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  1. #31
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    Citazione Originariamente Scritto da Red Shadow Visualizza Messaggio
    In ogmi caso la teoria dell'Holodomor funziona solo se si tratta di una fame genocida diretta contro un popolo particolare voluta artificiosamente.
    Dire che c'era la carestia o una sottoproduzione cerealicola in realtà non signica nulla. Le carestie avvenivano a periodi decennali. Si deve dimostrare l'intenzionalità.
    In realtà uno come Graziosi parla piuttosto di scarso realismo nella previsioni dei raccolti (anche se in realtà le carestie spesso sono imprevedibili), ritardi nel rendersi conto della situazione, negligenza dei dirigenti e via dicendo. Tutte cose discutibili ma almeno non prive di una certa razionalità.
    L'agricoltura sovietica tra l'altro sprecava un qunatita' eniorme di prdotto che andava rubato oppure a causa della mancanza di silos adeguati e di trasporti efficienti. Ricordo infatti quanto ancora nel 1991 scriveva un Isituto inglese di studi sull'agricoltura mondiale secondo il quale se la Russia avesse eliminato gli sprechi e la roba andata o male per mancanza di stoccaggio e trasporti adatti NON avrebbe avuto piu' bisogno di imprtare granaglie ed anzi sarebbe anche stata in grado di esportare ed infatti oggi la Russia vende
    all'estero ed anche in Italia ( come succedeva prima del 1914 ).

  2. #32
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    Citazione Originariamente Scritto da Red Shadow Visualizza Messaggio
    Tu sei un bugiardo oppure non hai letto metà dei libri che hai postato. Soprattutto qurelli degli storici seri che hai riportato.
    Nè Graziosi, nè Medvedev, ne tantomeno Lewin si sognano minimamente di sotenere la tesi dell'Olocausto ucraino. Lewin definisce le farneticazioni di Conquest in proporito spazzatura!!!
    Altri in parte sono raccolte di documenti, ma deve essere chiaro la pistola fumante nei documenti non si trova anzi ci sono prove del tutto opposte. Poi molto materiale propagandistico di pseudo-storici...infina il libro di Mace. Sul fatto che Mace sia uno storico serio molti hanno espresso seri dubbi.
    Su Mace e conbricola consiglio il saggio antirevisionista:
    Rewritig History: How Ukrainian nationalits imposed their doctored history on our high-school students
    http://chss.montclair.edu/english/fu...ewriting88.pdf

    Senti negazionista da strapazzo....bugiardo lo dici a qualcun altro. Sentiamo Graziosi in un intervento in suo intervento in un convegno sull'Holodomor.

    "Se infatti, lasciando da parte il trascinarsi di vecchie polemiche, prima terribili e oggi alla luce di quel che sappiamo, solo grottesche, è possibile sostenere che conosciamo ormai molto delle dinamiche che innescarono la carestia, del suo svolgimento e delle sue conseguenze immediate, in Ucraina come nel Kazakstan [...]" ("La Morte della Terra" - pag. 24)
    Conseguenze:
    "Mi limiterò perciò anche qui a sollevare solo qualche quesito. Il primo riguarda la PAURA [sottolineatura di Graziosi] che domina il paese, dal primo dei suoi collaboratori fino all'ultimo colcosiano, dopo il 1932-33. Che altro sentimento provare davanti a un uomo che per salvare il suo potere e risolvere la crisi in cui il regime era caduto a cauda delle sue politiche era stato campace di lascare morire, a sangue freddo, milioni di persone in pochi mesi? [..] Dopo il 1933, insomma, Stalin non è più il chozjan della sua cerchia intima, ma un padre-padrone munito del potere di vita o di morte e capace di esercitarlo senza esitazione, su scla impensata, tenendo in pugno il destino dei singoli come di intere nazionalità e gruppi sociali." ["La morte della Terra" - pag. 27]

    "Come Pasternak capì supito, con la carestia anche la menzogna che aveva caratterizzato il regime sovietico sin dalla sua nascita, ed era poi via via cresciuta con esso, e sempre più vertiginosamente dopo il 1928, fece un salto di qualità decisivo" (La Morte della Terra - pag. 28)

