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  1. #71
    Banda Müntzer-Epifanio
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    Predefinito Rif: Forze Nato preparano la piu' grande offensiva della guerra in Afghanistan

    Afghanistan: talebani, 'no' a Karzai
    Guerriglieri: e' burattino, non puo' rappresentare una nazione
    21 febbraio, 12:01

    (ANSA) - KABUL, 21 FEB - I talebani afgani hanno respinto un nuovo appello del presidente Karzai a tenere negoziati di pace.

    'Karzai e' un burattino e non puo' rappresentare una nazione o un governo' ha detto un portavoce dei talebani. 'E' invischiato nella corruzione', ha aggiunto. La Nato nei giorni scorsi ha sferrato una vasta offensiva contro le loro roccaforti nel sud del Paese. Inoltre, dall'inizio del mese tre alti esponenti dei talebani sono stati catturati in Pakistan.

    Afghanistan: talebani, 'no' a Karzai - Mondo - ANSA.it

  2. #72
    Banda Müntzer-Epifanio
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    Predefinito Rif: Forze Nato preparano la piu' grande offensiva della guerra in Afghanistan

    Afghanistan, governo di Kabul condanna la strage compiuta dall'Isaf, definendola ingiustificabile

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    Sono 33 civili, tutti parenti in fuga da Marjah, uccisi da bombe Nato sulla strada verso Kandahar. In un primo momento era stato detto che si stavano recando verso l'Uruzgan
    Sono almeno 33 le persone uccise per errore nel raid realizzato ieri dalla Nato nella provincia centrale di Daykundi. A dichiararlo è il Consiglio dei ministri afgano in un comunicato con cui condanna duramente l'incidente, definendolo "ingiustificabile".
    Il comunicato indica che "secondo le prime informazioni, la Nato ha sparato contro un convoglio di tre veicoli nel distretto di Gujran della provincia di Daykondi uccidendo almeno 33 civili, comprese quattro donne ed un bambino, e ferendone altri 12 mentre si recavano verso Kandahar". Inizialmente era emerso che il gruppo si stava recando di notte verso l'Uruzgan, secondo quanto dichiarato dalla stessa Isaf che parlavo di un attacco "contro un gruppo di sospetti talebani". Ma poi si è stabilito che si trattava di Daykundi, entità provinciale nata nel marzo 2004 in una regione settentrionale della stessa Uruzgan. "Condannando l'attacco nel modo più vigoroso possibile - si aggiunge - il Consiglio dei ministri sollecita urgentemente le forze Nato a coordinarsi meticolosamente e a esercitare la massima attenzione prima di condurre qualsiasi operazione militare in modo da evitare ogni possibile errore che possa procurare danni ai civili".

    PeaceReporter - Afghanistan, governo di Kabul condanna la strage compiuta dall'Isaf, definendola ingiustificabile

  3. #73
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    Predefinito Rif: Forze Nato preparano la piu' grande offensiva della guerra in Afghanistan

    un lavoro certosino.

  4. #74
    Banda Müntzer-Epifanio
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    Predefinito Rif: Forze Nato preparano la piu' grande offensiva della guerra in Afghanistan

    Dentro Marjah

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    Intervista a Qais Azim, giornalista afgano di Al Jazeera che nei giorni scorsi è entrato nella città al centro dell'operazione Moshatarak
    Qais Azimy è un giornalista televisivo afgano che lavora per Al Jazeera che in questi giorni si trova in Helmand per seguire l'operazione militare Moshatarak.
    Nei giorni scorsi è riuscito a entrare nella città di Marjah, epicentro dell'offenisva.
    Peacereporter lo ha intervistato.

    Come è arrivato a Marjah e cosa ha visto in città?
    Sono arrivato a Marjah a bordo di un elicottero governativo, accompagnato da ufficiali dei Marines e dell'esercito afgano, oltre che dal governatore di Helmand, Gulab Mangal.
    Siamo atterrati a poche centinaia di metri dal bazar di Marjah, che abbiamo raggiunto percorrendo a bordo di un blindato una strada che costeggia il canale. Sul bordo di questa strada un ufficiale dei Marines mi ha indicato delle buche: le trincee degli insorti. Poi abbiamo attraversato il canale su un ponte di ferro posato dai Marines durante l'attacco: quello vero è minato, troppo pericoloso.

