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  1. #1
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    Predefinito La società industriale ed il suo futuro. Il Manifesto di Theodore J. Kaczinsky

    Ho deciso cari compagni di aprire una discussione sul manifesto anarchico ecologista di Theodore J. Kaczinsky. Come saprete Kaczinsky è il vero nome del matematico statunitense che a nove anni aveva già un quoziente intellettivo di 170 che molti anni più tardi divenne noto alle cronache con il soprannome di Unabomber.
    Questo Manifesto venne pubblicato in Italia qualche anno fa da Stampa Alternativa e da quest'ultima ora è stato pubblicato in Internet.

    La metodologia che userò sarà quella di proporre dieci punti del manifesto per volta ogni due giorni in modo tale da poter dare ai compagni che saranno interessati la possibilità di leggerlo con calma ed eventualmente di rifletterci sopra e di commentarlo.

    Intanto ecco i primi dieci punti:

    LA SOCIETÀ INDUSTRIALE E IL SUO FUTURO
    Introduzione

    1. La rivoluzione industriale e le sue conseguenze sono state un disastro per la razza umana. Esse hanno incrementato a dismisura l'aspettativa di vita di coloro che vivono in paesi "sviluppati" ma hanno destabilizzato la società, reso la vita insignificante, assoggettato gli esseri umani a trattamenti indegni, diffuso sofferenze psicologiche (nel Terzo mondo anche fisiche), inflitto danni notevoli al mondo naturale. Il continuo sviluppo della tecnologia peggiorerà la situazione. Essa sicuramente sottometterà gli esseri umani a trattamenti sempre più abietti, infliggerà al mondo naturale danni sempre maggiori, porterà probabilmente a una maggiore disgregazione sociale e sofferenza psicologica e a incrementare la sofferenza fisica in paesi "sviluppati".
    2. Il sistema tecnologico industriale può sopravvivere o crollare. Se sopravvive, potrebbe, alla fine, raggiungere un basso livello di sofferenze psicologiche e fisiche, ma solo dopo un lungo periodo, molto doloroso, di aggiustamento e solo al costo di ridurre permanentemente gli esseri umani e molti altri organismi viventi a prodotti costruiti, semplici ingranaggi nella macchina socia- le. Inoltre, se il sistema sopravviverà, le conseguenze saranno inevitabili: non vi e possibilità di riformare o modificare il sistema così da impedire che esso privi la gente di dignità e autonomia.
    3. Se il sistema crolla le conseguenze saranno ancora molto dolo- rose. Ma più il sistema si ingrandisce più disastroso sarà il risultato del suo collasso, così che se deve crollare e meglio che sia prima che dopo.
    4. Per questo noi peroriamo una rivoluzione contro il sistema industriale. Questa rivoluzione può o no fare uso di violenza: potrebbe essere un processo rapido o relativamente graduale del- la durata di alcuni decenni. Non possiamo saperlo, ma possiamo delineare in generale, le misure che coloro i quali odiano il sistema industriale dovrebbero adottare per preparare la via verso una rivoluzione contro quella forma di società. Questa non e una rivoluzione politica. Il suo obiettivo sarà quello di rovescia- re non i governi ma i principi economici e tecnologici.
    5. In questa trattazione esamineremo solamente alcuni degli sviluppi negativi prodotti dal sistema industriale - tecnologico; altri saranno solo accennati o ignorati completamente. Questo non significa che noi li consideriamo non rilevanti. Per ragioni pratiche circoscriviamo la discussione su aspetti che hanno ricevuto insufficiente attenzione pubblica o sui quali abbiamo qualcosa di nuovo da dire. Per esempio, vista l'efficienza dei movimenti ambientalisti e per la salvaguardia della natura, ci siamo soffermati poco sul degrado ambientale o sulla distruzione della natura selvaggia anche se li consideriamo della massima importanza. La psicologia della sinistra moderna.
    6. Quasi tutti saranno d'accordo sul fatto che noi viviamo in una società profondamente turbata. Una delle più diffuse manifestazioni della pazzia è la sinistra. Perciò, una discussione sulla psicologia della sinistra può servire come introduzione alla disamina dei problemi della società moderna in generale.
    7. Ma cos'è la sinistra? Durante la prima meta del XX secolo la sinistra poteva essere identificata effettivamente con il socialismo. Oggi il movimento e frammentato e non e chiaro chi possa essere chiamato precisamente una persona di sinistra. Quando parliamo di gente di sinistra noi abbiamo in mente principalmente i socialisti, i collettivisti, i caratteri "politicamente corretti", gli attivisti per i diritti delle femministe, dei gay, dei disabili e degli animali e simili. Ma non tutti quelli che sono associati con uno di questi movimenti sono persone di sinistra. Quello che noi vorremmo discutere non e tanto un movimento o una ideologia, quanto un modello psicologico o piuttosto una collezione di caratteri correlati. Così quello che noi consideriamo sinistra emergerà più chiaramente nel corso della nostra discussione sulla psicologia della sinistra (vedi anche i paragrafi 227-230).
    8. Persino così la nostra concezione della sinistra rimarrà molto meno chiara di quello che avremmo desiderato, ma sembra che non vi sia alcuna possibilità di rimedio a ciò. Tutto quello che cerchiamo di fare e indicare, in modo rozzo e approssimato, le due tendenze psicologiche che noi crediamo siano le principali forze che guidano la sinistra moderna. Noi non pretendiamo di dire l'intera verità sulla psicologia della sinistra. Inoltre la nostra discussione intende limitarsi solo alla sinistra moderna. Lasciamo aperta la questione se la nostra discussione possa essere applicata o no alla sinistra del XIX secolo e dei primi del Novecento.
    9. Le due tendenze psicologiche che costituiscono il fondamento della sinistra moderna vengono da noi definite come "complessi di inferiorità" e "sovrasocializzazione". I complessi di inferiorità sono caratteristici dell'intera sinistra moderna, mentre la sovrasocializzazione e una caratteristica solo di un determinato segmento della sinistra moderna; ma questo segmento e di gran lunga uno dei più influenti. Complessi di inferiorità
    10. Con "complessi di inferiorità" non ci riferiamo solo a quei complessi nel senso più stretto ma a uno spettro completo di tratti caratteristici correlati: bassa autostima, sensazioni di impotenza, tendenze depressive, disfattismo, sentimenti di colpa, odio di sé. Noi sosteniamo che le persone di sinistra tendono ad avere questi complessi (di solito più o meno repressi) e che questi sono decisivi nel determinare la direzione della sinistra moderna.