    "Attraverso di essa, con un uso pavloviano della fame, Stalin riuscì a far inghiottire ai contadini una collettivizzazione da essi percepita subito come una *seconda servitù*. Ma se la grande carestia giocò un ruolo cruciale nel re-impostare un nuovo tipo di servitù alle campagne (..), essa è quindi anche all'origine della costante crisi agricola che ha caretterizzato l'intera storia sovietica, della grande fuga dalle campagne che il sistema dei passaporti è riuscito solo a contenere, della *morte del villaggio* tanto discussa già negli anni cinquanta e sessanta (...) della miseria, dell'abbruttimenti e dell'alcolismo che questa morte hanno accompagnato" [ Morte della Terra - pagg. 28-29]

    "Alla luce del 1932-33 quel sistema ci appare, almeno per una fase della sua storia, come un vero *impero del male*, più che come un *totalitarismo* ideologicamente teso a conquistare e rifondare le coscienze, un impero i cui dirigenti sono condannati senza appello dal loro coinvolgimento in crimini contro l'umanità di portata straordinaria" [Ibidem, pag. 30].

    Fin qui alcune riflessioni dello storico Andrea Graziosi. Su Lewin ho già espresso le posizioni altrove, chiunque può leggere il libro e quel che dice sulla collettivizzazione forzata e le sue disastrose e infami conseguenze, compresa la carestia catastrofica.
    Il nostro negazionista che da del bugiardo a chi svela i suoi giuochetti da difensore ignorante dei responsabili di crimini dell'umanità del comunismo staliniano dia del bugiardo a colui che gli appare nello specchio la mattina, facendosi la barba.

    Saluti liberali


    Alcune opinioni di Lewin ...

    Lewin scrive che la politica di Molotov, kaganovic e altri dirigenti bolscevichi, su disposizione di Stalin " equivalse di fatto a pronuciare un verdetto di morte per fame, tuttavia si ebbe anche, probabilmente un numero imprecisato di fucilazioni vere e proprie" (Storia sociale dello stalinismo - pag. 154).

    La carestia non fu un fatto "ciclico" naturale, infatti lo stesso Lewin ci ricorda che "L'incostanza di clima e faccolti non fu stavolta la causa principale" della carestia [ibidem, sempre pag. 154] infatti "i raccolti del 1931 e del 1932, per quanto mediocri, non erano stati catastrofici. la collettivizzazione, con i disastri che arrecò alla produzione agricola, fu un fattore ben più decisivo".
    "

  3. #33
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    Citazione Originariamente Scritto da Ferruccio Visualizza Messaggio
    Il tenore di vita, se aumento' ,aumento molto modestamente : del resto anche passata la guerra da un pezzo , nel 1968 era bassissimo e mancava in pieno ancora la frutta e la verdura.Se i russi volevano mangiare una verdura preferita, i cetrioli=gurki, dovevano andare di fronte alle stazioni a comperare umn cetriolo a Lire It. 3.000 dai kolkosiani che ivi vendevano la produzione del loro orto ! Controllato di persona !

    Alla fine degli anni trenta il tenore di vita dei contadini sovietici non era che a gran fatica appena paragonabile a quello degli stessi contadini durante l'ultima fase, prebellica, del regime zarista........... ossia un livello, negli anni dieci, dichiarato insostenibile dalla propaganda dei socialisti russi, bolscevichi e no.

    Saluti liberali

  4. #34
    SENATORE di POL
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    Visto che qualcuno si è permesso, riesumando dilettanti negazionisti alla Mattogno [maestro nostrano del negazionismo olocaustico], di mettere in dubbio la "serietà" di James Mace......ecco alcune note sullo storico americano ispirate a uno scritto di Federigo Argentieri in occasione della tragica notizia della sua prematura scomparsa.