    Come le apparsa la città? Cosa ha visto?
    Il bazar di Marjah consiste in una lunga fila di edifici diroccati, semidistrutti, che costeggiano su ambo i lati la strada che corre lungo il canale. Quasi tutte botteghe vuote e evidentemente abbandonate in fretta e furia da chi ci lavorava. I Marines mi hanno detto che la distruzione che vedevo non è stata causata da loro, ma dai bombardamenti dell'artiglieria britannica durante l'offensiva dell'estate scorsa.

    E che aria tira in città? Le truppe Usa la controllano come dicono?
    Non abbiamo fatto molta strada nel bazar. I soldati si muovevano con molta circospezione: non si fidano. Si sentivano continue sparatorie, molto vicine. E' evidente che, nonostante i proclami, nemmeno il bazar è sotto il pieno controllo delle forze americane e governative.

    E la gente? La popolazione civile?
    Siamo stati avvicinati da alcuni abitanti che supplicavano il governatore di fare qualcosa per loro, per la popolazione civile rimasta intrappolata a Marjah. Hanno detto che in città non c'è più niente da mangiare, che i soldati obbligano tutti a stare chiusi in casa e impediscono a chiunque di entrare e uscire dalla città e quindi non c'è modo di procurarsi provviste. Il governatore ha promesso loro che nei prossimi giorni arriveranno aiuti alimentari.
    Il personale locale della Croce Rossa Internazionale mi ha riferito che i civili sono bloccati a Marjah sono tra i 40 e i 50 mila.

    E per quanto riguarda le vittime civili di questa operazione?
    Gli ufficiali americani mi hanno spiegato che il problema fondamentale di questa operazione militare - e non solo di questa - è distinguere tra civili e insorti, perché gran parte di questi ultimi coincidono con la popolazione, sono gente di qui, gente di Marjah. Il rischio di confonderli e commettere errori è molto alto, come dimostrano le testimonianze che abbiamo raccolto tra gli sfollati rifugiatisi a Lashkargah, che ormai sono circa 3.500 famiglie (oltre 20 mila persone, ndr). Alcuni di loro ci hanno raccontato di contadini uccisi nei campi perché scambiati per insorti.

    Enrico Piovesana

    PeaceReporter - Dentro Marjah

  5. #75
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    Predefinito Rif: Forze Nato preparano la piu' grande offensiva della guerra in Afghanistan

    I Marines mi hanno detto che la distruzione che vedevo non è stata causata da loro, ma dai bombardamenti dell'artiglieria britannica durante l'offensiva dell'estate scorsa.
    L'attacco alla città di Marjah sta diventando una tradizione, vedo...

  6. #76
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    Predefinito Rif: Forze Nato preparano la piu' grande offensiva della guerra in Afghanistan

    ''Lasciateci in pace''

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    Reportage da Helmand, Afghanistan meridionale. La gente di Marjah racconta al nostro inviato che l'operazione Moshtarak ha provocato almeno duecento morti tra la popolazione civile. E spiegano perché preferiscono essere governati dai talebani
    Dal nostro inviato
    Enrico Piovesana



    LASHKARGAH - In una guerra è sempre difficile raccontare la verità, riuscire a separare la realtà dei fatti dalla propaganda dell'una e dell'altra parte.
    L'unico modo per tentare di capire cosa stia veramente succedendo in questi giorni qui in Helmand, nel sud dell'Afghanistan, teatro della più grande offensiva militare dall'inizio di questa guerra, è quello di parlare con la popolazione civile, con la gente di Marjah che riesce ad arrivare qui a Lashkargah per mettersi in salvo o portare nel capoluogo i parenti feriti nei combattimenti.

