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    Predefinito ISTAT: la finanziaria 2007 beneficia 16 mln di famiglie e ne svantaggia 4,8 mln.

    L'articolo di Repubblica.it:

    http://www.repubblica.it/2006/10/sez...e-biggeri.html

    Audizione sulla Finanziaria del presidente dell'Istat
    Biggeri alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato

    "Benefici per 16 milioni di famiglie
    Ma nessun vantaggio per i più poveri"


    Si tratta dei lavoratori a bassissimo reddito, meno di 700 euro al mese
    "Pressione fiscale al 41,4% del Pil con nuove entrate tributarie"


    ROMA - La Finanziaria non prevede alcun beneficio per le famiglie italiane a bassissimo reddito. A sostenerlo è il presidente dell'Istat Luigi Biggeri, nel corso dell'audizione di stamane davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato. "Ci sono 4 milioni di italiani che percepiscono un reddito inferiore ai 700 euro il mese - ha detto Biggeri - Sono le famiglie più povere e non usufruiscono dei benefici". Per loro, ha suggerito il presidente dell'Istat, "servono misure alternative, mi rendo conto non facili, ma che vanno individuate".

    Dei 4 milioni di lavoratori a basso reddito, ha precisato ancora Biggeri, "circa 1,5 vive in famiglie in condizioni di disagio economico". Si tratta sia di giovani con redditi da lavoro autonomo, sia dipendenti a tempo determinato. Tuttavia questo non significa che la Finanziaria non comporti alcun vantaggio per le famiglie povere: con gli interventi previsti, ha spiegato Biggeri, "si ridurrebbe la povertà relativa, grazie all'uscita di circa 140.000 nuclei familiari da queste condizioni".

    Secondo le stime Istat infatti "il decimo di famiglie più povere vedrebbe aumentare il proprio reddito familiare disponibile dello 0,8% e quelle a reddito basso e medio basso avrebbero un aumento del reddito disponibile pari a oltre l'1%".

    Il presidente dell'Istat ha poi così riassunto gli effetti della Finanziaria sul reddito dei contribuenti: benefici per 16 milioni di famiglie (+263 euro in media all'anno) e svantaggi per 4,8 milioni (-400 euro l'anno).

    "Il nuovo livello di stima delle entrate tributarie per il 2006 porta la pressione fiscale al 41,4% del Pil", ha detto ancora Biggeri spiegando che questa stima è "più alta di due decimi di punto rispetto alla previsione di luglio e più alta di otto decimi di punto rispetto al consuntivo 2005".

    Il presidente dell'Istat ha poi dato una valutazione generale sulla situazione economica: "Nel corso della prima parte dell'anno il recupero dell'attività produttiva ha mantenuto ritmi moderati ma ha coinvolto gran parte dei settori industriali e dei servizi. Dopo un momentaneo aumento dell'incertezza all'inzio dell'estate, i segnali più recenti sono orientati positivamente e sembrano indicare che la ripresa economica si poggia su basi abbastanza solide".

    Il che però non significa che nel secondo trimestre 2006 si avranno entrate straordinarie analoghe a quelle del primo: "Nel secondo semestre del 2006 le
    entrate fiscali si ridurranno rispetto al primo semestre, cioè non ci sarà un uguale aumento". "Non si può capire - ha aggiunto - se l'andamento troppo forte del primo semestre è temporaneo".

    (12 ottobre 2006)

    e quello di Stampa.it:

    http://www.lastampa.it/redazione/cms...2057girata.asp

    Finanziaria, Istat: vantaggi per 16 milioni di famiglie

    Sono invece 4,8 milioni i nuclei familiari svantaggiati


    12/10/2006

    Vantaggi per 16 milioni di famiglie, svantaggi per 4,8 milioni. Comunque in media 100 euro in più per famiglia da versare al fisco. È questa l'analisi tecnica della Finanziaria fatta dal presidente dell'Istat, Luigi Biggeri, nel corso di un'audizione in parlamento. In base alla simulazione dell'Istituto si avrebbe che circa 16 milioni di famiglie beneficerebbero dei provvedimenti (+263 euro in media all'anno), mentre 4,8 milioni sarebbero svantaggiate, con una perdita di circa 400 euro l'anno.

