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  1. #11
    Con l'Iraq che si ribella
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    Citazione Originariamente Scritto da Sandinista Visualizza Messaggio
    Per quel che riguarda le considerazioni di Skarm credo sia necessario far presente il carattere fondamentalmente misantropo di Kaczinski in cui misantropo va inteso nel significato etimologico più puro del termine: "odio per l'essere umano". Probabilmente queste tue prime critiche potrebbero essere in parte inserite in questo contesto.
    Francamente non credo che i discorsi di cui sopra derivino necessariamente solo dalla misantropia...trovo che ci sia comunque una razionalità acuta e tagliente...non curarsi delle conseguenze emotive delle proprie parole sul prossimo non è solo una questione di "misantropia"...è anche qualcosa legata al fatto che la verità "taglia" e la gente su di sè in genere vuole sentirsi dire rassicuranti menzogne... anche se...certo...fottersene delle reazioni altrui è da misantropi, ma questo anche perchè ogni forma di compromesso comporta una forma di "conformazione" del nostro pensiero all'altro.
    Skarm
    Alle europee io voto Codacons...e tu?

  2. #12
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    31. Siamo consapevoli che si possa obiettare a questo schematico abbozzo della psicologia della sinistra. La situazione reale è complessa, e qualsiasi descrizione completa di essa avrebbe bisogno di diversi volumi, persino se le informazioni necessarie fossero disponibili. Noi sosteniamo solo di aver sommariamente delineato le due più importanti tendenze della psicologia della sinistra moderna.
    32. I problemi degli uomini di sinistra sono indicativi dei problemi della nostra società considerata nel suo complesso. Una bassa autostima, le tendenze depressive e il disfattismo non sono propri solo della sinistra. Sebbene specialmente evidenti nella sinistra, sono diffusi nella nostra società. E la società di oggi tende a socializzarsi in maniera maggiore che qualsiasi società precedente. Ci viene detto dagli esperti persino come mangiare, come fare esercizio, come fare l'amore, come far crescere i nostri bambini e via dicendo.
    Il processo del potere
    33. Gli esseri umani hanno un bisogno (probabilmente biologico) per qualcosa che noi chiameremo il "processo del potere". Questo è strettamente collegato al bisogno di potere (che è ampiamente riconosciuto) ma non è la stessa cosa. Il processo del potere ha quattro elementi. I tre più chiari sono quelli che noi chiamiamo lo scopo, lo sforzo, e il raggiungimento dell'obiettivo richiede uno sforzo, e ha bisogno di riuscire a ottenere con successo almeno alcuni di essi). Il quarto elemento è più difficile da definire e può non essere indispensabile. Noi lo chiamiamo autonomia e sarà discusso in seguito (paragrafi 42-44).
    34. Consideriamo il caso ipotetico di un uomo che può ottenere qualsiasi cosa solo desiderandola. Questo individuo svilupperà seri problemi psicologici. All'inizio si divertirà soltanto; in seguito, piano piano, comincerà ad annoiarsi e a demoralizzarsi profondamente. Alla fine potrebbe divenire una persona clinicamente depressa. La storia mostra che le aristocrazie ricche tendono alla decadenza. Ciò non avviene nelle aristocrazie più combattive che devono difendersi per mantenere il loro potere. Ma le aristocrazie ricche e sicure che non hanno bisogno di impegnarsi per mantenere il loro potere di solito appaiono insoddisfatte, edonistiche e demoralizzate. Questo mostra che il potere non è tutto. Occorre avere degli obiettivi verso cui esercitare il proprio potere. .
    35. Ognuno di noi si pone degli obiettivi; se non altro per soddisfare i bisogni fisici essenziali: cibo, acqua e qualsiasi indumento e riparo siano resi necessari dal clima. Ma le aristocrazie agiate non devono compiere alcuno sforzo per questo. Da ciò nasce la loro noia e demoralizzazione.
    36. Il non conseguimento di importanti risultati sfocia nella morte se gli obiettivi sono necessità fisiche, e in frustrazione se il non conseguirli è compatibile con la sopravvivenza. Il fallimento costante nel raggiungimento degli obiettivi lungo il percorso della propria vita dà luogo al disfattismo, alla bassa autostima o alla depressione.
    37. Così per evitare seri problemi psicologici, un essere umano ha bisogno di obiettivi il cui raggiungimento richiede uno sforzo, di una certa dose di successo nel conseguirli.
    Attività sostitutive
    38. Ma non tutti i ricchi aristocratici si annoiano e si demoralizzano. Per esempio 1'imperatore Hirohito, invece di affondare nell'edonismo decadente si consacro alla biologia marina, un campo nel quale divenne una personalità eminente. Quando gli uomini non devono sforzarsi per soddisfare i propri bisogni fisici, devono porsi degli obiettivi artificiali. In molti casi essi li perseguono con la stessa energia e coinvolgimento emotivo che avrebbero usato per soddisfare le necessita fisiche. Cosi gli aristocratici dell'impero romano ebbero le loro pretese letterarie; molti aristocratici europei dei secoli passati investirono una grande quantità di tempo ed energia nella caccia, sebbene poi non mangiassero la carne; altre aristocrazie hanno concorso allo status attraverso elaborate esposizioni di beni; e pochi aristocratici, come Hirohito, si sono rivolti alla scienza.
    39. Usiamo il termine "attività sostitutiva" per designare un'attività diretta verso un obiettivo artificiale che le persone si prefiggono semplicemente per avere uno scopo per cui lavorare, o lasciateci dire, semplicemente per la soddisfazione che provano raggiungendolo. Ecco un metodo empirico per identificare attività sostitutive. Data una persona che spende tempo ed energia per uno scopo X, chiedetevi questo: se egli deve dedicare la maggior parte del suo tempo e della sua energia per soddisfare i suoi bisogni biologici, e se questo sforzo gli richiedesse di usare le sue abilità mentali e fisiche in modo vario e interessante, si sentirebbe seriamente privato di qualcosa se non raggiunge l'obiettivo X? Se la risposta e no, allora il raggiungimento dell'obiettivo X e una attività sostitutiva. Gli studi di Hirohito sulla biologia marina costituiscono chiaramente una attività sostitutiva, visto che quasi certamente se Hirohito avesse dovuto spendere il suo tempo per interessanti compiti non scientifici al fine d'ottemperare alle necessita della vita egli non si sarebbe sentito privato di qualcosa perché non conosceva tutto sull'anatomia e i cicli di vita degli animali marini. Dall'altro lato, la ricerca del sesso e dell'amore (per esempio) non e una attività sostitutiva, perché la maggior parte delle persone, persino se la loro esistenza fosse soddisfacente in altri ambiti, si sentirebbero private di qualcosa se passassero la loro vita senza avere mai una relazione con un membro del sesso opposto. (Ma la ricerca di una quantità di sesso maggiore di quella di cui uno ha bisogno può essere una attività sostitutiva.)
    40. Nella società industriale moderna è necessario solo un minimo sforzo per soddisfare i bisogni primari. E sufficiente passare attraverso un programma di addestramento per acquisire qualche piccola abilita tecnica, quindi andare al lavoro in orario e compiere uno sforzo molto modesto per mantenere il lavoro. I soli requisiti sono una quantità moderata di intelligenza, e, più di tutto, semplice obbedienza. Se uno possiede questi requisiti, la società si prende cura di lui dalla culla alla tomba. (Si, esiste una sottoclasse che non può ritenere che le sue necessita fisiche siano garantite, ma noi stiamo parlando della maggioranza della società.) Cosi non sorprende che la società moderna sia piena di attività sostitutive. Queste includono il lavoro scientifico, l'impresa atletica, il lavoro umanitario, la creazione artistica e letteraria, la scalata ai vertici aziendali, l'acquisizione di denaro e beni materiali molto oltre il necessario, e l'attivismo sociale quando si indirizza verso temi che non sono importanti per la vita personale dell'attivista, come nel caso di attivisti bianchi che lavorano per i diritti delle minoranze non bianche. Queste non sono sempre attività sostitutive tout court, visto che per molti esse possono essere motivate in parte da altri bisogni che superano la semplice necessita di avere qualche scopo da perseguire. Il lavoro scientifico può essere motivato in parte da un desiderio di prestigio, la creazione artistica dal bisogno di esprimere sentimenti, l'attivismo sociale militante dall'ostilità. Ma per la maggior parte delle persone queste attività sono in gran parte attività sostitutive. Per esempio, la maggioranza degli scienziati sarà probabilmente d'accordo che la "soddisfazione" che ricevono dal loro lavoro e più importante del denaro e del prestigio che guadagnano.

