Il Garante blocca le Iene
Privacy sul test antidroga ai deputati
Il Garante per la Privacy ha deciso di bloccare il servizio delle "Iene" sul test antidroga a 50 deputati. La trasmissione di Italia 1 che andrà in onda questa sera prevedeva un reportage durante il quale gli inviati delle "Iene" sottoponevano i deputati al test antidroga a loro insaputa. Dai controlli sono risultati positivi sedici onorevoli (dodici alla cannabis, quattro alla cocaina)
''Andiamo in onda da dieci anni rispettando la privacy di tutti, perfino dei guaritori filippini e dei ladri di motorini, figuriamoci quella dei deputati'': protesta con amarezza Davide Parenti, ideatore e autore delle Iene.
''Abbiamo fatto decine di servizi in questi anni - spiega - cancellando sempre i volti delle persone coinvolte. Una delle nostre prime inchieste era sul mercato dei motorini rubati: ebbene, abbiamo trovato un ladro che vendeva un motorino quasi nuovo, ovviamente rubato, e perfino quello aveva il volto schermato. Per non parlare dei guaritori filippini, dal mio unto di vista veri gangster che speculano sul cancro, la paura della morte e la buonafede: neanche loro erano riconoscibili. Potrei continuare con le patenti false e gli infermieri che vendevano i morti alle agenzie di pompe funebri. E per finire con gli esempi, Amedeo Goria che fa le sue avances era stato schermato e la sua voce contraffatta. Poi si è scoperto, ma non a causa nostra. Ovviamente - conclude Parenti - anche questo servizio era stato costruito senza violare la privacy di nessuno. Pazienza''.
E alla protesta si aggiunge anche Alessandra Mussolini. ''Ho sotto gli occhi la lunghissima coda di paglia di chi si indigna o minaccia iniziative legali di fronte alla sacrosanta inchiesta delle Iene quando magari ha votato a favore dell'indulto che ha premiato il pedofilo Luigi Chiatti'' ha detto la deputata di Azione Sociale. ''Chi abitualmente fa la fila davanti a Montecitorio in attesa di essere intervistato dai 'black', oggi non può indignarsi e gridare allo scandalo. Dove stavano questi tutori della privacy quando inchieste penali, e non televisive, hanno accertato iniziative di spionaggio contro avversari politici? Per dire basta ai falsi moralismi occorre che il personaggio pubblico rinunci un poco alla propria privacy per dare trasparenza ai propri comportamenti''. ''Se un politico si droga lo dica - sottolinea - se una inchiesta svela questa piaga nel palazzo non ci si arrocchi ma si dica la verità, a meno che il silenzio, o l'indignazione, voglia coprire un fenomeno ancor più grande di quello sin qui svelato''.
che ne pensate? fin dove arriva la libertà