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  1. #11
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    Hai reso l'idea.
    Med.

  2. #12
    Vincent II
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    Citazione Originariamente Scritto da Cristianu Visualizza Messaggio
    Aggiungo che l'intervento del forumista Vincent è un lampante esempio di quanto asserivo...

    in pratica autoesplicativo...
    Ma di che cosa stai parlando?

  3. #13
    Vincent II
    Ospite

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    Citazione Originariamente Scritto da Cristianu Visualizza Messaggio
    A Vincent faccio notare anche che non ha capito un'H del primo post, dato che la frase "dialetto è un termine razzista" è da imputare a Niffoi, [..]
    Nel mio post parlavo chiaramente di Niffoi. Quindi?

  4. #14
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    Citazione Originariamente Scritto da Vincent II Visualizza Messaggio
    Perchè hai cambiato avatar?
    Comunque il nuorese che Niffoi utilizza è un dialetto di tipo logudorese (la più conservativa delle lingue romanze e gloria del popolo sardo): non si capisce cosa ci debba essere di razzista nel definirlo per quello che è, a parte che il razzismo è una dorttina che postula l'esistenza di una gerarchia delle razze e di conseguenza il vocabolo "razzismo" è assolutamente improprio anche se non conosco il termine alternativo (dialettismo? linguicismo? Boh).
    Il termine non è improprio ma pertinente in quanto il concetto di dialetto è, per come viene utilizzato, fondamentalmente politico e gerarchicamente subordinato a quello di lingua, in questo caso quella italiana.
    Non mi pare d'altronde che niffoi abbia parlato di nuorese(si rivolgeva a un pubblico italiano),e infatti ha parlato di lingua sarda in rapporto alla lingua statale e cioè l'italiano. Quindi l' utilizzare "lingua locale" e il non accettare il termine dialetto, per lui presumo significhi non accettare la subordinazione del sardo all'italiano, riconoscendogli autonomia e pari dignità, con la sola differenza che pertiene a una comunità locale..

  5. #15
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    Citazione Originariamente Scritto da Vincent II Visualizza Messaggio
    Ma di che cosa stai parlando?
    al posto di fare domande del "cactus", leggi i post precedenti

  6. #16
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    Citazione Originariamente Scritto da akuardenti Visualizza Messaggio
    Il termine non è improprio ma pertinente in quanto il concetto di dialetto è, per come viene utilizzato, fondamentalmente politico e gerarchicamente subordinato a quello di lingua, in questo caso quella italiana.
    Non mi pare d'altronde che niffoi abbia parlato di nuorese(si rivolgeva a un pubblico italiano),e infatti ha parlato di lingua sarda in rapporto alla lingua statale e cioè l'italiano. Quindi l' utilizzare "lingua locale" e il non accettare il termine dialetto, per lui presumo significhi non accettare la subordinazione del sardo all'italiano, riconoscendogli autonomia e pari dignità, con la sola differenza che pertiene a una comunità locale..

    sì,
    il senso credo proprio fosse questo.

  7. #17
    Vincent II
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    Citazione Originariamente Scritto da akuardenti Visualizza Messaggio
    Il termine non è improprio ma pertinente in quanto il concetto di dialetto è, per come viene utilizzato, fondamentalmente politico e gerarchicamente subordinato a quello di lingua, in questo caso quella italiana.
    Non mi pare d'altronde che niffoi abbia parlato di nuorese(si rivolgeva a un pubblico italiano),e infatti ha parlato di lingua sarda in rapporto alla lingua statale e cioè l'italiano. Quindi l' utilizzare "lingua locale" e il non accettare il termine dialetto, per lui presumo significhi non accettare la subordinazione del sardo all'italiano, riconoscendogli autonomia e pari dignità, con la sola differenza che pertiene a una comunità locale..
    Invece io sono sicuro che Niffoi si riferisse alla sua "lingua" locale (il nuorese) intesa nel senso gramsciano di lingua dell'oralità e "de su fogaroni" da cui suggere il latte o di strumento di ribellione senza capo ne coda ma non certo di lingua sarda standardizzata e unificata da poter parificare all'italiano e con cui anche solo in prospettiva scrivere atti pubblici (ma per avere l'interpretazione autentica bisognrebbe interpellare il diretto interessato).