    A luta continua

  3. #13
    Con l'Iraq che si ribella
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    Cazzo...più si va avanti con stò manifesto, Sandinista, e più trovo che, pur non concordando al 100% su tutto, questo manifesto di Kaczinsky contiene delle vere perle di genio...

    Per quanto riguarda ad esempio la questione degli "obiettivi alternativi"...non concordo con l'elemento pessimista di fondo che si può leggere tra le righe (che mi pare essere che la gente dovrebbe vivere in maniera meno sicura per riuscire a godersi di più la vita), ma concordo nettamente con questa concezione percui ciascuno ha bisogno di un obiettivo personale verso cui sforzarsi e nel quale ci sia la possibilità di conseguire l'obiettivo...

    Peraltro ritengo che il più grave limite delle teorie comuniste sia del passato che della modernità stia proprio nel non riconoscere questa naturale tendenza dell'uomo che, peraltro, dando spunti meno egoistici e modalità più ingegnose e sociali per "premiare" i successi, potrebbe essere l'unico sistema con cui una società comunista in cui non esistesse più una vera forma di "scambio" potrebbe esistere...
    Skarm
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  4. #14
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    Citazione Originariamente Scritto da Skarm Visualizza Messaggio
    Cazzo...più si va avanti con stò manifesto, Sandinista, e più trovo che, pur non concordando al 100% su tutto, questo manifesto di Kaczinsky contiene delle vere perle di genio...

    Per quanto riguarda ad esempio la questione degli "obiettivi alternativi"...non concordo con l'elemento pessimista di fondo che si può leggere tra le righe (che mi pare essere che la gente dovrebbe vivere in maniera meno sicura per riuscire a godersi di più la vita), ma concordo nettamente con questa concezione percui ciascuno ha bisogno di un obiettivo personale verso cui sforzarsi e nel quale ci sia la possibilità di conseguire l'obiettivo...

