Il punto non è la moderazione, ma il libero arbitrio. Qui sono d'accordo con chi è tanto critico nei confronti dei cattolici, perchè spesso c'è molta disinformazione e poca scelta tra di noi. Credo che la mia fede non mi costringa a fare quello che m viene chiesto dal papa o dalla CEI incondizionatamente, la cosa più bella che un cattolico può (e deve) fare è proprio lelaborazione critica di na propria scelta sulla base di quanto ci dice la chiesa ma anche di quanto ci dice il mondo circostante.
Di verità di fede, nella nostra religione, ce ne sono poce, e nessuna che riguardi argomenti venuti alla luce di recente.
La disinformazione, spesso, fa si che si segua una linea perchè è comodo evitare di informarsi o di assumersi le proprie responsabilità.
Per me un atteggiamento del genere è negativo anzitutto per la chiesa stessa; pochi sanno, ad esempio, che la chiesa non condanna tutti i contraccettivi ma solo alcuni di quelli, e lo fa per motivazioni molto meno banali di quanto si possa immaginare, ma dubito che una sola persona tra i miei conoscenti si sia mai posta il problema di parlarne con un sacerdote.
Quando scelgo lo faccio perchè nell'insegnamento della chiesa trovo un riscontro che condivido (e non accade neanche sempre). Mi auguro che anche altri riescano a fare così.
Così cambiamo discorso però. Comunque.
Sull'eutanasia sono per usare due metri diversi.
Anzitutto quando una persona ha bisogno delle macchine per sopravvivere e chiede di staccare, per me non è eutanasia ma accanimento terapeutico e non ci vedo nulla di male a staccare la spina purchè (e non per questioni religiose) ci sia una richiesta chiara, esplicita e consapevole dell'ammalato. Non ammetterei le richieste dei familiari per gente in coma o smilari perchè non puoi sapere lui che pensa.
Sull'eutanasia vera e propria sono un po' più scettico. Sarei al più per fornire al malato l'occorrente per andarsene, non per un omicidio richiesto e legalizzato da parte di un medico. Sono troppe le implcazioni personali (vedi obiezione di coscienza) ma anche responsabilità civili e morali nei confronti dei parenti nonchè il concetto di una medicina che distribuisce morte invece che vita: la vita ha una sacralità che va al di la delle religioni, se non si accetta che solo Dio possa disporne, bisogna però sottolineare che può disporne il proprietario e lui solo. Nessun altro, fosse anche per richiesta esplicita. Se è il malato ad andarsene, è una sua libera scelta ed azione.
PACS. Non sono contro l'unione di fatto per principio religioso, ma legale/civile. Se vuoi che ti risponda lo stesso, dimmelo.
Almeno a me piacerebbe sapere perchè sei contrario ai pacs
Non sono del tutto contrario, sono scettico. Parliamo di matrimonio, civile, non religioso. La costituzione dice che la nostra società è regolata dalla famiglia e la legge regola il matrimonio imponendo diritti e doveri ai due componenti della coppia.
Inserire una nuova forma giuridica di unione cosa comporta? I diritti li ho sentiti: reversibilità della pensione, dell'affitto, delle assicurazioni e qualcuno ha detto anche maggiori diritti in caso di eredità. Tutte cose che, in ogni caso, è possibile modificare legalmente. Per esempio: sulla reversibilità della pensione o dell'affitto basterebbe inserire una norma che le prevede anche in caso di convivenza o di "solidarietà economica" tra due individui.
Ma i doveri? Se nelle unioni di fatto ci sono anche vincoli di "solidarietà", ovvero, quelli previsti dal matrimonio, che senso ha inserire una nuova forma giuridica? Se diritti e doveri sono gli stessi del matrimonio, che senso ha regolamentare i PACS? Tanto vale restare al vecchio matrimonio. Se i diritti devono essere quelli del matrimonio ma non ci sono doveri, sono contrario perchè lo stato dovrebbe farsene carico. esempio: coppia di fatto, io professionista e mia PACSmoglie casalinga per scelta comune di economia domestica. Col matrimonio se me ne vado, mi faccio carico dei bisogn di mia moglie, ma se nei PACS non ci sono diritti chi se ne fa carico? Risposta: lo stato con un sussidio di disoccupazione fin quando la casalinga non si trova un lavoro. Esempi del genere ce ne possono essere a bizzeffe e sono il motivo del mio scetticismo.
Aspetta: quando si parlava di pacs, TUTTI i politici coinvolti dicevano che questa nuova forma giuridica non era un escamotage per permettere il matrimonio gay. Ti ho risposto vedendola così, come un'unione tra due persone e basta, nel mio caso sarebbe eterosessuale. Se poi la scusa delle coppie di fatto serve ad "indorare la pillola" sulle unioni gay e solo a quello, mi sembra un sotterfugio, un atteggiamento scorretto, ed a me non piace essere imbrogliato, quindi passo ad un rifiuto netto per partito preso.