    Molti di loro sono ricoverati all'ospedale di Emergency: unica struttura sanitaria di alta qualità (e gratuita) di questa polverosa città rurale e dell'intera provincia di Helmand, divenuta ormai l'epicentro del conflitto tra le forze d'occupazione straniere e la resistenza talebana.
    Oggi è giornata di visite. I familiari dei feriti ricoverati affollano le corsie, il porticato d'ingresso e i giardini, dove decine di uomini in turbante siedono in capannelli riscaldandosi al tepore del sole e chiacchierando a bassa voce. Ogni tanto un boato lontano interrompe i loro discorsi e li fa voltare verso l'orizzonte, al di là del quale i caccia alleati che sibilano in cielo senza sosta continuano a bombardare i loro villaggi.

    Sad Maluk, 60 anni, turbante bianco e barba grigia, è appena arrivato da Marjah per far visita al nipote ricoverato con una brutta ferita da pallottola. "Non so chi gli ha sparato, ma poco importa. Questa nuova operazione sta causando tante vittime innocenti, troppe. Dicono che hanno ucciso per errore solo pochi civili, ma la verità è che hanno ucciso pochi talebani. Io vivo vicino al bazar di Marjah, e vi posso assicurare che nei primi giorni le bombe sganciate dagli aerei e i missili lanciati dagli elicotteri hanno distrutto molte abitazioni. Da sotto le macerie abbiamo tirato fuori finora circa duecento cadaveri di civili, ma ci sono ancora un centinaio di dispersi sepolti sotto i resti delle case colpite. Ieri ne abbiamo trovati altri cinque. Queste cose non le racconta nessuno, ma vi giuro che è così perché l'ho visto con i miei occhi. Lo abbiamo visto tutti". Gli uomini intorno a lui scuotono silenziosamente il turbante in segno di assenso.

    "Da un paio di giorni a Marjah non si spara più - continua Sad Maluk - ma questo non significa che i talebani se ne siano andati o siano stati sconfitti: hanno solo smesso di combattere, per ora. I talebani sono ancora a Marjah perché i talebani sono anche gente del posto. Non sono forestieri venuti da fuori come si vuol far credere: ci sono anche tanti di noi che stanno con i talebani. E sapete perché? Perché in questi ultimi anni con loro non abbiamo mai avuto problemi: finché a Marjah comandavano loro, tutto andava bene, tutto era tranquillo. Non vogliamo altro, non vogliamo intrusioni da parte degli stranieri o del governo. Vogliamo solo essere lasciati in pace, così come siamo".

    Mormorii di consenso percorrono il pubblico di curiosi che si è formato attorno a noi. Uno di loro, un giovane di Marjah di nome Zia Ulaq, interviene per spiegare le parole del 'baba', come vengono chiamati gli anziani in segno di affettuoso rispetto.
    "Ora a Marjah è tornata a comandare la polizia afgana, come prima che arrivassero i talebani. Noi più che degli americani abbiamo paura dei poliziotti afgani, di questi criminali che girano con i fuoristrada verdi e si comportano da padroni: rubano le nostre cose, ci estorcono denaro e chi si ribella viene arrestato e denunciato come talebano. E fanno anche di peggio, come rapire i nostri bambini per poi abusare di loro".

    "Da quando, oltre due anni fa, Marjah è passata sotto il controllo dei talebani - prosegue Zia Ulaq - tutto questo non è più successo. Loro ci rispettavano e rispettavano le nostre proprietà e le nostre usanze. Garantivano la sicurezza, amministravano la giustizia con i 'qazi' (i giudici delle corti islamiche, ndr) e facevano rispettare le nostre leggi islamiche. E noi stavamo bene perché ci sentivamo sicuri: non subivamo più i furti e gli abusi di quei banditi in divisa. Se i nuovi governanti di Marjah faranno altrettanto, se rispetteranno la nostra gente e la nostra religione lasciandoci vivere e lavorare in pace, a noi andrà benissimo. Ma ora che sono tornati gli uomini sui fuoristrada verdi abbiamo molta paura".