    A luta continua

  2. #2
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    11. Quando qualcuno interpreta come degradante quasi tutto quello che si dice su di lui (o sui gruppi con cui si identifica), noi deduciamo che soffre di sentimenti di inferiorità o di bassa autostima. Questa tendenza e marcata tra coloro che sostengono i diritti delle minoranze, appartengano o no ai gruppi minoritari che difendono. Essi sono ipersuscettibili alle parole usate per designare le minoranze. I termini negro, orientale, handicappato, o gallina per un africano, un asiatico, un disabile o una donna, non hanno in origine alcuna connotazione degradante. I termini "sguaiata" e "gallina" erano semplicemente gli equivalenti femminili di ragazzo, damerino, o compagno. Le connotazioni negative sono state associate a questi termini dagli stessi attivisti. Alcuni sostenitori dei diritti degli animali sono andati così oltre da rigettare la parola "pet" e insistere nel rimpiazzarla con "compagno animale". Gli antropologi di sinistra, per lo stesso motivo, evitano di dire, sui popoli primitivi, cose che possano essere interpretate come negative. Vogliono cambiare la parola primitivo con illetterato. Sembrano del tutto paranoici riguardo a qualsiasi cosa che potrebbe far pensare che la cultura primitiva sia inferiore alla nostra. (Non vogliamo dire che le culture primitive sono inferiori alla nostra. Semplicemente evidenziamo l'ipersuscettibilità degli antropologi di sinistra).
    12. I più suscettibili all'uso di una terminologia "politicamente scorretta" non sono gli abitanti comuni di un ghetto nero, l'immigrante asiatico, le donne violentate o le persone disabili, ma una minoranza di attivisti, molti dei quali non appartengono ad alcun gruppo "oppresso" ma provengono dalle classi privilegiate della società. La correttezza politica ha la sua roccaforte tra i professori universitari, persone cioè con un impiego sicuro, buone retribuzioni e, per la maggior parte, eterosessuali, maschi bianchi e provenienti da famiglie di classe media.