    Peraltro ritengo che il più grave limite delle teorie comuniste sia del passato che della modernità stia proprio nel non riconoscere questa naturale tendenza dell'uomo che, peraltro, dando spunti meno egoistici e modalità più ingegnose e sociali per "premiare" i successi, potrebbe essere l'unico sistema con cui una società comunista in cui non esistesse più una vera forma di "scambio" potrebbe esistere...
    Skarm
    Guarda come te debbo dire che alcune parti del Manifesto di Kaczincki non le condivido nemmeno io ma l'ho voluto postare perchè credo, proprio come te, che contenga delle posizioni piuttosto originali e interessanti su cui poter discutere.
    Ad esempio la discussione da te sollevata dopo la lettura dgli ultimi punti sulla questione del merito.
    Sono convinto come te che quella che può essere sbrigativamente definita "meritocrazia" sia un problema importante da risolvere. E' vero difatti che nel capitalismo (almeno in quello ideale e non in quello reale) la meritocrazia ha un suo ruolo legittimo mentre nel comunismo storico questo veniva negato in funzione di un regime di burocrazia che tuttavia svolgeva le stesse funzioni della meritocrazia ma in maniera aberrata.
    Ebbene io sono convinto che la meritocrazia tecnocratica (inteso nell'accezione originaria di potere del saper fare) di cui poi parla da scienziato (quale daltronde Kaczincki è essendo un brillante matematico) sia possibile ed anzi auspicabile in una società non capitalista nè realsocialista (capitalista di stato) in quanto si relazionerebbe con un ente non più mercantile e inquadrato nella divisione di classi (presente sia nel capitalismo sia nel realsocialismo di tipo sovietico) ma naturale e solidale di tipo marxista all'interno della Gemeinwesen. Mi spiego meglio.
    In una società senza divisione di classe e quindi senza conflitto di classe si partirebbe già da un assenza di conflitto di interessi di classe per cui tutti gli esseri umani vivrebbero all'interno di una comunità con pari dignità e pari potenzialità. Essendo poi questa comunità intessuta attorno ad un ente non mercantilema naturale e solidale la divisione dei compiti e del lavoro avverrebbe all'interno di una democrazia diretta che potrebbe essere esclusivamente meritocratica in quanto ognuno avrebbe accesso naturalmente al compito ed al lavoro che più si confà alle sue categorie e alle sue capacità e conoscenze. In questo senso, all'interno di una democrazia diretta, ognuno potrebbe meritocraticamente vivere secondo le proprie capacità senza per questo ricreare il problema della divisione di classe in quanto questa verrebbe annientata dal tessuto comunitario della gemeinwesen stessa.
    Io credo che le critiche a riguardo di Kaczincki vadano in tal senso inquadrate nuovamente all'interno della società a cui fa riferimento: lui scienziato puro (matematico) individua come certo socialismo utopico ottocententesco (Saint Simon ad esempio) come fondamentale per lo sviluppo non industrialmente inteso della comunità umana la rivoluzione culturale senza tralasciare l'aspetto fondamentale delle aspettative individuali presenti in ognuno di noi. Prendendo in prestito da Preve la sua definizione di "comunità di libere individualità" per il comunismo marxista che andiamo sviluppando noi comunisti nazionalitari e che è presente anche in forme di anarcocomunismo rivoluzionario credo che si possa superare la divisione mercantile di classe senza dover abbandonare l'aspeto meritocratico individuale che non sarebbe più finalizzato ad un approccio appunto mercantile nè di tipo capitalista nè di tipo burocratico-realsocialista ma davvero comunista.
    Spero di essere stato chiaro anche se a volte tendo a diventare un pò criptico.

