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    Arrow Il parlamento francese sul genocidio degli Armeni: approvata la legge che condanna il

    Interessi francesi minacciati in Turchia - Parte 4
    Il parlamento francese sul genocidio degli Armeni: approvata la legge che condanna il negazionismo


    --------------------------------------------------------------------------------




    E' stata approvata la legge francese contro il negazionismo del genocidio degli Armeni da parte dei Turchi. Alla fine, e nonostante pressioni e titubanze, i parlamentari francesi hanno scelto di andare contro l'Unione Europea e contro le proteste del governo di Ankara.

    Ci spiace solo di una cosa: la libertà d'indagine storica ne perderà, ma saremmo ipocriti se dicessimo che essa esista al di fuori di questo fatto storico: sappiamo benissimo che in Europa anche per altri eventi si rischia il carcere. La cosa interessante è che si è deciso di equiparare genocidio armeno e genocidio ebraico dal punto di vista penale: entrambi prevedono 1 anno di galera e 45000 euro di multa.

    Il Governo di Parigi ha affermato di essere contrario alla legge, ricordando che la questione è di pertinenza degli storici e non dei politici: ancora una volta, si tratta di due pesi e due misure (il riferimento è sempre al genocidio ebraico).

    Non si sono fatte attendere le rimostranze turche: si parla, oltre che di rapporti franco-turchi in pericolo, anche di effetti sulla NATO. Bülent Arinç, presidente del Parlamento turco, ha dichiarato che il voto è una decisione ostile nei confronti dell'intero popolo turco (notare come tale riferimento al popolo sia alquanto differente dal tipo di comunicazione politica europea).

    Dall'articolo "Francia, punibile per legge chi nega il genocidio armeno" (La Repubblica, 12 ottobre 2006):
    Da oggi chi in Francia nega il
    genocidio armeno è perseguibile per legge. L'Assemblea nazionale ha
    approvato, con 106 voti a favore e 19 contrari, la norma che dichiara
    punibile chi nega che tra il 1915 e il 1923 il governo turco Ottomano
    perseguitò la minoranza armena e sterminò un milione e mezzo di persone.
    Nonostante le pressioni e le proteste del governo di Ankara, e le paure
    espresse dai mercati nazionali, il Parlamento francese ha dunque approvato
    la legge, che ora deve essere ratificata dal Senato.

    La Turchia ha già fatto sapere che la decisione di Parigi minerà i
    rapporti con gli alleati della Nato. Ankara respinge infatti l'accusa di
    genocidio sostenendo che gli armeni furono vittime della guerra civile che
    si scatenò in conseguenza della disgregazione dell'Impero Ottomano durante
    la Prima Guerra Mondiale. In un comunicato ufficiale, il ministero degli
    Esteri turco ha dichiarato che la legge provoca "un danno grave" alle
    relazioni tra i due paesi.

    La Francia ospita una nutrita comunità di armeni, che con circa 500mila
    persone è la più vasta in Europa. Proprio le pressioni degli armeni
    francesi, che hanno trovato sostegno in tutti i partiti, hanno portato
    all'approvazione della legge. La legge stabilisce che chi negherà il
    genocidio armeno sarà punibile con un anno di prigione e 45mila euro di
    multa, esattamente la stessa sanzione imposta a chi nega l'Olocausto.

    La decisione di approvare la legge non ha trovato il sostegno del governo
    francese, che ha sostenuto che spettasse agli storici e non al Parlamento
    di giudicare il passato. [...]

    Tra il 1915 e il 1918 l'impero Ottomano portò avanti una politica di
    sterminio della comunità cristiana armena. Il genocidio fu preceduto da
    una serie di massacri nel 1894-1896 e nel 1909 e seguito da un'altra serie
    di uccisioni di massa cominciate nel 1920. Con marce forzate che li
    spinsero fuori dai confini del paese, entro il 1922 gli armeni furono
    sradicati e cacciati completamente dal loro territorio storico.

    Dall'articolo "Génocide arménien: les députés votent la pénalisation du négationnisme" (Le Figaro, 12 ottobre 2006):
    [...]