    Biggeri ha anche spiegato che nel secondo semestre dell'anno le entrate fiscali «si ridurranno rispetto al primo semestre, cioè non ci sarà un uguale aumento». Rispondendo alla domanda di un parlamentare, il presidente ha spiegato che «ci sono alcune spese ancora da finanziarie come, ad esempio, quelle per l'Anas e le Ferrovie». Biggeri aggiunge che è «difficile capire» perché si è verificato un 'boom' delle entrate nel prima metà dell'anno. Non si può stabilire se si tratta soltanto di un aumento congiunturale o strutturale. «L'Istat - dice Biggeri - non lo può stabilire in base ai dati di cui dispone: non si può capire se l'andamento troppo forte del primo semestre è temporaneo».

    Intanto domani il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, sarà in Assolombarda a Milano. Secondo round dunque con gli imprenditori dopo lo scontro di ieri. «Gli industriali hanno fatto una grossa sciocchezza. Hanno commesso un grave errore tattico oltre che strategico», ha detto Padoa Schioppa in un colloquio oggi con La Repubblica. «Invece di incassare e di portare a casa i grandi benefici che ottengono - ha detto il ministro - hanno accreditato l'idea che questa finanziaria sia contro l'impresa». «Se davvero gli imprenditori - ha spiegato sono davvero convinti che i benefici della riduzione del cuneo fiscale siano azzerati dall'intervento sul Tfr e se intendono continuare a portare avanti questa tesi del tutto priva di fondamento siamo pronti a revocare entrambi i provvedimenti». La replica di Confindustria è affidata a un fondo sul Sole 24 Ore dal titolo: «L'aut-aut non paga». «In campagna elettorale - scrive il quotidiano della Confindustria - del Tfr non aveva parlato nessuno, di riduzione del cuneo fiscale di 5 punti sì, fino a farne - giustamente - il perno di un'azione lungimirante e coraggiosa di politica economica». «Ora - prosegue il commento - un eventuale prendere-o-lasciare tra cuneo e Tfr crea una doppia distorsione: fa perdere alla riduzione del costo del lavoro il valore - oggettivo - di facilitatore della ripresa dell'economia e rischia di impedire anche il decollo della previdenza complementare».

    Sul versante politico, il leader di An, Gianfranco Fini, si è detto «scettico sulla possibilità di cambiamenti sostanziali» sulla Finanziaria ma ha anche aggiunto che «però è giusto attendere il dibattito parlamentare e verificare la sorte che avranno alcuni emendamenti che il centrodestra presenterà». E che il «Parlamento è il luogo dove la Finanziaria deve essere discussa ed eventualmente emendata e corretta», è la convinzione di Piero Fassino, segretario dei Ds.

  2. #2
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  3. #3
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    VANTAGGI PER I POVERI - La riforma del secondo modulo Irpef e degli assegni familiari comporterà in media un incremento di cento euro del reddito familiare, secondo Istat. Il 10% di famiglie più povere vedrebbe aumentare il proprio reddito dello 0,8% e quelle a reddito basso e medio basso di oltre l'1%. Ci sono 4 milioni di italiani che percepiscono un reddito inferiore ai 700 euro il mese: «Sono le famiglie più povere, che non usufruiscono dei benefici» previsti dalla Finanziaria, ha sottolineato Biggeri. Per questi, ha suggerito, «servono misure alternative, mi rendo conto non facili, ma che vanno individuate». Dei 4 milioni di lavoratori a basso reddito, ha precisato ancora Biggeri, «circa 1,5 milioni vive in famiglie in condizioni di disagio economico»

 

 

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