    13. Molti uomini di sinistra si identificano profondamente con i problemi dei gruppi che hanno un'immagine debole (donne), o di vinti (gli indiani americani), repellenti (omosessuali) e inferiori. Gli stessi uomini di sinistra percepiscono che questi gruppi sono inferiori. Non ammetterebbero questi sentimenti neanche con sé stessi, ma il vero motivo e che essi vedono questi gruppi come inferiori e li identificano con i loro problemi. (Non vogliamo dire che le donne, gli indiani, ecc. sono inferiori; noi stiamo solo puntualizzando la psicologia della sinistra.)
    14. Le femministe sono disperatamente ansiose di provare che le donne sono forti e capaci quanto gli uomini. Chiaramente esse sono dominate dalla paura che le donne non possono essere forti e capaci come gli uomini.
    15 Le persone di sinistra tendono a odiare qualsiasi cosa abbia un'immagine forte, positiva e di successo. Le ragioni per le quali dichiarano di odiare la civiltà occidentale, sono, senza ombra di dubbio, false. Essi dicono di odiare l'Occidente perché è guerrafondaio, imperialista, sessista, etnocentrico e così via, ma quando le stesse colpe appaiono nei paesi socialisti o nelle culture primitive accampano scuse o, al più, ammettono tra i denti che esistono; mentre invece sottolineano entusiasticamente (e spesso esagerano) queste colpe quando appaiono nella civiltà occidentale. E ovvio, perciò, che queste colpe non sono il vero motivo per cui odiano l'Occidente e l'America. La persona di sinistra odia l'America e l'Occidente perché sono forti e hanno successo.
    16. Parole come "fiducia in sé", "sicurezza di sé", "iniziativa", "impresa", "ottimismo", ecc. giocano un ruolo marginale nel vocabolario liberale e della sinistra. L'uomo di sinistra è antindividualista, pro-collettivista. Egli vuole che la società risolva qualsiasi suo bisogno, prendendosene cura. Egli non possiede un innato senso di fiducia nella propria capacita di risolvere i suoi problemi e soddisfare i suoi bisogni. L'uomo di sinistra e contro il concetto di competizione perché, dentro di sé, si sente un perdente.
    17. Le forme di arte che attraggono gli intellettuali moderni di sinistra tendono a concentrarsi sullo squallore, la sconfitta e la disperazione, oppure assumono un tono orgiastico, abbandonando il controllo razionale, come se non ci fosse alcuna speranza di risolvere ogni cosa attraverso la razionalità e tutto quello che rimane è l'immersione nelle sensazioni del momento.

    18. I filosofi della sinistra moderna tendono a licenziare la ragione, la scienza, la realtà obiettiva e a insistere che qualsiasi cosa è culturalmente relativa. E' vero che ci si possono porre domande serie sulle basi della conoscenza scientifica e su come, se è possibile, si possa definire il concetto di realtà oggettiva. Ma è ovvio che i filosofi della sinistra moderna non sono semplicemente logici imperturbabili che analizzano sistematicamente le basi della conoscenza. Essi sono profondamente coinvolti nel loro attacco alla verità e alla realtà. Attaccano questi concetti a causa dei propri bisogni psicologici. Per prima cosa, il loro attacco è un modo di sfogare l'ostilità, e, se esso è ben riuscito, soddisfa l'impulso al potere. Più importante, le persone di sinistra odiano la scienza e la razionalità perché classificano certi credo come veri (per esempio ben riusciti, superiori) e altri credo come falsi (per esempio falliti, inferiori). I sentimenti di inferiorità della persona di sinistra sono così profondi da non tollerare questa classificazione. Questo inoltre è alla base del rigetto che molti uomini di sinistra hanno del concetto di malattia mentale e dell'utilità della prova per stabilire il quoziente di intelligenza. Gli uomini di sinistra non ammettono che capacità umane o comportamenti possano essere spiegati geneticamente poiché in questo modo alcuna persone apparirebbero inferiori o superiori ad altre. Gli uomini di sinistra preferiscono attribuire alla società il merito o il demerito delle capacità o delle carenze di un individuo. Così se una persona è "inferiore" non è colpa sua ma della società, perché egli non è stato educato adeguatamente.
    19. L'uomo di sinistra non è di solito tipo di persona che il senso di inferiorità rende spaccone, bullo, egocentrico, affarista, concorrente spietato. Questo tipo di persona non ha ancora totalmente perso la fiducia in sé. Il suo senso di potere e la stima di sé sono deficitari, ma può ancora pensare di avere la capacità di essere forte, e i suoi sforzi in questo senso producono comportamenti spiacevoli di cui sopra. Ma l'uomo di sinistra è andato ancora più in là. I suoi sentimenti di inferiorità sono così connaturati che egli non può concepire sé stesso come individualmente forte e considerato. Da qui quindi il collettivismo della sinistra. Egli si può sentire forte solo come membro di una ampia organizzazione o movimento di massa, con il quale si identifica.
    20. Nota la tendenza masochistica delle tattiche di sinistra. La gente di sinistra protesta mettendosi di fronte ai veicoli, provocando intenzionalmente la polizia o i razzisti ad abusare di loro, ecc. Queste tattiche possono essere efficaci, ma molti nella sinistra le usano non in quanto mezzi per raggiungere un fine ma perché preferiscono tattiche masochiste. L'odio di sé è una caratteristica della sinistra.

