Originariamente Scritto da
Teofilo Spurio
All'attenzione dei berluscones, dei post fascisti/conservatori, dei riformisti d'alemiani, dei bertinottiani, dei cossuttiani, dei radicali, dei fan di Adornato e Schifani, dei leghisti moderati e intransigenti, dei sostenitori del caldo vocabolario di Borghezio, dei dipietristi, dei verdi finti o veri che siano, dei margheritini innamorati del Pupo Francesco, dei flagellanti casiniani e di Prodi (lui solo, perché non si capisce di che cazzo partito sia).
Nella scorsa legislatura il nostro paese ha visto battere il record di durata di un governo repubblicano. Il premier (inglesismo di moda a sostituzione del Presidente del Consiglio) era Silvio Berlusconi.
Il nostro paese in quei 5 anni ha visto:
1) Un occupazione militare della Rai da parte di ometti politici obbedienti alla volontà del governo. Cosa non nuova se non fosse stata effettuata in maniera massiccia e ai limiti del regime. Cito i soliti tre personaggi presi di mira: Biagi, Santoro e Luttazzi. Ma ci infilo dentro anche Massimo Fini a cui è stato proibito di presentare uno spettacolo su Rai2 dal titolo "Cyrano", Paolo Rossi prima invitato e poi estromesso dalla partecipazione a Domenica In di Bonolis, Paolantoni allontanato dalla conduzione di Furore dal Direttore Marano con la motivazione - testuali parole - "'sto qui è napoletano e al mio posto mi ci ha messo la Lega" e, ovviamente la Guzzanti con il suo Raiot. Aggiungo, in appendice, anche la Dandini che dalla prima serata è stata relegata alla terza, pur facendo (da sempre) ottimi ascolti.
2) Una legge, la Gasparri, che favoriva in maniera evidente le proprietà televisive di Berlusconi. Legge respinta all'inizio dalla Presidenza della Repubblica, poi fatta passare con decreto.
3) Una riforma della scuola, che in sostanza non cambia nulla se non in peggio. Un ragazzino uscito dalle medie deve fare una scelta sul suo futuro, senza esserne assolutamente in grado. Una riforma che - è vero - avvicina al lavoro ma che allo stesso modo ridistribuisce una gerarchia sociale ancienne regime: chi può permetterselo, studierà.
4) Una campagna di odio nei confronti della magistratura, parallela ad una ridicola propaganda totalitaria nei confronti di una sinistra comunista, mangiatrice di bambini e portatrice di fame, carestia, morte, peste e colera.
5) Leggi e leggiucole ad personam, per favorire la lentezza dei processi (c'è chi osa prolungare l'eternità) e per salvare amici degli amici regolarmente indagati dalla magistratura.
La sinistra dove doveva intervenire con forza, non l'ha fatto dimostrando polso debole. Non ha difeso la libertà di espressione, non ha colto la grande sollevazione popolare schernita col termine ferraresco "girotondinismo", non dava spiegazioni realmente valide sulla mancanza della famosa legge sul conflitto d'interessi, legge che ancor oggi pare avvolta dalla nebbia.
La società civile che non voleva Berlusconi ha subito una mancanza di leadership totale. Anzi, non era neppure informata dal giornalismo rai né, tantomeno, da quello mediaset.
Pochissimi gli irriducibili a fare liberamente informazione, spesso comici. I quali, accusati di fare un uso scorretto della satira, sono stati querelati quasi ogni giorno.
I liberalismo non è Berlusconi. Nessun liberale oserebbe mai accettare i punti che ho elencato qui sopra, nessun liberale si direbbe d'accordo con chi vuole mettere il bavaglio all'informazione, con chi usa la politica per i propri particolarismi, con chi disprezza i poteri dello stato.
L'autoproclamazione liberale di Berlusconi è tanto volgare quanto fasulla.