Dopo aver soppresso e profondamente modificato, nelle edizioni successive, ribattezzate QUESTIONI DEL LENINISMO, la PROPRIA frase trotzkysta sopra riportata, in una posteriore fase della sua "elaborazione teorica", Stalin se la prende non solo con Trotzky ma....ora anche con Zinov'ev (nella misura in cui è passato all'Opposizione) con questa affermazione chiarissima:
" Credo che la sfiducia nella vittoria dell'edificazione del socialismo sia l'errore fondamentale della *nuova opposizione*. Questo errore è, secondo me, fondamentale, perchè da esso derivano tutti gli altri errori della *nuova opposizione*. Gli errori della *nuova opposizione* circa la questione della NEP, del capitalismo di Stato, della natura della nostra industria socialista, della funzione della cooperazione in regime di dittatura del proletariato, dei metodi di lotta contro i kulaki, della funzione e del peso specifico del contadino medio, tutti questi errori derivano dal primo errore fondamentale dell'Opposizione, della sfiducia nella possibilità di condurre a termine l'edificazione di una società socialsita colle forze del nostro Paese "
(Giuseppe Stalin: "Questioni del Leninismo").
Dunque non è un'ubbia dei "trotzkysti" quella di aver posto il problema della nascita improvvisa, nella formazione ideologica bolscevica, a seguito delle sconfitte ripetute della rivoluzione in occidente, della "dottrina del socialismo in un paese solo", come elemento principe di tutte le divergenze all'interno del partito. E' Stalin stesso che individua, ovviamente, nel rifiuto dalla revisione ideologica apportata con la formulazione del "socialismo in un paese solo", "l'errore fondamentale" delle Opposizioni. L'Errore che determina ogni altro "errore" di Trotzky, Zinov'ev, Kamenev e di tutti gli altri oppositori interni al Partito Bolscevico.
Dunque in che cosa consisteva, sul piano teorico, la divergenza fra Stalin e "l'Opposizione"?
Stalin cerca di far cadere tutta la vertenza in ....una questione di "fiuducia" o di "sfiducia" nelle forze della rivoluzione russa, nella fiducia nella "possibilità di attrarre la massa fondamentale dei contadini sovietici nell'opera di edificazione socialista", e cerca di far credere che tutte le vecchie preoccupazioni bolsceviche sul legame fra l'Ottobre e la rivoluzione internazionale consistessero esclusivamente nel timore di un'aggressione imperialistica capace di abbattere un potere sovietico non ancora consolidato.
In realtà, nel dibattito ideologico, Stalin usa metodi e argomenti molto efficaci sul piano dell'effetto politico, ma del tutto disonesti e mistificatori sul piano intellettuale.
Il problema della "resistenza" del "primo Stato Operaio" non era visto dai "vecchi bolscevichi" soltanto come problema di "resistenza ad un'aggressione militare" degli "imperialisti", ma della relazione fra il mercato capitalistico mondiale, con le sue leggi, e i problemi dell'industrializzazione di un paese arretrato e contadino, come l'Unione Sovietica.
I pregiudizi ideologici marxisti di Lenin lo portarono a dire, durante il suo discorso al XI congresso bolscevico, del marzo 1922, che per il comunismo russo l'esame sarebbe stato presentato " dal mercato russo e internazionale, al quale siamo sottoposti, al quale siamo legati e dal quale non possiamo staccarci,,,,Questa prova è seria perchè qui possiamo essere battuti economicamente e politicamente ".
Al contrario di quel che cercava di far credere Stalin, dunque, per i presupposti ideologici leniniani la necessità della rivoluzione mondiale per la sicurezza della Russia sovietica e del suo regime politico-sociale, non era legata solo al rischio di un'aggressione militare imperialista in gran forze, in una fase di relativa debolezza dello Stato bolscevico. Come è intuitivo, per chi conosce il marxismo rivoluzionario e la sua visione del processo di trasformazione della società capitalista in società comunista, ancor più che gli eserciti nemici "imperialisti", il mercato mondiale con le sue leggi, e la sua interazione con il "mercato" sovietico, costituivano un limite invalicabile all'edificazione socialsita in URSS. Questo non c'entrava nulla con la "sfiducia", giacchè, era chiaro, che in attesa della rivoluzione mondiale, il processo rivoluzionario avrebbe dovuto continuare ad avanzare verso il socialismo. Questo significava soprattutto rafforzare il capitalismo di Stato, dello Stato Operaio, e rafforzare la dittatura proletaria (nella forma specifica dell'alleanza operai-contadini). Ma lo scopo fondamentale era quello di rafforzare la base materiale del socialismo (Socialismo= soviet più elettrificazione disse ad un certo punto Lenin), ossia le forze produttive, l'industria statalizzata sovietica, risolvendo la questione fondamentale della relazione fra città e campagna, in modo che non si rompesse disastrosamente il rapporto fra proletariato industriale (in formazione) e masse rurali.
Per questo "L'Opposizione" che "non aveva fiducia nelle forze della rivoluzione russa", puntava tuttavia non solo e non tanto sull'incendiare il mondo, quanto su misure come la pianificazione economica, l'industrializzazione a grandi ritmi, la difesa del monopolio del commercio estero, la lotta contro i kulaki e per depotenziarne l'influenza nelle campagne.
Ma la stessa Opposizione, pur nella difesa formale delle vecchie formulazioni ideologiche sulla rivoluzione mondiale, nel corso della lotta si distaccava sempre più dalle "origini", in quanto lo scontro era anche uno scontro di potere fra frazioni, uno scontro senza esclusione di colpi. Ecco che Trotzky che in principio, con Lenin, aveva ben chiaro il rapporto fra Capitalismo di Stato e Industria Socialista da un lato e trasformazione socialista dei rapporti di produzione, scenderà lui stesso sul terreno dei suoi avversari, rompendo la marxiana visione unitaria fra rapporti di produzione e di distribuzione, giungendo a blaterare di una produzione socialista (certo, non integrale) e una distribuzione borghese, e altre.....significative testimonianze di perdita della "purezza ideologica" bolscevica da lui tanto ostentata.
Sul piano concreto la lotta ideologica fra questa e quell'altra dottrina, fra socialismo in una pese solo e no, era in effetti soprastrutturale rispetto alla lotta di potere, a propria volta connessa con i conflitti sociali della Russia post-rivoluzionaria in un'amalgama complesso ove tute le parti in lotta erano sul terreno del comunismo dispotico, irrimediabilmente illiberale e strutturalmente volto al totalitarismo politico violento.
Saluti liberali