    A luta continua

  3. #3
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    Interessante analisi, soprattutto per chi, come me, ignorava del tutto anche l’esistenza stessa di Theodore J. Kaczinsky. Trovo molto dissacrante la critica delle psicopatologia di massa della sinistra, almeno di una sua certa parte. In particolare in punti 12-13-14 sono semplicemente geniali…attendo con ansia la parte sulla sovrasocializzazione.
    Qualche considerazione sui primi punti. Mi sembra che Theodore J. Kaczinsky individui bene un aspetto del mondo in cui viviamo, ovvero, il fatto che Tecnica è ormai diventata assolutamente incontrollabile. Non a caso da un po’ si sta cominciando a discutere, anche nel mondo accademico anglosassone, di Risk Society. Il limite del discorso, magari perché ho visto solo una parte del manifesto, deriva dal fatto che la responsabilità è attribuita interamente allo sviluppo del sistema industriale e tecnologico trascurando i rapporti sociali che guidano lo sviluppo della tecnica.

  4. #4
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    Prim'ancora della Stampa Alternativa, di cui ho la copia cartacea, fu pubblicata in Italia dalla SEB, Società Editrice Barbarossa.

  5. #5
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    Direi che è un articolo molto interessante e sicuramente molto feroce...però non mi ci ritrovo perchè, personalmente, sono per la meritocrazia, la concorrenza e non sono affatto convinto che tutte le deficienze individuali siano imputabili alla società (ci sono individui superiori o inferiori, ma in genere tutti hanno qualcosa in cui sono più o meno dotati di talento innato...coloro che sono "inferiori" in tutto credo siano delle mosche bianche...)...

    ...in effetti è anche il motivo fondamentale percui ritengo il razzismo un'idiozia, perchè i razzisti, riferendosi al concetto di "razza" come detentore di caratteri qualitativi positivi manifestantisi nell'individuo, di fatto, gridano al mondo di essere delle "nullità" perchè non sono "loro" a possedere in quantità significativa tali qualità (intelligenza, genio, buonsenso, tolleranza, ecc...), ma bensì la loro "razza", la loro "etnia", la loro "cultura", ecc...

    ...semplicemente però credo che il fatto che la natura sia di per sè ingiusta non implichi che la società umana debba accettare tutto ciò come "dato", anche perchè spronando qualunque individuo a raggiungere ad ogni costo un ruolo che magari non è in grado di coprire non facciamo altro che nuocere alla collettività,
    perciò credo che una società più "rilassata" ed "equa" sia l'ambito ideale per conseguire una struttura veramente meritocratica e concorrenziale, in barba al capitalismo stesso.
    Skarm
    Alle europee io voto Codacons...e tu?

  6. #6
    NazionalComunista
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    Lui è Thed.


