Originariamente Scritto da
medsim
Ridi pure e magari portati dietro anche Brunik.
Ma i conti erano ok
Col deficit al 2,9% Tremonti aveva ragione Con un anno di anticipo
di GIULIANO CAZZOLA
"Il giorno" 07/10/2006 (Pag. 12)
COME SE DOVESSERO ripassare un copione scritto nel Consiglio dei Ministri, alle innumerevoli osservazioni critiche sulla manovra di bilancio, gli esponenti della maggioranza replicano, un po' afflitti ed un po' arroganti, che non avevano altra scelta . Tommaso Padoa-Schioppa (Dio ci salvi dai tecnici prestati alla politica !) non ha esitato ad evocare immagini fosche della . E lo ha fatto nuovamente dopo essersi dovuto rimangiare le affermazioni - frutto della pervicacia del neofita - che paragonavano la situazione dei conti dello Stato a quella, drammatica, del 1992. Oggi sappiamo - lo ha certificato l'Istat - che nel primo semestre 2006 il deficit tendenziale è sotto la magica soglia del 3%. Se il dato fosse confermato su base annua, l'Italia avrebbe conseguito, già al netto degli effetti della legge Bersani-Visco e della Finanziaria per il 2007, quel saldo virtuoso che la Ue attende entro il 2008. A noi non piace cantare vittoria troppo presto, né portare acqua al mulino del partito della spesa. I conti si fanno a fine d'anno, potendo apprezzare quanto delle maggiori entrate fiscali si rivelerà di carattere strutturale (lo stesso Padoa-Schioppa ha ammesso che lo sarà una quota importante). Una stima ragionevole, la quale tiene in considerazione anche la notevole riduzione del fabbisogno di cassa, ci porta a ritenere che - nel complesso del 2006 - il deficit non potrà attestarsi ad un livello superiore al 3,3-3,4% del Pil. Certo, il Governo ha voluto dare copertura alla della Ue relativa alla restituzione dell'Iva per le auto: una misura, tuttavia, che poteva essere spalmata, d'intesa con Bruxelles, su più anni. Che senso ha, allora, una manovra di bilancio tanto pesante soprattutto dal lato del prelievo fiscale, nonostante i buoni risultati che sono certificati dalle competenti autorità ? Qualche spiegazione dovrà pur essere data da via XX Settembre e dal serafico professor Romano Prodi.
Intanto, sarà il caso di chiedere scusa al Governo precedente, il quale non sarà stato un modello di virtù contabili, ma almeno - adesso è ulteriormente provato - ha lasciato in eredità un assetto dei conti pubblici per niente allo sfascio, dal momento che saldi saranno persino migliori di quelli a suo tempo ipotizzati da Giulio Tremonti.