    La Turquie, qui interdit d’évoquer sur son territoire le génocide arménien, a
    aussitôt dénoncé un « coup sévère » porté aux relations franco-turques. Bülent
    Arinç, président du Parlement turque, qualifie ce vote de « décision honteuse et
    hostile vis-à-vis du peuple turc ». Le ministre turc de l'Economie, Ali Babcan,
    a déclaré ne « pas pouvoir exclure des conséquences économiques ». Interrogé sur
    un éventuel boycottage des produits français, il a assuré que le gouvernement
    turc « n'encourage rien de la sorte », mais signale que « la décision revient
    au peuple ». Istanbul avait averti que les firmes françaises se verraient
    exclues de marchés potentiellement fructueux en cas d’adoption de la loi.

    Le ministère français des Affaires étrangères a rappelé, suite à ces réactions,
    son attachement « au dialogue avec la Turquie, ainsi qu'aux liens solides
    d'amitié et de coopération qui nous unissent à ce pays ».

    Le vote des députés a également été critiqué par la Commission européenne : «Si
    cette loi entrait en vigueur, elle empêcherait un dialogue nécessaire pour la
    réconciliation sur cette question», a-t-elle déclaré, soulignant que la
    reconnaissance du génocide arménien n'est pas une condition à l'entrée de la
    Turquie dans l’Union.

    postato da: Lif1 alle ore 17:27 | Permalink | commenti
    categoriaolitica, legalita, economia, unione europea, attualita, turchia, francia
    giovedì, 12 ottobre 2006
    Interessi francesi minacciati in Turchia - Parte 3
    Francia, Turchia e genocidio armeno: continua il "braccio di ferro"


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    Dopo una prima impasse a maggio , in Francia ci si appresta a votare una legge sul genocidio armeno da parte dei turchi. La legge prevede un massimo di 5 anni di carcere e una forte ammenda per coloro che negheranno il massacro degli armeni in terra anatolica.

    Il caso ha più di un aspetto: innanzitutto è evidente la disparità tra genocidio ebraico e genocidio armeno. Se il primo è indiscutibile anche in Francia, tanto da diventare fonte di sanzioni (lo storico revisionista Robert Faurisson è stato recentemente condannato a tre mesi di carcere con la condizionale), il secondo è piuttosto fonte di contrattazione tra Stati.

    Da una parte quindi, un fatto storico trasformato in tabù, dall'altra un fatto storico trasformato in clausola politico-economica: infatti, al progetto di legge francese (voluto dai socialisti) sono subito seguite le proteste non solo turche, ma anche del commissario europeo Olli Rehn.

    I turchi hanno subito minacciato, in modo chiaro, che i rapporti economici tra i due paesi sarebbero a rischio nel caso una simile legge venisse approvata (cosa ribadita anche di fronte ad una delegazione rappresentante alcune imprese francesi, alcune delle quali, come la solita Carrefour, avevano già fatto sapere di essere contro la legge sugli armeni).

    D'altra parte, il commissario europeo Rehn ha affermato che un simile riconoscimento del genocidio armeno è 1) l'instaurazione di un tabù e un pericolo per la libertà d'espressione (ma sulla possibilità di una indagine storica revisionista sul genocidio ebraico Rehn, sicuramente, non ha alcunchè da dire!); 2) tale legge rappresenta anche un pericolo per i rapporti tra Unione Europea e Turchia e avvicinamento di quest'ultima, il che fa subito pensare che tale avvicinamento è, per le élites dell'UE, un dato solo da formalizzare.

    Dall'articolo "Génocide arménien: la France conspuée à Istanbul" (Patrick Bele, Le Figaro, 10 ottobre 2006):
    « FRANCE, STOP, le boycott arrive », « Le génocide est un mensonge » : hier à
    Istanbul, une manifestation était organisée pour protester contre la proposition
    de loi du Parti socialiste français sur le génocide arménien, qui doit être
    discutée jeudi à l’Assemblée nationale. Le texte prévoit cinq ans de prison et
    une forte amende pour toute personne qui nierait que les Arméniens aient été
    victimes d’un génocide sous l’Empire ottoman. Son examen au Parlement français
    avait commencé le 18 mai. Mais la discussion avait été interrompue faute de
    temps, députés UMP et gouvernement ayant usé d’artifices de procédure pour
    retarder les débats. À gauche comme à droite, les partis sont divisés sur ce
    texte. Certains, comme Éric Raoult (UMP, auteur d’une proposition similaire),
    ont l’intention de se prononcer en faveur du texte. La communauté arménienne,
    estimée à 500 000 personnes, représente un électorat non négligeable à quelques
    mois des élections de 2007. La France a déjà reconnu le génocide arménien par
    une loi du 29 janvier 2001, mais sa négation n’est pas pénalisée.