  7. #7
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    Sono molto contento che già i primi venti punti abbiano aperto un primo dibattito per cui intanto rispondo brevemente a Sandokan80. Personalmente sono totalmente daccordo con te soprattutto sull'analisi dei punti 12-13-14. E' bene però, per dovere di cronaca specificare a quale sinistra Kaczinsky faccia riferimento. Ricordiamo che Kaczinsky è statunitense e fa riferimento alla sinistra statunitense di quegli anni, caratterizzata da un progressismo radical chic per cui a volte alti papaveri della finanza, filantropi e intellettuali dei quartieri alti, democratici e benefattori di alto bordo che si scoprivano di "sinistra" invitavano, come se fossero state scimmie dello zoo, piccoli esponenti di gruppi extrasistemici come il Black Panther Party, i Wethermen e così via. Volendo potremmo ritrovare questo aspetto della sinistra americana anche in tempi più recenti quando Clinton sposta il suo quartier generale ad Harlem causando nel tempo l'aumento degli affitti per gli abitanti della zona fino a costringerli ad anadarsene protestando proprio contro Clinton.
    Credo che parte delle accuse siano poi riportabili contro il Partito Comunista Statunitense che è sempre stato tra i più fedeli e appecoronati a Mosca.

    Per quel che riguarda le considerazioni di Skarm credo sia necessario far presente il carattere fondamentalmente misantropo di Kaczinski in cui misantropo va inteso nel significato etimologico più puro del termine: "odio per l'essere umano". Probabilmente queste tue prime critiche potrebbero essere in parte inserite in questo contesto.

    A luta continua

  8. #8
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    Vi faccio notare come la "società dello spettacolo" ed il suo regime dell'immagine, che tutto "digeriscono" come un grande stomaco, e tutto riciclano a loro vantaggio come un immenso intestino, abbiano trovato il modo di devastare anche solo il ricordo di questo personaggio e della sua, eclettica, illegale e violenta, denuncia.

    E' una storia tutta italiana, apparentemente dettata dalla ormai esponenziale stupidità filogenetica dei cosiddetti "giornalisti": un pazzo maniaco da diversi anni dissemina il nord-est Italia di micro-ordigni esplosivi che mutilano e feriscono innocenti e bambini.
    Un "povero" pazzo, maniaco, con mania di protagonismo(da manuale), incapace di distinguere a livello basilare il "bene" dal "male".
    Ebbene, per tutti i media italiani, questo disgraziato diventa "Unabomber", il nome con il quale venne identificato a suo tempo il professor T. Kacjnsky....
    La "damnatio memoriae" così si abbatte per riflesso su un uomo che, per quanto abbia scelto un percorso di violenza, non certo può essere equiparato ad un folle sanguinario e mutilatore di bambini.
    Anche questa è la società in cui vivete. Tenetelo bene a mente.
    Ciò che fa paura va distrutto, e va distrutto prima ancora che fisicamente, nelle menti ormai plastiche di individui atomizzati del tutto dipendenti da quel sistema psicotropo di controllo di massa che è la comunicazione in occidente.
    PRO SA REPUBRICA DEMOCRATICA SARDA
    FINTZAS A SA BINCHIDA, SEMPER!

