In Iran qualcosa si muove contro Ahmadinejad
Gli incidenti tra manifestanti e polizia avvenuti a Teheran e in altre città iraniane ci ricordano quanto è difficile per l'opposizione al regime degli ayatollah costruire una alternativa democratica. La repressione in Iran, infatti, non è solo terribile a causa della spietatezza degli apparati di polizia, ma anche a causa dell'opera di fiancheggiamento di vere e proprie milizie popolari di pasdaran e di bassiji di cui essi possono fruire. Ristretta e minoritaria, la base popolare di consenso al regime conta comunque su vari milioni, forse decine di milioni, di iraniani, che più volte hanno mandato drappelli di fanatici a menare gli oppositori nelle piazze e nelle università.
L'arresto del leader dei manifestanti di questi giorni, l'ayatollah Borourdjerdi, nipote di una Grande ayatollah degli anni sessanta, ci ricorda poi una cosa ancora più importante: in Iran l'alternativa al regime potrà e dovrà so0rgere solo all'interno della umma. Non c'è spazio per ideologie,stretegie, partiti e movimenti laici. Solo un confronto e uno scontro interno alla umma potrà forgiare la leadership e la strada per un ribaltamento del regime degli ayatollah khomeinisti. L'alveo sarà sempre quello della sharia. E' bene che l'occidente ne prenda atto per tempo e agisca di conseguenza, facendo di tutto per favorire questo processo.