a Reagan le basi per gli aerei, mentre D’Alema si piegò supino e prestò le basi a Clinton.
Se non guardiamo alle fedine penali, non ci sono nel dopoguerra italiano politici con quel coraggio.
Ci furono indubbiamente altri buoni politici, ma quanto a coraggio delle proprie opinioni di fronte ai vari potentati (Chiesa, Confindustria, Banche , Sindacati, Commercianti, Washington) non ne troverete uno, uno solo, che abbia tenuto il polso fermo come lui. Potete fare a meno di cercarli.
Questa è la grossa colpa del paese. Perché sappiamo in fondo che aveva ragione anche su una cosa diversa, e cioè che le accuse rivolte a lui potevano essere rivolte a chiunque. E quindi ci chiediamo: ma davvero è valsa la pena? Che cosa ci ha dato, alla fine, questa “Mani Pulite”.
Ci ha dato un paese migliore? Una classe politica migliore? Non la vedo, né a destra né a sinistra. Non ci ha dato una destra migliore della Dc né una sinistra migliore del Pci. Ci ha dato solo due nuovi estremismi, la Lega e Di Pietro. Fantastico.
Mani Pulite ci ha dato un’economia migliore? No. Ci ha dato un paese più laico? No. Ci ha dato una politica estera più attenta agli interessi nazionali? No.
La verità è che Mani Pulite, al paese, ha dato solo la libidine della condanna. E basta.
Nominare Craxi oggi, ovviamente, solleva questo problema: la differenza di statura politica si nota. L’estrema sinistra si ritiene terzomondista? Craxi fu rappresentante del segretario generale dell’Onu Peréz de Cuéllar per i problemi dell’indebitamento dei Paesi in via di sviluppo (1989); successivamente svolse l’incarico di consigliere speciale per i problemi dello sviluppo e del consolidamento della pace e della sicurezza (rinnovatogli nel marzo 1992 da Boutros Ghali). Che vi piaccia o no, la moratoria dei debiti del terzo mondo fu un’idea sua, non di Bono Vox o di Bertinotti.
Perché ai politici venuti dietro non viene riconosciuto niente di simile? Perché sono delle mezze seghe. Tutto qui. Allora cosa si fa? Si va a prendere la fedina penale. L’unico campo possibile.
Si parla di Craxi e del debito pubblico; vero. Ma il debito crebbe ugualmente anche dopo, ed era in forte crescita anche prima di Craxi, il ritmo non cambiò di molto. Deriva esclusivamente dalla nostra povertà di materie prime, energia soprattutto. Tant’è vero che il rischio di default lo abbiamo avuto con uno dei “governi tecnici” venuti dopo Mani Pulite. Per tutta l’era Craxi nessuno parlava di pericolo default. Né di declino.
Questo è lo scandalo Craxi: per batterlo si può usare soltanto la fedina penale. Perché sul piano politico, sia interno che estero, nessuna delle ridicole scimmie al potere oggi, e neanche le patetiche scimmie che lo sono state da Mani Pulite in poi, gli arrivano alle ginocchia.
Ovviamente, un politico come Di Pietro non può sperare altro che questo: che tutti si ricordino solo della fedina penale. Ma lo scandalo è che dopo Mani Pulite non solo non è cambiato nulla in Italia, ma è peggiorato tutto.
Ed è peggiorato tutto, lo sappiamo bene, perché quella classe politica abbattuta dalle inchieste era sì poco onesta (quanto la media degli italiani), ma come governanti di un paese-colonia angloamericano sono stati i migliori possibili, in questo dopoguerra.
Lo scandalo di Craxi è dovuto a questo.
Ci si arrabbia perché gli si vogliono intitolare delle vie. Ah, si? Beh, a Bologna ho vissuto in Via Togliatti, ed esiste via Lenin. Posso sapere, per favore, perché non Via Craxi? Che cosa ha fatto Lenin per l’Italia? E Togliatti? E Vittorio Emanuele?
Ma, specialmente, che cosa ha fatto Di Pietro?
Perché ancora, di effetti positivi di Mani Pulite non ne ho visti. Né sul Paese, né sulla mia vita materiale.
Rinascita del 18 gen 2010