    James (Jim) Mace nacque a Oklahoma city il 18 febbraio 1952. Era di origine pellerossa, discendente dalla tribù dei Cherokee, ed iniziò ad occuparsi di genocidi studiando ..... quello ai danni degli "indiani d'America".
    Durante la guerra del Vietnam Mace era studente universitario e come molti giovani americani militò nella sinistra contestando le scelte "imperialiste" del governo del suo paese. Durante quegli anni Mace, che frequentava la facoltà di giurisprudenza, decise di imparare la lingua russa e di studiare la storia dell'Unione Sovietica. Nel 1973 fu ammesso al Master della University of Michigan, dove come lui stesso raccontò era stato attratto "più dalla depenalizzazione della marijuana che dal prestigio accademico". Ma in tale contesto e proprio quell'anno Mace inontrò Roman Szporluk, lo storico che aveva contribuito alla fondazione dell'Harvard Ukrainian Resarch Institute, di cui fu direttore fino al luglio 2004.
    Mace presentò la sua tesi di dottorato appunto sul "comunismo nazionale ucraino", che negli anni venti, trenta anni in anticipo rispetto al magiaro Nagy e al polacco Gomulka, aveva cercato di conciliare il marxismo-leninismo con le aspirazioni nazionali e la sovranità popolare. Le risorse dell'università del Michigan e quelle di Urbana-Champaign in Illinois comprendevano le collezioni quasi complete della stampa ucraino-sovietica dell'epoca, e consentirono a Mace di redigere uno studio di ottimo livello scientifico. Fu nell'ultimo capitolo della tesi di dottorato che Mace si imbattè per la prima volta nel tema della carestia: "Fino a quel momento avevo prestato scarsa attenzione alle campagne: quello che mi interessava era successo nelle città, non nei villaggi. Ma era chiaro che quello che mi interessava si era concluso definitivamente nel 1932-33".
    In maniera del tutto indipendente da Conquest il Mace, esaminando la documentazione a sua disposizione, giunse alla conclusione che vi era stata una simultaneità dell'assalto staliniano contro i contadini refrattari alla collettivizzazione e contro il partito comunista ucraino infiltrato di "nazionalismo". Questa simultaneità era qualche cosa di più di una coincidenza e lasciava intendere che sottendesse a un deliberato assalto alla nazione ucraina, al suo spirito di autonomia e autodeterminazione, in quanto tale.
    A partire dal 1981 Mace fece parte del gruppo di ricerca sulla carestia costituitosi ad Harvard in vista del cinquantennale. Gli articoli di Mace sull'argomento suscitarono la reazione d una tale Wheatcroft, comunista e membro del Sovet Studies Center dell'Univeristà di Birmingham e di un tal Douglas Tottle che per conto dei comunisti canadesi aveva curato la pubblicazione di un libercolo dal significativo titolo di CARESTIA, FRODE E FASCISMO: IL MITO DEL GENOCIDIO UCRAINO DA HITLER A HARVARD, che...dicaimo così... era piaciuto soprattutto ad Aleksandr Jakolevlev, ambasciatore sovietico in Canada negli anni ottanta.
    La pochezza dei suoi critici era tuttavia riconosciuta negli ambienti scientifici di tutto il mondo, tanto che Mace fu chiamato con tutti gli onori a relazionare circa la carestia ucraina alla INTERNATIONAL CONFERENCE ON THE HOLOCAUST AND GENOCIDE, svoltasi nel 1982 a Tel Aviv. Sulla scia di Raphael Lemkin, che aveva coniato il termine genocidio, Mace aveva correttamente inteso il senso del vocabolo applicandolo non soltanto al tentativo di sterminare tutti gli appartenenti ad un determinato gruppo, ma anche la forzata alterazione del carattere nazionale di un territorio mediante la liquidazione, diretta o procurata, della vita di una parte decisiva della sua popolazione. Con ciò Mace innanzi al pubblico della conferenza, in cui primeggiavano studiosi dell'Olocausto ebraico, non fece fatica a precisare che "non tutti i genocidi sono uguali, così come esistono diversi gradi di omicidio".
    Più tardi un riconoscimento al massimo livello , su questo fronte, giunse a Mace personalmetne da Simon Weisenthal, il quale non ebbe alcuna difficoltà a riconoscere la piena legittimità del punto di vista per chi, documenti e dati alla mano, si batteva per diffondere la conoscenza del genocidio ucraino.
    Il lavoro di Mace ad Harvard si concluse nel 1986 con la pubblicazione del lavoro di Conquest sul "Raccolto di Dolore", cui dette un contributo per niente secondario al di là dei riconoscimenti formali. All'inizio del 1990 Mace si trasferì quindi nella sua patria adottiva, l'Ucraina rediviva, dove prese servizio quale docente di storia e scienze politiche presso l'università nazionale dell'Accademia di Kyiv-Mohyla, dove ha lavorato sino alla sua morte, sopraggiunta improvvisamente il 3 maggio del 2004. Il suo epitaffio pronunciato da Viktor Yushenko rappresenta il suo migliore ritratto di storico e di uomo: "James Mace [..] aveva una caratteristica unica, rara ai nostri giorni: l'integrità completa, voleva apprendere la verità e diceva solo la verità." Nel 1998 in una intervista ad un noto quotidiano ucraino Mace aveva forse inconsapevolmente redatto il suo testamento intellettuale: "La cosa più importante che posso fare è insegnare agli studenti come pensare. Non insegno loro che cosa pensare, ma come pensare".