  9. #9
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    21. La gente di sinistra può rivendicare di essere spinta ad agire dalla compassione o da un principio morale, e quest'ultimo gioca un ruolo per l'uomo di sinistra del tipo sovrasocializzato. Ma la compassione e il principio morale non possono essere i motivi principali dell'attivismo di sinistra. L'ostilità ne è una componente fondamentale, così come la spinta per il potere. Inoltre, per la gran parte, il modo d'agire della persona di sinistra non è razionalmente calcolato per essere di beneficio a coloro che gli uomini di sinistra dichiarano di aiutare. Per esempio, se si crede che l'azione affermativa sia positiva per la gente nera, che senso ha comandare un'azione affermativa in termini dogmatici o stili? Ovviamente sarebbe più produttivo intraprendere un approccio diplomatico o conciliante, che permetterebbe al limite concessioni verbali e simboliche alle persone bianche che pensano che l'azione affermativa li discrimini. Ma gli attivisti di sinistra non utilizzano tale approccio perché non soddisferebbe i loro bisogni emozionali. Il loro reale interesse non è aiutare la gente nera. Il problema della razza, invece, serve come pretesto per esprimere la loro ostilità e il bisogno frustrato di potere. Nel fare ciò feriscono realmente la gente nera perché l'atteggiamento ostile degli attivisti verso la maggioranza bianca tende a intensificare l'odio fra le razze.
    22. Se la nostra società non avesse alcun problema sociale, la gente di sinistra li inventerebbe, così da procurarsi un motivo per protestare.
    23. Specifichiamo che quanto detto finora non pretende di essere una accurata descrizione di qualunque persona che possa essere considerata di sinistra. Essa è solo una esposizione sommaria della tendenza generale della sinistra.
    Sovrasocializzazione
    24. Gli psicologi usano il termine "sovrasocializzazione" per designare il processo con il quale i bambini sono addestrati a pensare e agire come la società richiede. Si dice che una persona sia ben socializzata se crede e obbedisce al codice morale della sua società e se vi si inserisce bene come parte funzionante di essa. Non avrebbe alcun senso dire che molte persone della sinistra sono sovrasocializzate, visto che l'uomo di sinistra viene concepito come un ribelle. Nondimeno, la posizione può essere difesa. Molte persone di sinistra non sono ribelli come sembrano.
    25. Il codice morale della nostra società è così esigente che nessuno può pensare, sentire e agire in una maniera completamente morale. Per esempio, non si presume che si possa odiare qualcuno; tuttavia quasi tutti noi odiamo qualcuno in un momento o in un altro, sia che lo ammettiamo a noi stessi o no. Alcune persone sono così altamente socializzate che il tentativo di pensare, sentire e agire moralmente impone loro un pesante aggravio. Per evitare sensazioni di colpa devono continuamente illudersi sulle proprie motivazioni e trovare spiegazioni morali per sentimenti e azioni che in realtà non hanno una origine morale. Noi usiamo il termini "sovrasocializzato" per descrivere tali persone.
    26. La sovrasocializzazione può portare a una bassa autostima, un senso di impotenza, disfattismo, senso di colpa, ecc. Uno dei più importanti mezzi con il quale la socializza i bambini è far sì che questi ultimi si vergognino di comportamenti e discorsi che sono contrari alle aspettative della società. Se questo punto viene esasperato, o se un bambino in particolare è piuttosto suscettibile a tali sentimenti, egli finisce per vergognarsi di sé stesso. Inoltre, il pensiero e il comportamento di una persona sovrasocializzata sono più ristretti, a causa delle aspettative della società, rispetto a quelli di una persona scarsamente socializzata. La maggior parte delle persone è occupata in una qualità significativa di comportamenti inutili. Mentono, commettono piccoli furti, non rispetto le regole del traffico, abbandonano il lavoro, odiamo qualcuno, dicono maldicenze o usano qualche trucco sotto banco per superare il loro vicino. La persona sovrasocializzata non può compiere queste cose, o se le compie queste generano in lui un senso di vergogna e di odio di sé. La persona sovrasocializzata, addirittura, non può neanche provare, senza sentirsi in colpa,pensieri o sentimenti contrari alla moralità accettata; egli non può avere "cattivi" pensieri. E la socializzazione non é solo materia di moralità. Noi siamo sovrasocializzati per conformarci alle molte norme di comportamento che non cadono sotto il titolo della moralità. Così la persona sovrasocializzata è legata a un guinzaglio psicologico e spende la sua vita percorrendo binari che la società ha costruito per lui. In molte persone sovrasocializzate il risultato è un senso di coercizione che può divenire una dura sofferenza. Noi sosteniamo che la crudeltà peggiore che gli esseri umani si infliggono l'un l'altro è la sovrasocializzazione.
    27. Noi sosteniamo che un segmento molto importante e influente della sinistra moderna è sovrasocializzato e che questa sovrasocializzazione è di grande importanza nel determinare la direzione della sinistra moderna. La tendenza delle persone di sinistra del tipo sovrasocializzato è di appartenere alla classe media o al ceto intellettuale. Da notare che gli intellettuali universitari costituiscono il segmento più socializzato della nostra società e quello più rivolto a sinistra.