    « Que ferez-vous lorsqu’un premier ministre de Turquie se rendra en France et
    dira qu’il n’y a pas eu de génocide arménien ? Vous le mettrez en prison ? »,
    s’est interrogé le premier ministre turc, Recep Tayyip Erdogan.

    Ce dernier a reçu, samedi, une importante délégation d’entreprises françaises,
    dont les représentants de Peugeot, Renault, Danone, Lafarge et Carrefour. Le
    message est clair : toutes ont d’importantes activités dans le pays. Le ministre
    des Affaires étrangères, Abdullah Gul, s’est montré encore plus explicite : il a
    indiqué, hier, avoir averti son homologue français, Philippe Douste-Blazy, que
    si la proposition de loi était votée, la participation de la France à
    d’importants projets économiques en Turquie serait compromise. Les échanges
    commerciaux entre les deux pays ont approché les 10 milliards de dollars en
    2005. [...]

    Dall'articolo "Rehn warns France against adopting Armenia genocide law" (Mark Beunderman, EUobserver, 10 ottobre 2006):
    EU enlargement commissioner Olli Rehn has warned France
    on its planned adoption of a law making it a crime to deny the Armenian
    genocide, saying it may mean that people could "end up in prison in an EU member
    state" for expressing their views.

    The French parliament will on Thursday (12 October) vote on a law proposed by
    the country's socialists which would penalise the denial of the 1915 Armenian
    genocide, in a move which has sparked anger in Turkey and strong concern in the
    European Commission and European Parliament.

    Mr Rehn told Reuters on Monday (9 October) that the proposed legislation risks
    impairing relations between the EU and candidate member state Turkey, where
    public opinion largely denies that a genocide took place under the rule of the
    Ottoman Turks.

    "The French law on the Armenian genocide is of course a matter for French
    lawmakers, but there is a lot at stake for the European Union as well, and the
    decision may have very serious consequences for EU-Turkey relations," Mr Rehn
    said.

    "Such a law would have counter-productive consequences because it would say to
    the Turks that there is nothing to discuss. Here you have the final truth and if
    you happen to deny it you end up in prison in an EU member state," he added.

    "This would put in danger the efforts of all those in Turkey – intellectuals,
    historians, academics, authors – who truly want to develop an open and serious
    debate without taboos and for the sake of freedom of expression." [...]

    Joost Lagendijk, Dutch Green MEP and chair of the parliament's delegation to the
    joint EU-Turkey parliamentary committee, told EUobserver that EU efforts to
    promote free speech in Turkey are being made "less credible" by the French
    legislation.

    "The EU is rapidly developing a perception problem in Turkey," Mr Lagendijk
    said.

    "If we ask Turkey to ensure the freedom of expression we cannot have a situation
    where at the same time, people could end up jailed for their views in Europe.
    Freedom of speech is at stake here."

    The Dutch MEP was referring to the EU's efforts to get Ankara to change the
    notorious article 301 in its penal code, which penalises "insulting
    Turkishness."

    The article has been frequently used to bring charges against writers and
    intellectuals - most recently the novelist Elif Safak - who in one way or
    another question the prevailing Turkish view that there was no Armenian
    genocide.

    Was there a genocide?
    Mr Lagendijk said he himself is not sure there was a real "genocide" against the
    Armenians, saying that "serious historians have questioned" whether "there was a
    deliberate campaign aimed at eradicating the Armenian people, causing 1.5
    million victims."

    "I am among those who believe hundreds of thousands of people died in a horrible
    way, but who are not sure there was a deliberate attempt at murdering an entire
    people," he said.

    The remarks have infuriated French MEPs, with centre-right deputy Patrick
    Gaubert saying Mr Lagendijk's comments are "unacceptable."

    "I am really shocked," he said. "This gentlemen should start to read history
    books. Everybody knows and nobody doubts that this was a genocide." [...]

    postato da: Lif1 alle ore 14:23 | Permalink | commenti
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