    Saluti liberali

  5. #35
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    Un "ritirata strategica " ? Si stavano accorgendo che il sistema non funzionava e cominciavano a fare marcia indietro.la NEP riguardava TUTTE le attivita' salvo quelle strategiche .Non riguardava affatto solo la campagna na TUTTO.
    Morta la NEP in URSS non trovavi piu' nemmeno chi riparava il rubinetto o rammendasse i calzoni.E fu il disastro !

    Altri Stari comunisti si guardarono bene da seguire tale strada vedi per esempio la DDR dove erano ammesse attivita' economiche fino a 15 dipendenti esclusi parenti e la terra resto' ai contadini resi magari proprietari distribuendo terre .

    Certo quanto succede in Cina va oltre la NEP ma lo spirito e' quello e del resto in Cina l'inziio della nuova fase era ben piu' modesto.Poi quando si comincia ..................................

    Sono convinto che se in Russia fosse stata seguita la strade NEP non sarebbero finiti là dove sono finiti ................
    Dire che quello che sta accadendo in Cina è nello stesso spirito della NEP, devo dire che è proprio impensabile.
    Deng Xiaoping disse:"Arrichirsi è glorioso!"
    Se pensi che questo è nello stesso spirito della NEP, credo tu sia proprio un illuso, o un disinformato.
    Sono invece assolutamente d'accordo con Red Shadow quando dice che la NEP fu una ritirata strategica.
    Certo, ciò che fece Stalin è stato senza alcun ombra di dubbio esagerata, ma credo sia comunque stato un dittatore spietato e guardo alla sua 'demonizzazione' con una certa indifferenza.
    Non è un teorico di un grande rilievo per me.