    A luta continua

  5. #15
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    41. Per molti, se non per la maggior parte delle persone, le attività sostitutive sono meno soddisfacenti del conseguimento di obiettivi reali (cioè, obiettivi che si vorrebbero ottenere persino se il bisogno del processo di potere fosse gia soddisfatto). Lo dimostra il fatto che le persone profondamente coinvolte in attività sostitutive, in molti casi, non sono mai soddisfatte, non si riposano mai. Cosi quello che si arricchisce costantemente si ingegna per conseguire una ricchezza sempre maggiore. Lo scienziato, non appena risolve un problema, rivolge la sua attenzione verso un altro problema. Il corridore di lunghe distanze si impone di correre sempre più veloce e lontano. Molte persone che praticano attività sostitutive diranno che ricevono maggiore soddisfazione da queste attività che dagli affari "mondani" necessari per soddisfare i loro bisogni biologici; ma questo succede perchè nella nostra società lo sforzo richiesto per soddisfare i bisogni biologici si è ridotto a banalità. Quel che è più importante, e che nella nostra società la gente non soddisfa i propri bisogni biologici autonomamente ma funzionando come parti di un'immensa macchina sociale. Al contrario, la gente in generale ha un grande margine di autonomia nel praticare le attività sostitutive.
    Autonomia.
    42. L'autonomia come parte di un processo di potere può non essere indispensabile per ogni individuo. Ma la maggior parte degli individui ha bisogno di un grado più o meno grande di autonomia nel perseguire i propri obiettivi. I loro sforzi devono essere intrapresi su propria iniziativa e devono mantenersi sotto la loro direzione e controllo. Tuttavia la maggior parte della gente non deve sforzarsi come singolo individuo per questa iniziativa, per la direzione e il controllo. E' sufficiente di solito agire come membro di un piccolo gruppo. Cosi se mezza dozzina di persone discute un obiettivo e intraprende uno sforzo comune che ha successo nell'ottenere quel dato risultato il suo bisogno per il processo del potere sarà soddisfatto. Ma se si lavora sotto rigidi ordini provenienti dall'alto, precludendo ai singoli ogni luogo in cui prendere una decisione o una iniziativa autonoma, allora il loro bisogno per il processo del potere non sarà soddisfatto. Si può dire la stessa cosa quando le decisioni sono prese su scala collettiva, se il gruppo che prende la decisione collettiva è così ampio da vanificare il ruolo del singolo.
    43. E' vero che qualche individuo sembra avere poco bisogno di autonomia. La sua spinta per il potere è debole o la soddisfa identificandosi con qualche organizzazione potente alla quale appartiene. E quindi vi sono tipi animali non pensanti che sembrano essere soddisfatti da un senso puramente fisico di potere (il bravo soldato combattente il cui senso di potere consiste nello sviluppare abilita di combattimento che sarà contento di usare in cieca obbedienza ai suoi superiori).
    44. Ma per la maggior parte della gente attraverso il processo del potere avere uno scopo, fare uno sforzo autonomo e ottenere il risultato che si acquisisce la stima e la fiducia in sé, oltre a un senso di potere. Quando non si hanno adeguate opportunità per passare attraverso il processo del potere le conseguenze sono (a seconda dell'individuo e del modo in cui il processo di potere e disgregato) noia, demoralizzazione, bassa autostima, sentimenti di inferiorità, disfattismo, depressione, ansia, sensi di colpa, frustrazione, ostilità, abuso di bambini e di coniugi, edonismo insaziabile, comportamenti sessuali abnormi, disordini nel sonno, disordini nell'alimentazione ecc . Fonti di problemi sociali.
    45. I sintomi fin qui elencati possono essere presenti in qualsiasi società, ma nella società moderna industriale sono presenti su vasta scala. Non siamo i primi a sostenere che il mondo oggi sembra comportarsi come un folle. Questo stato di cose non e normale per una società umana. Vi è motivo di credere che 1'uomo primitivo soffrisse di minor stress e frustrazione e che fosse più soddisfatto del suo modo di vivere che non 1'uomo moderno. E' vero che non tutto era rose e fiori nelle società primitive. L'abuso di donne era comune presso gli aborigeni australiani, e la transessualita era abbastanza diffusa tra alcune delle tribù indiane d America. Ma pare che, parlando in generale, i tipi di problemi che abbiamo enumerato nel paragrafo precedente fossero meno comuni tra i popoli primitivi che nella società moderna.
    46. Noi attribuiamo le problematiche sociali e psicologiche della società moderna al fatto che essa richiede alla gente di vivere in condizioni radicalmente differenti da quelle in cui la razza umana si è evoluta, e di comportarsi in modo tale da entrare in conflitto con i modelli di comportamento che la razza umana sviluppò durante la sua evoluzione. E' chiaro, da quello che abbiamo appena scritto, che noi consideriamo la mancanza di opportunità di sperimentare propriamente il processo del potere la più importante delle condizioni anormali alle quali la società moderna assoggetta l'individuo. Ma non l'unica. Prima di trattare la disgregazione del processo del potere come fonte di problemi sociali, discuteremo alcuni altri fattori.
    47. Tra le anomalie presenti nella società industriale moderna vi sono l'eccessiva densità della popolazione, l'isolamento dell'uomo dalla natura, l'eccessiva rapidità dei cambiamenti sociali e il crollo delle comunità naturali di piccole dimensioni, per esempio le famiglie allargate, il villaggio o la tribù.
    48. E' accertato che la sovrappopolazione aumenta lo stress e 1'aggressività. Il grado di affollamento che esiste oggi e l'isolamento dell'uomo dalla natura sono conseguenze del progresso tecnologico. Tutte le società preindustriali erano in prevalenza rurali. La rivoluzione industriale ha aumentato a dismisura l'estensione delle città e la proporzione della popolazione che vi vive, e la tecnologia moderna industriale hanno reso possibile alla Terra di sostentare una popolazione sempre più densa. (Inoltre, la tecnologia inasprisce gli effetti dell'affollamento perché pone un accresciuto potere disgregatore nelle mani dell'uomo. Per esempio, una varietà di strumenti produttori di rumore: macchine agricole, radio, motocicli, ecc. Se l'uso di questi strumenti non fosse limitato le persone desiderose di pace e quiete sarebbero molestate dal rumore. Se il loro uso è limitato, le persone che adoperano questi strumenti sono frustrate dai regolamenti. Ma se queste macchine non fossero mai state inventate non vi sarebbe stato alcun conflitto e non si sarebbe generata alcuna frustrazione.
    49. Per le società primitive il mondo naturale (che, in genere, muta lentamente) forniva una struttura stabile e quindi un senso di sicurezza. Nel mondo moderno è la società umana che domina la natura, piuttosto che il contrario, e la società moderna cambia molto rapidamente a causa dei mutamenti tecnologici. Così non vi e una struttura stabile.
    50. I conservatori sono sciocchi; lamentano la decadenza dei valori tradizionali, tuttavia sostengono entusiasticamente il progresso tecnologico e la crescita economica. Apparentemente sembra loro sfuggire il fatto che non si possono produrre cambiamenti rapidi e drastici in campo tecnologico e nella economia di una società senza causare rapidi mutamenti in tutti gli altri aspetti di detta società; e tali mutamenti rapidi inevitabilmente fanno crollare i valori tradizionali.