    PeaceReporter - ''Lasciateci in pace''''

  7. #77
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    Predefinito Rif: Forze Nato preparano la piu' grande offensiva della guerra in Afghanistan

    Afghanistan, marines Usa a Marja per molti mesi

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    Più di duemila marines statunitensi "resteranno per alcuni mesi" a presidiare il distretto di Marja, provincia dell'Helmand, per prevenire il ritorno dei talebani. Insieme ai soldati Usa ci saranno anche un migliaio di militari dell'esercito afgano La notizia è stata diffusa dai comandanti delle operazioni che hanno specificato che la misura è stata presa per poter più velocemente "consolidare l'efficacia e la stabilità della nuova amministrazione civile".
    Nel frattempo si viene a sapere che i convogli carichi di rifornimenti sarebbero già stati presi di mira dalle formazioni talebane.
    I soldati Usa effettueranno pattugliamenti e controlleranno che la situazione sociale non degeneri. Secondo Abe Sipe, comandante delle operazioni, il primo battaglione di soldati si fermerà nella zona almeno fino a agosto. "Manterremo una presenza a Marjà per un certo tempo. Non ci sono piano per ritirare nessuno. L'idea è quella di vivere fra i locali perché abbiamo capito che è il modo migliore per lavorare insieme ai nostri partner locali nella sicurezza".

    PeaceReporter - Afghanistan, marines Usa a Marja per molti mesi

  8. #78
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    Predefinito Rif: Forze Nato preparano la piu' grande offensiva della guerra in Afghanistan

    GLI AMERICANI SONO PROFONDAMENTE COINVOLTI NEL COMMERCIO DI DROGA AFGHANO

    DI GLEN FORD
    Black Agenda Report

    Gli Stati Uniti hanno preparato il terreno per la guerra afghana (e pakistana) otto anni fa, quando permisero il traffico di droga ai signori della guerra sul libro paga di Washington. Ora gli americani, agendo come il Capo dei Capi, hanno compilato liste nere dei rivali, i signori della guerra “talebani”. “È un’occupazione di bande, nella quale i trafficanti di droga alleati degli Stati Uniti sono incaricati di svolgere le attività di polizia e controllo dei confini”.

    “I trafficanti di droga alleati degli Stati Uniti sono incaricati di svolgere attività di polizia e di controllo dei confini, mentre i loro rivali sono stati inseriti in liste nere americane”.

    Se state cercando il capo del traffico di eroina in Afghanistan, esso è rappresentato dagli Stati Uniti. La missione americana si è evoluta in un’organizzazione di tipo mafioso che avvelena ogni alleanza militare e politica introdotta dagli USA e dal proprio governo fantoccio di Kabul.

    È un’occupazione di bande, in cui i trafficanti di droga alleati degli Stati Uniti sono incaricati di svolgere attività di polizia e di controllo dei confini, mentre i loro rivali sono stati inseriti in liste nere americane, destinati alla morte o alla cattura. Come risultato di ciò, l’Afghanistan è stato trasformato in una piantagione di oppio che fornisce il 90 percento dell’eroina mondiale.

    Un articolo nel numero attuale di Harper’s magazine esplora i meccanismi profondi dell’occupazione statunitense infestata dalla droga, si tratta di una dipendenza quasi totale sulle alleanze costruite con gli attori del traffico di eroina. L’articolo si focalizza sulla città di Spin Boldak, al confine sudorientale con il Pakistan, porta d’accesso ai campi di oppio delle province di Kandahar ed Helmand. Il signore della guerra afghano è inoltre a capo dei controlli ai confini e della milizia locale. L’autore è un giornalista infiltrato residente negli USA, che è stato assistito dai più importanti collaboratori del signore della droga ed ha incontrato i funzionari statunitensi e canadesi che collaborano quotidianamente con il trafficante di droga.