  6. #36
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    Citazione Originariamente Scritto da ItalianCommie89 Visualizza Messaggio
    Dire che quello che sta accadendo in Cina è nello stesso spirito della NEP, devo dire che è proprio impensabile.
    Deng Xiaoping disse:"Arrichirsi è glorioso!"
    Se pensi che questo è nello stesso spirito della NEP, credo tu sia proprio un illuso, o un disinformato.
    Sono invece assolutamente d'accordo con Red Shadow quando dice che la NEP fu una ritirata strategica.
    Certo, ciò che fece Stalin è stato senza alcun ombra di dubbio esagerata, ma credo sia comunque stato un dittatore spietato e guardo alla sua 'demonizzazione' con una certa indifferenza.
    Non è un teorico di un grande rilievo per me.
    La NEP e quello che sta succedendo in Cina hanno poco in comune. La NEP portò alla stagnazione economica, e alla rottura del rapporto tra città e campagna. In Cina abbiamo inevce il più dinamico paese del mondo.
    Certo anche Bucharin lancò lo slogan "Arricchitevi". Ma questo è uno delle poche cose in comune. L'altra forse è che i cinesi prevdono tempi lunghi per la realizzazione del socialismo, che potrebbe essere accumunata al socialismo a tempo di lumaca di Bucharin, In realtà Bucharin pensava alla industrializzazione a tempo di lumaca. Cosa che i cinesi che hanno un PIL che cresce del 10% certamente non la pensano come Bucharin. Anche se per la verità cercano di frenare lo sviluppo economico ormai divenuto troppo accellerato.
    La Cina è un paese che ha fatto i conti con la storia. Mao dieceva "Solo la rivoluzione socialista può salvare la Cina". Deng dopo l'esperienza sovietica ha giustamente detto "Solo la riforma può salvare il socialismo in Cina". Veramente non ha propriamente detto così, ma l'ha sicuramente pensato.
    Mao ha ridato dignità ad un paese da tempo preda delle mire dei colonialisti e degli imperialisti. Il patriottismo socialista è infatti molto sentito in Cina. Deng sta facendo della Cina, come dice Chavez, il baluardo delle lotte antimperialiste nel mondo. Deng ha dimostrato che si può uscire dall'arretratezza. La Cina nel '49 era il paese più povero del mondo.
    I comunisti ricchi sognano un comunismo povero ma i comunisti poveri sognano un comunismo ricco. E' per questo che la Cina è poco popolare in Italia ma molto popolare in Venezuela, India, Bolivia, Vietnam, Laos, Sudafrica ecc.
    I dirigenti di questi paesi non devono gestire la corrente falce & martello del PRC. Devono pensare a come dare da mangiare a milioni di persone. E' per questo che in Vietnam, Laos ecc. ragionano su quanto avviene in Cina e nelle sezioni del PRC si ragiona sul sub-commediante Marcos e sul suo rivoluzionarismo a buon mercato.
    Io ho sempre pensato che quando le cose sono troppo a buon mercato la fregatura è in agguato.

  7. #37
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    Citazione Originariamente Scritto da Red Shadow Visualizza Messaggio
    I dirigenti di questi paesi non devono gestire la corrente falce & martello del PRC.

    fantastico

  8. #38
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    A proposito di bibliografia......un libro che secondo me merita di essere letto, e che è per molti versi più che illuminante, anche per i documenti che cita, su questioni strettamente correlate a quelle fin qui trattate è....:

    Andrea Romano - CONTADINI IN UNIFORME - L'Armata Rossa e la Collettivvizazzione delle campagne nell'URSS - Leo S. Olschki 1999



    Il libro, curato dalla Facoltà di Lettere e Filosofia - Fondo di studi Parini- Chirio della Università degli Studi di Torino è presentato da Nicola Tranfaglia (che tutto può essere definito tranne che un reazionario, un "revisionista storico" colto da anticomunismo viscerale). Nel comitato scientifico che cura la collana è presenta un altro noto reazionario liberal-trotzkysta filo-berlusconiano come il prof. Gianni Vattimo.

    Saluti liberali

  9. #39
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    Citazione Originariamente Scritto da ItalianCommie89 Visualizza Messaggio
    Dire che quello che sta accadendo in Cina è nello stesso spirito della NEP, devo dire che è proprio impensabile.
    Deng Xiaoping disse:"Arrichirsi è glorioso!"
    Se pensi che questo è nello stesso spirito della NEP, credo tu sia proprio un illuso, o un disinformato.
    Sono invece assolutamente d'accordo con Red Shadow quando dice che la NEP fu una ritirata strategica.
    Certo, ciò che fece Stalin è stato senza alcun ombra di dubbio esagerata, ma credo sia comunque stato un dittatore spietato e guardo alla sua 'demonizzazione' con una certa indifferenza.
    Non è un teorico di un grande rilievo per me.
    Certo ci sono difrferenze: siamo in Cina 2006 e non nell' URSS anni trenta ma la sostanza e' che il nuovo corso cinese ha molto ma molto della NEP ! Largo all'inziativa privata nei settori non strategici , tutto qui ! In fin dei conti era l'uovo di Colombo .......................

 

 
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