  8. #18
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    Citazione Originariamente Scritto da Vincent II Visualizza Messaggio
    Invece io sono sicuro che Niffoi si riferisse alla sua "lingua" locale (il nuorese) intesa nel senso gramsciano di lingua dell'oralità e "de su fogaroni" da cui suggere il latte o di strumento di ribellione senza capo ne coda ma non certo di lingua sarda standardizzata e unificata da poter parificare all'italiano e con cui anche solo in prospettiva scrivere atti pubblici (ma per avere l'interpretazione autentica bisognrebbe interpellare il diretto interessato).
    può certamente essere che Niffoi intendesse lingua in questo senso, e quindi probabilmente utililizzarebbe lingua locale anche perlando del dialetto di un paesino dell'abruzzo o della toscana. Ma in ogni caso il concetto non cambia. Cioè la volontà di riconoscere e affermare la dignità e e le potenzialità espressive che qualsiasi forma linguistica locale ha, al pari di quelle di diffusione geografica nazionale o statuale... Ha cioè in se tutto ciò che serve per essere lingua e quindi mezzo comunicativo a tutti gli effetti, col quale poter parlare di ogni cosa, a tutti i livelli anche ufficale, ma col solo limite della diffusione locale all'interno di un popolo o comunità più vasta...Quindi dialetto se vogliamo è un concetto relativo alla comunità che lo parla in relazione a una più grande di cui fa parte. Dialetto dovrebbe significare solo questo. Anche il concetto di standard che piace tanto a te, alla fine è un concetto relativo. I sinniesi o i mamoiadini hanno il loro standard locale anche senza bisogno di codificarlo per iscritto....perchè c'è una comunità che vi si riconosce e ne sa definire i caratteri, condividendoli.
    Per concludere, Niffoi non credo si opponga al concetto di dialetto in se, che di per se non è offensivo, ma al significato che assume nel senso comune e in chi lo utilizza pretestualmente in senso discriminatorio. E cioè intendendo un qualcosa che non ha la dignità e le potenzalità comunicativo espressive di una "lingua".

  9. #19
    Vincent II
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    Citazione Originariamente Scritto da akuardenti Visualizza Messaggio
    può certamente essere che Niffoi intendesse lingua in questo senso, e quindi probabilmente utililizzarebbe lingua locale anche perlando del dialetto di un paesino dell'abruzzo o della toscana. Ma in ogni caso il concetto non cambia. Cioè la volontà di riconoscere e affermare la dignità e e le potenzialità espressive che qualsiasi forma linguistica locale ha, al pari di quelle di diffusione geografica nazionale o statuale... Ha cioè in se tutto ciò che serve per essere lingua e quindi mezzo comunicativo a tutti gli effetti, col quale poter parlare di ogni cosa, a tutti i livelli anche ufficale, ma col solo limite della diffusione locale all'interno di un popolo o comunità più vasta...Quindi dialetto se vogliamo è un concetto relativo alla comunità che lo parla in relazione a una più grande di cui fa parte. Dialetto dovrebbe significare solo questo. Anche il concetto di standard che piace tanto a te, alla fine è un concetto relativo. I sinniesi o i mamoiadini hanno il loro standard locale anche senza bisogno di codificarlo per iscritto....perchè c'è una comunità che vi si riconosce e ne sa definire i caratteri, condividendoli.
    Per concludere, Niffoi non credo si opponga al concetto di dialetto in se, che di per se non è offensivo, ma al significato che assume nel senso comune e in chi lo utilizza pretestualmente in senso discriminatorio. E cioè intendendo un qualcosa che non ha la dignità e le potenzalità comunicativo espressive di una "lingua".
    Adesso non mi vorrai far credere veramente che nel dialetto mamodiadino sia sensato scrivere trattati di ingegneria chimica, fisica nucleare o teologia morale!? Se i lavori di questo tipo sono scritti sempre più spesso in inglese ci sarà qualche motivo, non credi? Il motivo è appunto che in questo modo se ne assicura la diffusione massima. E' quindi necessaria per lo meno una diffusione isolana oltre che per i documenti accademici (da affiancare all'italiano e all'inglese) anche per gli atti aventi rilevanza giuridica (accanto all'italiano e al catalano nella sola Alghero) e per i pricipali atti e i riti della Chiesa (accanto all'italiano e al catalano nella sola Alghero). I dialetti ovviamente avranno un proprio ruolo, ma defilato, com'è giusto che sia.

  10. #20
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    [
    quote=Vincent II;4783480]Adesso non mi vorrai far credere veramente che nel dialetto mamodiadino sia sensato scrivere trattati di ingegneria chimica, fisica nucleare o teologia morale!? Se i lavori di questo tipo sono scritti sempre più spesso in inglese ci sarà qualche motivo, non credi?
    Ma va!
    ma che c'entra questo con quello che ha detto niffoi e quello che ho scritto io?? Leggi bene va!
    E ovvio che se devo scrivere una cosa per un pubblico internazionale non impiego il sardo,di qualsiasi tipo. Se mi devo rivolgere al mio paese posso impiegare il dialetto del mio paese. se mi rivolgo a tutti i sardi impiego un sardo più comprensibile a tutti. E questo non necessariamente significa un sardo unificato uguale per tutti. Se è questo che vuoi sentirti dire. perchè se scrivo sardus o acua e tutti i sardi sanno che corrisponde a sardos e abba, mi capisconu tutti ugualmente...Ma lo sapevo che saresti andato a finire la! c'è un'altra discussione aperta sul forum irs e più pertinente.

    ciao

 

 
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