    A luta continua

  6. #16
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    51. Il crollo dei valori tradizionali in una certa estensione implica il crollo dei legami che uniscono gruppi sociali tradizionali di piccole dimensioni. La disintegrazione dei gruppi sociali di piccole dimensioni è inoltre promossa dal fatto che le condizioni moderne spesso richiedono, o tentano, di spostare l'individuo verso altre località, separandolo dalla comunità di origine. Oltre a ciò, una società tecnologica deve indebolire i legami familiari e le comunità <>cali se vuole funzionare efficientemente. Nella società moderna la lealtà di un individuo deve essere rivolta prima al sistema e solo in secondo luogo alla comunità ristretta, perché se la lealtà interna di una piccola comunità è più forte della lealtà al sistema tali comunità perseguiranno il loro vantaggio a spese del sistema. Supponiamo che un pubblico ufficiale o un dirigente di azienda assuma per un certo incarico suo cugino, un suo amico o il suo correligionario piuttosto che una persona meglio qualificata. Egli ha permesso alla lealtà personale di avere la meglio sulla lealtà al sistema, e questo è "nepotismo" o "discriminazione", entrambi terribili peccati nella società moderna. Sedicenti societa industriali che si sono scarsamente impegnate nel subordinare personale o realtà locali alla lealtà al sistema sono di solito molto inefficienti (basta dare uno sguardo all'America Latina). Cosi una società industriale avanzata può tollerare solo piccole comunità indebolite, piegate e rese strumenti del sistema .
    53. La sovrappopolazione, i cambiamenti rapidi e il collasso della comunità sono stati ampiamente riconosciuti come fonti di problemi sociali, ma noi non crediamo che essi siano sufficienti a giustificare l'estensione dei problemi che si presentano oggi ai nostri occhi.
    54. Poche città preindustriali erano molto estese e densamente popolate, tuttavia i loro abitanti non sembra che abbiano sofferto di problemi psicologici quanto l'uomo moderno. In America oggi esistono ancora aree rurali spopolate in cui troviamo gli stessi problemi delle aree urbane, sebbene in modo meno acuto. Cosi la sovrappopolazione non sembra essere il fattore decisivo.
    55. Sul limite sempre in espansione della frontiera americana, durante il XIX secolo la mobilità della popolazione probabilmente fece sparire estese famiglie e gruppi sociali di piccole dimensioni forse nella stessa proporzione in cui spariscono oggi. Di fatto molti nuclei familiari vivevano per scelta in totale isolamento, non avendo vicini nell'arco di diverse miglia e non appartenendo ad alcuna comunità, e tuttavia non sembra che abbiano sviluppato dei problemi.
    56. Inoltre il cambiamento nella frontiera americana fu molto ~z~)ido e profondo. Un uomo poteva essere nato e cresciuto in una capanna di legno, al di fuori del raggio della legge e dell'origine ed essersi nutrito di selvaggina; giunto a un'età adulta poteva accadere che si trovasse a svolgere un impiego regolare in una comunità ordinata con una forte presenza della legge. Questo era un cambiamento più profondo di quello che solitamente accade nella vita di un individuo moderno, tuttavia non sembra che abbia portato a problemi psicologici. Infatti la società americana del XIX secolo era caratterizzata da ottimismo e autostima; esattamente il contrario della società odierna.
    57. Noi sosteniamo che la differenza è che l'uomo moderno ha la consapevolezza (largamente giustificata) che il cambiamento gli è imposto, mentre nel XIX secolo l'uomo della frontiera aveva la consapevolezza (largamente giustificata) di provocare i cambiamenti, di propria iniziativa. Cosi un pioniere insediatosi su un pezzo di terra di sua proprietà, scelto da lui, attraverso i suoi sforzi lo trasformava in una fattoria. In quei giorni un intero paese poteva contare solo qualche centinaia di abitanti ed era un'entità molto più isolata e autonoma che un paese moderno. Quindi il pioniere-fattore partecipava come membro di un gruppo relativamente piccolo alla creazione di una nuova, ordinata comunità. Ci si potrebbe chiedere se la creazione di questa comunità fosse un miglioramento; a ogni modo essa soddisfaceva il bisogno del pioniere per il processo del potere.
    58. Dovrebbe essere possibile dare altri esempi di società soggette a rapidi cambiamenti e/o prive di stretti legami collettivi senza che per questo si verificassero le imponenti aberrazioni comportamentali che oggi si vedono nella società industriale. Non vogliamo dire che la società moderna sia la sola in cui il processo del potere è stato frantumato. Probabilmente la maggior parte delle società civilizzate, se non tutte, hanno interferito con il processo del potere in una proporzione più o meno grande. Ma nella società industriale moderna il problema è divenuto particolarmente acuto. La sinistra, almeno nella sua recente forma (dalla meta fino alla fine del XX secolo) e in parte un sintomo della privazione del processo del potere.
    La disgregazione del processo del potere nella società moderna
    59. Noi dividiamo le spinte umane in tre gruppi: 1) quelle che possono essere soddisfatte con un minimo sforzo; 2) quelle che possono essere soddisfatte ma solo al prezzo di un serio sforzo; 3) quelle che non possono essere adeguatamente soddisfatte non importa quanto grande sia lo sforzo impiegato. Il processo del potere è il processo di soddisfare le spinte del secondo gruppo. Più spinte ci sono del terzo gruppo, maggiore sarà la frustrazione, la rabbia, e alla fine il disfattismo, la depressione, ecc.
    60. Nella società industriale moderna le spinte dell'uomo naturale tendono a essere quelle del primo e del terzo gruppo; il secondo gruppo tende a consistere in maniera sempre maggiore di spinte create artificialmente.

    A luta continua

  7. #17
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    61. Nelle società primitive, le necessità fisiche generalmente cadono nel secondo gruppo. Esse possono essere soddisfatte, ma solo al costo di un grave sforzo. Ma la società moderna tende a garantire le necessita fisiche a tutti in cambio solo di un minimo sforzo, quindi i bisogni fisici sono posti nel primo gruppo. (Si può discutere se lo sforzo richiesto per mantenere un lavoro debba essere considerato "minimo"; ma di solito, in lavori di livello basso-medio, l'unico sforzo richiesto e semplicemente quello dell'obbedienza. Tu siedi o stai dove ti hanno detto di stare e fai quello che ti hanno detto di fare nel modo in cui ti hanno detto di farlo. Raramente devi sforzarti seriamente, e in ogni caso a stento hai una qualche autonomia nel lavoro, cosi che il bisogno per il processo del potere non è ben garantito.)

