con conseguente olocausto atomico...



Pronta la lista delle sanzioni stilata da Washington: si parte con l'embargo Nord Corea, si pensa già a intervento militare Asse Giappone - Stati Uniti per una risoluzione Onu che preveda anche l'uso della forza. Pyongyang: siamo pronti a lanciare missili

Il leader nordcoreano Kim Jong Il con alcuni militari (Ansa)
NEW YORK (Stati Uniti) - All'indomani del test nucleare effettuato dalla Corea del Nord, la comunità internazionale è sull'orlo di una nuova grande crisi. Dopo le condanne e le prese di posizione contro i programma atomico di Pyongyang, arrivate dai vari continenti, e dopo che il caso è stato affrontato dal consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, già si parla di possibili sanzioni nei confronti del regime di Kim Jong Il. Ma c'è anche chi si spinge oltre: il Giappone, in qualità di presidente di turno del Consiglio di sicurezza dell'Onu, secondo l'agenzia di stampa Kyodo che cita fonti diplomatiche nipponiche al Palazzo di Vetro, intende adoperarsi assieme agli Stati Uniti per aprire la strada a un intervento militare.
«PRONTI CON I MISSILI» - Dal canto suo la Corea del Nord non resta in silenzio: una fonte governativa citata dall'agenzia sudcoreana Yonhap avrebbe infatti affermato che il suo paese è pronto a lanciare missili con testate nucleari. Le dichiarazioni sono state raccolte a Pechino e attribuite a un funzionario che ha chiesto di non essere identificato, il quale avrebbe auspicato che gli Stati Uniti avviino colloqui diretti con Pyongyang, facendo concludere la crisi «prima dell'infausta situazione in cui la Corea del Nord lanci missili nucleari». «Quel che vogliamo è la sicurezza della Corea del Nord, ivi compresa una garanzia per il nostro regime», ha aggiunto la fonte. Il funzionario ha riproposto la tesi secondo cui il principale obiettivo di Pyongyang è di ottenere contatti con gli Stati Uniti, in un colloquio diretto verso cui Washington ha sempre dimostrato la massima riluttanza.

Il presidente Usa, George W. Bush, durante le dichiarazioni alla Casa Bianca sui test nordcoreani (Ansa)
LA RISOLUZIONE ONU - Sul fronte diplomatico internazionale, secondo quanto risulta all'agenzia Kyodo, il Consiglio dovrebbe adottare in tempi brevi una risoluzione di condanna della Corea del Nord contenente un riferimento all'articolo 7 della Carta dell'Onu, che prevede sanzioni internazioni e la possibilità di un intervento armato. Il presidente americano George W. Bush in una dichiarazione video ha definito il test atomico nordcoreano «una provocazione e una minaccia» annunnciano che «la comunità internazionale risponderà a Pyongyang». Anche la Cina, principale ex alleato di Pyongyang, si è pronunciata per una «ferma reazione» al test atomico, pur auspicando che sia ancora possibile mantenere aperta la porta per un dialogo.
LE PROPOSTE USA - Gli Stati Uniti hanno invece già fatto circolare una bozza del testo da sottopore alle Nazioni Unite che prevede tra l'altro l’embargo commerciale di materiali che potrebbero essere usati per costruire o trasportare armi di distruzione di massa; il divieto per la Corea del Nord di usare il proprio territorio per la proliferazione di attività illecite; l'embargo a transazioni economiche che possano consentire alla Corea del Nord di finanziare i propri programmi di armamento; la richiesta alla comunità internazionale di congelare gli asset collegabili con il programma di armamento e missilistico della Corea del Nord e qualsiasi altra attività illecita. Gli Usa vorrebbero poi che fosse consentita l’ispezione di tutti i cargo diretti o in partenza dalla Corea del Nord per limitare proliferazione di armamenti. Infine Washington chiede l'embargo anche per il commercio di beni di lusso di dispositivi militari.

Ban Ki Moon, ministro degli Esteri della Corea del Sud e prossimo segretario generale dell'Onu (Ansa)
DEBUTTO CON CRISI - La crisi nordcoreana sarà la prima questione scottante che sarà chiamato ad affrontare Ban Ki Moon, ministro degli esteri sudcoreano e già designato quale successore di Kofi Annan alla carica di segretario generale dell'Onu. «Per me dovrebbe essere ora un momento di gioia, ma il mio cuore invece è molto gravato dalla crisi», ha dichiarato il ministro dopo avere appreso a Seoul le notizie da New York sulla sua designazione. Ban, che ha 62 anni ed è noto per il suo equilibrio e la sua cautela, ha detto che l'esperimento atomico compiuto ieri da Pyongyang non può non essere considerato un atto provocatorio, una sfida alle intese per la denuclearizzazione della Corea e alla recente condanna dell'Onu per gli ultimi test missilistici nordcoreani. Il ministro ha espresso grave preoccupazione tanto per il programma nucleare nordocreano quanto per quello iraniano, e ha aggiunto che conta di lavorare strenuamente per una soluzione di entrambe le crisi.
10 ottobre 2006