16/10/2006
Crisi Alitalia, guerra Roma-Milano
Rutelli: "Malpensa non serve"
La crisi di Alitalia spacca l'Italia della politica in due. Le parole di Francesco Rutelli, che sollecita per la compagnia soci asiatici e boccia lo scalo di Malpensa in favore di Fiumicino, ha provocato una sollevazione tra i governatori del Nord Italia. I più duri sono Roberto Formigoni e la diessina Mercedes Bresso, che afferma: "Roma sta alzando troppo la testa. Non resteremo a guardare chi vuole riprendersi i privilegi passati con gli interessi".
Il piano industriale a cui si sta lavorando in questi giorni è noto per lunghe linee e tocca una serie di punti nevralgici quali alleanze, network e scelte definitive sull'hub di base il piano messo a punto dal gruppo di lavoro di tecnici ed esperti del ministero dei Trasporti. Rispetto all'eterna dicotomia aeroportuale, Malpensa verrebbe abbandonata rispetto all'opzione Fiumicino che appare piu' funzionale, soprattutto nell'ottica dell'auspicata alleanza con un partner asiatico. Il mercato del trasporto aereo del nord-europa - hanno fatto notare i tecnici di Bianchi - ha gia' un fulcro decisivo nell'hub di Francoforte, rispetto al quale Malpensa avrebbe comunque un ruolo gregario. Piu' strategicamente produttiva quindi l'idea di sviluppare lo scalo capitolino, piu' baricentrico rispetto ad un' area mediterranea piu' vasta. Il governo ha comunque avocato a se' il tema delle alleanze, ed e' disposto a spendere garanzie per una partnership che non sia solo industriale ma goda di spessore politico.
A inasprire la polemica sulla compagnia di bandiera è stato per primo Francesco Rutelli sollecita per la compagnia soci asiatici e nuovi manager (leit motiv che unisce ormai un po' tutti). In un documento di lavoro, poi, boccia lo scalo milanese: ''Considerando i primi 15 aeroporti italiani - è il suo punto di vista - l'unico aeroporto che nel periodo 2000-2005 registra un decremento del 5% pari a 1,1 milioni di passeggeri in meno, è Milano Malpensa. Tutti gli altri crescono. Roma Fiumicino incrementa del 9% arrivando a quota 28,7 milioni. Alla luce di questi dati - conclude Rutelli - per il governo risulta evidente come la polemica Fiumicino-Malpensa non ha motivo di esistere''.
Puntualizzazioni che valgono un serrato botta e risposta nell' arco della giornata sull'asse Roma-Milano: ''Vogliono puntare su Fiumicino non per una logica di mercato e di politica generale del Paese ma in base al clientelismo territoriale'', commenta il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, a cui replica il collega del Lazio, Piero Marrazzo: ''non ci deve essere contrapposizione tra Malpensa e Fiumicino ma diversificazione''. ''Non si puo' rinunciare ad avere un hub in Italia - ha detto il presidente di Sea, Giuseppe Bencini - e l' unico aeroporto in grado di fare questo mestiere e' Malpensa sia perche' Milano e' il terzo bacino europeo sotto il profilo socio-economico dopo Londra e Parigi, sia perche' le grandi rotte del traffico business per il Far East e il Nord America passano dalla Siberia e dal Nord Atlantico''.
Durissima Mercedes Bresso, governatore del Piemonte e unico presidente di una regione del Nord di centrosinistra. In una intervista alla Stampa, la Bresso si dice preoccupata del fatto che "Roma, ma soprattutto uno Stato centralista, stiano alzando sempre di più la testa dimenticando che la Costituzione assegna a Roma il ruolo di capitale, capitale di una nazione federalista. Se qualcuno pensa di aver scherzato per tenere a bada la Lega Nord e adesso pensa di riprendersi con gli interessi i privilegi del passato deve sapere che noi non resteremo a guardare".
RUTELLI, SOCI ASIATICI E NUOVI MANAGER
''La compagnia non va fatta fallire, ma il piano industriale lo scrive il governo - ha spiegato Rutelli - Un nuovo piano industriale che tenga conto dei numerosi errori del passato, con una una nuova filosofia, allergica alla logica 'piu' si vola piu' si perde' enunciata da Cimoli. Nella prospettiva di un'uscita dello Stato, per lasciar spazio ai privati, con una logica diversa rispetto a quella cui abbiamo assistito nella privatizzazione di Telecom''. I possibili alleati di Alitalia, a suo dire, ''vanno cercati nel Golfo, in Asia, in India, in Cina, in Thailandia. Gli altri, i francesi o i tedeschi, potrebbero essere alleati meno generosi. Meglio l'Asia, hanno i soldi e gli aerei, gli mancano le rotte e gli scali''. Escluso invece un ritorno all'Iri: ''Non scherziamo'', taglia corto Rutelli.
SINDACATI IN ALLERTA, SERVE NUOVO MANAGEMENT E PATTO A TRE
''Il governo - spiega il segretario nazionale della Filt-Cgil, Mauro Rossi - dovrebbe smetterla di dar fiato ai bisticci di campanili tra Roma e Milano e occuparsi invece della vera emergenza. L'azienda - prosegue - ha bisogno di forze manageriali fresche e competenti, una squadra di spessore che la rianimi dal punto di vista industriale. Quanto all'idea di Rutelli, ha ragione, e' una buona idea. Solo trovando un partner, asiatico o del Golfo Persico, si possono fare entrare soldi in Alitalia che possono servire per rilanciarla''.
http://www.tgcom.mediaset.it/politic...331798.shtmlvv
Per la serie "se non ci magnamo un pò non siamo contenti"...