Originariamente Scritto da
svicolone
Il governo dice che il gettito fiscale cresce grazie a lavoro dipendente e consumi (non per le promesse di lotta all’evasione)
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Roma. Sono due gli aspetti poco convincenti nell’intervento del viceministro con delega alle Finanze Vincenzo Visco, sentito ieri in commissione alla Camera. Primo: Visco dice che “nel periodo gennaio-agosto 2006, l’Irpef ha registrato una crescita del 6,4 per cento rispetto allo stesso periodo del 2005, per effetto soprattutto del buon andamento delle ritenute sui redditi da lavoro dipendente”; dice anche che l’Ires è aumentata del 20,2 per cento “anche per effetto di misure avente carattere una tantum” e che “l’Iva è cresciuta del 9,3 per cento grazie al contributo della componente relativa alle importazioni e a una dinamica della componente interna più accentuata rispetto all’andamento dei consumi registrati nel primo semestre del 2006”. In ragione del buon risultato di Irpef, Ires e Iva – spiega il viceministro – le stime sono state riviste al rialzo di 5,9 miliardi di euro rispetto alle cifre del Dpef, “con una crescita del 7,4 per cento rispetto al 2005”. Se questi dati sono veri, e non c’è ragione di ritenere che il viceministro menta, un’osservazione viene naturale. Questi incrementi giungono da un buon andamento delle ritenute sul lavoro dipendente, da misure una tantum prese da un altro governo e dalla crescita dei consumi nel primo semestre 2006 (un’altra buona notizia antideclinista). Dunque – al contrario di quanto in altre occasioni suggerito dal viceministro e confermato dal presidente del Consiglio in una recente intervista al Paìs – le entrate non sono aumentate a causa di timori sanzionatori da parte del governo, ma semplicemente, come notano da mesi gli osservatori più ragionevoli e meno ideologici, perché c’è un po’ di ripresa economica e un po’ di effetto Laffer (aliquotepiù basse = più entrate) sull’Irpef.
ehi, kompagni!
contrordine!
il visco si è corretto!
e adesso?