    62. I bisogni sociali, come il sesso, l'amore e lo status sociale, spesso rimangono nel secondo gruppo nella società moderna, dipendendo dalla situazione dell'individuo". Ma eccetto che per coloro che hanno una forte spinta particolare per lo status sociale, lo sforzo richiesto per soddisfare le spinte sociali e insufficiente ad appagare adeguatamente il bisogno per il processo del potere.
    63. Cosi sono stati creati dei bisogni artificiali che cadono nel secondo gruppo e quindi garantiscono il bisogno per il processo del potere. La pubblicità e le tecniche di marketing sono state sviluppate in modo da far si che molte persone sentano il bisogno di cose che i loro nonni non desiderarono o persino sognarono mai. Ciò richiede un duro sforzo per guadagnare denaro sufficiente per soddisfare questi bisogni artificiali, quindi essi ricado- no nel secondo gruppo (ma vedi paragrafi 80-82.) L'uomo moderno deve soddisfare il suo bisogno per il processo di potere in gran parte attraverso la ricerca di bisogni artificiali creati dalla pubblicità e dalla industria del marketing", e attraverso attività sostitutive.
    64. Sembra che per molte persone, forse la maggioranza, queste forme artificiali del processo di potere siano insufficienti. Un tema ricorrente negli scritti dei critici sociali della seconda metà del XX secolo è il senso di inutilità che affligge molte persone nella società moderna. (Questa mancanza di scopi e spesso chiamata con altri nomi, come "anomia" [una condizione della società caratterizzata da un'assenza di norme e valori sociali, n.d.t.] e "vacuità della classe media".) Noi sosteniamo che la cosiddetta "crisi di identità" è di fatto una ricerca di intento, spesso di impegno verso una conveniente attività sostitutiva. Può essere che l'esistenzialismo sia in larga parte una risposta alla mancanza di scopi della vita moderna". Nella società moderna è molto diffusa la ricerca del "raggiungimento". Ma noi pensiamo che per la maggioranza delle persone un'attività il cui principale obiettivo e la realizzazione (cioè una attività sostitutiva) non sia una soddisfazione completamente soddisfacente. In altre parole, non soddisfa pienamente il bisogno per il processo del potere (vedi paragrafo 41). Questo bisogno può essere pienamente soddisfatto solo attraverso attività che hanno qualche traguardo esterno, come le necessità fisiche, il sesso, l'amore, lo status, la vendetta, ecc.
    65. Inoltre, nei casi in cui 1'obiettivo e il guadagnare soldi, salire la scala sociale o funzionare come parte del sistema in un modo diverso, la maggior parte delle persone non sono nella posizione di perseguire i propri scopi autonomamente: la maggior parte dei lavoratori è alle dipendenze di qualcun altro e, come abbiamo sottolineato nel paragrafo 61, spendono i loro giorni facendo quello che vien detto loro di fare nella maniera in cui viene detto loro di farlo. Persino la maggior parte di coloro che sono in affari in proprio hanno solo un'autonomia limitata. E una lagnanza cronica dei piccoli imprenditori che le loro mani sono legate da un'eccessiva regolamentazione governativa. Alcune di queste regole sono indubbiamente superflue, ma per la maggior parte esse sono essenziali e parti inevitabili della nostra società estremamente complessa. Una larga porzione di piccoli affari oggi opera sul sistema delle concessioni (franchising). Il Wall Street Journal, alcuni anni fa, riportò che molte delle compagnie che rilasciano la concessione chiedono ai concessionari un test personale destinato a escludere coloro che hanno creatività e iniziativa perché tali persone non danno sufficiente garanzia di adeguarsi docilmente al sistema. Questo esclude dalle piccole attività molte persone che hanno bisogno maggiore di autonomia.
    66. Oggi la gente vive più in virtù di quello che il sistema fa per loro o a loro che per quello che riescono a fare loro stessi. E quello che fanno per loro è fatto sempre di più dentro canali costruiti dal sistema. Le opportunità tendono a essere quelle che il sistema concede, ed essere sfruttate in accordo con le regole e i regolamenti", e perché vi sia una possibilità di successo devono essere seguite le tecniche prescritte dagli esperti.
    67. Cosi il processo del potere, nella nostra società, è spezzato attraverso una mancanza di scopi reali e una mancanza di autonomia nel seguire gli obiettivi. Ma si frantuma anche a causa di quelle spinte umane che cadono nel terzo gruppo: le spinte che non possono essere adeguatamente soddisfatte non importa quanto grande sia lo sforzo di chi si impegna per ottenerle. Una di queste spinte è il bisogno di sicurezza. Le nostre vite dipendono dalle decisioni prese da altre persone; noi non esercitiamo un controllo su queste decisioni e di solito non conosciamo nemmeno coloro che decidono ("Viviamo in un mondo nel quale, in proporzione, poche persone forse 500 o 100 prendono le decisioni importanti", Phlip B. Heymann della Scuola di legge di Harvard, citato da Anthony Lewis, New York Times, 21 aprile 1995). Le nostre vite dipendono dal fatto che gli standard di sicurezza negli stabilimenti nucleari siano mantenuti adeguatamente; o da quanto pesticida viene ammesso nel nostro cibo o da quanto inquinamento vi è nell'aria; dalla competenza (o incompetenza) del nostro dottore. Perdere il lavoro o trovarlo dipende da decisioni prese dagli economisti del governo o dai dirigenti delle aziende; e cosi via. La maggior parte degli individui non e nella posizione di sentirsi sicura di fronte a queste minacce se non molto limitatamente. La ricerca dell'individuo per la sicurezza è quindi frustrata, e porta a un senso di impotenza. Si potrebbe obiettare che l'uomo primitivo è fisicamente meno sicuro dell'uomo moderno, come e dimostrato dalla sua più breve aspettativa di vita; quindi l'uomo moderno soffre di meno quel grado di insicurezza normale per gli esseri umani. Ma la sicurezza psicologica non dipende dalla sicurezza fisica. Quello che ci fa sentire sicuri non è un livello maggiore di sicurezza oggettiva, ma un senso di fiducia nella nostra capacità di avere cura di noi stessi. L'uomo primitivo, minacciato da un animale feroce o dalla fame, può combattere in difesa di sé stesso o spostarsi alla ricerca di cibo. Egli non ha la certezza del buon esito di questi sforzi, ma non si trova indifeso di fronte agli aspetti che lo minacciano. L'individuo moderno, e minacciato da molti aspetti contro i quali è inerme: incidenti nucleari, sostanze cancerogene negli alimenti, inquinamento ambientale, guerre, aumento delle tasse, invasione del suo privato da parte di grandi organizzazioni, fenomeni economici o sociali di rilevanza nazionale che possono frantumare il suo stile di vita.
    69. È vero che l'uomo primitivo è impotente contro alcune minacce: la malattia per esempio. Ma egli può accettare il rischio della malattia stoicamente. Essa fa parte della natura delle cose. Non è colpa di alcuno, a meno che sia colpa di qualche immaginario demone impersonale. Ma le minacce all'individuo moderno tendono a essere costruite dall'uomo. Esse non sono il risultato del caso ma gli sono imposte da altri le cui decisioni egli, come individuo, è incapace di influenzare. Di conseguenza si sente frustrato, umiliato e pieno di rabbia.
    7O. Così l'uomo primitivo per la maggior parte della sua vita mantiene la propria sicurezza nelle sue mani (sia come individuo che come membro di un piccolo gruppo), mentre la sicurezza dell'uomo moderno è nelle mani di persone o organizzazioni che sono troppo remote o troppo estese perché egli sia in grado di influenzarle personalmente. Così la spinta dell'uomo moderno per la sicurezza tende a cadere nel primo e nel terzo gruppo; in alcune aree (cibo, riparo, ecc.) la sua sicurezza è garantita col minimo sforzo, mentre in altre aree egli non può raggiungere un grado di sicurezza. (Questo esempio semplifica molto la situazione reale ma delinea sommariamente quanto la condizione dell'uomo moderno differisca da quella dell'uomo primitivo.)