    L’alleanza è stata costruita dalle forze americane durante l’invasione statunitense dell’Afghanistan nel 2001, ed è perdurata e cresciuta sin da allora. Il signore della droga, ed altri come lui in tutto il paese, non è solo immune da serie interferenze americane, ma è stato rafforzato attraverso denaro ed armi di origine statunitense per consolidare i propri affari nel settore della droga a spese degli altri trafficanti rivali delle altre tribù, costringendo alcuni di loro ad allearsi con i Talebani. Nell’Afghanistan di lingua Pashtun, la guerra è in gran parte tra eserciti guidati da trafficanti di eroina, alcuni schierati con gli americani, altri con i Talebani. Sembra che i Talebani stiano avendo il sopravvento in questa guerra tra bande mafiose, le cui origini trovano le proprie radici direttamente nelle politiche degli Stati Uniti.

    “È una guerra il cui ordine di battaglia è ampiamente definito dal commercio di droga”.

    C’è da sorprendersi, quindi, se gli Stati Uniti compiono così spesso attacchi aerei contro le feste di nozze dei civili, cancellando gran parte delle numerose famiglie dello sposo e della sposa? I trafficanti di droga alleati dell’America hanno spiato i clan e le tribù rivali utilizzando gli americani come supporto tecnologico nei loro feudi mortali. Ora gli americani ed i loro alleati occupanti europei hanno istituzionalizzato le regole della guerra tra bande con liste nere di trafficanti di droga da uccidere o catturare a vista, liste compilate da altri signori della droga affiliati con le forze di occupazione.

    Questa è la “guerra di necessità” che il Presidente Barack Obama ha abbracciato come propria. È una guerra il cui ordine di battaglia è largamente definito dal commercio di droga. I generali di Obama fanno richiesta di decine di migliaia di nuove truppe nella speranza di diminuire la loro dipendenza dalle milizie e dalle forze di polizia attualmente controllate dai trafficanti di droga alleati degli americani. Ma, naturalmente, questo spingerà gli alleati afghani dell’America tra le braccia dei Talebani, che otterranno un accordo più vantaggioso. Allora i generali sosterranno di aver bisogno di ulteriori truppe statunitensi.

    Gli americani hanno creato questo inferno saturo di droga, e la loro occupazione è ora dominata da quest’ultimo. Sfortunatamente, nel frattempo hanno anche dominato milioni di afghani

    Per Black Agenda Radio, sono Glen Ford. In rete, visitate Black Agenda Report | the journal of African American political thought and action

    Titolo originale: "Americans Are Deeply Involved In Afghan Drug Trade "

    Fonte: Black Agenda Report | the journal of African American political thought and action
    Link
    24.11.2009

    Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ANDREA B.
    ComeDonChisciotte - GLI AMERICANI SONO PROFONDAMENTE COINVOLTI NEL COMMERCIO DI DROGA AFGHANO

  9. #79
    Banda Müntzer-Epifanio
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    Afghanistan, McChrystal e Khalili in visita a Marja

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    Fase militare verso la conclusione, inizia quella del governo
    Il comandante delle forze Nato e Usa in Afghanistan Stanley McChrystal, si è recato in visita a Marja dove è in corso la più grande offensiva militare dall'inizio della guerra. La prima fase, quella strettamente militare starebbe, secondo McChrystal, starebbe volgendo a termine e si starebbe aprendo quella considerata più difficile: l'insediamento di un governo locale efficace. "Non siamo alla fine della fase militare ma ci stiamo avvicinando - ha affermato il generale statunitense - il governo dell'Afghanistan è ora nella posizione di cogliere l'opportunità e la richiesta di dimostrare che è in grado di stabilire un governo legittimo". Insieme a McChrystal, a Marja è arrivato il vice presidente, Karim Khalili, l'esponente della leadership afghana di più alto grado a recarsi in visita nella regione. "Da una settimana, a Marja non c'è stato un solo sparo. Marja è tranquilla", ha spiegato a McChrystal il generale dei Marines Lawrence Nicholson che comanda le operazioni, secondo quanto scrive l'inviato del Washington Post. Il governo locale che si è insediato solo la scorsa settimana è guidato da Haji Zahir.

    PeaceReporter - Afghanistan, McChrystal e Khalili in visita a Marja

  10. #80
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