    28. Le persone di sinistra del tipo sovrasocializzato cercano di liberarsi dal guinzaglio psicologico e asserire la loro autonomia attraverso la ribellione. Ma di solito non sono così forti da ribellarsi contro i valori più fondamentali della società. Parlando in generale, gli obiettivi degli uomini della sinistra non sono in conflitto con la moralità accettata. Al contrario, la sinistra prende un principio morale accettato, lo adotta per suoi comodi, e quindi accusa la maggioranza della società di violare quel principio. Esempi: l'eguaglianza razziale, l'eguaglianza dei sessi, l'aiutare la povera gente, la pace come opposta alla guerra, la non violenza in generale, la libertà di espressione, l'amore verso gli animali; più essenzialmente il compito dell'individuo di servire la società e il compito della società di prendersi cura dell'individuo. Questi sono valori profondamente radicati della nostra società (o almeno della sua classe media e alta) da lungo tempo e che, esplicitamente o implicitamente costituiscono materia preminente per i principali mezzi di comunicazione e per il sistema educativo. Molti uomini di sinistra, specialmente quelli del tipo sovrasocializzato, di solito non si ribellano contro questi principi, ma giustificano la loro ostilità verso la società dichiarando (con qualche grado di verità) che essa non vive secondo quei principi.
    29. Qui illustriamo il modo in cui gli uomini di sinistra sovrasocializzati mostrano il loro reale attaccamento alle attitudini convenzionali della nostra società, pretendendo allo stesso tempo di ribellarsi a essa. Molte persone sinistra spingono verso una azione affermativa, perché i neri possano assumere incarichi di alto prestigio, per aumentare l'educazione nelle scuole nere e per concedere loro maggiori fondi. Il modo di vivere della "sottoclasse" nera viene visto come una disgrazia sociale. Vogliono integrare l'uomo nero nel sistema, farne un manager, un avvocato, uno scienziato così come la popolazione bianca della classe medio-alta. Gli uomini di sinistra replicheranno che l'ultima cosa che farebbero sarebbe quella di rendere l'uomo nero una copia del bianco. Al contrario, vogliono preservare la cultura afro-americana. Ma in cosa consiste questa opera di conservazione? A stento si esplica in qualcosa di diverso dal mangiare, dall'ascoltare musica, dal vestirsi secondo lo stile dei neri, dal frequentare una moschea o una chiesa nera. In altre parole, può manifestarsi solo in materie superficiali. In tutti i riferimenti essenziali la maggior parte degli uomini di sinistra del tipo sovrasocializzato vuole rendere il nero conforme agli ideali bianchi della classe medio-alta. Vuole far sì che studi materie tecniche, che divenga un dirigente o uno scienziato, che spenda la sua vita salendo la scala della condizione sociale al fine di provare che la gente nera è valida quanto quella bianca. Vogliono rendere i padri neri "responsabili", vogliono che le gang di neri diventino non violente, ecc. Ma questi sono precisamente i valori del sistema industriale-tecnologico. Al sistema non interessa che tipo di musica un uomo ascolti, che tipo di vestiti indossi o che religione pratichi fino a che egli studia in una scuola, ha un lavoro rispettabile, sale la scala sociale, è un genitore responsabile, è non violento e così via. In effetti, anche se cercherà di negarlo, l'uomo di sinistra sovrasocializzato vuole integrare l'uomo nero nel sistema e far sì che adotti i suoi valori.
    3O. Noi, chiaramente, non sosteniamo che gli uomini di sinistra, persino del tipo sovrasocializzato, non si ribellino mai contro i valori fondamentali della nostra società. Evidentemente qualche volto lo fanno. Alcuni uomini della sinistra sovrasocializzati si sono spinti così lontano da ribellarsi contro uno dei più importanti principi della società moderna, adottando la violenza fisica. Secondo il loro punto di vista, la violenza è una forma di "liberazione". In altre parole, commettendo violenza essi rompono quelle restrizioni psicologiche che sono state loro imposte. Siccome sono sovrasocializzati, queste restrizioni sono state limitanti più per loro che per altri; da qui il bisogno di abbatterle per liberarsene. Ma di solito giustificano la loro ribellione in termini di valori correnti. Se essi fanno uso della violenza sostengono di combattere contro il razzismo o cose simili.

    A luta continua

  10. #10
    Con l'Iraq che si ribella
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    Predefinito

    In effetti concordo in linea di principio con alcuni concetti presenti nel Manifesto di Kaczinsky...anche secondo me la sinistra è naturalmente incline ad un certo "conformismo buonista" e alla paura di finire isolati dal "branco" per aver espresso
    posizioni non-conformi e realmente politicamente scorrette.

    Credo che sia vero che, come dici tu, Sandinista, il discorso viene fatto sulla sinistra americana, ma credo che il concetto valga in varia misura per tutta la sinistra moderna (galassia comunista inclusa).
    Skarm
    Alle europee io voto Codacons...e tu?

 

 
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