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    71. La gente ha molte spinte transitorie o impulsi che sono di necessità frustrati nella vita moderna, quindi questi cadono nel terzo gruppo. Ci si può arrabbiare, ma la società moderna non può permettere il combattimento. In molte situazioni non permette nemmeno l'aggressione verbale. Quando si va in un posto si può andare di fretta o si può essere nella condizione di viaggiare lentamente, ma in generale non vi è altra possibilità che muoversi seguendo il flusso del traffico e obbedire ai segnali. Si può desiderare di svolgere la propria attività in modo diverso, ma di solito si può lavorare solo secondo le regole stabilite dal datore di lavoro. In molti altri casi l'uomo moderno è legato ad un sistema di regole e regolamenti (espliciti o impliciti) che frustrano molti dei suoi impulsi e così interferiscono con il processo del potere. La maggior parte di questi regolamenti non può essere messa in discussione perché essi sono indispensabili per il funzionamento della società industriale.
    72. La società moderna è per certi aspetti estremamente permissiva. In materie che sono irrilevanti per il funzionamento del sistema noi possiamo fare, in generale, quello che ci aggrada. Possiamo credere in qualsiasi religione ci piaccia (fino a quando non incoraggi comportamenti che sono pericolosi per il sistema). Possiamo andare a letto con chi ci piace (fino a quando pratichiamo un "sesso sicuro"). Possiamo fare qualsiasi cosa che ci piaccia purché non sia importante. Ma in tutte le materie importanti il sistema tende a regolare sempre più il nostro comportamento.
    73. Il comportamento è regolato non solo da regole esplicite e dal governo. Il controllo è spesso esercitato attraverso una coercizione indiretta, attraverso una pressione psicologica o manipolazione, da organizzazioni, o da un sistema considerato nel complesso. Le organizzazioni più forti usano la propaganda. La propaganda non è solo limitata agli spot commerciali e alla pubblicità, e alcune volte non è nemmeno consciamente intesa come propaganda dalla gente che la produce. Per esempio, il contenuto di un programma d'intrattenimento è una forma potente di propaganda. Un esempio di coercizione indiretta: non esiste alcuna legge che dica che noi dobbiamo lavorare ogni giorno e seguire gli ordini di chi ci impiega. Legalmente non vi è alcun divieto che ci impedisca di andare a vivere in un posto selvaggio come i primitivi o di intraprendere un'attività indipendente. Ma in pratica la parte ancora selvaggia è molto esigua e in economia vi è posto solo per un limitato numero di piccoli impreditori. Quindi, la maggior parte di noi può sopravvivere solo come l'impiegato di qualcun altro.
    74. Noi sosteniamo che l'ossessione dell'uomo moderno per la longevità, per mantenere il vigore fisico e l'attrattiva sessuale a un'età avanzata, è un sintomo di incompiutezza derivante dal mancato processo per il potere. La "crisi di mezza età" è esattamente questo. Lo stesso dicasi per la mancanza di interesse verso la procreazione che è piuttosto comune nella società moderna ma quasi del tutto inesistente nelle società primitive.
    75. Nelle società primitive la vita è una successione di stadi. Avendo soddisfatto i bisogni e gli scopi di uno stadio, non vi è alcuna particolare riluttanza a passare allo stadio successivo. Un giovane uomo passa attraverso il processo del potere divenendo un cacciatore, cacciando non per sport o per realizzarsi ma per avere la carne necessaria per nutrirsi. (Nelle giovani donne il processo è più complesso, focalizzato sul potere sociale; non vogliamo discuterlo qui). Avendo attraversato questa fase con successo, l'uomo giovane non si tira indietro di fronte alla responsabilità di costruire una famiglia. (Al contrario, oggi molti rinviano indefinitamente il momento di avere figli perché troppo occupati a cercare qualche tipo di "realizzazione". Noi sosteniamo che la realizzazione di cui hanno bisogno è una esperienza adeguata del processo del potere, con reali obiettivi al posto di obiettivi artificiali di attività sostitutive.) Ancora, essendo riuscito con successo a far crescere i suoi bambini, passando attraverso il processo del potere di provvedere alle loro necessità fisiche, l'uomo primitivo sente che il suo lavoro è compiuto e si prepara ad accettare l'età avanzata (se sopravvive a lungo) e la morte. Molti oggi, invece, sono disturbati dalla prospettiva della morte, come dimostrano gli sforzi per mantenere la condizione fisica, un bell'aspetto e la salute. Noi sosteniamo che ciò dipende dalla non realizzazione che scaturisce dal non usare i propri poteri fisici per qualcosa, cioè: non sono mai passati attraverso il processo del potere di utilizzare i loro corpi in una maniera seria. Non è l'uomo primitivo, che usa quotidianamente il suo corpo per scopi pratici, a temere il deterioramento dell'età, ma l'uomo moderno, che non ha mai utilizzato il suo corpo per scopi pratici al di là del camminare dalla sua macchina alla sua casa. L'uomo il cui bisogno per il processo del potere è stato soddisfatto durante la sua vita è colui che è meglio preparato ad accettare la fine di quella vita.
    76. In risposta agli argomenti di questa sezione qualcuno dirà: "La società deve trovare il modo di dare a tutti l'opportunità di passare attraverso il processo del potere". Ma il valore dell'opportunità viene distrutto dal fatto che la società gliela concede. Questo di cui c'è bisogno è di trovare o concretizzare le proprie opportunità. Fino a che il sistema concede agli individui le opportunità li avrà sempre al guinzaglio. Per ottenere l'autonomia occorre sciogliere questo laccio.
    Come alcune persone si adattano
    77. Non tutti nella società industriale tecnologica soffrono di problemi psicologici. Alcuni sostengono persino di essere del tutto soddisfatti della società così com'è. Vediamo ora il perché di questa disparità di vedute.
    78. Primo, ci sono senza ombra di dubbio differenze nella forza della spinta per il potere. Individui con una spinta debole possono avere, relativamente, poco bisogno di passare attraverso il processo del potere, o almeno uno scarso bisogno di autonomia all'interno di questo processo. Questi sono i caratteri docili che sarebbero stati felici come i neri delle piantagioni del vecchio sud. (Non intendiamo disprezzare i neri delle piantagioni. Diamo atto che la maggior parte degli schiavi non era contenta della propria schiavitù. Ma noi disprezziamo le persone che sono contente della loro schiavitù.)
    79. Alcune persone possono avere una spinta eccezionale, inseguendo la quale soddisfano il loro bisogno per il processo del potere. Per esempio, coloro che hanno una spinta particolarmente forte per lo status sociale possono spendere l'intera vita a salire la scala sociale senza mai annoiarsi.
    8O. La gente ha vari gradi di suggestionabilità di fronte alla pubblicità e alle tecniche di marketing. Alcune persone sono così influenzabili che pur avendo una grande disponibilità di denaro non riescono a soddisfare la loro costante, insaziabile bramosia per i nuovi giocattoli scintillanti che l'industria del marketing fa penzolare davanti ai loro occhi. Così si sentono sempre finanziariamente sotto pressione anche se loro entrate sono notevoli e la loro bramosia è continuamente frustrata.

    A luta continua

  9. #19
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    Mi fa piacere che stai postando questo libro, io l'ho già letto e ne condivido molti punti.
    Sicuramente Kaczinsky contribuisce a dare una visione meno antropocentrica, mettendo al centro del suo discorso il conflitto ta natura e tecnologia. Forse le sue sono conclusione un po' troppo drastiche, che per alcuni versi ricordano quelle del primitivismo di Zerzan (fine del paleolitico, inizio della dannazione umana), però in linea di massima condivido le sue argomentazioni, tra cui in particolar modo la critica alla mentalità di "sinistra" molto valida anche per noi italiani

  10. #20
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    Citazione Originariamente Scritto da My War Visualizza Messaggio
    Mi fa piacere che stai postando questo libro, io l'ho già letto e ne condivido molti punti.
    Sicuramente Kaczinsky contribuisce a dare una visione meno antropocentrica, mettendo al centro del suo discorso il conflitto ta natura e tecnologia. Forse le sue sono conclusione un po' troppo drastiche, che per alcuni versi ricordano quelle del primitivismo di Zerzan (fine del paleolitico, inizio della dannazione umana), però in linea di massima condivido le sue argomentazioni, tra cui in particolar modo la critica alla mentalità di "sinistra" molto valida anche per noi italiani
    Sono pienamente daccordo con te su ogni tua osservazione e trovo molto interessante il parallelo che hai fatto tra Kazinsky e Zerzan. Credo che andrebbe ulteriormente sviluppato.

    A luta continua

 

 
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